Problemi complessi richiedono anni di studio. Riportare alla luce (anche solo nella nostra mente) gli organismi estinti è un lungo processo di raccolta di dati, di costruzione di modelli logici e matematici, spesso una serie di tentativi ed errori, costellati da scoperte che a volte avvalorano, altre smentiscono gli scenari che abbiamo costruito per dare un senso alla mole frammentaria di indizi.
Trovo sconfortante leggere le parole di chi, privo di preparazione in merito a determinate questioni, pretende di avere una "opinione". La libertà di opinione ha senso nello sport, nella politica, nella vita quotidiana. Non ha senso nella scienza. Può sembrare arrogante, ma è così: la scienza non è "democratica". Essa è schiava di due sovrani: i dati e la logica. Opinioni non soggette a questi sovrani assoluti sono inutili e non meritano di essere nemmeno considerate. Eppure, sembra che la rete permetta anche a chi non dovrebbe esprimersi di pontificare su ambiti in cui quei personaggi sono di un'ignoranza abissale.
Non mi riferisco a nessuno dei regolari commentatori di questo blog, nonostante, lo dico senza problemi, a volte le loro esternazioni su tematiche scientifiche rasentino la stucchevolezza. Ovviamente, anche se a volte mi fanno perdere le staffe, nella maggioranza dei casi la loro "imprecisione" non è da considerare una colpa (tranne nei casi in cui diventa recidivo tentativo di "arrampicarsi sugli specchi"). Mi riferisco invece a chi, abusando della libertà della rete, della sua sacrosanta democraticità, si propone all'ignaro navigatore come dispensatore di "informazioni scientifiche" senza avere alcun merito in proposito. Non dico che io, solo avendo un titolo di studio riconosciuto in un'universtità, sia superiore a uno privo di titolo. Non lo penso e non lo reputo nemmeno un argomento sensato. Non è il titolo di studio che dà valore alle opinioni. Conosco persone senza laurea che potrebbero aprire dei blog stupendi su tematiche paleontologiche (uno fra tutti potrebbe chiamarsi "Ceratopsia"... chi ha orecchie per intendere intenda). Il valore di un'opinione sta nella sua saggezza, ovvero, nel suo essere plasmata dall'esperienza in base ai fatti ed alla logica.
Il mio professore di Ecologia, ora in pensione, diceva che in ogni ricerca occorre sempre Una Robusta Serie di Dati. Questo vale anche nell'esprimere un'opinione scientifica. Se aprissi un blog dedicato all'ecologia dei pesci d'acqua dolce sarei ridicolo. Sarei ridicolo anche se sono un naturalista, e conosco i concetti base dell'ecologia delle acque dolci, dell'anatomia generale dei pesci. Ma ciò, sia chiaro, non può fare di me un valido opinionista dei pesci d'acqua dolce. Non mi proporrei mai di dire qualcosa in merito a quell'ambito, perché sono sicuro che direi solo banalità, sciocchezze o vere e proprie inesattezze.
Penso che per acquisire la "saggezza" in un ambito scientifico sia
necessaria una lunga preparazione, sia concettuale che a livello di
dati. I due ambiti, saperatamente, non producono saggezza. Questa mia etica non è ovviamente condivisa da tutti, ed infatti la rete abbonda di siti nei quali sedicenti dispensatori di opinioni contribuiscono alla divulgazione di dati distorti, concetti superati (per non dire errati) e falsi miti. Non sto parlando di forum "non-scientifici", quindi suggerisco a chi si senta erroneamente preso in campo di calmarsi e di non sommergermi di commenti chilometrici fuori luogo. Sto parlando di chi, senza pudore, dispensa false perle di saggezza gratuita sull'evoluzione in generale, oppure sull'ecologia e la fisiologia dei dinosauri, oppure critica gli studi e le pubblicazioni altrui, spesso senza nemmeno averle lette (per non dire "averle capite"). Contrastare la proliferazione dei siti di simili soggetti, così deleteri per la qualità della paleontologia dei dinosauri, è uno dei motivi per cui esiste questo blog.
Ormai, studio nel dettaglio i Theropoda mesozoici da oltre dieci anni. Eppure, non posso dirmi un esperto, non nella maniera che considero degna di quel termine. Il mio obiettivo è comunque raggiungere (o tentare di raggiungere) quella vetta di profonda conoscenza. La mia formazione universitaria mi ha dato un solido bagaglio concettuale delle Scienze Naturali. Senza basi concettuali, un ricercatore è solamente un raccoglitore di esemplari, incapace di operare una sintesi dalla mole di singoli dettagli. La mia formazione mi permette di comprendere studi anatomici, stratigrafici, tafonomici, ecologici, morfofunzionali, evoluzionistici, le basi della tanto esaltata, ma spesso fraintesa, "paleobiologia".
Necessariamente, data la mole enorme di conoscenze acquisite in 200 anni, nessuno può approfondire nel dettaglio così tanti ambiti. Io ho quindi puntato ad una strategia, che partendo dalle fondamenta, permetta di edificare una solida comprensione dei dinosauri. Le fondamenta della scienza dei dinosauri sono due, strettamente connesse: la morfologia e la filogenesi, le basi di qualsiasi ipotesi sull'evoluzione. Da esse, infatti, deriva tutto il resto, proprio in virtù della celebre affermazione di Dobzhansky, secondo cui in biologia nulla ha senso se non alla luce dell'evoluzione.
Gli anni di studio specifico mi hanno fornito una robusta base morfologica, e, posso dirlo senza sembrare supponente, mi considero molto qualificato nella morfologia comparata dei theropodi. Le richieste di consulenze, non solo da illustri ricercatori ma anche da parte di semplici lettori del blog per avere un aiuto nell'identificazione di resti fossili, è una prova concreta che, almeno per il ristretto (ma al tempo stesso vasto) ambito dell'anatomia ossea dei theropodi, sono considerato una persona la cui opinione è meritevole di essere ascoltata. Non è detto che la mia opinione sarà decisiva o significativa, ma, nondimeno, è reputata importante.
Tuttavia, ci sono ancora ambiti anatomici importanti che devo acquisire con lo studio. I dinosauri sono meravigliosamente complessi, e occorre molto impegno per costruire nella propria mente un bagaglio decente di informazioni. Sia chiaro, spesso questo bagaglio non è diretto (il cervello non è infinitamente vasto), ma indiretto: ovvero, avere una "mappa mentale" dettagliata della localizzazione (letteraria e fisica) delle informazioni specifiche.
La sola preparazione teorica, non basta, come dimostra l'esempio che ho fatto sull'ipotetico blog sui pesci. Io conosco e comprendo i concetti base dell'ittiologia, ma non ho alcuna formazione nei dati. Al tempo stesso, i dati da soli non portano alla saggezza. Un super-nozionista che conosca a memoria tutti i tipi di ossa dei dinosauri ma che non avesse le basi concettuali per elaborare una qualsiasi ipotesi o teoria sensata non è un esperto in dinosauri. Per questo, critico sia il dispensatore di "verità generali" e le sue vaghe ipotesi morfo-funzionali generali applicate ai dinosauri, sia il presunto neofita (bimbominkia, penso sia un neologismo adatto) che dopo essersi letto a memoria l'intera seconda edizione del Dinosauria pensa di poter fare argomentazioni barocche su qualche ambito dell'anatomia.
Esistono interi ambiti della paleontologia dei dinosauri che sono stati fondati in anni recenti. Penso alla fisiologia, l'istologia, la paleogeografia, la "dermatologia". Esistono altri ancora in embrione, come lo studio del colore, il rapporto tra ecologia e stadio di sviluppo, il legame con altri organismi (parassiti, simbionti, prede, predatori). Dato che questi ambiti sono ancora molto poco robusti in fatto di dati, penso che l'atteggiamento più saggio attuale sia di continuare a raccogliere il più possibile dati negli ambiti meglio noti (come l'anatomia, la paleogeografia, la tafonomia) prima di lanciarsi a capofitto a speculare su questioni ancora quasi incognite. Per questo penso che sia molto più intelligente approfondire le conoscenza nei settori come l'anatomia e la filogenesi, piuttosto che speculare sull'ancora fragile piattaforma ecologica e etologica. Il momento per quelle ipotesi arriverà, ma solo quando l'edificio chiamato Dinosauria sarà stato eretto sulle solide fondamenta anatomiche e filogenetiche. Per questo io attualmente concentro i miei studi sull'anatomia e sull'evoluzione dei dinosauri: esse sono le colonne portanti di tutto il resto della paleobiologia. Chi crede di poter fare paleobiologia senza una potente preparazione anatomica e filogenetica è due volte sciocco. Sarebbe sciocco se tentasse questa fantasia in un gruppo di animali attuali, è doppiamente sciocco per dei fossili, che non possono essere osservati direttamente, che non possono essere osservati nella loro completezza, che non possono essere osservati nella loro dinamica individuale, sociale e popolazionale.
Per questo, il blog vuole divulgare una concezione gerarchica della paleontologia dei dinosauri: prima i concetti generali di TUTTE le scienze (dalla matematica alla sociobiologia), poi la mole dei dati morfologici e geologici, e solo dopo le interpretazioni filogenetiche e anatomiche, e solo dopo molto ancora i modelli fisiologici, ecologici e, se possibile, etologici.
Ti capisco perfettamente, anche se mi dispiace un po'.
RispondiEliminaUn blog come il tuo che si occupasse un po' di più, per esempio, di paleontologia in generale o di peloecologia, paleogeografia ecc. (visto la ricerca di Vavrek e Larsson sulle provincie faunistiche del cretaceo finale del west americano?)mi interesserebbe molto. Certo quello che apprezzo di più di Theropoda (assieme alla distruzione dei miti paleontologici) è la precisione scientifica, il "dominio" della materia dell'autore; una cosa che si può ottenere quasi soltanto se ci occupiamo di quello in cui siamo specializzati.
Magari il risultato è un post freddo e formale che analizza qualche sconosciuta particolarità anatomica, però leggendolo so che non ci trovo sciocchezze facilone, e magari imparo qualcosa di nuovo in anatomia.
Fuori tema:
un mese fa accennasti al DNA di Abeliosauridi, in pratica come tirare un sasso e nascondere la mano. Quanto dovremmo aspettare per saperne di più?
Era il 29 marzo,quindi non può essere un pesce d'aprile in anticipo ...
Erodoto
Quando riesco, cerco di usare un argomento specifico dei theropodi come pretesto per discorsi generali di paleontologia e scienza.
RispondiEliminaNon ho ancora letto il lavoro di Vavrek e Larsson, ma Scott Sampson ne ha parlato nel suo eccellente blog.
Non posso dire altro sulla questione abelisauroide che avevo accennato: è un articolo che sto preparando, quindi, come dice Holtz (e che spesso riciclo come detto): wait for the paper (se, spero, sarà accettato).
Questo manifesto meriterebbe di essere inserito nelle scuole come pagina introduttiva dei libri di ogni materia scientifica. La montagna di lavoro che hai portato avanti in tanto tempo si esprime perfettamente in questo blog; non credo di aver mai letto una singola parola scritta da te che fosse fuori luogo, è tutto perfettamente organico e inquadrato in contesti chiari e semplici.
RispondiEliminaCerto, per me i dinosauri sono solo un interesse "collaterale", e che non ho mai approfondito moltissimo, però da quando leggo Theropoda, le mie (scarse) conoscenze in materia sono praticamente raddoppiate; e non semplici nozioni, ma un barlume di comprensione di logiche e argomentazioni che prima non avrei mai afferrato. Soprattutto, mi ha mostrato un approccio nei confronti della realtà che ritengo davvero illuminato ed evoluto, efficace e consapevole.
I miei più sinceri complimenti per il tuo lavoro .
Grazie. Si fa quel che si può. :-)
RispondiEliminaPiccola domandina ( non perchè voglio che parli di me..ma perchè forse merito di essere sgridato e allora ritengo utile che mi si venga detto ciò che merito)... quanto detto è anche riferito al mio commento sulla " voce dei dinosauri"?
RispondiEliminase è così intendo dire che quando uno ( parlo per me in questo caso) commenta non vuol dire che pretende di dispensare verità..a volte fare un ipotesi, senza voler passare per un grande scienziato, può voler dire anche iperara dalla distruzione di tale opinione.. vuol dire che la risposta ottenuta può essere un modo per crescere. Leggere e cercare di farsi una propira idea è sbagliato solo se poi uno cerca di divulgare questa opinione senza aver verificato la sua veridicità... ma non vuol dire che non bisogna mai fare un ipotesi, anche se poco basata sui dati..la sua confutazione potrebbe portare a ottenere dati importanti per avvicinarsi alla meta..
comunque, per concludere, dico che sono d'accordo con te, però un conto è dire e voler essere presi per vero, un conto è dire per ricercare, per portare avanti un opinione, per poter crescere se volgiamo
Piccola rispostina: No.
RispondiEliminaAh, avrei giurato il contrario...
RispondiEliminaalla fine non mi avevi neanche risposto li e pensavo che ti fossi irritato.
Scusami tanto se ho pensato male di te, scusa...
@ Erodoto:
RispondiElimina"Magari il risultato è un post freddo e formale che analizza qualche sconosciuta particolarità anatomica, però leggendolo so che non ci trovo sciocchezze facilone, e magari imparo qualcosa di nuovo in anatomia."
Per me questa "freddezza" è il punto forte di questo blog. Nel senso che quello che tu chiami freddo e formale per me è metodo scientifico.
Certo, è bello guardare uno spettacolare documentario sulla preistoria, che coinvolge molti campi diversi e racconta tantissime cose alla volta. Ma quando lo guardo la mia mente resta sempre in "tensione": mi chiedo sempre se non hanno esagerato un po' con una ricostruzione, se quello che dicono è proprio così oppure hanno voluto strafare per coinvolgere di più gli spettatori...
Perchè in molti altri strumenti per la divulgazione scientifica si tende a scegliere, tra due ipotesi, quella più spettacolare, chiudendo un occhio o due. A. Cau sceglie sempre la più probabile. Ed è quindi molto più rilassante e coinvolgente per me leggere uno dei suoi post, anche se complessi o formali (o un po' acidelli :P), con la confortante sicurezza che sto leggendo scienza e non della mala divulgazione.
"Freddo" non voleva essere un peggiorativo, anzi...
RispondiEliminaInfatti il punto forte di questo blog, per me, è che persone che hanno un sincero interesse per la scienza ma una cultura di base non specialistica possono "imparare" cose complesse e precise.
Appunto "freddo" o "formale" tengono in gabbia lo "spettacolare", ed è bene che sia così; l'approccio matematico al mondo è, effettivamente, meno "emotivamente coinvolgente" di altri, ma la scienza non deve MAI essere emotiva. Un contrario di coinvolgente a livello emotivo è "freddo". Spero di essermi spiegato meglio.
Erodoto
@Erodoto,
RispondiEliminaIo AMO (= forte sentimento emotivo) la paleontologia dei dinosauri.
E proprio per questo amore ho il dovere di "rispettarla", ovvero, di essere metodico e rigoroso (quello che i profani, ingenuamente e erroneamente, chiamano "freddezza"), perché essa è una disciplina scientifica e non un giocattolo.
Questo è, secondo me, il modo giusto e maturo di coniugare emotività e scienza.