Tra la fine degli anni '80 e l'inizio
dei '90, uno degli uomini più ricchi al mondo creò una riserva
biologica privata in Sud America, comprendente alcuni degli animali
più grandi e pericolosi esistenti, del peso superiore alla
tonnellata, capaci di raggiungere anche i 30 km/h. Le fortune dello
spregiudicato multimiliardario cambiarono rapidamente, e tutto il suo
impero crollò da lì a pochi anni. Gli animali della sua riserva
privata furono confinati in quella area, ora sorvegliata dalle
autorità, e ben presto il mondo dimenticò quel bizzarro parco
biologico.
Quattordici anni dopo questi eventi,
nelle regioni limitrofe ai fatti narrati iniziarono ad essere
segnalati sempre più di frequente degli strani animali, di grandi
dimensioni. Ed oltre alle segnalazioni, iniziarono anche i danni
provocati da queste enormi creature. Evidentemente, alcune degli
abitanti di quel “parco” erano riusciti a fuggire, e si stavano
riproducendo, divenendo sempre più numerosi e minacciando la
sicurezza della popolazione locale.
No, non è la trama condensata
dell'imminente seguito di Jurassic Park, ma una storia vera, quella
degli ippopotami
del signore della droga colombiana, Pablo Escobar, ucciso nel
1993.
La vicenda degli ippopotami di Escobar
rappresenta, probabilmente, il caso reale più vicino a ciò che
potrebbe avvenire se le vicende fittizie di Jurassic Park fossero
avvenute realmente. La coincidenza del periodo storico (anni '80-90)
e “location” sudamericana è intrigante, ma molto più
interessanti sono le corrispondenze “biologiche”, e la lezione
che può darci nel comprendere il senso “bioetico” di attività
umane come l'introduzione di grandi animali in ecosistemi dove queste
creature non si sono evolute.
Gli ippopotami nello zoo privato di
Escobar erano inzialmente quattro. Oggi si stima che da quel ceppo
originario siano diventati una sessantina. E sebbene la maggioranza
viva confinata all'interno dell'ex ranch di Escobar, ed una
percentuale di cuccioli sia trasferita in vari zoo colombiani, si
stima che un numero minimo di 12 animali sia riuscito ad evadere e
viva allo stato brado lungo le rive di alcuni fiumi colombiani. In
realtà, il numero di ippopotami tornati liberi è ignoto. Questo
perché questo animale africano pare essere perfettamente adattato
all'ambiente ed al clima colombiano, e si sta riproducendo ad un
tasso superiore di quello tipico della sua specie. Il motivo è che
la Colombia mostra un clima persino più accogliente per questo
mammifero. Gli animali mostrano una maggiore fertilità, entrano
nell'età riproduttiva più precocemente, e – sopratutto – non
hanno predatori naturali. Questa miscela è perfetta per far
aumentare rapidamente la dimensione di una popolazione animale. E con
la sua crescita numerica aumenta l'areale che essa richiede per
sostenersi, areale che, prima o poi, entrerà in contatto e
sovrapposizione con l'areale dell'unico altro grande animale
dominante, Homo sapiens.
Il pericolo dato dagli ippopotami alla
popolazione locale è una combinazione di più fattori. I locali non
conoscono questo animale, il suo comportamento e abitudini. A
dispetto del suo aspetto “simpatico” che ricorda un grosso
maiale, l'ippopotamo è un animale estremamente pericoloso, e difatti
è il mammifero selvatico africano che ogni anno provoca il maggior
numero di vittime. Anche se l'aspetto “obeso” può ingannare, nei
suoi contesti naturali, come gli specchi d'acqua, le rive fangose ed
i canneti, un ippopotamo di due tonnellate è ben più veloce di un
uomo, e può caricare senza il minimo preavviso, uscendo dall'acqua
con relativa rapidità. Sebbene attualmente non si segnalino casi di
aggressioni e morti provocati da ippopotami in Colombia, è
presumibile che ciò sia dovuto solo al ridotto numero di animali
allo stato selvatico. Qualora questi animali aumentino di numero, ed
entrino più frequentemente a contatto con le popolazioni locali, è
probabile che inizierebbero i casi di aggressione da parte di
ippopotami. Ad esacerbare ciò, è il fatto che questo animale,
assente nella cultura locale, non sia minimamente conosciuto, e
quindi ogni suo comportamento sia del tutto imprevedibile, perché
non ha riscontri nell'esperienza collettiva. In Africa, è ben nota
la pericolosità dell'ippopotamo, e questo rende la popolazione
“consapevole” dei rischi dati dalla vicinanza di questo animale.
In Sud America, specialmente tra popolazioni rurali e poco istruite,
è improbabile che si sappia come reagire di fronte ad un ippopotamo.
E l'ignoranza sul comportamento di un animale è tra i fattori che
aumentano la pericolosità di questo ultimo.
Traslando questa lezione indiretta,
generata dalla sconsiderata introduzione di un grande mammifero
africano in Sud America, possiamo dedurre alcune considerazioni
generali sull'effetto dell'introduzione di un grande dinosauro
mesozoico in un contesto analogo a quello degli ippopotami di
Escobar.
I grandi dinosauri hanno una strategia
riproduttiva molto più r-orientata dei grandi mammiferi, ovvero,
producono covate numerose ed ad un ritmo annuale, contro il singolo
cucciolo ogni 1-3 anni dei pachidermi. Sebbene sia plausibile che in
assenza di intense cure parentali di tipo mammaliano il tasso di
mortalità dei giovani dinosauri sia ben più alto di quello dei
piccoli ippopotami, è comunque plausibile che l'assenza di predatori
naturali possa, inzialmente, permettere una discreta sopravvivenza ai
nuovi dinosauri, specialmente in ambienti dove l'uomo ha già
decimato la fauna locale di predatori medio-grandi. Pertanto, al pari
degli ippopotami colombiani, la popolazione di “dinosauri
colombiani” potrebbe rapidamente aumentare, e nel giro di una
dozzina di anni avere i primi ricambi generazionali. Il numero di
dinosauri a quel punto potrebbe diventare molto alto, un numero non
quantificabile facilmente qualora questi animali abbiano – come
riteniamo – una fase giovanile relativamente piccola e segregata
ecologicamente dagli adulti, ad esempio, “nascosta” nel fitto
delle foreste, distinta dagli adulti più a loro agio in spazi
aperti.
Le conseguenze di questo mix di fattori
potrebbero essere drammatiche. Di colpo, dopo una quindicina di anni
di scarsa documentazione di nuovi dinosauri, potremmo vedere le
regioni meno alberate “invase” da nuovi dinosauri subadulti ed
adulti, letteralmente “sbucati fuori” dalle foreste dove avevano
trascorso la fase giovanile. A quel punto, a differenza degli
ippopotami, il cui comportamento è comunque noto grazie
all'esperienza maturata nei secoli in Africa, il comportamento di un
rettile mesozoico sarebbe del tutto ignoto. Temo che, al pari della
sottovalutazione degli ippopotami, la maggioranza dei locali potrebbe
considerare un sauropode come relativamente innocuo. Non escluderei
che, per colpa di una “propaganda mediatica” gestita
ingenuamente, si tenderebbe a considerare “pericolosi” solo i
dinosauri predatori, e a vedere i non-theropodi come enormi pecore
intente solo a pascolare. Esattemente come molti considerano
l'ippopotamo meno pericoloso del leone, un dinosauro sauropode o
ornithischio potrebbe essere percepito come meno pericoloso di un
theropode, e questa sottovalutazione potrebbe aumentare
significativamente il numero di casi di aggressione da parte di
questi animali (esattemente come avviene con l'ippopotamo, che –
ripeto – è causa di aggressioni all'uomo ben più frequenti del
leone, anche perché si sottovaluta la sua pericolosità).
Le conseguenze di questa serie di
sottovalutazioni della biologia dei dinosauri potrebbero, a quel
punto, essere ingestibili.
Considerazioni perfette, a latere aggiungo solo che anche le "pecore intente al pascolo" possono rappresentare un discreto pericolo, soprattutto i maschi, che benché non abbiano corna evidenti hanno il cranio molto duro e non è raro che carichino a testate. E molti erbivori mammiferi sono ugualmente poco innocui, perché utilizzano la loro mole come i pachidermi per difendersi e allontanare minacce.
RispondiEliminaEro sicuro che qualcuno avrebbe commentato in merito alle "pecore al pascolo". :-)
RispondiEliminaL'ultima frase avrebbe benissimo potuta dire Malcolm!
RispondiEliminaComunque, splendido post, davvero, ma tornando a quelli che sono i romanzi di Chrichton, in questi giorni sto ultimando di leggere Il Mondo Perduto, e da quel che mi viene in mente dai post che scrivi (e come li scrivi) e da certi tuoi interventi nei commenti, beh, mi viene da pensare che potresti benissimo essere il Levine di Chrichton in carne ed ossa! Spero non ti offenda, visto che non è minimamente nelle mie intenzioni.
Saluti, Cristian.
Questo vecchio post esprime la mia reazione alle tue parole: http://theropoda.blogspot.it/2010/04/jurassic-park-billy-e-il-clonesauro.html
RispondiEliminaSto cercando di leggere anche i vecchi post, alcuni vecchi di anni, ma questo proprio non lo avevo ancora trovato. Grazie per la dritta, un grande.
RispondiEliminaCristian.
http://www.ominodellecazzate.it/anaconda-gigante-divora-un-cucciolo-di-ippopotamo-video
RispondiEliminaAl parecer estos hipopótamos tambien presentan un comportamiento mas manso de lo habitual... Otro cambio que favorece su subestimación...
RispondiEliminaSin embargo se han reportado terneros muertos por ellos.
Para mi Escobar trajo mas de los que se conocen..
To this point, there are two people seriously injured by the invassive hippos in Colombia. Animal Rights groups (a rough equivalent of the "Dinosaur Protection Group" of the recent movie) have impeded to cull this population.
RispondiElimina