Olotipo di Musivavis amabilis, in luce visibile, ultravioletta e raggi X (da Wang et al. 2022) |
Gli enantiorniti (Enantiornithes) sono probabilmente il gruppo di teropodi cretacici più numeroso. Il numero delle specie descritte cresce costantemente da ormai una ventina di anni, e se consideriamo che le conoscenze su questo clade provengono in gran parte da un numero limitato di giacimenti ad elevata conservazione (in particolare, dal Cretacico Inferiore cinese), è ragionevole supporre che quello che abbiamo scoperto finora di questi dinosauri sia solo la puntina di un ampio iceberg globale.
Come tutti i gruppi molto speciosi di vertebrati (penso agli artiodattili, i roditori, i passeriformi, i ciclidi, i titanosauri), anche Enantiornithes è un guazzabuglio filogenetico, in cui un certo numero di modelli anatomici si mescola in modo modulare creando innumerevoli scenari alternativi difficili da dipanare.
La ripetizione di medesimi adattamenti in ceppi separati ma comunque imparentati tra loro, causa principale delle incertezze nella ricostruzione delle relazioni filogenetiche dentro tale gruppo, è uno dei fattori che producono l'omoplasia. Il risultato di questi processi evolutivi ricorrenti dentro il medesimo gruppo è la produzione di convergenze, evoluzioni parallele, morfologie chimeriche e modulari.
Non è facile risolvere le relazioni di parentele dentro gruppi ricchi di specie in cui l'omoplasia è pervasiva. Un primo passo verso la soluzione delle relazioni è quello di identificare l'omoplasia, ovvero, di stabilire se e come il diverso ruolo degli adattamenti ricorrenti impatta sulle relazioni ricostruite.
Un approccio per scovare le omoplasie è quello di svolgere analisi filogenetiche in cui si testano diversi "pesi" ai differenti caratteri anatomici, peso ricalibrato in base a certi parametri che sono legati all'omoplasia. Accanto a questo approccio più filogenetico, analitico, molto in voga nella nostra epoca di (più o meno giustificata) ideolatria del "Big Data", è sempre auspicabile avere a disposizione anche un approccio più paleontologico, "empirico", ovvero, sperare che i fossili ci vengano incontro fornendoci "prove" dell'azione dell'omoplasia. Ovvero, per quanto importante sia l'uso di metodi matematici che "scovano" il rumore omoplastico, il paleontologo deve sempre sperare di avere anche fossili con morfologie "ibride" che ci aiutano a scremare gli attributi omoplastici da quelli evolutivamente più significativi.
Lo scorso anno, fui contattato da Xuri Wang, paleontologo cinese con cui ho già pubblicato due aviali cinesi (Khinganornis e Kompsornis) per collaborare allo studio di un nuovo fossile cinese, in eccellente stato di preservazione, e avente una intrigante combinazione di caratteristiche.
Il risultato di questo studio è pubblicato oggi (Wang et al. 2022), in cui istituiamo il nuovo enantiornite Musivavis amabilis (letteralmente, "l'amabile uccello mosaico").
Musivavis combina elementi anatomici tipici di differenti ceppi di enantiorniti del Cretacico Inferiore cinese, in particolare i bohaiornithidi e i cathayornithidi, in un animale che ha dimensioni più ridotte rispetto a quelle tipiche della maggioranza dei bohaiornithidi (generalmente grandi come grossi corvidi, mentre Musivavis ha dimensioni più simili a quelle di un cardellino). L'analisi delle sezioni istologiche e del grado di ossificazione dello scheletro suggerisce che l'olotipo di Musivavis fosse un subadulto di non più di un paio di anni di età al momento della morte. Le nostre analisi filogenetiche indicano che Musivavis è una forma "miniaturizzata" di bohaiornithide, oppure, in alternativa, una forma "transizionale" tra gli enantiorniti di grado cathayornithide ed i bohaiornithidi veri e propri. Un risultato interessante della nostra analisi è che un altro gruppi di enantiorniti di grandi dimensioni, i pengornitidi, risultano legati ai bohaiornitidi solo quando l'impatto dell'omoplasia non viene mitigato. Ovvero, è possibile che gli scenari che legano bohaiornitidi e pengornitidi siano viziati dalla evoluzione ricorrente di adattamenti utili alla vita arboricola (come piedi robusti con capacità prensoria) in rami distinti di enantiorniti che hanno aumentato le loro dimensioni rispetto ad una taglia più ridotta.
Questo risultato è un primo passo verso una risoluzione delle complesse relazioni evolutive all'interno di questo gruppi di "micro-dinosauri" volanti.
Bibliografia:
Wang X., Cau A., Luo X., Kundrat M., Wu W., Ju S., Guo Z., Liu Y, Ji Q. 2022 - A new bohaiornithid-like bird from the Lower Cretaceous of China fills a gap in enantiornithine disparity. Journal of Paleontology.
Great paper, I love the 3D models of the coracoids and furcula. Quick question though- when was the holotype discovered?
RispondiEliminaThe fossil was discovered around year 2000, and was at least for a decade in the Museum of Hebei University collection before being studied.
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