(Rough) Translator

11 luglio 2021

Questi paleontologi hanno misurato il morso di Giganotosaurus e di Tyrannosaurus: quello che è risultato ti lascerà di stucco!

 


Ok, il titolo è pacchianamente un tentativo spudorato di attirare l'attenzione facendo leva sul bimbominkia dinomaniaco che è in te (anche se non lo sai, egli c'è). E vedo che, se stai ancora leggendo, la cosa ha funzionato.

In realtà, lo studio di cui parlo in questo post è interessante a prescindere dalla presenza nell'analisi dei due mega-theropodi menzionati nel titolo (che comunque, ci sono).

Therrien et al. (2021) analizzano la ricca documentazione di mandibole dei tyrannosauridi Albertosaurinae canadesi per stimare la meccanica del morso in questi animali, in particolare al variare delle dimensioni dell'animale. Sulla base di modelli biomeccanici relativamente semplici, e quindi applicabili anche su esemplari frammentari, gli autori calcolano la resistenza alla torsione in vari punti della mandibola di una serie di theropodi ipercarnivori di taglia variabile (in particolare, Dromaeosauridae, Ceratosauria, Allosauroidea, Spinosauridae e Tyrannosauridae) e la comparano con le dimensioni della mandibola stessa e con la morfologia dei denti.

Lo studio mostra che le prestazioni meccaniche delle mandibole di Tyrannosauridae seguono una curva distinta da quella degli altri theropodi. Tuttavia, i valori delle due curve si sovrappongono senza sostanziali differenze per dimensioni della mandibola sotto i 50 cm (corrispondente ad animali lunghi 5-6 metri): sopra quel valore, la curva dei tyrannosauridi devia nettamente da quella degli altri theropodi, producendo resistenze alla torsione 3-4 volte superiori a quelle ottenute da animali della stessa taglia.

Questo risultato è molto interessante, perché suggerisce che il "modello di morso tyrannosauride" non differisca da quello degli altri theropodi quando gli animali hanno dimensioni medio-piccole (ovvero, quando sono giovani e, teoricamente, nelle specie ancestrali di tyrannosauride di dimensioni medie). Ciò non sorprende se prendiamo in considerazione la dentatura dei tyrannosauridi lungo la crescita. Nelle forme giovanili, essa è di tipo "zifodonte", composta da denti relativamente stretti ed affilati, molto simile a quella degli altri theropodi (ad eccezione degli spinosauridi) e ben adatta a lacerare e tagliare tessuti molli. Negli adulti, invece, i denti cambiano forma e si "ispessiscono", passando da una sezione trasversale affilata ad una "incrassata", che ricorda più una banana che un coltello. Questa tipologia di dente è considerata un adattamento per sopportare sollecitazioni meccaniche molto intense, in particolare durante morsi che possono spezzare le ossa. Essa è, ovviamente, meno adatta a lacerare e tagliare i tessuti molli. Dato che il passaggio dai denti zifodonti a quelli incrassati è un momento chiave della crescita dei tyrannosauridi, non sorprende che l'analisi di Therrien et al. (2021) identifichi nel medesimo passaggio di crescita anche una deviazione nelle prestazioni meccaniche del morso: la mandibola si irrobustisce per sopportare le nuove sollecitazioni meccaniche per le quali ha senso dotarsi di denti incrassati.

Questo studio biomeccanico quindi conferma che durante la crescita i tyrannosauridi non solo aumentavano di dimensione, ma mutavano la dieta, puntando nettamente verso prede di dimensioni e robustezza maggiori rispetto alle prede consumate durante la giovinezza.

L'analisi ha inoltre mostrato che i profili meccanici dei Tyrannosaurinae non differiscono da quelli degli Albertosaurinae: da questo punto di vista, le prestazioni estreme di Tyrannosaurus rex rispetto agli altri tyrannosauridi sono una mera conseguenza delle sue maggiori dimensioni corporee, e non il risultato di qualche speciale adattamento anatomico. 

Inoltre, è interessante notare che se rapportiamo la prestazione meccanica alle dimensioni della mandibola, il valore massimo di resistenza alla torsione non sia nei tyrannosauridi ma negli abelisauridi. Chissà che valori otterremmo se, un giorno, trovassimo un abelisauride con un cranio grande come quello di un grande tyrannosauride... 

4 commenti:

  1. Andrea,
    davvero interessante lo studio, in modo particolare per la possibilità che ventili a fine articolo...

    RispondiElimina
  2. sono piuttosto sorpreso dall'ultimo paragrafo; mi sembra di ricordare di aver già letto che le mandibole degli abelisauridi sono particolarmente robuste e, ovviamente, mi fido di quello che leggo, però la mia ignorantissima impressione visiva è di mandibole relativamente gracili. diciamo che non me le aspetterei particolarmente resistenti.
    mi domando se mi sfugga qualcosa nella geometria oppure se l'impressione di relativa gracilità sia dovuta al cranio "alto"...
    Emiliano

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Il calcolo della robustezza tiene conto anche dell'ampiezza mediolaterale (lo spessore) del dentale, cosa che non si può apprezzare dalla vista laterale.

      Elimina
  3. Grazie per la risposta
    Emiliano

    RispondiElimina

I commenti anonimi saranno ignorati
-------------------------------------------------------------
Anonymous comments are being ignored
-------------------------------------------------------------