La Scienza è democratica? Non lo è
nella misura grossolana con cui la democrazia è spesso ridotta a
“potere della maggioranza”, in quanto una affermazione non è
scientificamente corretta solo perché la maggioranza la ritiene
tale. Ma lo è nel senso ben più profondo e importante di
“accessibile e controllabile in modo egualitario ed universale”.
In estrema sintesi, la Scienza è il tentativo di spiegare in modo
logico e testabile come funziona il mondo. Non basta che una
spiegazione sia logica, per essere scientifica: occorre che sia anche
testabile. La testabilità significa che chiunque, messo nelle
condizioni utilizzate per formulare quella spiegazione scientifica,
è in grado di stabilire se tale affermazione sia corretta o meno.
Cosa significa che “chiunque” può stabilire la scientificità di
una affermazione? Significa che tale affermazione deve essere
formulata in modo che sia indipendente da chi la ha affermata. Già
in questo, la Scienza rifiuta monarchi e profeti. In conclusione,
quindi, la Scienza è una spiegazione logica dalla accessibilità
universale: ogni essere umano deve essere in grado di controllare la
validità di una spiegazione scientifica, non solo chi la afferma.
Per questo, non basta credere in un fenomeno per renderlo
scientifico.
Se io affermassi che il sole si muove
ogni giorno spinto da un dragone alato che vola in cielo, farei una
affermazione non-scientifica. Perché? Innanzitutto, perché
probabilmente sarei il solo in grado di vedere questo drago: e ci
sono ottimi motivi per dubitare che un fenomeno osservabile da una
sola persona sia “oggettivamente” reale. Infatti, nessuno, a
parte me che lo affermo, vede questo fantomatico dragone: esiste il
ragionevole dubbio che esso esista solo nella mia testa, e non certo
in cielo. Pertanto, l'esistenza della draconiana causa del moto
solare nel cielo non sarebbe indipendente da (la testa di) chi ne
afferma l'esistenza, violando l'accessibilità universale che
definisce la scienza. Ed anche se oltre a me ci fosse un miliardo di
persone che sostengono che il sole è mosso da un drago, la loro
numerosa schiera non renderebbe tale affermazione scientifica.
Difatti, non basta affermare di osservare qualcosa per renderla
“evidente”. Occorre che essa sia accessibile a chiunque
indipendentemente dalla sua “credenza” o meno in tale fenomeno.
E se tale fenomeno non fosse
accessibile a tutti, pur essendo reale? Forse, il drago esiste, ma
non tutti sono in grado di vederlo. In tal caso, occorre comunque
espandere la descrizione del fenomeno, per aggiungere alla
spiegazione draconiana anche una ulteriore spiegazione del perché
non tutti possono osservare il drago solare. In tal modo, l'ipotesi
del “drago solare + motivi per cui non tutti lo vedono”
acquisterebbe una valenza scientifica.
Ammettiamo che il sole sia veramente
mosso da un drago, ma che questo drago sia visibile solamente ad una
parte dell'umanità, mentre il resto del mondo non può/riesce ad osservarlo.
Dopo tutto, i sostenitori del drago solare potrebbero usare come
argomento a loro favore il fatto che esistono persone incapaci di
vedere la luce (i non-vedenti): il fatto che un non-vedente neghi
l'esistenza della luce non sarebbe una prova che la luce non esiste.
Pertanto, si potrebbe dire che il non-vedere il drago celeste non è
una prova della sua assenza. Tuttavia, questa analogia sarebbe errata
per due motivi:
1- la luce, in senso scientifico, non è
la percezione della luce, ovvero, non corrisponde alla “esperienza
soggettiva della luce”, bensì è un concetto fisico definito dalle
leggi dell'elettomagnetismo. Ovvero, l'ipotesi della luce è parte di
una ben più ampia teoria generale, la fisica. Il concetto di onda
elettromagnetica, il fondamento scientifico della “luce”, è
indipendente dalla visibilità o meno di tale onda, ed è
descrivibile da una serie di leggi fisiche le quali, a loro volta,
permettono di fare predizioni osservabili e misurabili. Difatti,
esistono onde elettromagnetiche invisibili a tutti (ad esempio, i
raggi gamma), le quali sono comunque perfettamente valide sul piano
scientifico, dato che la loro testabilità è universale.
Il drago celeste non presenta queste
caratteristiche: non solo non è testabile universalmente, ma non è
un concetto descrivibile da leggi a loro volta in grado di fare
predizioni osservabili. L'ipotesi del drago sarebbe del tutto
svincolata dal resto della scienza, sarebbe un misterioso fenomeno la
cui anomalia ed unicità richiederebbe, a sua volta, ulteriori
spiegazioni, o, in alternativa, una radicale rivoluzione della teoria
fisica attuale. Tale alternativa di per sé non è impossibile, ma
pretenderebbe una enorme mole di sostegno sia teorico che empirico. E
questo ci porta al punto 2.
2- il motivo per cui alcune persone non
vedono la luce è spiegato a sua volta con varie disfunzioni
verificabili del singolo sistema visivo della persona non-vedente. In
alcuni casi, queste disfunzioni, proprio perché verificabili,
possono essere risolte e i soggetti in questione acquistano la
capacità di vedere. Ovvero, la non-vedenza ha una spiegazione
scientifica a sua volta testabile, e ciò rende la luce un fenomeno
universalmente testabile. Al contrario, non esiste un motivo generale
e verificabile per cui coloro che non vedono il drago celeste siano
privati della visione di tale entità.
Pertanto, ci troviamo di fronte a tre
possibilità alternative:
Spiegazione A- Il drago celeste esiste
ed è visibile a tutti in modo universale. Purtroppo, io non lo vedo,
quindi questa ipotesi è già falsificata in partenza.
Spiegazione B- Il drago celeste esiste,
ma è visibile solamente ad un insieme limitato di persone. Siccome
io non appartengo a tale insieme, occorre una spiegazione ulteriore,
che chiamiamo X, che spieghi come mai io non possa in alcun modo
osservare il drago nonostante esso esista. Se volete che B sia una
ipotesi scientificamente valida, dovete anche includere la ipotesi X.
Ma per fare ciò, occorre che anche X sia universalmente testabile,
esattamente come qualsiasi altra affermazione scientifica. Se
riuscirete a dare una spiegazione universalmente testabile per cui
certe persone vedono il drago e altre non lo vedono, avrete reso il
drago celeste scientificamente valido.
Nel caso X non spieghi tutti i casi di
persone che non vedono il drago, potete includere una ulteriore
ipotesi Y che spiega quei casi di persone che non soddisfano la B ma
non rientrano nella X. E così via, aggiungete ipotesi accessorie
fino ad ottenere una spiegazione totale B+X+Y...+Z che sia
universalmente testabile.
Spiegazione C- Il drago celeste non
esiste (ovvero, il sole è mosso da altri fenomeni).
Siccome l'ipotesi C è molto più
semplice della ipotesi B+X (e, a maggior ragione, è molto più
semplice della B+X+...+Z) per spiegare il moto del sole, e siccome C
spiega gli altri fenomeni che osserviamo nel mondo con la stessa
efficacia di B+X (questo perché B+X è stata creata solo per
giustificare l'esistenza del drago, non per spiegare altri fenomeni),
il principio di parsimonia (il rasoio di Occam) ci dice che possiamo
scartare B (ed X, Y... Z) e usare solamente la C.
Tutto questo contorto gioco con un
drago inesistente serve a rimarcare che ciò che definisce la scienza
è la sua testabilità universale: siccome il drago celeste non è un
fenomeno universalmente osservabile, e siccome le spiegazioni
accessorie per giustificare il fatto che io (e non solo io) non veda
tale drago non aggiungono conoscenza sul mondo che ci circonda
rispetto alla più semplice affermazione che il drago non esiste, la
non-esistenza del drago è scientificamente più valida della sua
esistenza.
Forse il drago esiste, ma fintanto che
non sarà manifesto a tutti in modo universale, è più saggio
ritenere che non esista.
Quanti draghi vedete intorno a voi?
Quanti draghi sono “visti” da
moltissimi attorno a voi?
Quanti draghi sono stati inventati e
continuano ad essere inventati?
Probabilmente, la terza domanda è più
politica che scientifica. E questo ci riporta alla domanda iniziale
sul perché la Scienza sia democratica, mentre i tanti creatori di
draghi che pullulano la storia ed il presente non lo siano affatto.
Forse non c'entra, ma è per caso una sorta di... "anticipazione" di quel "drago" (nome in codice di un qualche teropode asiatico) ritrovato di recente di cui dovrebbe uscire qualche studio tra non molto?
RispondiEliminaComunque ottimo ragionamento, più persone dovrebbero fare visita a questo blog.
Domenico
Nessuna anticipazione: il drago era semplicemente più fico del padre di Pollon.
RispondiEliminaBello, semplicemente bello.
RispondiEliminaGià dalle prime righe ho pensato "Qualcuno 'sti giorni deve avergli fatto qualcosa", e mente leggevo il sospetto si faceva sempre più definito.
RispondiEliminaAmmetto di essermi un po' perso nelle ramificazioni e son dovuto ritornare alla casella di partenza.
La conclusione è da incorniciare.
Mi associo agli altri: Bravo! Davvero un bel post.
Roberto
Le dimostrazioni per assurdo si prestano molto bene in matematica, ma direi che in questo caso se la cava bene anche nel tuo esempio.
RispondiEliminaPaleontologo e filosofo, non male
RispondiEliminaP.s: è una battuta, per la precisione una citazione da un videogioco( so che in tutto questo non vuoi dire nulla di filosofico ma spiegare qualcosa)
La prima parte di questo messaggio è per Antonio Ferrari:
RispondiEliminanon voglio iniziare qui un dibattito infinito e non voglio necessariamente difendere a tutti i costi la filosofia, ma anch'essa vuole "spiegare qualcosa", come le discipline scientifiche. Perciò l'espressione "dire qualcosa di filosofico" contrapposta a "spiegare qualcosa" non ha molto senso. Anche perchè ciò che Andrea Cau ha fatto nel suo intervento non è un'analisi paleontologica o di qualunque altro campo, ma un'analisi del metodo scientifico, cioè una meta-analisi che per definizione non rientra nel campo della scienza (linguaggio oggetto) ma dell'epistemologia (metalinguaggio), la quale si occupa di discutere i fondamenti e i metodi della scienza. Detto in altre parole, la discussione di Andrea era proprio una discussione di filosofia (filosofia della scienza o epistemologia, se si vuole essere più precisi).
Ammetto che tra i filosofi contemporanei non esiste una posizione comune riguardo al rapporto scienza-filosofia, ma adottando il punto di vista storico dell'evoluzione del pensiero (dal pensiero greco antico, fino ad arrivare al XVII-XVIII secolo e da lì ai giorni nostri) e tenendo ben presente quelle che sono le radici comuni di entrambi i campi, la filosofia (o, per essere più precisi, alcuni sui settori) è sempre stata, ed è tutt'ora, continua alla scienza, occupandosi però non direttamente di analisi scientifiche (queste sono materia delle singole discipline) ma o dei fondamenti o di fornire quadri interpretativi più generali.
Mi spiace di essermi dilungato e allontanato dal tema dell'intervento, ma ho sentito il bisogno di fare questa precisazione, perchè so che spesso esiste una prospettiva distorta su quello che è il ruolo e il compito della filosofia.
Approfitto però per fare una precisazione ad Andrea Cau: l'intervento è molto bello e sono completamente concorde, l'unica cosa che voglio precisare riguarda l'uso del principio di parsimonia a favore dell'ipotesi C, eliminando le altre. Tale principio (altresì detto principio di economia o rasoio di Ockham) ha un valore meramente metodologico, perciò non dice che "se una spiegazione è più semplice, allora è più vera", ma che "se una spiegazione è più semplice, è migliore". Spesso accade che la spiegazione più semplice sia anche quella più vera, ma non è necessario.
Il mio vuole essere solo un avvertimento: va benissimo adottare il rasoio di Ockham come guida metodologica, ma bisogna tener presente che da solo non basta per rendere valida l'assunzione di un'ipotesi.
Emanuele
Emanuele, nel post scrivo: "il principio di parsimonia (il rasoio di Occam) ci dice che possiamo scartare B (ed X, Y... Z) e usare solamente la C.". Notare che ho scritto "scartare" ed "usare", non ho usato termini come "falso" e "vero": come vedi, sono perfettamente consapevole della natura metodologica della parsimonia, a cui non do un ruolo di "discriminante della verità".
RispondiEliminaImmaginavo che la mia precisazione fosse superflua, ma mi son lasciato trascinare dalla mia "deformazione professionale": per una volta che ho qualcosa da commentare in questo bellissimo blog che seguo da appassionato e non da esperto mi son lasciato andare troppo.
EliminaSpero che, comunque, la mia precisazione possa essere utile per qualche altro lettore del blog che non ha troppa familiarità con il "rasoio di Ockham".
Saluti
Emanuele
bravo, perfetto, profondo e istruttivo.
RispondiEliminapurtroppo, però, finchè non si trova una valida strategia di guerra, vinceranno sempre gli altri.
tu per spiegare in modo logico queste cose hai scritto tante di quelle righe che il 99% della popolazione sarà scoraggiata dal leggerle.
un profeta che dice: "credimi e sarai felice" con 4 parole avrà l'attenzione di quel 99% della popolazione che tu non riesci a coinvolgere.
infine, ricorda: le tue argomentazioni inoppugnabili possono essere facilmente usate in senso opposto dal nemico per produrre ragionamenti antiscientifici e mitologici di massa, con finti addentellati scientifici. mesozoic-park e tutta la newage docet.
ripeto: servono nuovi strumenti di guerra.
troco
Non voglio l'attenzione di quel 99%: voler l'attenzione della TOTALità delle persone è un atteggiamento tipico delle religioni e dei regimi TOTALitari. A me basta la piccola cerchia dei lettori.
RispondiElimina