(Rough) Translator

20 ottobre 2010

"Mamma, ho scritto un libro sui dinosauri!"

Ebbene sì, alla fine l'ho scritto...

Alla fine, ho scritto un post sulle mie personali opinioni sul variegato universo dei "libri sui dinosauri", e, sopratutto, sulla variegata fauna di autori di queste opere. Data la mia formazione scientifica, gusto letterario e opinioni generali, questo post non parla di aspetti importanti legati al mondo dell'editoria e dell'industria letteraria. A me, in questo post, interessa altro: il contenuto di un libro "sui dinosauri" e il modo con cui tale contenuto viene comunicato al lettore.
Per rendere più chiara l'esposizione del mio pensiero, chiedo al lettore di fare un piccolo sforzo mentale e di simulare una realtà alternativa. Immaginate di essere appassionati di astronomia stellare, e di voler acquistare un libro che parli della astronomia stellare. Andate in una libreria, e cercate (se esiste) il reparto del genere di letteratura che include l'astronomia stellare. Ora, fino a prova contraria, l'astronomia stellare è una categoria della disciplina scientifica chiamata astronomia. Quindi, il libro che cercate è un libro di letteratura scientifica. Non cercate una serie di articoli tecnici, dato che non siete astronomi stellari ma "semplici" appassionati, ma un libro per appassionati di astronomia stellare, ovvero, persone intelligenti che sanno leggere e che, pur non essendo laureati in fisica astronomica, hanno comunque una mente curiosa e recettiva, capace, se si impegna, di comprendere i concetti e le nozioni che fondano la disciplina scientifica chiamata "astronomia stellare".
Chi potrebbe scrivere un simile libro? I migliori libri di ricette li scrivono i cuochi capaci di scrivere, i migliori romanzi li scrivono i creativi capaci di scrivere (gli altri scrivono sceneggiature) o i letterati con fantasia (gli altri fanno critica letteraria). E chi scrive un libro di astronomia stellare? Un astronomo con specializzazione nelle stelle e che, contemporaneamente, ha doti di scrittore. Un astronomo eccellente ma pessimo scrittore pubblicherà centinaia di articoli scientifici, ma nessun libro per appassionati. Un ottimo scrittore ma privo di conoscenza astronomica non scriverà mai un libro per appassionati.
Tutti questi esempi appena elencati mi aiutano a introdurvi il tema centrale del post.
Chi può scrivere un libro sui dinosauri rivolto agli appassionati? Se, come spero, sarete concordi con me che la paleontologia dei dinosauri è una disciplina scientifica esattamente come l'astronomia stellare, allora converrete con me che la conclusione del mio ragionamento è la seguente: UN LIBRO SUI DINOSAURI PUO' SCRIVERLO SOLAMENTE UN PALEONTOLOGO ESPERTO DEI DINOSAURI CHE SIA CONTEMPORANEAMENTE ANCHE UN BRAVO SCRITTORE. 
Se non condividete questa conclusione, allora avete un'idea della paleontologia diversa dalla mia: per me, la paleontologia è una disciplina scientifica, ovvero, l'opera pratica e mentale di persone che hanno esperienza e conoscenza molto profonda in un determinato settore della conoscenza della realtà che ci circonda.
Per fortuna, eccellenti libri sui dinosauri ne esistono, ma, purtroppo, essi sono una infima minoranza di eletti in un ristretto ambito di buone produzioni, a sua volta assediato da un mare di pessima letteratura.
Torniamo nella libreria citata prima, e cerchiamo un "libro sui dinosauri". Dove lo troveremo? Nella maggioranza dei casi, ne sono certo, troverete un libro del genere nella letteratura per bambini e/o adolescenti. Qui si torna al solito discorso che sta alla base del mio blog: la paleontologia dei dinosauri sembra essere condannata al sottogenere dei temi per giovani o giovanissimi. Ciò, paradossalmente, è particolarmente vero se, dalla letteratura tecnica (scritta e rivolta a persone con formazione scientifica medio-alta, quindi adulte) si passa a quella divulgativa. La divulagazione sui dinosauri è per la stragrande maggioranza rivolta solo a bambini o ragazzi. La rara letteratura divulgativa sui dinosauri rivolta ad adulti è comunque spesso eccellente, perché scritta proprio da paleontologi con doti di scrittore. Il mio caso preferito in proposito è Walking on Eggs di Chiappe e Dingus (2002). Il libro descrive la scoperta, descrizione ed interpretazione del famoso sito di uova di titanosauri Auca Mahuida, in Patagonia, ad opera del team scientifico diretto proprio da Chiappe (paleontologo) e Dingus (geologo). Oltre ad essere stati autori della scoperta, e quindi averci trasmesso sensazioni ed emozioni della vita sul campo, dello studio e delle sue implicazioni, gli autori sono risultati ottimi divulgatori, capaci di comunicare anche ai non addetti ai lavori i concetti e le nozioni fondamentali per capire e comprendere quel frammento di paleontologia dei dinosauri. Quello è un ottimo libro, che consiglio a tutti. In quel libro c'è l'anima della paleontologia dei dinosauri, trasmessa come solo un paleontologo può fare. Inoltre, quel libro, pur soffermandosi in un dettaglio della disciplina, dà informazioni e concetti chiave per comprendere l'intera scienza dei dinosauri. Quello è, a mio avviso, IL MODO di scrivere un libro sui dinosauri.
Dopo aver brevemente parlato dell'eccellenza, ecco invece come, purtroppo, sono strutturati la maggioranza dei libri sui dinosauri. Essi sono, molto spesso, opere sterili e prive di originalità, scritte da persone che non hanno una profonda conoscenza del pensiero paleontologico e delle nozioni paleontologiche. Come spesso accade nelle opere scarse nella sostanza, esse tendono a compensare tale scarsità con l'eccesso formale: oltre a conformarsi ad uno stereotipo letterario ottusamente meccanico (che spiego sotto), queste opere si illudono di elevarsi qualitativamente rivestendosi di tavole, illustrazioni e ricostruzioni, il più delle volte meramente accessorie, volutamente immaginifiche e molto spesso scorrette. Io adoro le tavole illustrative nei libri sui dinosauri, ma solo se sono funzionali al testo, e non meramente decorativi. Gli ottimi paleoartisti quindi non si sentano attaccati da quest post: ci sarà sempre posto per loro nel mio libro ideale.
Qual'è lo stereotipo che citavo prima? Esso si manifesta in più forme, ma nella maggioranza dei casi si esemplifica nel modus operandi della "dispensina nozionistica". La classica dispensina nozionistica è un modello fisso di testo che ritroviamo nella maggioranza della letteratura sui dinosauri di basso livello. In breve, essa è formata da:
-Introduzione generale e deformata sulla paleontologia (copiata spesso da opere pre-esistenti di circa 20-30 anni fa), nella quale non si parla di paleontologia generale ma solo di nozioni frammentarie sulla pratica paleontologica (finalizzata ai dinosauri).
-Storia della dinosaurologia, con stereotipata carrellata di autori: "Mantell, Cuvier, Owen, Cope&Marsh, Dollo, Andrews, Ostrom&Bakker, Jurassic Park" quasi che 200 anni di disciplina siano riducibili a questioni prettamente anglo-americane e, a dimostrazione della validità del punto precedente, che tale storia si concluda negli anni '70 del XX secolo (o meglio, che le fonti citate dal nostro pessimo autore si concludano là).
-Carrellata più o meno esaustiva e più o meno aggiornata di specie-chiave. Di solito, questa carrellata è ordinata in settori cronologici (Triassico, Giurassico, Cretacico), oppure tassonomici (Ornithischi, Sauropodomorfi, Theropodi). Questa parte, che di solito occupa la maggioranza del "libro", segue essa stessa degli stereotipi fissi e ottusamente ripetuti:
1) Ogni taxon chiave ha 2 pagine dedicate a lui. Le pagine sono dominate da ricostruzioni paleoartistiche e qualche foto dei fossili (se siamo fortunati).
2) Ogni taxon chiave è ridotto ad una "carta d'identità" banale e spesso grossolana comprendente: età del fossile, località del fossile, dimensioni del fossile, abitudini più o meno ipotetiche in base a generiche valutazioni eco-morfologiche.
3) Il taxon chiave è caratterizzato da qualche "particolarità" che lo distingue dagli altri, o dall'enfasi relativa a questioni enigmatiche e controverse che lo caratterizzano. (T-rex spazzino?, Maisaura che nidifica? Sauropodi col collo dirtto?)
Quello è il classico, banale, stereotipato e, sostanzialmente, INUTILE, libro sui dinosauri che abbonda nelle nostre librerie e biblioteche: un pasticciato minestrone riscaldato nel quale non ben qualificati scrittori in vena di paleontologia per adolescenti si avventurano nel già avventurato, ripropongono cose già scritte altrove, già lette altrove, spesso perpetuano errori o concetti obsoleti, paleoarte mediocre o anch'essa ripetitiva, riducono la paleontologia da scienza "vissuta" a frammenti di nozioni fini a sé stessi e privi di valore conoscitivo che esuli dal semplice "io so quanto è grande il T-rex", e, sopratutto, non stimolano il lettore a porsi le domande fondamentali che hanno guidato i paleontologi a scoprire e studiare i fossili da cui questi presunti "libri" traggono fondamento. 
Se un libro sui dinosauri non infonde nel lettore le domande giuste, le domande sul metodo, le domande sul valore e sul significato della paleontologia, se un libro si limita a copiare le parole di altri libri, a scimmiottare un criterio di ricerca senza che gli autori l'abbiano provato essi stessi, se, infine, un libro sui dinosauri non esprime l'ANIMA del paleontologo dei dinosauri, allora, quel libro è solo un ottimo pretesto per fare denaro facile con i ragazzini, un ottimo pretesto per occupare uno scaffale, un ottimo pretesto per accendere il caminetto, un ottimo pretesto per questo mio post.

20 commenti:

  1. Complimenti!!! Ma... solo sui teropodi o su tutti i dinosauri? Quando esce? Dove si può comprare? Quanto costa? :)

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  2. Diego, l'anteprima era volutamente provocatoria. A differenza di molti auto-proclamati paleoscrittori, io non penso di avere ancora le doti per scrivere un buon libro sui dinosauri. Mi piacerebbe scriverlo, e potrei pensare di farlo, ma se accadrà sarà quando mi sentirò in grado di farlo bene.

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  3. This is one of those times you really wish you could understand another language. Google Translate does NOT do this post justice.

    Here we return to the usual speech that is the basis of my blog: paleontology dinosaur appears to be doomed to the subgenre of the issues for young people or young.

    Awkward syntax aside, PREACH IT BRUTHA.

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  4. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  5. Andrea, you hit the nail on the head!

    Personally, as a simple enthusiast about paleontology (and science in general) I have seen this situation in many materials of divulgation, it really makes a difference reading a book written by a professional, but the truth is that almost all dinosaur books I've encountered from childhood tend to be a series of medium-quality images that mix old and new data accompanied by arid descriptions that appear copied from other more complete sources... But good guides are usually mentioned only in specialized media and also, if you go to a public library finds that these books are in a section of juvenile literature.

    I keep remembering, however, an interesting book about the the study of dinosaurs and their cultural ramifications: Mitología de los dinosaurios of José Luis Sanz (I don't know if this book have translation in English or another language).

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  6. Julian: Is this what you're referring to?

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  7. Well, I think it is just that. Thanks for the tip!

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  8. I libri sui dinosauri sono spesso scritti da autori poco competenti o peggio, da persone che non familiarizzano minimamente con il metodo scientifico. Purtroppo i dinosauri sono considerati un passatempo da bambini da molti editori e per questo gli scaffali delle librerie sono piene di paccottiglia che non informa e diffonde falsi miti. Anche per questo penso che i tuoi post meritano di essere letti, restituiscono serietà a un argomento che merita di essere tratto scientificamente e non in modo approssimativo e superficiale.

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  9. parole sagge, parole arcidovute, in cui mi immedesimo pensando a tutto il tempo perso a cercare dei buoni volumi e trovando solo carta straccia buona a fuorviare i bambini, presentando i dinosauri come f.......i pokemon..
    Pensaci davvero a scrivere un libro,scrivi con raro acume e chiarezza
    ciao!

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  10. Tutto giusto quello che dici ovviamente. Io farei però una precisazione: come mai lo stesso paleontologo e lo stesso paleoartista seleziona il dinosauro rispetto a tutte le altre forme di vita anche quando non si tratta del suo lavoro specialistico? come mai seleziona il mesozoico a scapito del paleozoico o del cenozoico? Se i primi a compiere le discriminazioni sono gli addetti, l'aura di esclusività non verrà mai cancellata. io credo che i dinosauri vadano inseriti nel più ampio genere che è la preistoria, l'unico modo per ridargli dignità agli occhi della gente che non capisce che si tratta semplicemente di specializzazione in un campo. mi si dirà: come può un esperto di teropodi (o sauropodi o ceratopsidi o galline o conigli) occuparsi anche di altre forme viventi? beh, può eccome: intanto con l'aiuto di altri esperti che collaborino, e poi per quanto riguarda un blog, tu hai scritto più volte di cose molto lontane da teropodi: ricorderò sempre con immensa gioia quando sono capitato la prima volta sul tuo blog, cercando carpoidi dell'ordoviciano; trovai un bellissimo post che ne parlava con entusiasmo e passione. ovviamente non avresti potuto farne un'analisi attenta e innovativa come fai sempre sui teropodi, ma il lettore dovrebbe soffermarsi su un'altra faccenda: la passione che ci avevi messo.

    -CONTINUA-

    Troco

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  11. -CONTINUA DAL COMMENTO PRECEDENTE-
    Quello della passione è un tema importante che trasuda indizi costantemente, ma non vorrei cambiare discorso. Tornando al problema dei libri questa esclusività mesozoica è negativa anche per un altro motivo: i collegamenti multidisciplinari (parola che odio dai tempi della scuola ma che trovo adatta adesso per la prima volta). Penso a libri anni ottanta che mi hanno cresciuto e il perchè: benchè adorassi i dinosauri era molto più facile reperire libri di animali viventi, quindi ovvio che la mia libreria pullulasse soprattutto di questi ultimi: ecco, posso dire con sicurezza che si dividevano grosso modo in due grandi categorie: quelli per classe di animali (i rettili, i mammiferi, il cavallo, le conchiglie di Marano Lagunare) e quelli per area geografica (gli animali dell'India, gli animali del Sudamerica, i pesci abissali, gli animali di Marano Lagunare). Ebbene, cosa accadeva nella mia mente giovane? Un giorno mi dedicavo a un libro "classista", e osservavo analogie e differenze tra, che so, la vipera del Gabon e il boa costrittore, oppure tra il bruco di ceruria e quello di pavonia maggiore (gli insetti per me sono stati molto più importanti dei dinosauri nella mia gioventù perchè potevo andare nei campi e prenderli in mano mentre con gli altri no- inoltre potevo osservare, ipotizzare e comprovare tesi con l'osservazione diretta- una fra tutte: perchè una cimice pentatomide cammina lenta sulla finestra, ma veloce sullo spigolo? Io ci ero arrivato da solo, sui libri non le trovavi certe cose), ecco se con questi libri "classisti" capivo questi concetti, quando leggevo i libri "geografici" ne capivo altri: il facocero convive con la gazzella di Grant e insieme fuggono dal ghepardo, magari all'ombra di un'adansonia digitata. Il puma è l'unico grande felino del Nordamerica e in realtà è molto piccolo in confronto ai felini africani. Eppure svolge un ruolo di massimo dominatore, esattamente come il leone e non come il leopardo che sebbene abbia la sua stessa taglia ha sopra di lui il leone e lo fugge.
    Ma in Sudamerica l'incontrastato giaguaro deve guardarsi dai pecari labiati, che non si comportano affatto come i facoceri aricani che sono facile preda del più piccolo e minuto ghepardo. E il cinghiale europeo? non gli restano che i lupi, perchè le linci preferiscono i lagomorfi e il leone europeo non c'è più.
    ho messo queste due categorie di libri, perchè le altre sono meno istruttive (ad esempio la categoria: animali curiosi, li accomuna arbitrariamente senza creare validi collegamenti e anzi, confondendo)
    in un libro sulla preistoria oltre alla classe e all'area abbiamo una dimensione in più: il tempo. parlare solo di mesozoico ridurrebbe secondo me il campo d'azione come parlare solo di Africa in tutti i libri geografici, o solo di accipitridi in tutti i libri sugli uccelli.

    -CONTINUA-

    Troco

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  12. -CONTINUA DAL COMMENTO PRECEDENTE-
    Siccome la preistoria ha anche la dimensione tempo è doveroso che esista una cospicua quantità di libri "temporali". Non tutti, c'è ovviamente bisogno di libri "classisti" e libri "geografici" (questi ultimi penso abbiano poco successo per ovvi motivi) anche per la preistoria. forse mi giudicherete vetusto per questo modo di parlare, forse non si dice più preistoria, forse si dice paleostoria, o magari direttamente titoniano e atlantico, non so, ma il concetto che voglio esprimere penso sia chiaro: dando la priorità al mesozoico ci precludiamo un mucchio di altre belle cose (parlo di divulgazione, non dimenticate, non sto criticando la specializzazione di un esperto) ma soprattutto: siamo sicuri di fare veramente del bene alla divulgazione? Siamo sicuri che continuando a parlare solo di dinosauri a persone che li ritengono ancora draghi o trastulli per bambini (questo è quello che pensa il 99% della popolazione mondiale che pensa) non contribuiamo ad aggiungere mattoni al muro che ci separa dal pubblico? un adulto acculturato che volesse avvicinarsi alla paleontologia non avrebbe bisogno di un lavoro ad ampio respiro che magari gli collochi i dinosauri in mezzo al fanerozoico con la nonchalanche tipica del serio lavoro scientifico-divulgativo? Perchè le piante e la paleobotanica sono relegate ad un ruolo marginale? Perchè nessuno sottolinea mai che nel cretaceo c'erano le farfalle e gli insetti impollinatori?
    Perchè i dinosauri e tutti i maledetti coevi mesozoici (non si sa perchè ma un tanistrofeo diventa subito un quasi-dinosauro perchè è triassico, o un ittiosauro o uno pterosauro, mentre il povero dimetrodonte rimane un minorato del permiano) hanno quest'aura di esclusività rispetto a tutto il resto, a partire degli unicellulari dell'archeano per arrivare all'uomo del protocollo di kyoto? Perchè loro? Perchè non l'indricoterio? Io amo l'indricoterio.
    Ma non i bambini. I bambini vogliono dinosauri e dinosauri noi gli daremo! No, i bambini non vogliono dinosauri, i bambini vedono SOLO dinosauri. Ma se sapessero che a pagina 58 c'è un indricoterio più grande del tirannosauro (e vi assicuro che conosco bambini che non sanno che il tirannosauro è il vero nome del T rex- abbasso jurassic park) ecco che pagina 58 sarebbe più consumata dell'ennesima paginetta con l'ennesimo dinosauro che già conoscono dal libro precedente. Poi c'è internet, i bambini navigano, si faranno certe domande tra cui: ma perchè i librai mi trattano come uno scemo e mi danno solo dinosauri fosforescenti? Io non sono uno scemo!
    I bambini sono adulti in crescita, perdio! Non carne da macello per fare soldi miopi! Via i bambini, al massimo ragazzi. Ma niente per bambini, per i bambini ci va la fata e il drago e il gatto con gli stivali o le winx, i gormiti e bubbolazzi vari.
    I bambini cresciuti a dinosauri fosforescenti saranno un domani gli adulti che li rinnegheranno e quando ci sarà un referendum per decidere se abbattere tutti i musei di storia naturale voteranno SI perchè gli adulti votano, non i bambini.
    Esempio concreto: museo di Venezia, bellissimo, restaurato: bacheca all'ingresso con libri e gadget in vendita: 100% prodotti rivolti a pubblico infantile. neanche un libro di Gould. non il libro di Piero Angela (che per un neofita è veramente bello). non Dawkins. non Dalla Vecchia col libro sul Friuli (che confina col Veneto). non Douglas Henderson. NON BURIAN (ok, è fuori catalogo, ma ci stava!).
    Come possiamo sperare che le cose cambino se offriamo questo al pubblico adulto? Il messaggio è chiaro: questo museo è per bambini. punto.
    Troco

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  13. Bel post, ma... mannaggia... non svilire il ruolo degli sceneggiatori. Esistono grandi sceneggiatori il cui lavoro ha reso famosi film più del lavoro degli osannati registi. Esistono grandi romanzieri che hanno prodotto mediocri sceneggiature. Insomma, come per le scienze, lo sceneggiatore lavora in un ambito diverso rispetto al romanziere.
    Scusa l'appunto ;-)

    Andre/GGD!

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  14. Hai detto bene. Purtroppo oggi da noi arrivano solo i classici atlanti che presentano più o meno le stesse specie e dicono sempre le stesse cose. Per carità libri del genere servono, se non altro per arricchire la propria conoscenza dei generi e delle specie ma bisognerebbe farne di più vari e non "fossilizzarsi" sui soliti mostri sacri come il tyrannosaurus, il velociraptor, il triceratops ecc..., parlino anche dell'alectrosaurus, dell'einiosaurus e via dicendo. E comunque libri del genere sono inutili senza un testo generale che li accompagni, non serve a niente conoscere tutte le specie di questo mondo senza sapere nulla sulle famiglie, l'evoluzione e i caratteri peculiari. In oltre questi libri puntano molto sulla biologia ed etologia dei dinosauri che sono comunque solo ipotetiche e possono variare da testo a testo (t rex spazzino per uno, cacciatore per l'altro). In realtà di buoni libri sui dinosauri e preistoria ce ne sono, ma sono tutti più o meno datati, certo le informazioni contenute in un testo anni '70 possono essere ancora valide per certe cose, ma sono obsolete per altre. Comunque gà che ci sono consiglio a tutti "paleontologia dei vertebrati" di Benton, con una succosa sezione dedicata ai dinosauri.

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  15. Ho letto questo post che mi ha tolto le parole di bocca...Salve Andrea,come ti capisco!! sono pienamente d' accordo con te...sto facendo una faticaccia assurda per trovare un testo che parli in maniera seria e scientifica dei dinosauri, ma trovo solo pubblicazioni per bimbi o adolescenti...ovviamente mi dovrò buttare sulla bibliografia estera...oltre al libro che citi hai qualcos' altro da consigliarmi? Grazie....:)

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  16. p.s. inutile dirti che comprerò il tuo libro

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    1. Sonia, in italiano c'è poco, quindi se conosci l'inglese punta alla ben più ricca letteratura anglosassone. In quel caso, le opere abbondano, dal libro di Holtz & Rey, a quello eccellente di Sampson (Dinosaur Odissey).
      I libri che ho scritto in formato EBook non sono veri libri, ma raccolte dei post migliori. Non li paragono a veri libri sui dinosauri.

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  17. Ho rieltto adesso questo post, devo dire che ho notato una cosa su cui non sono affatto daccordo.

    Un buon libro "sui dinosauri" o sulla paleontologia lo può scrivere anche un buon giornalista scientifico, anche se in Italia non c'è ne sono. Non solo un paleontologo capace di scrivere, non eccediamo in "sciovinismo" paleontologico, stiamo parlando di divulgazione non di articoli scientifici.
    Anzi Brian Switek, per fare un esempio, ha tutti i numeri per scrivere grandi libri divulgativi sulla paleontologia, certamene il suo caso dimostra come nessuno si debba imporvvisare scrittore di scienza, lui ha anni di apprendistato in materia.

    Un buon libro sulla paleontologia, un libro che vorrei leggere, è un libro sulla storia della paleontologia, e quindi richiederebbe uno storico della scienza.

    (talvolta per altro gli scenziati quando si mettono a scrivere di storia della scienza adottano una fastidiosissima prospettiva whigghish e compiono degli errori di una banalità sconcertante per uno storico professionista, o anche per un buon diletante. Il peggiore è forse il libro su Smith di Simon Winchester, un ex geologo professionista, che però è pure scrittore e giornalista, quindi ha anche l'aggravante di essersi già occupato di storia)

    Anche se la storia della paleontologia è un argomento sconfinato (ed inscindibile dalla storia della bilogia e da quella della geologia), e da storico (non della scienza) comprendo che sarebbe difficile scrivere un libro contemporaneamente avvincente, informato, divulgativo, completo.

    Ma da Tucidide in poi la storia si fa usando i giochi di scala, quindi per noi storici sarebbe normale fare un libro su un argomento (la storia della paleontologia delle ammoniti o dei dinosauri, o della paleontaropologia) per cercare di affrontare il tutto (dal darwinismo e neo-darwinismo alla deriva dei continenti).

    Sopratutto c'è una certa urgenza di un libro di questo tipo che si occupi del '900, visto che della prima guerra delle ossa ormai sappiamo tutto, Mary Ann ha un po' rotto, mentre sentir parlare di Simpson, Heune, Romer, Bakker, Efremov ecc. ecc. (magari non in prospettiva americo-centrica, c'è anche la Cina) è necessario.

    Negli USA un po' si pubblica (anche se mi mancano molto le raccolte degli articoli di Guld), purtroppo la prospettiva è molto centrata sull'America stessa, per scrivere il libro che vorrei leggere bisognerebbe conoscere il tedesco, il russo e forse anche il cinese.

    Quello di cui non abbaimo bisogno, e sono daccordissimo con te, è l'ennesimo elenco delle specie di dinosauro, mi annoiavano anche da piccolo.

    Dall'anno prossimo sarò, aimè, disoccupato o stotto occupato, in compenso dovrei avere un po' più di tempo libero. Se vuoi una mano per una serie di post sulla storia della paleontologia italiana potremmo anche collaborare. Anche e sopratutto perchè ormai con il rinascimento italiano in pieno corso sarebbe opportuna una riflessione sulla storia della disciplina, (sopratutto nel dopo guerra), anche se immagino che solo ricerca la bibliografia base sarà improba e frustrante.

    Valerio

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    Risposte
    1. Valerio, hai tu la competenza scientifica per riconoscere che un libro paleontologico scritto da un giornalista scientifico sia corretto e ben fatto? Temo di no. Non è detto che se tu "profano" trovi un libro ben fatto, tale libro sia effettivamente ben fatto. Non parlo di nessuno in particolare, ma mi è capitato di leggere strafalcioni ed errori da persone non-paleontologhe che si sono cimentate nello scrivere libri sul tema forti della loro (presunta) competenza storico-paleontologica.
      Un libro di storia della paleontologia deve scriverlo un esperto in materia, ovvero uno storico della scienza. Ma io nel post parlo di paleontologia, non di storia della paleontologia.
      In ambo i casi, si conferma tutto ciò che ho scritto nel post: i libri li scrivono i professionisti del campo.

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  18. è verissimo che non ho tutte le competenze scientifiche per distinguere tra il mediocre e il miserrimo, o tra il miserrimo e l'ottimo.

    Però esiste un discrimine molto "facile", alla protata di qualunque lettore, quel libro parla del metodo scientifico? E se lo fa lo fa a ragion veduta?
    Inoltre come ha organizzato le note? Di che tipo sono, come sono, sono rimandi circolari?
    Solo in terza battuta guardo l'autore, visto che la mia libreria è ingombra di pessimi o mediocri libri sui dinosauri "firmati" da paleontologi professionisti che si sono prestati ad edizioni per bambini ideate dagli editori.
    (sovente proprio delle liste di specie, talvolta anche con una brutta paleoarte).

    Comunque sono daccordissimo con te, i buoni libri li scrivono persone preparate a livello professionale. Ho un po' di dubbi però dove porre lo steccato, sopratutto perchè stiamo parlando di divulgazione, che non è la sorella scema della scienza, anzi, ma richiede competenze differenti rispetto al professionismo scientifico.

    Valerio

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