Con questo post tocco le vette dell’autoreferenza più bieca...
I primi anni universitari sono molto emozionanti, forse troppo... L’esuberanza avida di conoscenza del ventenne si immerge per la prima volta nel rigore delle scienze mature, la curiosità si fonde con l’imprudenza, il metodo non è ancora vincolato al buonsenso. Ricordo che a quei tempi, mentre io ed il Maganuco discutevamo di sistematica filogenetica, monofilia dei marginocefali e altre questioni evoluzionistiche, elaborai in forma “rigorosa” un luogo comune della teropologia, al quale non era stato ancora dato un nome sebbene fosse implicitamente citato dagli albori della disciplina. Fu così che nacque la “Legge di Cau” per i Teropodi.
Come tutte le leggi nelle Scienze Naturali, essa ha più eccezioni che regole!
Semplificando, la Legge di Cau dice che in un teropode di massa determinata lo sviluppo della muscolatura cranio-cervicale è “inversamente proporzionale” a quello della muscolatura del cinto pettorale e dell’arto anteriore. Ovvero, a parità di taglia, un teropode con una grande testa ha braccia più deboli di un altro teropode con testa più piccola.
In effetti, detta così, la legge ha una sua (blanda) validità: da un lato abbiamo i cladi con teste voluminose e/o colli corti e molto muscolosi ma braccia ridotte: Tyrannosauridae, Carcharodonthosauridae, Carnotaurinae; dall’altro i cladi con crani più leggeri o teste ridotte ma arti anteriori lunghi e sviluppati: Avialae, Ornithomimosauria, Therizinosauria e Oviraptorosauria.
La realtà è ovviamente più complessa: in base alla “Legge”, come interpretiamo i Dromaeosauridae e gli Spinosauridae? I primi hanno sia gli arti anteriori che il cranio massicci e sviluppati (anche se, va notato, la legge pare funzionare all’interno dei dromaeosauridi, dato che nelle forme basali con arti più simili a quelli degli uccelli non abbiamo le voluminose teste dei Dromaeosaurinae più derivati). Gli spinosauridi hanno teste basse ma molto lunghe (probabilmente meno voluminose di quelle degli altri grandi tetanuri), assieme ad arti anteriori corti ma straordinariamente robusti.
Per quanto sembri plausibile che nell’evoluzione di animali bipedi ci siano vincoli strutturali che incanalano inversamente lo sviluppo dell’arto anteriore e del cranio, prego vivamente tutti coloro che intendessero citare questa “legge” di ricordare che in natura i fenomeni sono molto più complessi di quanto appaia alle nostre menti bramose di regolarità e tendenze. Quindi, la “Legge di Cau” potrebbe diventare un’espressione colloquiale nel gergo teropodologico, un modo rapido per intendere una serie integrata di vincoli evolutivi, al pari della “Legge di Cope”, ma non necessariamente una “legge” predittiva nel senso fisico o chimico.
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