Chi
ha seguito la mia presentazione ad un Darwin Day 2014, ricorderà che
il tema del mio intervento fu il perché ci fu un tale gigantismo nei
dinosauri. In quella presentazione, spiegai che il vantaggio
adattativo del gigantismo è abbastanza chiaro, ma che tale vantaggio
è tale solamente nell'età adulta, e che, di fatto, il gigantismo
diventa “adattativo” solo perché associato a qualche mix di
adattamenti che permettano la sopravivvenza allo stadio giovanile.
Qualunque fossero tali adattamenti, una volta divenuti adulti i
sauropodi giganti erano probabilmente inattaccabili da parte di
qualunque predatore, e, di fatto, “non temevano nulla”.
Dreadnought è un termine
dell'inglese antico che significa approssimativamente “colui che
non teme nulla”. Il termine è noto in tutto il mondo per indicare
la principale classe di nave da battaglia in attività nella prima
metà del XX secolo (quelle che, in italiano, chiamiamo “corazzate”).
Da oggi, questo termine, opportunamente latinizzato in Dreadnoughtus,
è entrato a far parte del vocabolario paleontologico,
come nome generico di un
nuovo titanosauro gigante, Dreadnoughtus schrani
(Lacovara et al. 2014).
Dreadnoughtus è
basato su due esemplari parziali ed articolati dal Cretacico
Superiore della Patagonia. Ciò che rende questo nuovo taxon
meritevole di menzione è sicuramente l'ottimo grado di preservazione
dei due esemplari noti (per gli standard dei grandi sauropodi,
generalmente noti da poche ossa isolate), che permettono di
ricostruire la maggior parte dell'anatomia della regione
post-cervicale. Basandosi su altri titanosauridi per stimare le
dimensioni del cranio e del collo (noto solamente per due vertebre,
ma che date le proporzioni indicano un collo affusolato) e completare
lo scheletro, Dreadnoughtus
è lungo circa 26 metri e con una massa di quasi 60 tonnellate.
Aspetto interessante, l'analisi istologica delle ossa indica che
nessuno dei due esemplari noti fosse senescente (ovvero, nella fase
di quasi completo arresto della crescita, tipico degli esemplari più
maturi) al momento della morte, quindi è presumibile che queste non
fossero le dimensioni massime raggiungibili da questo dinosauro.
PS:
prima che qualcuno lo chieda, questo non
è il titanosauro gigante argentino di cui si è parlato qualche mese
fa.
Bibliografia:
Lacovara,
K.J. et al. 2014. A Gigantic, Exceptionally Complete Titanosaurian
Sauropod Dinosaur from Southern Patagonia, Argentina. Nature
Scientific Reports 4, 6196; DOI:10.1038/srep06196.
In un documentario di quelli con le immagini generate al computer, si affermava che i piccoli sauropodi si nutrissero di insetti. Questo per avere le energie necessarie alla rapida crescita che gli permetteva di essere inattaccabili.
RispondiEliminaSai di articoli scientifici che hanno ipotizzato questa dieta nei giovani sauropodi?
Non mi risulta, anche se va detto che dei giovani sauropodi si sa molto poco.
EliminaLa lunghezza, almeno dell'esemplare trovato, è più o meno quanto quella di Diplodocus carnegii, però rispetto a quest'ultimo la massa è decisamente superiore, o sbaglio? Quindi era più massiccio rispetto a Diplodocus carnegii?
RispondiEliminaAlessandro (Bologna)
Quattro volte più massiccio.
EliminaE questo non dovrebbe essere nemmeno il più grande dei sauropodi, mi sbaglio?
RispondiEliminaChe domanda inutile.
EliminaMadonna c'hai proprio ragione.
EliminaArgentino, perché la cosa non mi stupisce? :) Quelle terre sono meravigliose tombe di giganti.
RispondiEliminaQual è l'età media dei sauropodi? Erano molto longevi?
L'età media dei sauropodi? Ogni specie presumibilmente aveva la propria...
EliminaIn ogni caso, non mi risultano esemplari di sauropodi la cui età in base alle analisi istologiche fosse maggiore di 30-40 anni. I dinosauri crescevano in fretta e morivano relativamente presto.
dopo il modo e il tempo della mignaturizzazione, a quando in modo e il tempo del gigantismo nei sauropodi?
RispondiEliminaAle
intendevo miniaturizzazione....
EliminaDa non addetto mi viene da pensare che la Patagonia cretacica avesse condizioni ecologiche particolarmente favorevoli alla costituzione di specie di titanosauri giganti (quest'ultimo, Argentinosaurus, Elaltitan). É veramente così? Oppure ci sono altre spiegazioni di questo fenomeno? Sono state fatte ipotesi ecologiche a proposito? Grazie e saluti.
RispondiEliminaSemplicemente, si dimentica di Alamosaurus (Nord America), Paralititan (Africa), Huanghetitan (Asia) e si ritiene che i titanosauri giganti fossero solo patagonici...
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