Le pubblicazioni in questa Nuova Era Theropodologica si susseguono a ritmo quasi sincopato. Ciò è un bene per noi appassionati della materia, che non restiamo a bocca asciutta, ma può essere un piccolo motivo di rammarico per chi sta dietro il sipario delle pubblicazioni, i paleontologi. Essendo, nel mio piccolissimo, un attore di questo spettacolo, comprendo le logiche retrostanti una pubblicazione. Il pubblico in buona parte (e, purtroppo, anche molti giornalisti scientifici) non si rende conto che una scoperta scientifica non è come uno scoop giornalistico. Se un meteorite impattasse nel centro di una grande metropoli (un evento cinematograficamente normale), in pochi minuti diverrebbe notizia a scala planetaria, grazie ai giornalisti e alla rete (social network, twitter, Youtube e blog in primis). Il divario temporale tra l'evento e la sua diffusione nel pubblico mondiale è quasi nullo, ed il tempo di diffusione istantaneo. Al contrario, se un paleontologo scoprisse un nuovo theropode, come minimo occorrerebbe un anno (nella migliore delle ipotesi) perché questa scoperta divenga di pubblico dominio (per ora, escludo dalla questione eventuali scoop informali o rumors online, e mi limito alla pubblicazione ufficiale). Il motivo è che alla scoperta del fossile deve seguire la preparazione del fossile, poi lo studio del fossile, poi la stesura di una pubblicazione, poi la revisione editoriale del manoscritto da parte dei suoi pari, ed infine la pubblicazione (nel numero della rivista disponibile per primo). Durata minima del processo: 1 anno. Durata media: 2 anni e mezzo. Capite quindi che pubblico e paleontologi vivono in mondi sfasati. Sovente, quindi, una pubblicazione è già obsoleta o rivedibile quando esce pubblicata. A volte, addirittura, prima ancora che sia pubblicata. In molti casi, nuove scoperte simili a quella in fase di pubblicazione la indeboliscono o ridimensionano come significato, oppure la confermano e rafforzano.
Parte di una costa di sauropode con conficcato un dente di theropode (Cr). Da Xing et al. (in stampa). |
In questi giorni, è stato pubblicato in forma "in stampa" (non ancora su carta) un breve articolo che menziona la prima evidenza diretta di consumazione di ossa di sauropode da parte di un theropode (Xing et al. in press). Si tratta di un dente di theropode rinvenuto conficcato in una costa del sauropode cinese Dongbetitan. Esso si spezzò durante un intenso morso contro la costa del sauropode: dato che intensa attività meccanica dei denti sulle ossa avviene nel raschiamento di una carcassa già ampiamente spolpata, questo dente è probabilmente evidenza di un'azione da parte di un saprofago. Il dente proviene dalla ormai famosissima Formazione Yixian, dal Cretacico Inferiore Cinese, e dalle dimensioni indica un theropode di taglia medio-grande. Dato che al tempo della preparazione dell'articolo non si conoscevano theropodi predatori dalla Formazione Yixian più grandi dei 2-3 metri di Sinocalliopteryx, gli autori utilizzano questo singolo dente per ipotizzare la presenza di grandi theropodi da questa formazione. Oggi (da una settimana) sappiamo che ciò è certo, data la pubblicazione di Yutyrannus. Il dente apparteneva a Yutyrannus? Non necessariamente: solo un'indagine di dettaglio della dentatura di questo taxon potrà stabilire eventuali affinità.
Quindi, anche se in ritardo rispetto alla pubblicazione di Yutyrannus, Xing et al. (in press) avevano predetto giustamente che prima o poi grandi theropodi sarebbero stati scoperti in quella formazione.
Bibliografia:
Xing, L, Bell, P.R., Currie, P.J., Shibata, M., Tseng, K. and Dong, Z. 2012: A sauropod rib with an embedded theropod tooth: direct evidence for feeding behaviour in the Jehol group, China. Lethaia. DOI: 10.1111 ⁄ j.1502-3931.2012.00310.x.
seguo da sempre il mondo dei dinosauri, anche se da amatore. ma rimango sempre affascinato da notizie come questa. per fortuna che è rimasta gene come voi del blog, in un periodo come questo e soprattutto in un paese come il nostro..
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