Non smetterò mai di ripetere questa somma verità, unica cura contro le delusioni ingenue: i dinosauri mesozoici non sono dei “fatti”, ma solo delle interpretazioni di dati paleontologici. Ciò è tanto più vero quanto più il dinosauro in questione è basato su resti frammentari.
Il deserto è luogo in cui è facile perdersi, e nel quale è facile cadere vittima di ammalianti miraggi. Nel post precedente ho accennato al fatto che l’attribuzione di parti disarticolate ad una specie (in quel caso a Bahariasaurus ingens) può rivelarsi fonte di errori capaci di trascinarsi anche per molti decenni. Purtroppo, le ipotesi tassonomiche hanno una natura asimmetrica: se un’ipotesi è valida, prima o poi salterà fuori un nuovo esemplare a confermarla, ma se è falsa, l’inevitabile assenza di nuovi esemplari a suo favore non costituisce una prova che essa sia veramente falsa, costringendoci a mantenerla plausibile. Se questa affermazione teorica vi pare ostica e nebulosa, ecco l’esempio che vi aiuterà a capire...
All’inizio del XX secolo, una spedizione tedesca nel deserto egiziano scoprì i resti di un teropode dal nome accattivante e, purtroppo, vincolato ad un aspetto della sua anatomia: Spinosaurus aegyptiacus. Tali resti constano di un frammento di mascella, di un dentale quasi completo, e di una serie di vertebre (alcune cervicali, dorsali, alcune sacrali e caudali). Purtroppo, tutti i resti rinvenuti, conservati a Monaco di Baviera, furono distrutti da un bombardamento alleato nel 1944, così che attualmente le uniche prove dell’esistenza dell’olotipo di Spinosaurus aegyptiacus sono le descrizioni di Stromer (1915, 1936) e una foto ritrovata recentemente (Smith et al., 2006). Questo fatto rende molto problematica l’attribuzione a questo teropode di nuovi resti isolati (non è possibile compararli dettagliatamente con l’olotipo), sopratutto per via di un dubbio molto concreto sollevato da O. Rauhut (2003).
Il ragionamento di Rauhut è il seguente:
Su stessa ammissione di Stromer (1936), è probabile che non tutte le vertebre dell’olotipo di Spinosaurus appartengono ad uno stesso animale, né ad un’unica specie. Una caudale è per dimensioni e forma molto simile a quelle di ornitopode, e probabilmente è di Ouranosaurus: di fatto, attualmente, nessuno attribuisce più quella caudale a Spinosaurus. Di conseguenza, se accettiamo che una delle vertebre della serie originaria non appartiene ad uno stesso animale, si pone il dubbio (anche solo teorico, ma ammissibile) che anche altre ossa non lo siano. Dato che l’olotipo di Spinosaurus è basato su resti parzialmente disarticolati (in particolare, i resti cranici, le cervicali e le dorsali non sono in connessione anatomica) e data la totale assenza di resti degli arti, è possibile che essi non siano effettivamente parte di uno stesso animale, ma siano stati riuniti casualmente da processi di deposizione. Esistono tratti intrinseci nelle ossa trovate che sostengono inequivocabilmente la loro appartenenza ad un unico animale? Purtroppo, no. A questo proposito, Rauhut nota che i resti cranici sono chiaramente simili a quelli di Baryonyx (e del suo probabile sinonimo Suchomimus), il che avvalora la loro attribuzione ad un teropode affine a Baryonyx/Suchomimus. Al contrario, le vertebre dorsali non sono particolarmente simili a quelle di Baryonyx/Suchomimus: esse sono chiaramente di grado tetanuro, ma non presentano le laminazioni accessorie apomorfiche presenti in Baryonyx/Suchomimus. Dato che le alte spine neurali di Spinosaurus sono un tratto diffuso in vari allosauroidi, tra cui Acrocanthosaurus, è plausibile, secondo Rauhut, che le vertebre dorsali appartengano ad un allosauroide piuttosto che ad un parente di Baryonyx. Tale ipotesi è avvalorata dal fatto che nell’oasi di Baharia dove fu estratto Spinosaurus sono presenti resti di altri teropodi giganti, tra cui l’allosauroide Carcharodontosaurus. Perciò, conclude Rauhut, Spinosaurus potrebbe essere una chimera: l’assemblaggio innaturale e fortuito di resti cranici di un “baryonichide” e dei resti vertebrali di un allosauroide.
Nel caso che questa ipotesi si dimostrasse vera, sorgerebbe il dilemma di quale dei due animali debba conservare il nome “Spinosaurus”: sebbene il termine “spino” faccia riferimento alle spine dorsali, è ormai diffusa la consuetudine di attribuire il nome ai resti cranici.
Come risolvere la questione? Per quanto a numerosi theropod-fans una simile eventualità possa risultare fastidiosa, l’obiezione sollevata da Rauhut è validissima, e deve essere tenuta in considerazione fino al giorno in cui verrà falsificata/verificata dal ritrovamento di un esemplare sufficientemente completo ed articolato avente sia il cranio che le vertebre dorsali. Faccio notare che finora non è mai stato rinvenuto uno scheletro di Spinosaurus completo come l’olotipo perduto: i rostri isolati (sia dentali che premascellari) sono molto abbondanti nel Sahara e si rinvengono sovente, probabilmente grazie alla loro compattezza e robustezza che li preserva dall’erosione. Al contrario, le spine dorsali sono estremamente fragili e si ritrovano raramente, e, finora, mai in associazione a resti cranici. Per quanto una parte dell’obiezione di Rauhut (quella sull’assenza di apomorfie baryonychine nelle dorsali pubblicate) sia debole (infatti, anche ammettendo che tali vertebre non abbiano le laminazioni diagnostiche dei baryonychini, tale assenza sarebbe una plesiomorfia tetanura e non precluderebbe una parentela stretta tra l’animale portatore delle spine con Baryonyx/Spinosaurus, in quanto dimostrerebbe solamente che tali lamine sono diagnostiche solo del gruppo ristretto “Baryonyx + Suchomimus”), l’obiezione basata sull’evidenza di più specie nei resti attribuiti inizialmente all’olotipo è ancora valida, e, ripeto, finora non è stata falsificata.
Concludendo, sulla base dei dati attuali, io preferisco mantenermi agnostico sulla questione: se è vero che l’assenza di prove non costituisce una prova di assenza, è anche vero che in questo caso il vuoto del deserto sembra giocarci uno scherzo carico di frustrazione: se davvero dobbiamo attendere uno scheletro completo per avere la conferma della validità di Spinosaurus “cranio + vertebre”, nell'eventualità che tale animale non sia mai esistito, la sua inesistenza potrebbe non essere mai dimostrata!
Come sempre, spero che futuri ritrovamenti possano spostare il mio agnosticismo in un verso, pro o contro il validissimo dubbio di Rauhut (2003).
Bibliografia:
Rauhut, O. W. M. 2003. The interrelationships and evolution of basal theropod dinosaurs. Special Papers in Palaeontology, 69:1–213.
Russell, D. A. 1996. Isolated dinosaur bones from the Middle Cretaceous of the Tafilalt, Morocco. Bulletin du Muse´um National d’Histoire Naturelle, Paris, se´rie 4, 18(2–3):349–402
Smith J.B. et al., 2006. New Information regarding the holotype of Spinosaurus aegyptiacus Stromer, 1915. Journal of Paleontology, 80(2), 400–406.
Stromer, E. 1915. Ergebnisse der Forschungsreisen Prof. E. Stromers in den Wusten Agyptens. II. Wirbeltier-Reste der Baharije-Stufe (unterstes Cenoman). 3. Das Original des Theropoden Spinosaurus aegyptiacus nov. gen., nov. spec. Abhandlungen der Ko¨niglich Bayerischen Akademie der Wissenschaften, Mathematisch-physikalische Classe, 28(3) Abhandlung:1–32.
Stromer, E. 1936. Ergebnisse der Forschungsreisen Prof. E. Stromers in den Wusten Agyptens. VII. Baharije-Kessel und -Stufe mit deren Fauna und Flora. Eine erganzende Zusammenfassung. Abhandlungen der Bayerischen Akademie der Wissenschaften, Mathematisch-naturwissenschaftliche Abteilung n. f., 33:1–102.
Excellent post. I thoroughly enjoyed it. Did you make the images yourself?
RispondiEliminaThe large chunks of discussion and images are the two things I like the most when reading this blog. Shows some effort. Good one!
It would be great to see a more detailed post comparing Ouranosaurus and Spinosaurus vertebrae side-by-side.
RispondiEliminaThank you, Nick.
RispondiEliminaBased on the known specimens, it's easier to compare Spinosaurus and Ouranosaurus rostra! ;-)
Scusa ma non mi è chiara una cosa: nell'articolo di Dal Sasso et al del 2005 sono spiegate (se ho capito bene) le differenze tra il rostro di Spinosaurus rispetto a quelle di Suchomimus (con tanto di schema illustrativo), com'è possibile che possano essere confuse? Grazie in anticipo
RispondiEliminaSimone
Simone, ti stai confondendo. L'ipotesi di Rauhut non dice che il rostro di Spinosaurus appartiene a Suchomimus, bensì ad un animale imparentato con Suchomimus (e Baryonyx), mentre, sempre secondo questa ipotesi, le vertebre apparterrebbero ad un animale non imparentato con Suchomimus (e Baryonyx): ovvero, che il muso sarebbe di un animale (simile ai baryonychini) mentre le vertebre sarebbero di un altro animale (forse allosauroide).
RispondiEliminaQuesto è ciò che dice l'ipotesi di Rauhut.
Scusami, avevo proprio frainteso. Quindi il nostro spinosauro potrebbe veramente essere una chimera. Qui si riabilitano allora le vecchissime illustrazioni che ormai davo per morte!
RispondiEliminaComunque penso che leggerò anche l'articolo di Rauhut. Grazie della delucidazione.
Simone
Rauhut 2003 si limita a dire solo quello che ho scritto qui.
RispondiEliminaOk allora. Grazie ancora.
RispondiEliminaSimone
Uhm...e allora il rostro che ha usato del Sasso nel 2005 per fare quelle stime (a parer mio esagerate) potrebbero appartenere allo stesso animale che secondo Rauhut è "una parte" di Spinosaurus?
RispondiElimina