Anchiornis huxleyi può ormai essere battezzato "l'Archaeopteryx del XXI secolo"! Non solo esso è attualmente il più antico animale pienamente pennuto conosciuto (essendo più antico di Archaeopteryx di circa 10 milioni di anni), non solo mostra un piumaggio più elaborato di Archaeopteryx, non solo è un Troodontide, dimostrando che tutti i paraviali avevano un aspetto pienamente aviano, ma è anche il primo dinosauro fossile per il quale sia stato possibile ricostruire (QUASI) l'intera colorazione (MELANINICA).
Le due parentesi nella precedente frase sono rimarcate perché temo che l'euforia generale dovuta, giustamente, a questa nuova pubblicazione (Li et al. 2010), in linea con lo studio pubblicato la settimana scorsa ma molto più approfondito, porterà a generalizzare e distorcere la realtà dello studio effettuato. Tutti ci appassioniamo della bella ricostruzione paleoartistica inclusa nell'articolo, perché tutti noi amanti della paleontologia abbiamo sempre, fin da piccoli, sperato che un giorno come questo potesse arrivare. Tuttavia, l'articolo scientifico, che descrive nel dettaglio COME si sia ricostruito il colore, e QUANTO sia possibile ricostruire, mette subito in chiaro dei concetti che è bene ricordare, e che temo molti tralasceranno di notare.
PRIMO: Lo studio non ha determinato tutti i colori possibili dell'animale, ma solo quelli derivanti dai pigmenti di melanina. Ciò per una ragione molto semplice, e perfettamente paleontologica: i pigmenti melaninici sono i soli che lascino evidenti tracce fossili. Ciò è dovuto prettamente alla loro resistenza. Altri pigmenti, come i carotenoidi, non fossilizzano, e quindi non sono ricostruibili (almeno per ora, chissà...). Quindi, è scorretto dire che abbiamo ricostruito tutta la colorazione di Anchiornis. Non sappiamo se e quanti altri pigmenti (ad esempio quelli "strutturali", responsabili delle colorazioni azzurre, verdi ed iridescenti) fossero presenti. Abbiamo fatto un passo avanti notevole, ma non abbiamo davanti agli occhi la completa colorazione dell'animale, ma solo quella basata sulle melanine.
SECONDO: Per un caso bizzarro di casualità, mentre l'esemplare di Sinosauropteryx citato la scorsa settimana conservava solamente ampie tracce della colorazione del piumaggio della coda, l'esemplare di Anchiornis di questo nuovo studio conserva tutto il corpo TRANNE la coda. Quindi, la ricostruzione della colorazione della coda di Anchiornis per ora non è possibile.
Fatte queste necessarie precisazioni, che forse deluderanno l'entusiasmo viscerale di poter godere del colore di un dinosauro, ma sono fondamentali per chi i dinosauri li vuole capire e non solo guardare, ecco in breve una spiegazione della procedura usata da Li et al. (2010).
Essi hanno prelevato 29 campioni di piumaggio fossile da un nuovo esemplare di Anchiornis quasi completo (manca appunto la coda) e li hanno analizzati con il microscopio elettronico per determinare la presenza, distribuzione e forma dei melanosomi. Essi hanno poi confrontato i valori di forma, dimensione e densità dei melanosomi con un ampio campione di dati provenienti dai melanosomi delle penne di uccelli attuali. Dalla comparazione, è risultato che la più probabile interpretazione della colorazione melaninica è questa (artwork di M. DiGiorgio), nella quale prevalgono le tinte scure grigio-nerastre, ed è presente una vistosa cresta rossastra.
Una scoperta interessante di questo studio è che, a differenza della protopiume di Sinosauropterix, nelle quali ciascun filamento presenta una singola colorazione, le penne di Anchiornis (e probabilmente degli altri theropodi con penne complesse) avevano una variazione di colore interna alla penna stessa, come negli uccelli attuali. Ad esempio, risulta che le penne dell'ala di Anchiornis erano bianche prossimalmente e nere nell'estremità.
Ora, credo che tutti concordiamo che i prossimi dinosauri da analizzare con questa tecnica siano Beipiaosaurus e sopratutto Tianyulong!
Ringrazio Jakob Vinther per avermi inviato una copia del suo studio.
Bibliografia:
Li Q, Gao KQ, Vinther J, Shawkey MD, Clarke JA, D'Alba L, Meng Q, Briggs DEG, Prum RO, 2010. Plumage Color Patterns of an Extinct Dinosaur. Science Express,10.1126/science.1186290.
Aggiunta: Vi segnalo questa "profetica" ricostruzione di Anchiornis realizzata da Jim Robins!
Aggiunta: Vi segnalo questa "profetica" ricostruzione di Anchiornis realizzata da Jim Robins!
Amazing... That's a pity for us, "dark siders of the saurischia" not to have such a tool to know how coloured were our pets... ;)
RispondiEliminaInteresting post!
Pak: who knows if sauropods were fuzzy as Tianyulong? In my opinion, it could be possible, at least in non-lithostrotian (armored) sauropods...
RispondiEliminaMa anche gli _Archaeopterix_ di Londra e Berlino sono indagabili secondo questo provvedimento? (_Beipiaosaurus_ e _Tianyulog_ sono interessantssimi ma _Archaeopterix_ è un'icona mesozoica secoda solo al _T. rex_)
RispondiEliminaConosceremo il loro colore a breve? Oppure la conservazione delle strutture molecolari di melanina non si sono conservate nelle lor penne.
Erodoto
Non so, bisognerebbe indagare.
RispondiEliminaMi pare però che le impronte di _Archaeopteryx_ non siano tracce carboniose, ma impronte sul calcare. Forse non è possibile.