Tortosa et al. (2013) descrivono i resti di un nuovo abelisauride di dimensioni medie (comparabile a quelle degli esemplari noti di Majungasaurus) dal Cretacico Superiore del sud-est della Francia, ed istituiscono Arcovenator escotae. L'esemplare comprende un tetto cranico con il neurocranio ben conservato, alcuni denti, una caudale anteriore ed una tibia (più altri resti isolati riferiti).
Arcovenator è uno dei theropodi meglio conservati dal Cretacico Superiore europeo, e mostra affinità, in particolare a livello del neurocranio, con Majungasaurus e Rajasaurus. In base ad una nuova analisi filogenetica (la più dettagliata attualmente pubblicata relativa ai ceratosauri, comprendente anche gli abelisauroidi europei, come Genusaurus, inclusi resti frammentari come il mascellare di Pourcieux), Tortosa et al. (2013) istituiscono un clade comprendente gli abelisauridi europei, malgasci e indiani: Majungasaurinae.
Il risultato dell'analisi di Tortosa et al. (2013) mostrato nell'articolo è difficile da valutare: se si ripete l'analisi secondo la procedura che gli autori descrivono, quella topologia non risulta nel consenso stretto. Inoltre, se si svolge l'analisi con 1000 repliche della ricerca euristica (invece che le 50 svolte dagli autori), le topologie parsimoniose ottenute sono molto più numerose, e di conseguenza la risoluzione si abbassa ulteriormente. Di conseguenza, Majungasaurinae non risulta in tutte le topologie a causa dei "taxa jolly", dato che la base di Abelisauridae collassa in un'ampia politomia. Se si analizzano i risultati dell'analisi di controllo che ho svolto, Arcovenator occupa solamente due posizioni alternative: come Abelisauridae basale di posizione incerta (esterno a "Majungasaurinae + Brachyrostra"), oppure come membro di Majungasaurinae. Pertanto, l'ipotesi di Tortosa et al. (2013) è plausibile, ma non esclusiva: essa è una tra le possibili ugualmente parsimoniose che si ottengono analizzando quella matrice.
Aldilà di queste valutazioni topologiche, Tortosa et al. (2013) notano che il mascellare di Pourcieux proviene dalla medesima regione di Arcovenator, e che i due sono stratigraficamente prossimi (sebbene non coevi): data la comune posizione come potenziali Majungasaurinae, essi potrebbero quindi formare un clade di abelisaurid francesi.
In un prossimo post, parlerò dell'effetto dell'inclusione dei dati da Tortosa et al. (2013), incluso Arcovenator, in Megamatrice.
Bibliografia:
Tortosa, T., et al. (2013) A new abelisaurid dinosaur from the Late Cretaceous of southern France: Palaeobiogeographical implications. Annales de Paléontologie http://dx.doi.org/10.1016/j.annpal.2013.10.003
Proprio vicino al Golfo del Leone... area dove era legata la Sardegna sino al Miocene inferiore.
RispondiEliminaHK
Infatti, questa mattina, leggendo l'articolo, dissi a Federico Fanti che adesso ci tocca trovare qualche abelisauro sardo...
EliminaBisognerebbe vedere quali sono le formazioni 'papabili'...
EliminaHK
Cretaceo superiore in questo caso significa?
RispondiEliminaPerchè dal campaniano del sud-est della Francia (lo stesso giacimento?) abbiamo il _Tarascosaurus salluvicus_.
Non conosco lo stato dell'olotipo (come potrei?), ma ho il sospetto che fosse tanto frammentario, probabilmente senza parti di cranio. Quindi volevo sapere se è possibile un ominimia tra i due oppure le differenze evidenziate dal materiale sono al di sopra di ogni possibilità di confusione.
Da Megamatrice risultano più o meno "imparentati"?
Valerio
Non sono coevi. Tarascosaurus è più antico (Santoniano-Campaniano inferiore) di Arcovenator (Campaniano medio-superiore). I due taxa non hanno materiale confrontabile.
EliminaPeccato non si abbiano altri resti cranici; e a proposito di teropodi francesi del Cretaceo superiore, c'è qualche novità per quanto riguarda Pyroraptor/Variraptor?
RispondiElimina...Niente da dire sull'accenno dell'articolo al fatto che la dispersione degli abelisauridi sembri aver implicato il superamento di barriere marine? ;)
RispondiEliminaRoberto
La stessa "barriera" superata da coccodrilli erbivori, paraviani, sauropodi e piccoli mammiferi. Ovvero, quello delle "barriere marine da superare" è un falso problema. La paleobiogeografia del Mesozoico è una faccenda ben più complessa del mero ipotizzare capacità natatorie.
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