Rappresentazione artistica di 'Oumuamua ( ). Vedo che le rappresentazioni pericolosamente fuorvianti non sono solo in paleontologia... |
La personificazione è la
tendenza ad attribuire intenzionalità a fenomeni non-intenzionali.
Se non si conosce la natura fisica dei fulmini e dell'atmosfera, come
è avvenuto per millenni, si può interpretare un fulmine che
colpisce il suolo come la conseguenza di una azione intenzionale da
parte di quale superiore intelligenza celeste. Oggi, chi dispone di
una conoscenza scientifica in merito alla natura dei fulmini non vede
questi ultimi come oggetti scagliati dagli dei, perché ha acquisito
quel bagaglio di concetti matematici e di esperienza sperimentale che
gli permette di spiegare il fulmine senza ricorre ad un fantomatico
agente intelligente.
I creazionisti moderni
vedono il mondo in modo fortemente personificato. Essi non dispongono
del sufficiente bagaglio di concetti biologici e di esperienza sia
sul campo che sperimentale, e cadono vittime della propria ignoranza,
concludendo che, in assenza (per loro) di altre possibili
spiegazioni, la diversità biologica sia spiegabile unicamente
ricorrendo ad un agente intelligente “celeste” (non a caso, non
molto diverso dallo Zeus generatore di fulmini).
La rivoluzione darwiniana
è stata una rivoluzione in senso letterale, non solo figurato: essa
ha rovesciato la catena delle cause e degli effetti in biologia,
dimostrando che la diversità degli individui nelle popolazioni è il
motore dell'evoluzione, e non una emanazione accidentale di
pre-esistenti “archetipi” intellettivi esterni al mondo. Nel
darwinismo, quindi, non occorre ricorrere ad una causa generatrice
intelligente per spiegare la sofisticata complessità dei viventi:
essa è una mera conseguenza delle dinamiche biologiche che
osserviamo in Natura, raffinata gradualmente in milioni di anni. La
legge dei grandi numeri, sia per gli individui che per i tempi
coinvolti, è la grande alleata del darwinismo per spiegare il mondo
senza ricorrere a indimostrabili cause soprannaturali.
Evidentemente, la
rivoluzione darwiniana, così potente in biologia e paleontologia,
pare non aver attecchito (ancora) in altri rami delle scienze in cui
i grandi numeri (sia per gli individui che per i tempi coinvolti)
sono un fattore strutturale e fondamentale. Ad esempio, l'astronomia.
Nella grande maggioranza
dei casi, i fenomeni astronomici sono spiegabili in modo esauriente
combinando le leggi della fisica e della chimica, senza ricorrere ad
un qualche meccanismo darwiniano. Tuttavia, esistono peculiari
fenomeni astronomici che sono probabilmente spiegabili (anche)
ricorrendo alla logica darwiniana. Ed è interessante constatare che,
purtroppo, in questi casi, la personificazione sia considerata una
opzione più plausibile della dinamica darwiniana.
La moderna versione
astronomica dello Zeus generatore di fulmini è la civiltà
aliena: un ente celeste
intelligente capace di generare intenzionalmente oggetti altrimenti
non spiegabili secondo le normali leggi fisiche e chimiche usate
dagli astronomi. Ogni volta che un qualche fenomeno più o meno
legato all'astronomia non pare essere spiegabile solamente secondo le
leggi della fisica e della chimica, ecco che arrivano gli alieni ex
machina a risolvere l'enigma.
Ad essere onesti, tale spiegazione non spiega alcunché, ma si limita
a portare la soluzione fuori dall'astronomia. Considero questo modo
di pensare un retaggio obsoleto dei vecchi tempi pre-galileiani,
oltre che una forma di inerzia intellettiva.
Un esempio di questa
inerzia sta rimbalzando online in questi giorni, trascinato da un
oggetto affascinante e misterioso che sta attraversando il Sistema
Solare, scoperto lo scorso anno e battezzato 'Oumuamua.
In breve, 'Oumuamua è un
corpo celeste le cui caratteristiche orbitali inusuali implicano che
non sia parte “fissa” del Sistema Solare, e che quindi sia un
oggetto proveniente dallo spazio interstellare. Si tratta della prima
osservazione di un corpo simile all'interno del nostro sistema
planetario, e questo ha generato, ovviamente, molto interesse e
dibattito. Ad aumentare l'interesse e la curiosità, rapidamente
sfociate nella mistificazione fantascientifica, è la discussione
sulla forma e proporzioni di questo oggetto, parametri che, sulla
base delle osservazioni sulla sua luminosità, devono essere alquanto
peculiari, molto eccentriche, perlomeno rispetto alle comete ed agli
asteroidi di cui condivide le dimensioni. Purtroppo, le sue ridotte
dimensioni, la distanza e la sua velocità impediscono ai nostri
telescopi di focalizzarlo ed alle nostre sonde di raggiungerlo, e di
conseguenza non è possibile osservarlo direttamente e nel dettaglio.
Ciò ha, inevitabilmente, lasciato ampio spazio alle speculazioni ed
alle suggestioni.
A caricare 'Oumuamua di
ulteriore mistero è uno
studio, ancora in fase di revisione, ma già disponibile online,
che calcola alcune caratteristiche geometriche di questo oggetto in
funzione di alcune sue caratteristiche orbitali. Fin qui, sarebbe
tutto abbastanza normale, almeno per l'astronomia accademica, se non
fosse che gli autori, nella discussione dei loro risultati, aprono la
porta ad un paio di speculazioni radicali sull'oggetto.
In breve, questo articolo
(che, ripeto, è ancora in revisione e non è definitivo nella sua
stesura) sostiene che le inusuali caratteristiche dell'orbita di
'Oumuamua possano essere spiegate ammettendo una “spinta” indotta
dal vento solare (il flusso di particelle cariche emesse dal Sole) e
che tale spinta sarebbe efficace ammettendo una forma molto aberrante
per il corpo, tale da rendere il rapporto massa-superficie di
'Oumuamua favorevole a ricevere tale spinta. Gli autori quindi
concludono che l'oggetto sia analogo ad una “vela” e potrebbe
eventualmente essere artificiale, ovvero, che potrebbe essere una
“vela solare aliena”. La natura artificiale implica quindi che
l'oggetto sia un residuo di qualche tecnologia aliena (ipotesi
moderata) o una sonda inviata intenzionalmente nel nostro Sistema
Solare (ipotesi estrema).
Ed ecco tornati gli
alieni ex-machina!
Pur ammettendo che gli
autori si limitino a proporre tutte le opzioni in modo puramente
intellettivo e senza voler forzare la mano, è evidente che l'ipotesi
artificiale-aliena sia una facile scorciatoia per evitare di
analizzare la natura fisico-chimica di questo bizzarro oggetto
restando dentro l'alveo dell'astronomia.
Io non sono un astronomo,
e non dispongo del bagaglio concettuale per discutere del modello
matematico usato per giustificare lo scenario “vela solare” per
'Oumuamua. Ma sono un evoluzionista, abituato a interpretare oggetti
complessi ed inusuali (gli organismi) e a cercare la causa naturale
della loro origine. Ritengo che, indipendentemente dalla forma
effettiva di 'Oumuamua, esso sia perfettamente spiegabile secondo un
approccio darwiniano, il quale spiega in modo non-intenzionale come
mai un oggetto di forma e traiettoria molto inusuale possa
attraversare il Sistema Solare.
Immaginiamo che 'Oumuamua
provenga da una regione esterna dello spazio interstellare, ad
esempio la regione periferica di un altro sistema planetario simile
al nostro. Queste regioni sono le più ampie e caotiche di un sistema
planetario, e contengono un numero di oggetti molto maggiore delle
regioni interne del medesimo sistema. Il nostro sistema solare è
formato allo stesso modo: abbiamo un numero ridotto di oggetti
regolari con orbite regolari nella parte centrale e un numero molto
maggiore di corpi irregolari con orbite irregolari alla periferia.
Immaginiamo quindi che sia del tutto normale che i corpi più esterni
abbiano una gamma di forme eterogenee e bizzarre che non si osservano
all'interno del sistema, e che abbiano anche orbite con proprietà
bizzarre ed eterogenee. Ad esempio, moltissimi corpi avranno orbite
talmente eccentriche da essere regolarmente espulsi dal loro sistema
originario, finendo proiettati verso lo spazio interstellare. La
maggioranza di questi oggetti si disperderà nel vuoto cosmico,
venendo lentamente consumato dalla interazione con la radiazione ed
il pulviscolo interstellare. Per quanto raro, qualcuno degli oggetti
avrà la forma “giusta” per resistere maggiormente alla “erosione
interstellare” e la traiettoria idonea per persistere a sufficienza
per milioni di anni fino ad intersecare un altro sistema planetario.
Uno di questi è proprio 'Oumuamua. Per un meccanismo analogo alla
selezione naturale, solo quei rarissimi oggetti con traiettoria
giusta e forma giusta hanno la probabilità di entrare in altri
sistemi planetari. I corpi “classici”, molto semplicemente, non
riescono a fuoriuscire dal proprio sistema né a persistere alla
traversata interstellare.
Pertanto, se questo
scenario “darwiniano” è valido, non dovremmo sorprenderci della
bizzarra combinazione di caratteristiche di 'Oumuamua esattemente
come non dovremmo stupirci della forma idrodinamica di un pesce
nuotatore o dell'allungamento delle falangi distali in un animale
arboricolo: se non avesse quelle caratteristiche l'organismo non
potrebbe persistere a sufficienza nel sistema in cui è inserito, e
noi non potremmo quindi osservarlo.
Come non occorre un
“Disegno Intelligente” per spiegare i corpi idrodinamici e gli
arti degli animali, così non serve invocare gli alieni per spiegare
l'esistenza nel nostro sistema solare di un corpo come 'Oumuamua.
Esso è la conseguenza di un processo di selezione naturale a scala
interstellare in una popolazione enormemente eterogenea di corpi
orbitanti iterato per milioni di anni.
Questo scenario potrà
essere validato dalla futura osservazione di altri corpi della classe
di 'Oumuamua.
Yes, but denying that there might be alien civilizations puts humans in a very special place in the universe in the same way that creationists do. The key feature of 'Oumuamua is that it appeared to accelerate/change course in a way not entirely due to gravity but there was no observation of outgassing etc that a comet might make which could change its course. So this trajectory is not well explained.
RispondiEliminaNobody here claims that human beings are the only sentient beings in the Universe. Just said that we cannot claim aliens every time something seems to odd for being explained using natural laws.
RispondiEliminaAliens cannot be an excuse for our scientific laziness.
Alien of the gaps, you might say
RispondiEliminaQuesto commento è stato eliminato dall'autore.
RispondiEliminaSalve, sono uno studente magistrale di Astrofisica che ha da poco scoperto questo blog (e lo sto adorando) e vorrei fare alcune precisazioni.
RispondiEliminaVedo che è entrato in un dibattito di un campo lontanissimo dal suo, però il suo approccio mi piace.
La sua ipotesi darwiniana può essere una delle tante, ma a seconda dei dettagli dei processi in gioco potrebbe essere comunque scartata. Le cause del fenomeno potrebbero essere moltissime, ancora le idee sono poco chiare. Diciamo che è una ipotesi possibile, ma non probabilissima (perché finora questo è stato un caso isolato).
Più in generale concordo dell'insofferenza per il deus ex machina alieno che ormai non è nemmeno più così originale, a dire il vero. Insomma, si poteva evitare di tirare in ballo gli alieni sinceramente.
Non commento invece le ipotesi tecniche sulla dinamica dell'oggetto.
A onor del vero devo fare una precisazione. A differenza dell'ipotesi divina, che è indimostrabile, quella aliena può essere esaminata e provata/smentita almeno in linea di principio, per esempio osservando la radiazione termica dell'oggetto per capire se si tratti di una macchina o di una roccia.
È solo un esempio. Resta comunque una ipotesi irragionevole e non certo molto utile. Ultimamente andava di moda anche per una stella variabile con andamenti anomali della luminosità.
P.S.: complimenti per i post interessantissimi e molto ben scritti. Divulgativi, ma mai banali!
Ovviamente, non era mia intenzione parlare di temi che non sono il mio campo. Ho sollevato piuttosto una richiesta "epistemologica": prima di invocare gli alieni, sarebbe saggio prendere in considerazione fenomeni naturali capaci di produrre quelle anomalie. Il darwinismo è una teoria che spiega in modo naturale l'esistenza di oggetti iper-complessi dotati di proprietà altrimenti non spiegabili ricorrendo solamente alla fisica e alla chimica. Pertanto, una argomentazione darwiniana potrebbe aiutare a comprendere questi oggetti anomali. Resto comunque fiducioso che alla fine tutto si spiegherà dentro l'alveo dell'astronomia.
EliminaFaccio notare che l'ipotesi darwiniana è testabile persino più di quella "aliena": difatti, se gli oggetti 'Oumuamua risultassero avere proprietà geometriche e/o fisico-chimiche tali da aumentare significativamente la loro persistenza nello spazio interstellare (rispetto ad altri oggetti più tradizionali) ciò sarebbe una conferma della spiegazione darwiniana.
Diciamo che in ambito fisico l'ipotesi darwiniana si invoca quando la complessità dei fenomeni supera la nostra capacità di analisi. Questo accade sempre in ambito biologico (non posso descrivere neanche un gene sulla base della fisica atomica), mentre in ambito fisico le leggi sono"più semplici", si fa per dire, e quindi spesso si cerca di determinarle. Intendiamoci però: la tua ipotesi è scientifica e in linea di principio perfettamente plausibile e meritevole di considerazione. Insomma, sono un pignolo.
EliminaConcordo con te che l'ipotesi dell'alieno sia una mera buffonata o poco più, non necessaria ed in effetti pure un po' umiliante per il mondo della ricerca, visto che ci fa passare un po' da clown, almeno secondo me.
P.S.: scusa il ritardo nella risposta.