Il colore dei dinosauri è uno dei temi che più appassionano i paleoartisti. Come colorare un dinosauro il cui aspetto esperiore è andato perduto milioni di anni fa? A parte quella minoranza di taxa per i quali abbiamo tracce di alcuni pigmenti conservati nelle penne fossilizzate, non esiste (almeno per ora) un modo per determinare il colore della grande maggioranza dei fossili.
Tuttavia, possiamo fare delle riflessioni su come il colore di un animale impatta sul suo stile di vita. Ad esempio, è ragionevole supporre che il colore di un animale non sia uno svantaggio nel contesto ambientale ed eco-etologico tipico della sua nicchia ecologica. Per esempio, quale colore è plausibile per un predatore gigante come un grande theropode?
Mi capita di leggere opinioni online, oppure ascoltare podcast o video, in cui ricorre questo ragionamento: i dinosauri giganti erano troppo grandi per mimetizzarsi, quindi non sarebbero stati selezionati per una colorazione mimetica. Ergo, conclude questo argomento, abbiamo la libertà di immaginare i dinosauri giganti con colorazioni sgargianti, brillanti e molto impressionanti. Sovente, questo argomento è collegato alla conoscenza che, in quanto rettili, i dinosauri fossero a visione tetracromatica, e quindi avessero una raffinata capacità di discriminare i colori. Da ciò, si conclude che la livrea mimetica non porti molto vantaggio in un mondo, come quello Mesozoico, popolato da animali a visione tetracromatica.
Io stesso ho sostenuto questo ragionamento in un vecchio post.
Ho riflettuto su questo ragionamento, e sospetto che ci sia un errore. Perché mai dovremmo pensare che un dinosauro gigante non possa essere mimetizzato con il suo ambiente? Le dimensioni corporee sono davvero un impedimento alla mimetizzazione? E la visione tetracromatica dovrebbe essere un vincolo all'evoluzione di livree mimetiche?
Partiamo dalla prima domanda. Un Tyrannosaurus è sicuramente un animale enorme dal nostro punto di vista, ma rispetto ad alberi di dimensione anche "standard" esso è una creatura di dimensioni medio-piccole. Gli elefanti africani di foresta vivono tranquillamente nelle foreste ed hanno dimensioni analoghe a quelle della maggioranza dei grandi theropodi, quindi, non ci sono motivi per cui Tyrannosaurus adulto non possa essere nascosto dalla vegetazione. Quindi, l'argomento delle dimensioni è irrilevante. Inoltre, l'anatomia della maggioranza dei theropodi suggerisce uno stile di caccia "all'agguato" piuttosto che tramite lunghi inseguimenti, quindi questi dinosauri avevano la necessità biologica di sapersi camuffare.
Passiamo all'argomento legato alla visione tetracromatica. Che impatto ha questa raffinata capacità di discriminare i colori con la colorazione dei grandi dinosauri?
Partiamo dall'esempio discusso nel post linkato sopra, ovvero, il colore della tigre rispetto alla visione dicromatica delle sue prede abituali. Riassumendo, la tigre appare di uno sgargiante arancione solamente ai nostri occhi di scimmie tricromatiche (ad eccezione delle persone con una alterazione della visione dei colori, come i daltonici), ma è praticamente dello stesso colore del fogliame se vista dagli occhi dicromatici delle sue prede. Ovvero, è l'occhio della preda che stabilisce il grado di mimetismo del predatore, non il nostro! Se la preda è dicromatica, la tigre risulta perfettamente mimetizzata, e quindi il suo colore risulta adattativo.
Applicando questo concetto al Mesozoico, un predatore è perfettamente mimetizzato nella misura in cui il suo colore risulta indistinguibile dal fondale agli occhi delle sue prede. Se la preda ha una visione tetracromatica, allora il predatore sarà "evolutivamente costretto" ad essere ancora più mimetizzato e criptico di quanto accada alla tigre, perché la selezione naturale favorirà solo quelle tinte capaci di renderlo efficacemente invisibile alle sue prede. E questo è ancora più vero per animali che si affidano all'agguato per catturare le loro prede.
Pertanto, noi possiamo determinare il probabile colore di Tyrannosaurus combinando le informazioni sul suo ambiente con quelle sulla visione cromatica delle sue prede.
Tyrannosaurus si rinviene in depositi alluvionali tipici di ambienti caratterizzati da una ricca vegetazione arborea. Non viveva in ambienti rocciosi o desertici. L'animale quindi aveva a disposizione la vegetazione come contesto principale per nascondersi alle sue prede. Pertanto, la conclusione a cui giungiamo è che i grandi theropodi avessero una colorazione mimetica (fatta di strisce irregolari e macchie scure) combinata con il colore dell'ambiente in cui vivevano. Dimentichiamoci i Tyrannosaurus viola, rossi o gialli dei giocattoli, l'animale doveva essere verde, ma non un verde brillante, bensì un verde mimetico, screziato di diverse tonalità simili a quelle del fogliame, il colore della vegetazione che lo circondava e celava alla vista delle prede. E questo non lo dico io, ma l'occhio acutissimo ai colori delle stesse prede che doveva imbrogliare per guadagnarsi un pasto.
Nota "Jurassic Park": se il dinosauro deve risultare mimetico per gli altri dinosauri, a maggior ragione lo è per il tuo occhio di mammifero...