Questo è il mio terzo contributo
al Carnevale della Biodiversità.
A prima vista, un tema come
quello delle dimensioni sarebbe il più ovvio e immediato da trattare in un blog
incentrato sull’essenza stessa delle grandi dimensioni in Natura, ovvero i
Dinosauri (sebbene qui si parli sopratutto di quelli carnivori o ex-carnivori
vegetarianizzatisi, quindi non proprio dei più grandi tra i dinosauri, ovvero i
sauropodi). Siccome non voglio deludere i miei lettori con un post relativamente
scontato, e considerando che ho già affrontato il tema delle dimensioni che contano nei
theropodi (qui), del perché anche oggi i dinosauri (uccelli) siano più grandi
dei mammiferi (qui), e dell’evoluzione del gigantismo come espressione del
bauplan di Theropoda (qui), distorcerò il senso del titolo a mio uso personale.
Il termine “dimensioni” indica
sia le misure lineari di un corpo, ma anche gli assi fondamentali dello spazio
tridimensionale. Ed è quindi sul secondo significato di “dimensioni” che voglio
costruire questo post.
L’obiettivo del post è mostrarvi
che è possibile distinguere i theropodi in due categorie spaziali sulla base
delle caratteristiche muscolo-scheletriche. Queste due categorie sono:
Theropodi 2D: theropodi che si
muovono fondamentalmente lungo due direzioni: lunghezza e largezza.
Theropodi 3D: theropodi che si
muovono con uguale estensione lungo le tre dimensioni dello spazio: lunghezza,
largezza e profondità.
Questa distinzione spaziale è
identificabile nello scheletro (e nella muscolatura che lascia tracce nello
scheletro) senza dover osservare direttamente questi animali dal vivo. Ovvero,
esiste nello scheletro dei Theropodi un marcatore, chiamato “Modulo
Locomotorio” che è una misura delle dimensioni spaziali attraversate dall’animale.
Un Modulo Locomotorio è un
distretto muscolo-scheletrico che genera il movimento del corpo. La Teoria del
Modulo Locomotorio afferma che il numero dei Moduli Locomotori dà una misura
delle dimensioni spaziali attraversabili. Un theropode con un singolo modulo
locomotorio si sposta prettamente nello spazio 2D. Un theropode con più di un
modulo locomotorio si sposta in tutto lo spazio 3D.
Una precisazione: quando affermo
che i theropodi 2D si muovono prettamente nello spazio bidimensionale affermo
che essi si spostano esclusivamente sulla superficie irregolare curvilinea
generata dal campo gravitazionale terrestre sulla superficie del pianeta. Di
fatto, arrampicarsi su un albero non viola questa assunzione, dato che la
superficie di un ramo è una parte della (irregolare, contorta e spesso
frattale) superficie terrestre. Analogamente, un balzo non viola lo spazio 2D,
dato che la breve traiettoria parabolica percorsa con un balzo è interna ai
vincoli del campo gravitazionale terrestre.
Tornando allo scheletro, tutti i
theropodi 2D si muovono sotto la propulsione del distretto muscolare
caudofemorale, il sistema di muscoli che collegano il femore, la parte
posteriore dell’ileo e la parte anteriore della coda. Quello è l’unico Modulo
presente nella maggioranza dei theropodi mesozoici. Di fatto, questi animali si
spostano solamente lungo la superficie terrestre.
Durante l’evoluzione dei
paraviali, il sistema muscolare caudofemorale si è progressivamente ridotto. La
coda si è accorciata, mentre i caudofemorali sono quasi atrofizzati nelle forme
derivate. Nel frattempo, il sistema muscolare pettorale si è trasformato da
mero sistema predatorio a sistema propulsivo capace di generare una spinta
supplementare a quella del Primo Modulo (quello caudofemorale). Inoltre, con la
riduzione del sistema caudofemorale, la gamba ha sviluppato un nuovo modulo, a
livello del ginocchio. Svincolato dalla necessità di generare spinta propulsiva
a terra, ora a carico del sistema del ginocchio, il sistema osseo della coda è
diventato un terzo modulo locomotorio: la coda, accorciata e dotata di una
mobilità slegata da quella del femore (ricordate, i caudofemorali si sono
atrofizzati) si è associata al sistema di propulsione pettorale, agendo da
timone durante lo spostamento nella terza dimensione, quella aerea. Con
l’evoluzione di tre nuovi moduli locomotori (ala, ginocchio, coda), gli uccelli
sono diventati i Theropodi 3D, capaci di spostarsi in tutte le direzioni dello
spazio, svincolati dal campo gravitazionale.
Per una trattazione più completa
di questo tema, vi rimando a Gatesy e Dial (1996) e Gatesy e Middleton (1997).
Bibliografia:
Gatesy, S.M., Dial, K.P. (1996) Locomotor
modules and the evolution of avian flight. Evolution 50: 331-340.
Gatesy,
S.M., Middleton, K.M. (1997) Bipedalism, flight, and the evolution of theropod
locomotor diversity. Journal of Vertebrate Palaeontology 17:
308-315.
http://www.terradaily.com/reports/Birds_Inherited_Strong_Sense_Of_Smell_From_Dinosaurs_999.html
RispondiEliminaAndrea, non ho trovato altro modo di scriverti quindi ti scrivo qui. Dopo l'atto finale (si spera) della querelle sui tirannosauri predatori attivi o mangiatrwi di carogne questo lavoro parla di riconoscere le capacità olfattive tramite la modellazione del cervello. che grado di attendibilità ha e soprattutto potrebbe darci una mano a capire chi erano gli "avvoltoi del mesozoico" dato che una attività simile necessita di un grande fiuto?
un saluto teropodico
Non ho ancora avuto modo di leggere l'articolo (per questo non ne ho ancora parlato sul blog). Si tratta di uno studio del team di Witmer. Anche se non dovremmo mai giudicare una ricerca a priori solamente in base al principio di autorità, dato che in generale le ricerche del gruppo di Witmer sono eccellenti, prevedo che anche questo sia un buon lavoro.
RispondiEliminaPer quanto riguarda la questione "avvoltoi del mesozoico", io non sono così ottimista: la sola dimensione dei bulbi olfattori non dice automaticamente che il suo portatore è un saprofago.
Malgrado non sia un grande fan dell'attualismo mi riduco sempre a propagandarlo.
RispondiEliminaNotando come moltissimi predatori attivi abbiano bulbi olfattivi molto grandi o un odorato sopraffino (si pensi solo a moltissime specie di squali e di canidi).
Anzi tra i teropodi attuali vi sono saprofagi che cercano le carcasse con la vista (Grifoni e avvoltoi del vecchio mondo) ed altri che sommano la vista all'olfatto (Condor ed avvoltoi del nuovo modo).
Inoltre in molti generi di mammiferi le specie nottorne (ma attive predatrici) tendono ad avere un olfatto più sviluppato di quelle diurne.
Infine bisogna notare che all'interno dei medesimi generi, o tutt'al più a livello delle famiglie, con modificazioni minime nel bauplan, esistono specie di predatori, di saprofagi e (addirittura) di onnivori o di carnivori specializzati.
Questo è molto evidente sopratutto negli Hyaenidae, dove troviamo due generi principalemente saprofagi (Iene brune e stirate, con il primo che mangia anche frutta e vegetali), uno principalmente cacciatre (Iene maculate) ed uno, apparentemente convergente con lo sciacallo, che invece è insettivoro (Protele crestato).
Tutte le specie di iene hanno un olfatto sopraffino (e abitudini spesso notturne).
Erodoto
Salve, sono Andrea di 15 anni e vengo da Avezzano, vorrei parlare con lei signor Cau ma non riesco a trovare un suo contatto facebook, o il suo indirizzo email. Dove posso contattarla?
RispondiEliminaAndrea, se hai domande sui theropodi puoi scrivere direttamente qui sul blog.
RispondiEliminaAltrimenti puoi contattarmi all'indirizzo cauand@gmail.com