Linheraptor exquisitus è basato
su un esemplare squisitamente (pensa te...) preservato dal Cretacico
Superiore della Mongolia Interna cinese. La validità di Linheraptor
exquisitus è stata messa in discussione da Turner et al.
(2012) e Senter et al. (2012) i quali hanno interpretato questo taxon
come un sinonimo di Tsaagan mangas,
un altro Dromaeosauridae, molto simile, rinvenuto in livelli
potenzialmente coevi della Mongolia meridionale. In
Megamatrice, ho mantenuto un approccio neutrale e conservativo a
questa ipotesi tassonomica, conservando i due taxa come distinti.
Dopo tutto, dato che entrambi sono basati ognuno su un singolo
individuo, i taxa coincidono con due individui, i quali sono – per
definizione di “individuo” – necessariamente due oggetti
distinti. Il fatto che regolarmente questi due formino un clade (un
risultato di tipo sistematico) è irrilevante rispetto al nome da
dare a quel clade (un'interpretazione di tipo tassonomica): chiamare
quel nodo come “Tsaagan mangas” (con i due esemplari
quindi riferibili a individui di quella specie), oppure “Tsaagan”
(con i due esemplari riferibili alternativamente a due specie di
Tsaagan, T. mangas e T. exquisitus, oppure
entrambi alla sola specie T. mangas), oppure mantenerli
distinti a livello di genere (T. mangas e L. exquisitus),
è difatti una mera questione di nomi arbitrari da applicare a
categorie. Oltre che alla propria impostazione del genericometro,
difatti, questa interpretazione tassonomica dipende molto dalla
vostra personale concezione del fantomatico concetto di “specie
paleontologica”.
Dipanare la questione di quale sia il
confine di una specie fossile è arduo. Ovviamente, quando due
esemplari sono morfologicamente molto differenti,
(crono)stratigraficamente molto distanti, e filogeneticamente ben
separati, è abbastanza chiaro che siano riferibili a due “specie”
differenti. Tuttavia, anche questa considerazione è potenzialmente
fallace e suscettibile di essere errata. Due esemplari possono essere
molto differenti morfologicamente per motivi di variabilità
intraspecifica, dimorfismo sessuale e diverso stadio ontogenetico,
per restando nella medesima specie. Chi non conosce la metamorfosi
negli insetti potrebbe concludere che l'animale verde dalla forma di
verme che vive sul tappeto di foglie e l'animale colorato con ali
farinose che volteggia sopra i prati siano specie distinte e non
stadi di crescita della medesima specie di insetto lepidottero. Allo
stesso modo, un'anguilla rinvenuta in acque dolci e quella rinvenuta
in mezzo all'oceano potrebbero, in virtù delle differenze ambientali
e geografiche, essere classificati come specie distinte invece che
diversi stadi di sviluppo della medesima specie animale. Dato che in
paleontologia dei vertebrati è raro disporre di un campione
abbastanza ampio di esemplari per identificare stadi di crescita,
varietà geografiche o eventuali areali di distribuzione, la
questione diventa quasi irrisolvibile.
Per questo, pilatamente, tendo a
lavarmene le mani sulla tassonomia dei fossili quando non ci sono
motivi sufficientemente robusti per sostenere una tra le alternative
possibili.
Tornando a Linheraptor, Xu et
al. (2015) portano invece una ampia mole di dati a sostegno della
validità di Linheraptor rispetto a Tsaagan, grazie
alla recente preparazione dell'unico esemplare di L. exquisitus.
Almeno una sessantina di
caratteri, in buona parte a livello del cranio (T. mangas
è noto solo dal cranio e dal collo) differenzierebbero i due taxa.
In particolare, buona parte di questi caratteri ha una ampia
distribuzione e variabilità in Dromaeosauridae, argomento che
potrebbe implicare che una eventuale “fusione” di Linheraptor
e Tsaagan
implicherebbe a sua volta una altrettanto ampia fusione di specie di
dromaeosauridi che sono altresì (quasi) universalmente ritenute
distinte per motivi sia morfologici che stratigrafici.
La mia
decisione di mantenere i due taxa distinti in Megamatrice è quindi
risultata saggia.
Bibliografia:
Senter
P, Kirkland J I, DeBlieux D D et al., 2012. New dromaeosaurids
(Dinosauria: Theropoda) from the Lower Cretaceous of Utah, and the
evolution of the dromaeosaurid tail. PLoS ONE, 7: 1–21.
Turner
A H, Makovicky P J, Norell M A, 2012. A review of dromaeosaurid
systematics and paravian phylogeny. Bull Am Mus Nat Hist, 371: 1–206.
Xu et
al. (2015) The taxonomic status of the Late Cretaceous dromaeosaurid
Linheraptor exquisitus
and its implications for dromaeosaurid systematics. Vertebrata
PalAsiatica, 53: 29-62.
I was going to comment, but turned it into a post. Thoughts?
RispondiEliminahttp://theropoddatabase.blogspot.com/2015/01/is-linheraptor-synonym-of-tsaagan.html
Una OTU può avere più stati di caratteri diversi per lo stesso carattere? In pratica, se uno scienziato considera due fossili di individui diversi la stessa specie perché considera le differenze come intraspecifiche, cosa ne fa di questi caratteri. Li esclude dall'analisi?
RispondiEliminaPuò considerare quell'OTU come polimorfico per quel carattere, ovvero, codificarlo in modo che l'analisi assuma che ambo gli stati sono presenti nel taxon.
EliminaLet the splitting revolution begin! Dracorex should have it's vengence next!
RispondiEliminaAnd while we're at it, Geosternbergia should become a Pteranodon species again. There is little difference between both Pteranodon species and their ranges overlap. Probably the only lumping I'll vocally defend.
If I were to apply Xu et al.'s thought process to, say, Varanus komodoensis, we might end up with thousands of taxa. No one says the two specimens are identical. No one assumes that two specimens of the same taxon should be mirror copies. Animals vary, in size, proportions, etc., without being identical. Xu et al. went out of their way to quantify every little bit of difference two specimens had without actually addressing the quanta of these features relative to either preservation (Linheraptor exquisitus type is mediolaterally crushed, but you get factors such as relative widths, orientations, twisting, etc.!)
RispondiEliminaIt amounts to little more than a laundary list of "my taxon is unique!"
As Mickey Mortimer writes above, on his blog, this is much ado about not looking at or answering why Turner et al.'s work is faulty, as they merely take issue with their conclusions, but make none on the methodology, yet call it "sloppy." I'm not happy with this paper in the slightest.
Ho notato che gli articoli paleontologici che riguardano la descrizione degli esemplari sono riconducibili a due categorie principali: gli articoli brevi con descrizioni limitate e poche immagini e gli articoli con descrizioni più particolareggiate e un maggior numero di immagini.
RispondiEliminaHo notato che i primi vengono usati per l’istituzione di nuove specie demandando ai secondi l’approfondimento successivo.
Presumo che per istituire una nuova specie bisogna studiare nel dettaglio i resti a disposizione e quindi i dati per la seconda pubblicazione (lunga) sono già disponibili e stati adeguatamente studiati al momento della prima pubblicazione (breve).
A questo punto l’unica ipotesi che mi viene in mente è che, per gli scienziati, è più importante nominare nuove specie piuttosto che descriverle nel dettaglio.
Forse questa considerazione serve anche a spiegare il genericometro variabile da scienziato a scienziato.
Gli scienziati sono uomini e, da un punto di vista irrazionale, è sicuramente più soddisfacente nominare un nuovo genere e specie piuttosto che una nuova specie di un genere già esistente.
Mi piacerebbe sapere il tuo parere, se ti va.
La faccenda è più complessa. Molti fattori portano a pubblicare per prima l'istituzione di un nuovo taxon e dopo la sua analisi dettagliata. Proprio perché dettagliata, richiede tempo e risorse, le quali arrivano da finanziamenti, finanziamenti che arrivano se dimostri che lavori, quindi tramite le tue pubblicazioni. Pertanto, anche per permettere alla seconda pubblicazione dettagliata di esistere (grazie ai finanziamenti) è necessario pubblicare un primo lavoro preliminare che dimostri che stai comunque producendo ricerca.
EliminaCon tataouinea è andato in parte così. Grazie (anche) all'articolo iniziale su Nature Communication abbiamo avuto i fondi per le successive campagne e ricerche, grazie alle quali è stata realizzata la monografia successiva.