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12 dicembre 2010

L'enigma di Cunampaia

I fossili frammentari di vertebrati provenienti da regioni esotiche (leggi "Gondwana") sono armi a doppio taglio. Può capitare di rinvenire esemplari con caratteristiche inattese e nuove, che, per quanto frammentari, possono indicare l'esistenza di un taxon fino ad allora sconosciuto. Ne so qualcosa con Kemkemia. Tuttavia, la collocazione filogenetica e tassonomica di quel nuovo reperto è un problema differente dalla sua mera istituzione. Capita che un fossile collocato in un gruppo, risulti in seguito collocato altrove.  (Sarà la fine di Kemkemia?). Oggi vi parlo di un archosauro poco noto al pubblico, Cunampaia simplex Rusconi 1946.
Cunampaia fu istituito sulla base di alcuni resti appendicolari (ovvero, degli arti) dall'Eocene dell'Argentina. I resti, frammentari e parzialmente articolati, furono identificati come parte dell'avambraccio e del polso di un grosso uccello non volatore. Per 60 anni, iuesto taxon ed i suoi resti ricevettero poca attenzione. Essi sono menzionati in alcune revisioni sulla tassonomia degli uccelli, ma mai ristudiati direttamente. La bizzarra morfologia robusta e poco ossificata dell'arto di Cunampaia indusse a creare una famiglia a sé per questo animale, Cunampaiidae, che, più per motivazioni geografiche che per reali sinapomorfie, fu associato ai grandi uccelli Phorushracidi.
Cunampaia avrebbe potuto rester un poco noto uccello corridore eocenico, se non fosse stato revisionato da due giovani paleontologi argentini (come vedete, siamo una generazione di iconoclasti). Agnolin e Pais (2006) ridescrivono i resti di Cunampaia, e giungono ad una conclusione radicale: Cunampaia non è un uccello!

Una della presunte ossa dell'avambraccio, così robusta e anomala per un uccello, è estremamente simile alla parte distale della tibia dei Crocodyliformes. Analogamente, il bizzarro polso non-ossificato è molto più "plausibile" se intrepretato come la parte prossimale del piede Crocodyliformes. In breve, Cunampaia è un Crocodyliformes. I coccodrilli eocenici sudamericani sono molto diversificati, quindi non stupisce che le ossa di Cunampaia possano essere di una di quelle specie. 
Alla luce di questa nuova interpretazione, Cunampaia è formato dalle ossa di avambraccio, tibia e piede di un coccodrillo, probabilmente non-notosuco. Con questa nuova interpretazione, Cunampaia non possiede alcun carattere diagnostico, e, pertanto, non è più un genere valido.

Bibliografia:
Agnolín, F.; Pais, D. F. (2006). Revisión de Cunampaia simplex Rusconi, 1946 (Crocodylomorpha, Mesoeucrocodylia; non Aves) del terciario Inferior de Mendoza, Argentina. Revista del Museo Argentino de Ciencias Naturales 8: 35–40.

4 commenti:

  1. La ridescrizione attenta di reperti già noti è interessante quanto le più romantiche scoperte "sul campo" (scavi).
    Neptunidraco docet!

    Andrea/GGD!

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  2. In questi casi quindi si procede con la nomina e la descrizione di un nuovo taxon o si ridescrivono i resti mantenendo il vecchio nome del genere?
    E perchè?

    Marco Casti

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  3. No, il nome resta quello originario, anche se è cambiato il taxon al quale attribuirlo. In questo caso, però, il genere Cunampaia è risultato indistinguibile da un generico coccodrillo basale, quindi il genere è diventato invalido perché privo di autapomorfie. Ma, a parte questi casi, se il genere resta valido mantiene il nome originario. Ad esempio, Anomalocaris fu inizialmente considerato un crostaceo, poi nuovi dati mostrarono che esso + altri bizzarri fossili cambriani (alcuni attribuiti a meduse, altri ad artropodi) erano tutti parti di un unico animale, il quale non risulta essere un crostaceo né una medusa, bensì un artropodomorfo basale, che per priorità ha il nome Anomalocaris.

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  4. Ok, risposta molto chiara
    Grazie Mille
    Marco Casti

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