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16 luglio 2014

"GENETIKA - MEMETIKA" di Emiliano Troco

Raramente uso il blog per rimandare a post di altri blog, ma questa volta è doveroso.
Vi rimando al post del blog The Missing Link dell'amico Davide Persico, che a sua volta ospita il video-quadro realizzato da Emiliano Troco per il Darwin Day 2014 di San Daniele Po.
Il video è anche visionabile su YouTube (e qui sotto): consiglio caldamente a tutti di prendersi un quarto d'ora libero da ogni impegno, per dedicarlo alla lettura, visione, ascolto e riflessione di questa opera multimediale di Troco.


30 commenti:

  1. Intensissimo, visivamente opulento.
    Grandissimi complimenti.

    Non sono d'accordo con tutte le didascalie (per esempio sul colore della pelle come adattativo, mi convince di più Daimond e la tesi della selezione sessuale, oppure agli strali verso l'architettura moderna), ma son dettagli insignificanti rispetto alla bellezza, anche tecnica, dell'opera e la sua trasformazione in video.

    Valerio

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  2. Valerio, tu sei contento dell'architettura moderna? guarda che per architettura si deve intendere tutto ciò che è esteticamente imposto al cittadino a livello pubblico, da una panchina a un lampione a un semaforo a un museo.
    ho diviso la bellezza in due apposta: bellezza culturale (e cioè mediata da anni, secoli di sedimentazione e moda dei gusti) e bellezza biologia (apprezzabile da una persona che non ha mai visto nulla - per vari motivi, inventali tu - e usa una sorta di istinto).
    pensa a come sarebbe stato fatto un semaforo in epoca vittoriana, in stile apache, tra 1000 anni, pensa alle pale eoliche e ai mulini a vento dipinti da rembrandt.
    io dico che l'estetica d'oggi a causa di un timore ingiustificato di ripescare archetipi collaudati tende verso la non estetica o perlomeno cercando di rinnovarsi senza andare troppo di la, cercando di essere originale pur mantendedosi dentro una moda imposta, cercando di uscire dai dettami delle cricche ma senza offendere nessuno, finisce solo per annodarsi su se stessa.
    il bello è un concetto biologico sviluppato dentro di noi per sopravvivenza. poi ha le sue derivazioni culturali (e può portare ai piercing o ai dilatatori per bocca e orecchi, ai tacchi a spillo, agli incisivi rotti per estetica , dove la bellezza è arbitraria a seconda del popolo) . è un discorso lungo sul quale magari incentrerò un intero darwinday.
    io ci ho pensato parecchio prima di scriverle ste cose, e ancora di più prima di ridefinire la duplice divisione della bellezza.
    se commenti negativamente pretendo un minimo di argomentazione.
    per quanto riguarda la pelle scura, ti posso dare ragione, ho letto anche io Diamond, ma ti invito a controllare le tesi sul dna del neandertal e sui geni che codificherebbero la sua pelle.

    Troco

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    1. Il dibattito rischia di essere molto lungo, per esperienza e frequentazioni, so che cominciare un discorso sull'estetica con un artista è possibile solo se si ha almeno un giorno libero. Sarà piacevole ed infinito. Proviamo comunque ad argomentare un minimo.

      Innanzi tutto per criticare l'architettura moderna bisogna prima di tutto capire di cosa si sta parlando. Esiste una "architettura moderna" che va da Renzo Piano alla bidonville di Caracas, fino al cavalcavia dietro casa mia? Secondo me no, non esiste una "architettura moderna", unica ed unificante, malgrado alcuni elementi, come lo stile internazionale e le archistar, facciano parte della generale omologazione culturale.

      Ma permangono enormi differenze, sia perché esiste un Architettura e un architettura, sia perché nell'architettura ci sono infinite varianti regionali, anche del cattivo gusto.
      A ben vedere oggi esistono architetti ed architetture contemporaneissime e molto più attente al rapporto con il biologico di quanto non siano mai state le architetture del passato (arc. oragnica, biorchitettura ecc.).

      Invece contesto che l'architettura medioevale fosse "a misura d'uomo", era sporca, scomoda, promiscua, buia, irrazionale, scomoda. Al limite possiamo dire che era "anti macchina".
      Le città medioevali erano delle trappole demografiche, luoghi squallidi per chi ci abitava, in cui anche i ricchi vivevano peggio di molti poveri di oggi.

      I lacerti medioevali rimasti sono il frutto di una selezione per molti versi darwiniana, in cui è ancora visibile solo ciò che è stato considerato bello e utile in varie epoche (con un gusto diverso dal nostro), ed è sopravvissuto alle grandi devastazioni (guerre, terremoti, incendi). In genere abbondantemente modernizzato e "migliorato". Passeggiare per un bellissimo "borgo medioevale" odierno, come Spello, e pensare che quella sia l'architettura medioevale è un anacronismo. Quella è architettura contemporanea.

      Mi piace l'architettura moderna (ammesso e non concesso che ci siamo capiti su cosa sia)? Come avrai intuito non è una risposta farisea se ti dico alcune idee ed alcuni edifici si, altri no.

      Per il DNA di neanderthal mi documeterò appena potrò, continuo a chiedermi come mai in Tasmania avevano la pelle più scura che in Lombardia.

      Ti rinnovo i miei complimenti per l'opera e la sua resa multimediale.

      Valerio

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  3. troco è troco

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  4. Complimenti per questa bellissima e particolare opera

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  5. hai ragione Valerio, sarebbe molto meglio continuare le nostre discussioni davanti a
    un buon bicchiere di vino visto che si prospettano lunghine...
    detto questo preciso un attimo le nostre due questioni:
    per quanto riguarda i borghi medievali, riporto le tue stesse parole:
    "" contesto che l'architettura medioevale fosse "a misura d'uomo", era sporca,
    scomoda, promiscua, buia, irrazionale, scomoda. Al limite possiamo dire che era "anti
    macchina".
    Le città medioevali erano delle trappole demografiche, luoghi squallidi per chi ci
    abitava, in cui anche i ricchi vivevano peggio di molti poveri di oggi.""
    ebbene, se leggi L.Mumford in La storia della città (mi pare volume secondo) troverai
    le tue stesse parole usate al contrario, e cioè a indicare ciò che esteticamente
    funziona in una città medievale.
    tutto quello che nella polis e nell'urbanistica classica è predeterminato e
    progettato come geometrico, pulito e spazioso, si rivela asettico, banale, squallido
    , e soprattutto prevedibile, in poche parole ben lontano dalle esigenze naturali di
    estetica dell'homo sapiens. l'apoteosi di questa non funzionalità estetica si ha con
    le città americane con i grandi quadrati, dove il livello di spersonalizzazione già
    accennato nel classicismo viene spinto agli estremi.
    nel borgo medievale abbiamo tutto quello che esteticamente ci appartiene a livello
    più ancestrale, le curve, l'irregolarità, la promisquità ma anche il casolare
    isolato, le sorpese imprevedibili, girare un angolo e non sapere cosa ci trovi (in
    una città classica o a squares sai benissimo cosa ci trovi, un altro square),
    dislivelli ingiustificati, insomma esattamente tutte le cose che tu hai nominato sono
    proprio quelle di cui ha bisogno il palato dell'estetica urbanistica dell'uomo base.
    poi ovvio se insengi a un bambino da piccolo che lo square è bene e il porcile è male
    è chiaro che l'estetica culturale ha il sopravvento su quella biologica (quando parlo
    di bello biologico intendo semplicemente il bello scritto dentro di noi
    dall'evoluzione, agli uomini piacciono le tette e alle donne le spalle larghe, poi
    una cultura può imporsi e comandare alle donne di farsi piacere l'uomo glabro e agli
    uomini la donna anoressica, ma si tratta di qualcosa di non universale e molto spesso
    facilmente reversibile, a meno che il meme non imponga la replicazione obbligata di
    un certo pool genetico.)
    continua...

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  6. ...continua

    ricorda, parliamo strettamente di esigenze estetiche. sono daccordissimo con te che la funzionalità, la pulizia e le altre cose del borgo medievale creano più problemi che altro, ma qua si parla della letizia d'animo di chi passeggia senza troppe oberazioni culturali.
    per concludere, e lo accennavo nella prima parte del video, quando noi progettiamo e costruiamo qualcosa di duraturo abbiamo uan certa rsponsabilità verso i nostri successori, gli lasceremo infatti una eredità architettonica della quale difficilmente si potrenno sbarazzare (principalmente perchè esistono i beni culturali e storici e impediscono di buttare giù praticamente qualsiasi cosa abbia tot anni- è un bene da un certo punto di vista, è un male da un altro- ma qui cè bisogno di un altra conferenza), e insomma abbiamo una certa responsabilità verso i nostri posteri. quale è il modo più intelligente di operare allora?
    cercare di ragionare per una minima parte in maniera universale. quindi sul bello biologico. noi non sapremo come si evolverà il gusto estetico culturale tra 100 anni, sappiamo solo (ance se nessuno lo studia) quale sarà il nostro approccio naturale all'estetica. allora se devo costruire un nuovo palazzo, è giusto sì che tenga un occhio alla modo odierna, poichè il palazzo serve ora, ma è anche giusto che cerco di assecondare in mkinima parte l'uomo universale, primo per un lascito che possa avere ancora senso, e secondo perchè anche a livello contemporaneo sarebbe corretto parlare un po a tutti e non solo agli eletti.
    per discutere di queste cose bisogna anzitutto essere onesti con se stesi e cercare di tirare fuori il sè universale, l'uomo puro e primitivo che sta dentro di noi e farlo dialogare con l'uomo acculturato e distaccato, e vedere la realtà con occhi ingenui ed emozionabili e al contempo con occhi esperti e freddi.
    per fare ciò mi pare ci si debba fare abbastanza il culo :)

    concludo sulla pella chiara: io ho la pelle chiara e i capelli biondi, sarei, stando alle tue parole un traino della selezione sessuale. ebbene se io sto nudo a scalare il matajur tutto il giorno mi coprirei da capo a piedi di eritemi solari a causa della scarsa protezione dai raggi uv della mia pelle povera di melanina e allora mi chiedo dove andrebbe a finire la mia presunta carica di attrazione sessuale con un corpo tutto macchiato e butterato .
    su questi argomenti servono probabilmente più dati e il neanderthal che viveva in regioni boreali e sviluppava una pelle chiara a partire da un sostrato genetico differente (evoluzione convergente, quindi tendenza) pare proprio mettere ancora più confusione e dirci: aspettiamo ancora un pochino prima di gettarci a capofitto in questa nuova teoria.

    ho concluso e ti rinnovo una proposta fatta tempo fa di incontrarci qualche una volta perchè mi fa piacere discutere con te.
    T

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  7. Se passi da Como e dintorni più che volentieri (faranno ancora mostre di paleoarte a Chiasso?).

    Condivido molti aspetti del tuo ragionamento sulla "città ideale", per esempio non amo molto la solitudine degli edifici, e riconosco che la struttura "irrazionale" delle città medioevali (o dei borghi) è in linea, per alcuni aspetti (ma senza esclusività) con un buon modello urbanistico. Però, siamo sicuri che il gioco prospettico non sia altrettanto naturale e "biologico"?.
    Non so se esista un gusto estetico universale per l'architettura, né come fare a riconoscerlo, spero nelle neuroscienze ma diffido degli "universali". Il che non vuol dire che sia contrario a quell'idea, ammetto che è un'idea intrigante e meritevole di approfondimento.

    Invece, forse perchè sono uno storico, tendo ad essere molto critico verso la materia che studio (sono specialista, tra l'altro, di XV-XVI secolo italiano), ed amo smitizzare il medioevo, la "letizia d'animo di chi passeggia" 1) Non era affatto voluta, cioè oggi possiamo decidere, come proponi, di costruire un'architettura a misura d'uomo, nel medioevo si costruiva in maniera casuale, (per altro piuttosto male: niente vetri alle finestre -piccole-, tetti in paglia, niente fogne, camere ampie e fredde, materiali scadenti, crolli frequenti, ecc.), e 2) il sistema monumentale del '400, che riproponeva i modelli greci-jonici del V secolo a.c. (square, giochi prospettici, equlibri tra forme, facciate, sezioni auree, razionalizzazione matematica, scienza dei materiali ecc.), era nato, invece proprio per riempire di letizia l'animo di chi passeggia. Una letizia intellettualizzata forse, ma che per Pico della Mirandola e i neo platonici era "naturale", oggi diremo innata.

    Questo per dire che non guardando indietro, ma avanti potremmo pensare di costruire città "naturalmente belle", chiededoci cosa piace all'uomo _Homo sapiens_ "biologico", e costruendo di conseguenza.

    Del resto è proprio quello che abbiamo fatto per i giardini. Nel '400 andava di moda il "giardino all'Italiana" che piega la natura ad un ragionamento filosofico, quasi matematico (senza arrivare all'astrazione estrema della natura propria di alcuni giardini arabi), ricercando la bellezza nell'armonia delle forme. Nel primo '700 nacque il giardino all'inglese, via via più romantico e selvaggio, che ricostruiva un finto bosco "perfezionato", esaltando la natura, l'assimetria, il meraviglioso. Nel XIX secolo arrivò in europa la moda dei giardini giapponesi, che, tendono a mescolare questi modelli (anche estremizzandoli, o giustapponendoli, si pensi al giardino zen di sabbia, o a quello imperiale), perchè il modello proposto dai gairdinieri giapponesi prevedeva una dualità umana di ricezione, esaltabile sia nell'astrazione filosofica, sia nella bellezza (variamente "addomesticata") del paesaggio naturale.
    Continua...

    V

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  8. Il problema vero dell'architettura "moderna" o dell'oggi è che noi non costruiamo per i nostri successori, non c'è alcun senso di responsabilità in chi costruisce, perchè i soldi non li mette un gruppo di esteti alla Lloyd Wright, ma uno o più speculatori edilizi. L'architettura è, innanzi tutto, un bisness, lo è sempre stato, lo era anche nel medioevo, anche se allora agiva senza un piano regolatore. Ma anche se il piano regolatore fosse ancorato ad un'idea di bello universale e biologico non basterebbe a fermare il "brutto", che non dipende tanto dall'architetto, quanto dal committente.

    La selezione sessuale è ben strana, funziona molto bene proprio se porta degli "svantaggi". Se tu sei pallido ma, ciononostante, anche ad agosto non hai la pelle macchiata e butterata vuol dire che non ti serve scalare il Matajur sotto il sol leone, quindi la tua carica di attrazione sessuale si alza, potresti essere sufficentemente "ricco" da non doverti abbronzare. Oppure sei coperto di macchie che dimostrano visivamente il tuo essere un ottimo scalatore del Matajur, malgrado la fatica di affrontare anche il sole. Questo per dire che non è detto che la teoria della selezione sessuale sia giusta, ma solo che lì il dibattito scientifico è ben lungi dall'essere esaurito, anche perché 1) rimane poco chiaro quali vantaggi ho ad essere pallido, se poi mi scotto al sole (quelli dimostrati sono marginali) e 2) la convergenza evolutiva funzionerà tra sapiens europei e neanderthal, ma non funziona all'interno dei sapiens dell'emisfero boreale con quelli dell'emisfero australe.

    Concludo concordando. Anche a me fa piacere discutere con te.

    Valerio

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  9. infatti ho ben specificato come il medioevo sia "casualmente" il periodo in cui si assecondano di più le esigenze estetiche dell'uomo (sono quasi tutte legate all'irregolarità che guarda caso è la natura) , e la stessa trregolarità è dovuta alla mancanza di piani progettuali, anche se alcuni autori dicono che in realtà non fu tutto così casuale ma anzi la progettazione era a volte più complessa di quanto si pensi proprio a causa del substrato complesso.
    non ho mai detto che la città era fatta per l'estetica e per il passeggiatore, l'estetica era l'ultima cosa, ripeto ho detto che casualmente era la cosa migliore.
    questo deve farci capire come tante volte quando vogliamo forzare le cose e giocare a dio molto spesso combiniamo solo inutili complicazioni.
    esempio, pare che i popoli che sorridono di più durante la giornata siano alcune popolazion iafricane (non ricordo il nome) che fanno fatica anche a procurarsi solo l'acqua, noi abbiamo il tablet e il suv, ma a giudicare dai sorrisi pare che siamo più tristi di loro.

    per quanto riguarda l'evoluzione dell'hom osapiens, non so , mi baso sulle ultime cose che ho letto, la selezione sessuale mi sembra una buona alternativa, ma preferisco stare cauto e dare ancora valore agli adattamenti climatici.
    la pelle bianca da quello che ricordo serve a far passare più raggi solari in modo da attivare l'enzima per la produzione di vitmaina d, probabilmente utile in regioni quali l'irlanda d'oggi, e in generale dove cè poco sole, dove è probabile che un eccesso di melanina respinga il poco sole che cè e impedisca la formazione della giusta quantità di vitamina d. ricordo che di vitamina d si parlava molto anche in cavalli sforza neell'evoluzione della cultura, ma non ricordo bene in che termini.
    così a occhio credo che a questo punto della discussioen serva l'intervento di un paleoantropologo che tagli la testa al troco e al valerio.
    T

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  10. mi risulta che nel 500 e nel 400 le condizioni igieniche erano nettamente inferiori a quelle del medioevo, pochè la città mancava di cortili interni, di aree per animali, e la distanza con la zona non urbana (campagna) era maggiore, risultato più rifiuti e sporcizia, in pratica nel 400 e 500 volendo escludere la cmpagna dalla città si rischiava di produrre più immondezzaio di prima, dove dentro la città c'era ancora un po di campagna e i rifiuti trovavano smistamenti più naturali. e tutto questo grazie alla progettualità.
    però qua lo storico sei tu, e sento che sto invadendo il tuo campo senza forse avere le giuste competenze...
    T

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  11. Avevo buttato giù una risposta sulle condizioni igeniche delle città del '300, '400 e '500, per spiegare le ragioni e i limiti del tuo "mi risulta"; ma era veramente pesante e lunghissima, oltre tutto direi un po' fuori luogo su Theropoda.
    La storia delle città è, ormai, un capo specialistico, molto interessante, ed in questo caso da collegarsi alla storia sociale e a tutte le querelle sulla storia delle epidemie.
    Mi limiterò quindi a consigliarti un libro non eccessivamente specialistico su questi temi (non privo di approccio ideologico, ma comunque interessante) di Guido Alfani, Il gran tour dei cavalieri dell'Apocalisse. L'Italia del lungo '500 1494-1629. Qui ne trovi un po': http://books.google.it/books/about/Il_grand_tour_dei_cavalieri_dell_Apocali.html?id=oc_PmwY2CbMC&redir_esc=y

    Molto valido resta sempre Cipolla, qui trovi un po' di titoli se ti interessa http://www.ibs.it/libri/cipolla+carlo+m.&seq=VEN/libri+di+cipolla+carlo+m..html?shop=3155&gclid=CLzUmPj10b8CFeUSwwod_QYABA, P.S. Non centra nulla, ma "Allegro ma non troppo" è un libro di Cipolla che va letto, anche per la spassosa teoria sulle leggi generali della stupidità umana.

    Saluti
    Valerio

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  12. prova a spiegarla in breve, io ci ho provato con le mie...
    se Cau ritiene che stiamo esagerando stai certo che ce lo farà sapere!
    ti riporto il paragrafo di cavalli sforza dove parla della razza bianca:
    "" l'origine è rintracciabile in medioriente, all'inizio dell'era agro-pastorale. anch'essa fu dovuta a una componente della dieta contadina locale, il grano, che divenne il cibo quasi esclusivo della regione dove si diffuse l'agricoltura. sembra che tale tratto fenotipico si sia sviluppato come correzione genetica di una patologia creata da questa importantissima novità culturale. il grano non contiene vitamina d, la cui carenza provoca rachitismo, disturbo grave della crescita delle ossa che porta grossolane malformazioni ben visibili e invalidanti, talbvolta anche mortali.
    ma l'organismo umano produce un enzima che trasforma in vitamina D uno steroide contenuto nel grano; esso però deve essere attivato dai raggi ultravioletti, presenti nella radiazione solare. gli UV sono molto irritanti e pericolosi per la pelle, e causano anche tumori. il colore nero degli africani è dovuto alla produzione di melanina, che protegge contro i pericoli degli UV: dove la radiazione solare è massima la pigmentazione sarà più scura, per diminuire man mano che ci si sposta verso latitudini più elevate. l'enzima che produce la vitamina D dal grano non è nella pelle, ma sotto, e perchè gli UV attirino l'enzima occorre che giungano sotto lo strato epidermico. in Europa gli UV non sono sufficienti per evitare l'avitaminosi D se la pelle è nera, però se la pelle è schiarita dalla perdita di melanina penetrano abbastanza al di sotto da permettere che si generi sufficiente vitamina D anche si mangia soltanto grano. per questa ragione abbiamo la pelle bianca. ne siamo molto fieri; ""
    e poi inizia a parlare del razzismo.
    continua...

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  13. il mi risulta era per evitare di nominare di nuovo luis mumford il quale cita un mucchio di altri urbanisti.
    comunque qua ormai credo non si tratti più di una discussione animata tra ME e TE, ma in realtà tra
    citazioni di altri autori, e al massimo ognuno dei due finirebbe per fare il tifo per il suo padrino.
    preferisco discutere su idee nostre e personali, certo, mutuate su solide basi.
    sul discorso della pelle da parte mia non cè nessun pensiero originale, mi sono limitato a riportare quello
    che ho studiato.
    sull'altro invece, se tralasciamo i dettagli linguistici e cerchiamo di capire il senso che gli ho dato, cè
    parecchio di MIO, e quindi in quel caso non mollerò la presa.
    io non ho discusso su medioevo figo e rinascimento no (l'ultimo post era per provocarti un po), ho solo detto
    che a livello empatico la bellezza ignorante è massimizzata nel centro medievale e questo è chiaro anche
    dall'approccio che ha il turista quando vien in italia ad esempio. ma per SENTIRE empaticamente il bello
    della fallace urbanistica medievale bisogna lasciare da parte un po la cultura, e utilizzarla solo per
    controllare da dove vengano certe pulsioni. in generale per apprezzare l'arte (e l'urbanistica è legata
    all'architettura che è arte) serve quest'ultimo approccio, a meno di non volere essere degli storici
    dell'arte dove è invece richiesto un approccio freddo e calcolatore.
    ho fatto un unico errore credo: ho scritto architettura e non urbanistica. ma forse sarebbe stato sbagliato
    anche urbanisitica, non credo infatti possa includere cose come un semaforo se non per quanto riguarda la sua
    posizione.
    io credo che l'estetica dominante del nostro tempo , leggermente tarpata da mille vincoli nostalgici e di
    attenzione a non essere troppo liberi, sarebbe qualcosa di tipo cosplay. ad esempio la segnaletica stradale
    punta in questa direzione: colori primari a campitura piena, assenza di tonalità di grigi, iconografia
    tribale e pittogrammi.
    ovvio, devono essere immediati per il guidatore e guai se non fosse così (io non sto discutendo il perchè) ma
    sono una regressione estetica assai avanzata. le icone dei nostri smartfone soffrono dello stesso concetto.
    la maggior parte degli oggetti e delle cose che utilizziamo durante la giornata hanno un bassissimo contenuto
    estetico, basso nel senso di semplice e infantile, diretto e mai articolato. ovvio, devono essere chiari e di
    facile intuito. giusto. sono a prova di scemo.
    ma è giusto fare tutto a prova di scemo? in fondo (ho detto in fondo, mi raccomando, in fondo!) anche certe
    architetture alla renzo piano sono a prova di scemo, nel senso che deve essere lampante che non è un
    neogotico, nè un razionalismo, ma deve essere decisamente un hitech. guai se uno si accorge che è in stile
    hitech solo tramite un piccolo dettaglio (e sarebbe un modo di fare arte moderna con gran classe), deve
    essere immediatamente hitech a 1000 metri per tutti. a prova di scemo.
    una società a prova di scemo fa diventare scemi sul serio.
    il bello biologico è nelle forme della natura a cui siamo abituati ancor prima di emettere il primo vagito.
    il bello culturale entra in gioco dopo. ma cambia , e più si allontana dal bello biologico più, quando la
    moda sarà passata, verrà cosiderato brutto rimanendo in noi solo il bello biologico per tale oggetto, visto
    che quello culturale è su altre direzioni (un esempio sono i condomini anni 70, non conosco NESSUNO che dica
    oggi che sono belli- mentre un trullo piace a TUTTI perchè anche se è "fuori moda" almeno non si discosta dai
    concetti del bello biologico). per fare arte bisogna saper pensare all'umanità in generale e a nessuno in
    particolare, soprattutto i baroni.

    T

    RispondiElimina
  14. Scusa il ritardo nella mia risposta.

    Allora, sull'urbanistica medioevale bisogna come prima cosa notare che, eccetto i borghi e le città di fondazione (Venezia, Alessandria, Crema ecc.) in buona parte era la ripetizione dell'urbanistica a scacchiera romana.
    Questo per dire che, se si lavora "bene" si fa del bello, se si lavora "male", come in Italia durante la ricostruzione e gli anni del boom, fino ai condomini degli anni '70, si ottengono risultati "brutti". Con tutto che le migliori costruzioni degli anni '70 potrebbero durare altri 100 o 200 anni, mentre i condomini verrano distrutti e ricostruiti.

    Allora vi era in più il rischio corso negli anni '60 di una nuova estetica, che, si veda il caso delle vele di Napoli, è stata decisamente fallimentare. Ma quello è un epifenomeno, un tentativo di costruire con inteligenza, che si è invece rivelato stupido. Un errore "voluto", che è meno grave, a mio avviso, dei mille e mille errori e dovuti alla mancanza di progettualità o anche solo di interesse per il belllo e l'estetica.

    Sono d'accordissimo che esagerare con il "a prova di scemo" ci porta a diventare scemi. Anzi questo è proprio il grande difetto dell'architettura degli ultimi 30-40 anni, con lo stile internazionale e il post-modernismo di reazione. Ma esiste un grande MA, moltissimi architetti che hanno fatto nascere lo stile internazionale (penso a Oscar Niemeyer ad esempio) sono bravissimi nel non commettere questo errore. Quindi il problema vero è più tra l'architetto "bravo" e quello "non bravo", tra l'artista e l'artigiano direi se non adorassi gli artigiani.

    Un buon problema che tu poni è quello realtivo al bello "biologico", contrapposto al bello "culturale". La dicotomia tra natura e cultura è forse una delle più forti nelle scienze umane, e a mio avviso un po' sterile. Purtroppo è quasi inevitabile ragionare in modo dicotomico, visto che il nostro cervello, ci dicono oggi le neruoscienze, da grandissima importanza alle dicotomie.

    Il problema qui sarebbe stabilire qual'è il bello culturale. Per esempio l'architettura classica, greco-romana, con i suoi edifici simmetrici, matematicizzati, costruiti come monumenti e secondo la sezione aurea e giochi prospettici (partenone, pantheon ecc.), è culturale o biologicia?
    Perché, quando nacque, fu considerata "biologica", visto che allora, tra platonici e pitagorici, si cercava nella natura la matematica, dopo tutto la sezione aurea non è solo nel partenone, ma anche nella fillotassi, mentre molti gasteropodi sono delle spirali auree viventi.

    Ed ancora l'uomo in molte sue architetture, da quelle Inca a quelle del giappone (e persino delle "rinascenze medioevali"), cerca monumentalità e giochi prospettici, é un caso?

    Tornando all'esempio dei giardini giapponesi, ne troviamo di altamente astratti (fatti anche solo di ghiaia e sassi) oppure fatti come opere concettuali (uno dei più belli l'ho visto al national stud irlandese: http://irishnationalstud.ie/ se ti capita di passare dall'Irlanda...)
    Sono "bello biologico" solo quelli che cercano di imitare la natura e di sfruttare il paesaggio, oppure esprimono un bello "biologico" anche quelli che puntano all'astrazione più pura? Siamo forse animali che amano prospettiva e astrazione? Siamo animali "biologicamente culturali"?

    Continua
    Valerio

    RispondiElimina
  15. Per quel che riguarda l'adattamento alla supposta carenza di vitamina D dei neri mangiatori di cereali che creò i bianchi mangiatori di cereali.
    Dunque, è una teoria interessante, ma a rischio di involvere in una "storia proprio così".

    Anche perché la mutazione dovrebbe essere nata nell'area a confine tra la Turchia e la Siria, dove non serve (sarebbe sovrabbondante), visto che l'irradiazione solare è molto forte (ed infatti le popolazioni dravidiche della valle dell'Indo, che appartenenvano alla stessa cultura materiale cerealicola, rimasero scure fino allì'invasione ariana), mentre questa diventa una sorta di exadaptions per gli agricoltori che si stabiliscono a latitudini molto più elevate (Scozia e dintorni). In compenso gruppi umani poco imparentati con quelli degli agricoltori neolitici, come i baschi e gli ungaro-finnici, tendono ad essere non solo bianchi, ma notevolmente chiari di pelle. Comunque anche gli egiziani, che vivevano a sud di molti Dravida, tendevano ad avere la pelle chiara (non come i lapponi, ma chiara), mentre i nubiani, che abitano appena più a sud e mangiavano in maniera simile, hanno la pelle scura.

    L'analisi del DNA molto antico, quasi impossibile quando Cavalli-Sforza cominciò le sue ricerche e invece quasi di routine oggi, servirà a capire se i primi europei, 30.000 o 10.000 anni fa, fossero bianchi o no.

    Inoltre se un uomo mangia solo cereali diventa rachitico, o si becca altre malattie (per esempio l'eccesso di mais provoca la pellagra), indipendentemente dal colore della sua pelle; gli agricoltori neolitici mangiavano male, ma mi risulta in maniera più varia.

    Insomma mantengo i miei dubbi. L'unica vera risposta scientifica in questo caso sarebbe dire: mancano ancora dei dati importanti, le teorie a nostra disposizione non sono ancora sufficientemente parsimoniose, non riescono a spiegare troppe eccezioni.
    Per questo altre teorie sono altrettanto velide, come quella proposta da Daimond, ed altrettanto limitate e bisognose di nuove ricerche.
    è il bello della scienza. Questo campo in particolare sta vivendo anni molto interessanti, ciò che diamo per scontato oggi potrebbe essere falsificato dopo pochi mesi. Pensiamo solo al dibatitto sull'ibridazione tra H. sapiens e H. neanderthal, e a come si sia sviluppato tra il 2006 e il 2013 dopo decenni di inconcludenti speculazioni.

    Valerio

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  16. mh, il bello del classicismo è culturale.
    la natura è disordinata e confusa, e la nostra mente si è evoluta per far fronte ai problemi del disordine. così ama semplificare. la nostra mente è abituata a semplificare per togliersi di mezzo il problema. semplificare significa ragionare sulla media. un sasso che rotola è tondo, se è piatto non rotola. è una schematizzazione sbagliata, perchè sappiamo benissimo che non esiste un vero confine tra tondo e piatto, ma ci saranno sassi che non sapremmo dove tra le due categorie collocare. ma la categoria ci è assai utile per semplificare il problema e nella vita pratica saper raccogliere sassi che rotolano (col rischio di perdene pochi che potevano rotolare ma non lo fanno- quelli di dubbia categoria-).
    così funziona la mente umana.
    dunque la natura confonde, la mente semplifica, tagliando con l'accetta e creando categorie fasulle, SBAGLIATE, ma che aiutano a prendere una decisione.
    (se dovessimo discutere su quale è il momento giusto per definire vivo un feto non arriveremmo mai alla soluzione, decidere che è tre mesi è una scelta politica, che non ha nessuna logica, ma è molto pratica - tutte le produzioni della nostra mente sono così).
    se noi non semplificassimo il pensiero non avrebbe mai inizio, le stesse parole che usiamo sono categorie sbagliate, la parola porta è sbagliata, poichè io posso trovare sicuamente qualcosa che è porta e allo stesso tempo non lo è.
    dunque la mente semplifica.
    il classicismo si basa su cerchi, quadrati parallelepipedi. in natura non ci son ocerchi perfetti, e nemmeno quadrati, le celle delle api sono esagoni non perfetti. non c'era il microspcopio per cui la maggior parte della natura visibile all'epoca era assai lontana dai poligoni regolari. l'unica cosa potrebbero essere le colonne che assomigliano ai tronchi, ai tronchi si, ma di che albero? di un abete senza rami. i tronchi sono storti e contorti, soprattutto in grecia.
    il classicismo è lontanissimo dal biologico.
    ma è biologico, come estetica, nell'uso dei materiali, che dopotutto fanno sembrare un tempio, una casa, una fortunata combinazione di pietre assemblatesi per magia così. un po come i dolmen. anche un castello di pietra è così.
    nel classicismo cè ostentazione di semplificazione, di misurazione, di governare la natura. e anche nel modernismo.
    il borgo medievale e la suburbia newyorkese invece sono caotiche e creano quel misto di sorprese e confuzsione che sono contenute nel nostro bello biologico.

    per la pelle: ti ho detto, è come una guerra di partito, non ha senso. io credo che cavalli sforza intendesse la melanina dei neri, i turchi non sono neri. poi ci sarà stato uno schiarimento graduale...
    vabbè staremo a vedere cosa dirà la genetica.
    ma no ncredere che si arrivi sempre a una soluzione, a volte servono scoperte fortunate e non è detto che arrivino. sul neanderthal dopo tanti anni che lo conosciamo non sappiamo ancora quasi nulla, nemmeno se sapeva indossare una pelle di animale o no.
    però è strano che la famosa selezione sessuale non abbia prodotto uomini bianchi nel centro dell'africa dove cè la maggior varietà genetica del mondo.

    T

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  17. in pratica direi che la possiamo mettere così:
    è sbagliato dire che la variazione climatica (climatica, attenzione, non latitudinale) non sia influente sul colore e la forma del corpo (cè anche il discorso delal forma, più o meno tozzo, più o meno superfice da scambio di calore, più o meno accumulo di grasso sottocutaneo).
    se la presunta selezione sessuale (io però preferisco le more!! ) lavora sullo sbiancamento , magari diciamo lavorò su un ceppo in particolare, credo che la posizione climatica agisca da freno su tale tendenza.
    la tendenza allo sbiancamento non può avvenire in centro africa perchè porterebbe svantaggi troppo gravi (e anche perchè i rari casi di albinismo vengono discriminati culturalmente) , mentre può avvenire su ambienti più adatti.
    quindi possiamo dire che la posizione climatica agisce in modo passivo (seleziona) come selezione di una tendenza, la sel sess, la quale agisce in modo attivo (muta) .
    ma non me la sento di dire che il clima sia ininfluente, anzi.

    sarebbe da controllare ancora una cosa: all'interno di gruppi o ceppi o popolazioni (non so, dipende da caso a caso), bisognarebbe vedere se cè variazione esterna in base alla posizione climatica. ad esempio sul gruppo cinese (se esiste tale gruppo) sarebbe da controllare se ci sono differenze tra i cinesi del sud e quelli del nord, sui tailandesi lo stesso, e in generale su tutti i gruppi che hanno uno sviluppo verticale, e così a occhio da vaghi ricordi che ho, mi pare che qualche differenza ci sia.
    concludo, credo che il clima sia ancora influente sulla forma esteriore dell'uomo, anche se potrebbe essere non il motore ma il freno dell'evoluzione.
    lo sbiancamento secondo me è legato a una sorta di risparmio energetico, la cessazione di produzione di melanina potrebbe essere il risultato di un parametro che la selezione naturale non guarda più come vincente, e allora può prendere il largo. è meno costoso non produrre pigmento, che produrlo, quindi appena cessa tale richiesta da parte dell'ambiente esso sarà abbandonato. insomma il bianco non è un colore come un altro, è l'assenza di qualcosa, quindi il ragionamento (a parità di dubbi) dovrebbe cadere su quello più probabile, e quale è più probabile guardando i casi di sbiancamento tra gli altri animali visivi? quanti animali hanno una tendenza al bianco a causa di una selezione sessuale? tra gli animali visivi (uccelli e primati) di solito si premiano i colori sgargianti e non l'assenza di colori come appagamento visivo-sessuale. sarebbe una bella anomalia.

    personalmente, poi ho un pensiero legato all'addomesticamento e alle mutazioni degli animali addomesticati, dove ci sono chiari casi di sbiancamenti, e sono forse legati ad una selezione naturale che non lavora più sul parametro pelle/pelo? siamo forse noi una sorta di animale auto addomesticato, soggetto sempre meno alla selezioen naturale a causa della potenza della nostra selezione culturale e dell'impatto delle sue innovazioni sull'ambiente?
    il maiale rosa non è mimetico, ma che gli frega di essere mimetico se vive nel porcile? non tirarmi fuori la storia del maiale selvatico del medioevo che la so già :)
    e noi abbiamo i vestiti.
    T

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  18. ultimo commento, lo prometto:

    un bosco selvatico ha una forma disorganizzata, randomizzata e abbastanza casuale (con delle logiche eh). ma le singole piante, i singoli fiori al suo interno possono avere forme particolari e ben organizzate, una rosa ha cinque petali disposti in maniera regolarissima. ma la disposizione delle rose nella macchia non è affatto regolare.

    un bosco di pioppi coltivati è regolare nella disposizione e più simile all'urbanistica classica che alla disposizione delle piante in natura.

    l'architettura e l'urbanistica lavorano in coppia, e l'architettura potrebbe corrispndere alla rosa e ai suoi cinque petali (parlo della rosa selvatica eh) , mentre l'urbanisitica potrebbe corrisponedere alla disposizione del bosco o della macchia.
    peccato che l'architettura si occupi anche di piazze e spazi aperti.
    a voler simulare bene la natura di nuovo si deve guardare alla crescita caotica della città, dove le singole case sono organizzate ma le vie no. ecco la natura inserita nel borgo.

    per quanto riguarda sezione aurea, il discorso non vale niente: una proporzione aurea di una conchiglia ha lo stesso identico valore del pentagono dei petali di una rosa: una geometricizzazione di un oggetto in particolare. quello che conta è , come dicevo poc'anzi, la disposizione dei vari oggetti.
    bisogna passeggiare un po di più per la natura , siamo una specie troppo cittadina, che esce solo per escursioni sportivo-ricreatorie.
    T

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  19. vi leggo con interesse e avrei anche la tentazione di intervenire se non fosse che mi richiederebbe moltissimo tempo ed energie che non sono sicuro di avere e che, alla fin fine, tendo (almeno sul piano strettamente relativo all'estetica - sulle questioni di natura più scientifica non mi sbilancio non avendo serie competenze da spendere) ad essere d'accordo con la prospettiva di Valerio.
    mi limito però a notare una cosa: capisco che il mio omonimo abbia posizioni estetiche forti dato che è "del ramo" (lo sono anch'io in un certo senso e ho anch'io le mie posizioni forti), ma quello che capisco meno è il sostenerle in maniera così esclusiva
    "il classicismo è lontanissimo dal biologico.
    ma è biologico, come estetica, nell'uso dei materiali, che dopotutto fanno sembrare un tempio, una casa, una fortunata combinazione di pietre assemblatesi per magia così. un po come i dolmen. anche un castello di pietra è così.
    nel classicismo cè ostentazione di semplificazione, di misurazione, di governare la natura. e anche nel modernismo.
    il borgo medievale e la suburbia newyorkese invece sono caotiche e creano quel misto di sorprese e confusione che sono contenute nel nostro bello biologico."

    questa affermazione come espressione di un ideale estetico personale va benissimo, va un po' meno bene se si vuole porre come distinzione fra bello e non bello. trovo sempre pericolosi gli assoluti, soprattutto quelli fondati su presunti argomenti naturalistici (adottati anche dai classicisti che però rimandavano/rimandano per lo più a fondamenti più astratti dedotti da leggi di natura: serie di fibonacci per le proporzioni, serie degli armonici per la teoria della consonanza in musica etc) perchè tendono a togliere legittimità a punti di vista alternativi.
    Trovo più stimolante cercare di imparare a leggere i diversi tipi di bellezza che ogni estetica se ben condotta può darci.
    Il mio gusto personale inclina in una certa direzione (molto rpecisa e perseguita con molta tenacia come operatore del mestiere), ma negli anni ho felicemente imparato a godere di estetiche lontanissime: detestavo il barocco e oggi non lo detesto più (detesto il cattivo barocco), detestavo il classicismo ( e mi sono sorpreso ad entusiasmarmi come un bambino di fronte alle residenze principesche di Vienna)...

    agigungo altre due chiose – più volte sono state citate le città americane, anche in negativo riferendosi alla pianta "alienante" a reticolato ( che poi è la stessa del castrum romano ed è semplicemente una delle strutture che meglio rispondono a criteri di semplicità e chiarezza organizzativa).
    Sei mai stato a Manhattan, Emiliano? Io si e ti posso assicurare che è una delle città più belle che abbia mai visto, bella in un altro modo, ma quasi quanto Roma – poco alienante, poco caotica e molto vivibile (non in tutte le sue parti ovviamente – mi accorgo tra l'altro che le tre espressioni sarebbero difficilmente applicabili a Roma :) ) e molto varia, nonstante il reticolato (peralto interrotto dall'irregolarità di Broadway...).

    Apprezzare la bellezza di Manhattan non mi impedisce di continuare ad apprezzare quella di Urbino o di saprela trovare anche là dove "a rigori" non dovrebbe esserci: nelle periferie delle grandi città (vivo a Milano e ne ho una certa esperienza) e perfino in alcune favelas (che non ho visitato, ma visto in foto) che restano però posti con una loro bellezza, ma di difficile vivibilità ( e la qualità della vita dovrebbe essere il primo obiettivo di una qualsiasi urbanistica, obiettivo che, tra l'altro si traduce per lo più anche in qualità esteteica)

    Emiliano

    ps alla fine sono intervenuto mannaggia....

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  20. ma è tanto difficile capire l'unico concetto di cui ho discusso?
    la divisione in bello biologico (scritto dentro di noi) e in bello culturale (mutuato dalle culture).
    se non capite questo concetto tutto il resto della discussione diventa inutile eh...
    potete dire, secondo me non è così, non esiste il bello biologico e il bello culturale, e mi dite cosa esiste secondo voi.
    caro omonimo, nel tuo intervento non si sente proprio che hai capito la mia argomentazione, ho cercato tra le righe ma proprio non cè, mi dispiace...
    non ho mai parlato di cosa è meglio o peggio, di chi ha ragione etc....ho solo detto che sposo a perfezione la tesi di luis mumford in cui dice che per varie contingenze storiche la città che più appaga il bisogno estetico quotidiano dell'uomo è qualcosa che assomiglia alla caoticità e compressione del borgo medievale. non ho mai parlato di funzionalità. le mie sono considerazioni, non ricette su cosa si DEVE fare, sono osservazioni , e l'invito che ho fatto nel video è di porci queste domande e pensare un po di più al nostro benessere spirituale.
    mamma mia che paura che avete di uno che è convinto delle sue idee...mi fate sentire un mostro ragazzi!!
    per la pelle no coment, ho ampliato nel post pre-precedente: è strano che un fenomeno forte come la selezione sessuale, che di solito lavora IMPIEGANDO molta energia per creare sovrastrutture INUTILI e APPARISCENTI, in questo particolare caso lavori sul RISPARMIO energetico TOGLIENDO qualcosa senza aggiungere niente.
    T

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    Risposte
    1. In breve provocazione: ma il bello biologico, scritto dentro di noi, è caotico come una foresta, oppure è tendenzialmente classicista?

      Valerio

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  21. "se Cau ritiene che stiamo esagerando stai certo che ce lo farà sapere!"

    AVETE ROTTO!
    ;-)

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  22. mi inchino al volere del padrone di casa e mi astengo dal replicare :) - un po' mordendomi le dita lo confesso, ma va bene così

    Emiliano

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  23. Siete liberi di continuarla, ma il blog parla di altro, e non penso che la maggioranza dei lettori sia interessata alla discussione che avete aperto... e poi così avete l'obbligo di trovarvi nel mondo reale davanti a una bottiglia di vino. ;-)

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  24. sono d'accordo con te - in effetti io non leggo theropoda per discutere di estetica :) e mi farebbe pure piacere incontrare sia Valerio che Emiliano de visu a fare una chiacchierata a partire da questo spunto - anche se la parola scritta di solito (avendo tempi più dilatati) permette maggiore articolazione di pensiero ...
    però sono quasi astemio :)
    Emiliano

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  25. Ripeto, se passate dal comasco si può organizzare. Magari in riva al lago, dove l'estetica del paesaggio naturale ben si sposa con quella delle ville e dei borghi.

    Valerio

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  26. be' Como sarebbe davvero un'ottima cornice: un gran paesaggio naturale, una città un po' castrum romano, un po' borgo, un po' guazzabuglio tardo novecentesco, la casa del fascio di Terragni come esempio di (grande - per me :) ) architettura razionalista...
    solo che per Troco, mi sa che è un po' troppo fuori mano...
    Emiliano

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