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01 settembre 2021

Il Morfospazio e la Sistematica di Megarette (e dei suoi Creatori)

Visione tridimensionale dello spazio dato dalle 3 coordinate principali che descrivono la variabilità nei principali morfotipi di "Megarette". In nero, Homo; in rosso, i Miti Bestiali; in rosa, Megarette; in blu, i Roborette.

Ogni Cosmologia richiede un Creatore che dà forma al caos, fondando la struttura dell'Universo.

Alcuni anni fa, fui contattato dall'amico Andrea Pirondini, grafico bolognese con una profonda passione e conoscenza per tutte le emanazioni pop della paleontologia, per una "consulenza paleontologica" su un progetto che stava sviluppando. Il progetto era il canovaccio di un fumetto che mescolava tematiche scientifiche (in particolare, paleontologiche ed evoluzionistiche) con gli elementi del genere super-eroistico. Da quel canovaccio è nata la serie in tre volumi di Megarette

Nella serie di Megarette incontriamo una serie di creature, alcune delle quali ispirate da elementi della paleontologia quaternaria, come Homo neanderthalensis, Bos primigenius, Anancus, trasfigurati e rielaborati secondo la peculiare "cosmogonia" del fumetto. 

Il processo di creazione dei personaggi di Megarette non deve essere stato casuale. Nonostante le libertà creative e l'immaginazione artistica a monte del progetto, il team di Megarette non si è limitato a prendere qualche elemento paleontologico a caso per costruire delle mostruosità "gratuite". C'è una struttura di fondo, un pattern che regola la morfologia delle creature, pattern che denota una logica nascosta, un "senso" nella scelta iconografica.

Innanzitutto, gli autori stabiliscono una sistematica delle creature megarettiane: c'è l'umanità (in senso lato, comprendente anche i neandertaliani), ci sono le creature tratte più o meno esplicitamente dalla scienza naturale e in particolare dalla paleontologia, dette "Miti Bestiali", e ci sono gli antagonisti dei Miti Bestiali, i "Roborette". La protagonista ed eponima della storia, Megarette, si pone come creatura a sé stante.

La morfologia delle creature rispecchia la sistematica definita dai loro creatori? Pirondini e co. si possono considerare come dei mediocri demiurghi che hanno assemblato a casaccio dei mostri e delle chimere più o meno biologiche e tecnologiche, oppure sono i legittimi Creatori del Cosmo Megarettiano, creatori nel senso classico di "Logos", la Ragione esterna al mondo che precede ontologicamente le creature, dando loro una struttura che è appunto razionale? Se il Cosmo Megarettiano è frutto di una opera di Creazione Razionale, la sua Struttura Logica deve emergere dalla apparente contingenza e casualità delle sue creature particolari, deve essere deducibile logicamente, e quindi matematicamente. Se le categorie sistematiche che regolano l'universo di Megarette sono reali e non mere convenzioni linguistiche, noi dovremmo essere in grado di estrarle logicamente dalla analisi delle creature particolari.

Ho quindi rovesciato la logica che spinse Pirondini a chiedermi una consulenza paleontologica per la sua Creazione, prendendo la Creatura di Pirondini ed analizzandola secondo le mie (paleonto)logiche.


Le creature di Megarette sono descrivibili morfologicamente. Esse mostrano similarità più o meno ricorrenti, caratteri condivisi, elementi diagnostici. Sono quindi (pseudo)-taxa. Dato che il meccanismo che le ha generate non è darwiniano, non ha senso dedurre una filogenesi dalla distribuzione delle caratteristiche morfologiche. Ha invece senso stabilire se le loro morfologie si distribuiscano casualmente nello spazio delle caratteristiche. In particolare,  se la loro distribuzione nel morfospazio rispecchia la struttura sistematica imposta dai loro creatori. Se gli spazi occupati dai "Miti Bestiali" e dai "Roborette" si sovrappongono in modo significativo, allora la sistematica definita da Pirondini e co. è del tutto arbitraria e naive, ma qualora i due gruppi fossero distinguibili a posteriori dalla morfologia dei loro componenti, potremmo riconoscere in questo Universo fittizio una sua legittima coerenza (ed ai suoi autori lo status di Creatori).

Così accade.


L'analisi delle due coordinate principali dedotte dalla distribuzione delle caratteristiche morfologiche dei personaggi mostra che Roborette e Miti Bestiali occupano regioni distinte e solo marginalmente sovrapponibili del morfospazio: pur contigui (quindi legati tra loro), nessuno dei due gruppi include alcuno dei membri dell'altro gruppo. Di questi due gruppi, quello dei Miti Bestiali include al suo interno anche gli esseri umani e la stessa Megarette: tradotto in senso "evoluzionistico", i Miti Bestiali sono una categoria fondata su elementi ancestrali da cui anche gli esseri umani e la stessa Megarette traggono origine. I Roborette appaiono invece come "innovazioni" che trascendono la condizione (biologica?) condivisa da esseri umani, Megarette e Miti Bestiali, e si collocano in una zona distinta dello spazio delle forme. Quando l'analisi delle coordinate principali include le prime tre (producendo lo spazio tridimensionale mostrato nella animazione in alto), Megarette si palesa come forma di congiunzione tra Miti Bestiali e Roborette, tramite per collegare le due categorie sistematiche in opposizione.

C'è quindi una Logica sottostante l'Universo di Megarette, una struttura profonda che precede e sostiene la diversità delle forme particolari.

I Creatori di quell'Universo hanno fatto un buon lavoro.


4 commenti:

  1. non sono un intenditore, per carità, però poi se mi fai un bipede di trenta metri di altezza devono anche esserci leggi fisiche "adeguate":) oppure una gravità diversa (un altro pianeta?) o basta postulare qualche fisiologia esotica?
    Emiliano

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    1. Sì, i vincoli fisici sono stati violati per licenza artistica.
      Inizialmente mi fu chiesto di "progettare" un bipede di quella forma, ma temo che l'eccesso di scientificità avrebbe cozzato con le intenzioni degli autori di omaggiare il filone dei fumetti/cartoni "robottoni". Dipendesse da me, l'aspetto delle creature sarebbe sicuramente diverso, cosa che non è detto sarebbe a vantaggio del fumetto.

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    2. si certo, non è detto, del resto non c'è nessuna pretesa di scientificità o verosimiglianza, solo la ricerca di una coerenza interna
      Emiliano

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    3. Ciao. Mi piacerebbe un giorno fare creature gigantesche aderenti alle leggi fisiche, ma per quanto riguarda il fumetto analizzato, i presupposti erano altri e mi sono preso tutte le licenze del caso. La fantascienza, in linea di massima, parte da presupposti scientifici per deviare verso lidi di pura fantasia, diventando pseudo-scienza a tutti gli effetti.

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