Mi prendo una pausa da un lavoro sui teropodi che sto preparando con l'inossidabile Maganuco, riguardante una vertebra maledettamente strana, che potrebbe gettare nuova luce su uno degli ecosistemi più spettacolari del Mesozoico... per ora non posso accennare di più... dicevo, mi prendo una pausa da un lavoro sui teropodi, parlando... di interpretazioni.
La paleontologia è una scienza naturale basata fortemente sulla comparazione e sul confronto. Un fossile è spesso frammentario ed enigmatico, nondimeno deriva da un organismo reale che doveva sottostare alle universali leggi della natura. Se così non fosse, allora non avrebbe alcun senso continuare a fare scienza dai fossili.
Le nostre interpretazioni di un fossile sono quindi delle possibili spiegazioni di ciò che osserviamo. Quanto sono attendibili queste interpretazioni? In particolare, le ipotesi comportamentali ricavabili dai fossili quanto sono attendibili?
Carpenter et al. (2005) propongono una gerarchia delle interpretazioni comportamentabili attendibili per i dinosauri fossili.
Al primo grado di attendibilità abbiamo i comportamenti "congelati" nel fossile stesso.
Velociraptor predava Protoceratops; Citipati aveva cure parentali che comprendevano la deposizione di uova in cerchio e la loro cova: queste due affermazioni sono convalidate da straordinari fossili che hanno "congelato" quei comportamenti. La posizione degli arti di Velociraptor rispetto a Protoceratops e la postura di Citipati non possono essere interpretate in modo migliore.
Al secondo grado di attendibilità abbiamo strette associazioni di fossili che implicano comportamento, oppure dati di morfologia funzionale ricavabili dal confronto diretto con forme attuali.
Esempio del primo caso è la associazione di una decina di esemplari articolati (si badi bene a quel dato) di Sinornithomimus che implica qualche forma di comportamento gregario. Il secondo caso è esemplificato dalla morfologia dei denti, che implica specializzazioni alimentari (più o meno marcate).
Al terzo grado di attendibilità abbiamo le evidenze di comportamento per le quali sia accertabile con sicurezza l'autore.
Ad esempio, i nidi di uova Elongatoolithus sono attribuibili ad un oviraptorosauro, in quanto ossa embrionali attribuibili a quel clade sono state rinvenute in uova di tipo elongatoolitico.
Al quarto grado di attendibilità abbiamo tracce di comportamento per le quali non è attribuibile con certezza l'autore.
Ad esempio, in molte bonebed a dinosauro sono presenti ossa con chiari segni di dentatura. Esse sono probabilmente attribuibili ad un saprofago, tuttavia, spesso non è possibile stabilire se sia teropode (e di quale clade) o crocodylomorfo con denti zifodonti.
Al quinto grado di attendibilita abbiamo i comportamenti ricavabili dalla posizione filogenetica.
Ad esempio, dato che la cova di uova è presente sia negli uccelli moderni che negli oviraptorosauri, è plausibile che essa fosse praticata anche da animali per i quali non abbiamo nidi fossili, ma che sappiamo appartenere al nodo "Oviraptorosauria + Neornithes", come ad esempio gli unenlagini. Tuttavia, questa inferenza presuppone che una linea evolutiva mantenga la condizione espressa dai suoi parenti per i quali è noto il comportamento: ciò non è necessariamente vero (ovvero, non può verificare la comparsa di un'autapomorfia nel clade, ma solo dedurre che primitivamente il clade aveva la stessa condizione dei suoi parenti).
Al sesto grado di attendibilità abbiamo i comportamenti dedotti sulla base di interpretazioni speculative, sebbene plausibili.
Ad esempio, attualmente i dati a sostegno di una caccia di gruppo operata da teropodi, analoga a quella di canidi o leoni, sono molto tenui (se non assenti), tuttavia tale comportamento non è teoricamente impossibile.
Al settimo grado di attendibilità abbiamo i comportamenti basati su interpretazioni così fortemente speculative che risultano altamente improbabili.
Per fortuna, non ho in mente alcun esempio a riguardo sui teropodi... forse perché il mio cervello cestina subito queste nozioni, senza memorizzarle...
Bibliografia:
Carpenter, K., Sanders, F., McWhinney, L., and Wood, L. 2005. Evidence for predator-prey relationships: Example for Allosaurus and Stegosaurus. Pp. 325-350 in Carpenter, K. (ed.) The Carnivorous Dinosaurs. Indiana University Press, Bloomington.
La paleontologia è una scienza naturale basata fortemente sulla comparazione e sul confronto. Un fossile è spesso frammentario ed enigmatico, nondimeno deriva da un organismo reale che doveva sottostare alle universali leggi della natura. Se così non fosse, allora non avrebbe alcun senso continuare a fare scienza dai fossili.
Le nostre interpretazioni di un fossile sono quindi delle possibili spiegazioni di ciò che osserviamo. Quanto sono attendibili queste interpretazioni? In particolare, le ipotesi comportamentali ricavabili dai fossili quanto sono attendibili?
Carpenter et al. (2005) propongono una gerarchia delle interpretazioni comportamentabili attendibili per i dinosauri fossili.
Al primo grado di attendibilità abbiamo i comportamenti "congelati" nel fossile stesso.
Velociraptor predava Protoceratops; Citipati aveva cure parentali che comprendevano la deposizione di uova in cerchio e la loro cova: queste due affermazioni sono convalidate da straordinari fossili che hanno "congelato" quei comportamenti. La posizione degli arti di Velociraptor rispetto a Protoceratops e la postura di Citipati non possono essere interpretate in modo migliore.
Al secondo grado di attendibilità abbiamo strette associazioni di fossili che implicano comportamento, oppure dati di morfologia funzionale ricavabili dal confronto diretto con forme attuali.
Esempio del primo caso è la associazione di una decina di esemplari articolati (si badi bene a quel dato) di Sinornithomimus che implica qualche forma di comportamento gregario. Il secondo caso è esemplificato dalla morfologia dei denti, che implica specializzazioni alimentari (più o meno marcate).
Al terzo grado di attendibilità abbiamo le evidenze di comportamento per le quali sia accertabile con sicurezza l'autore.
Ad esempio, i nidi di uova Elongatoolithus sono attribuibili ad un oviraptorosauro, in quanto ossa embrionali attribuibili a quel clade sono state rinvenute in uova di tipo elongatoolitico.
Al quarto grado di attendibilità abbiamo tracce di comportamento per le quali non è attribuibile con certezza l'autore.
Ad esempio, in molte bonebed a dinosauro sono presenti ossa con chiari segni di dentatura. Esse sono probabilmente attribuibili ad un saprofago, tuttavia, spesso non è possibile stabilire se sia teropode (e di quale clade) o crocodylomorfo con denti zifodonti.
Al quinto grado di attendibilita abbiamo i comportamenti ricavabili dalla posizione filogenetica.
Ad esempio, dato che la cova di uova è presente sia negli uccelli moderni che negli oviraptorosauri, è plausibile che essa fosse praticata anche da animali per i quali non abbiamo nidi fossili, ma che sappiamo appartenere al nodo "Oviraptorosauria + Neornithes", come ad esempio gli unenlagini. Tuttavia, questa inferenza presuppone che una linea evolutiva mantenga la condizione espressa dai suoi parenti per i quali è noto il comportamento: ciò non è necessariamente vero (ovvero, non può verificare la comparsa di un'autapomorfia nel clade, ma solo dedurre che primitivamente il clade aveva la stessa condizione dei suoi parenti).
Al sesto grado di attendibilità abbiamo i comportamenti dedotti sulla base di interpretazioni speculative, sebbene plausibili.
Ad esempio, attualmente i dati a sostegno di una caccia di gruppo operata da teropodi, analoga a quella di canidi o leoni, sono molto tenui (se non assenti), tuttavia tale comportamento non è teoricamente impossibile.
Al settimo grado di attendibilità abbiamo i comportamenti basati su interpretazioni così fortemente speculative che risultano altamente improbabili.
Per fortuna, non ho in mente alcun esempio a riguardo sui teropodi... forse perché il mio cervello cestina subito queste nozioni, senza memorizzarle...
Bibliografia:
Carpenter, K., Sanders, F., McWhinney, L., and Wood, L. 2005. Evidence for predator-prey relationships: Example for Allosaurus and Stegosaurus. Pp. 325-350 in Carpenter, K. (ed.) The Carnivorous Dinosaurs. Indiana University Press, Bloomington.
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