L'Acme della Rinascita Neo-Oweniana |
Intorno al 1840, ebbe inizio una guerra
che non è ancora conclusa. Questa guerra non ha provocato alcuna
vittima. Nessuno è stato ucciso né mutilato. Nessuno ha perso la
casa o è stato costretto a lasciare la propria terra. Il contendere
stesso di questa guerra non ha una consistenza materiale. Ciò che ha
scatenato questa guerra, tuttavia, ha una consistenza fisica, in
forma di rocce. Questa guerra non ha un nome, dato che è essa stessa
una guerra di nomi e concetti, una guerra tra diverse concezioni ed
interpretazioni. Sebbene marginale e limitata ad una manciata di
persone fortunate, questa guerra concettuale ha dietro di sé il
sostegno di enormi superpotenze del Mondo delle Idee.
Forse, un giorno si potrà dare un nome
a questa guerra. Per ora, è possibile solamente tracciare una
sommaria cronologia delle sue principali battaglie. Nel resto del
post, essa sarà nota come La Guerra.
Il primo atto della Guerra risale al
1841. Nel 1841, truppe inglesi comandate da Owen prendono possesso di
una nuova regione della scienza, scoperta pochi decenni prima, e la
battezzano “Dinosauria”, letteralmente “lucertole terribilmente
grandi” [e non, come si scrive spesso in modo improprio “lucertole
terribili”]. Nonostante il nome faccia riferimento alle lucertole
(e quindi, all'archetipo lacertiliano che sta al nucleo del concetto
di “rettile”), il Dinosauria di Owen ha come riferimento ideale
il bauplan mammaliano. Mi chiedo come sarebbe andata a finire questa
prima fase della Guerra, se Owen avesse battezzato i suoi nuovi
possedimenti con un nome contenente al suo interno “theria”
(quindi, i mammiferi) piuttosto che “sauria”. Il Dinosauria di
Owen nasce quindi come ibrido: realisticamente è un archetipo
pseudo-mammaliano, ma nominalisticamente è un'emanazione
dell'archetipo rettiliano. La natura ibrida del contedere di questa
Guerra sarà una delle sue più lunghe e sofferte caratteristiche.
Quattro anni dopo, truppe germaniche
guidate da Meyer tentarono invano di imporre il proprio vessillo
continentale (e vagamente romantico) sui possedimenti di Owen.
Tuttavia, il loro Pachypodes non ebbe fortuna rispetto a Dinosauria.
Forse, molti degli eventi più scomodi dell'attuale fase della Guerra
sarebbero stati evitati se un termine tassonomicamente neutrale come
Pachypodes (“piedi pesanti”), privo di riferimenti a categorie
tassonomiche linneane, avesse preso il sopravvento rispetto
all'altresì schierato (sul versante tassonomico) nome coniato da
Owen.
Dopo un quarto di secolo di relativa
tregua tra le parti, a partire dalla pubblicazione dell'Origine delle
Specie di Darwin ed alla scoperta di curiosi rettili fossili dotati
di penne, avviene uno scisma in seno al dominio britannico su
Dinosauria. A provocare tale scisma è propria la progressiva
decadenza della originaria dinastia Oweniana e della sua obsoleta
visione archetipica ibrida, mammaliano-rettiliana. L'emergente casata
ortodossa, evoluzionista e Sauriana, frutto della epurazione delle
componenti mammalocentriche, prende il comando di Dinosauria. Eppure,
nonostante il cambio di vertice, e malcelando una evidente incapacità
di reggere il comando di un così instabile imperio, la progressiva
espansione del dominio concettuale di Dinosauria mostra le prime aree
di debolezza. Ai confini dell'Impero, difatti, le spinte centrifughe
raggiungono il punto di rottura. Nel giro di pochi anni, avviene lo
Scisma. Nel 1870, Huxley provoca quello che, ancora oggi, è il
principale scisma concettuale che insanguina la Guerra: un eretico
fronte Ornitico si stacca dalla ortodossia Sauriana. Huxley si porta
a capo di una sedicente repubblica Ornithoscelida, la cui
costituzione si fonderebbe nella parentela con gli uccelli, e non nel
casato rettiliano. Sebbene spinta da idee di rinnovamento, la neonata
repubblica huxleyana non regge alla reazione delle verie aristocrazie
legate dall'archetipo rettiliano. Proprio un anno prima, difatti, gli
americani – guidati da Cope – avevano imposto una Santa Alleanza
tra Uccelli e Coccodrilli, un'Archo-Sauria di aristocratica e feudale
concezione, proprio al fine di prevenire qualsiasi tendenza
repubblicana, eretica e scismatica, in seno ai Rettili di cui
Dinosauria era il più nobile dei blasoni.
La Repubblica di Ornithoscelida sarà
rapidamente schiacciata, e le istanze di rinnovamento che covava
resteranno latenti per molti decenni.
Di fatto, con l'epurazione delle
originarie suggestioni mammaliane di Owen e la soppressione delle
nascenti istanze ornithiche di Huxley, a dominare resterà solamente
un concetto tratto direttamente da Linneo: l'archetipo
rettiliano-lacertiliano, seppur adattato all'ormai affermata visione
evoluzionistica. Ed è a questo proposito interessante constatare che
l'evoluzionismo paleontologico della fine del XIX secolo e della
prima metà del XX sarà estremamente critico (se non ostile) alla
visione darwiniana. Il darwinismo, difatti, ha come inevitabile
conseguenza il rifiuto degli archetipi, compreso quello
rettiliano-lacertiliano di Linneo. Al contrario, altre visioni
evoluzionistiche, come il lamarkismo, permettono agli archetipi
pre-evoluzionisti di persistere, nella forma di “linee
ortogenetiche” non-ramificanti, nella forma di gruppi distinti che
evolvono parallelamente senza necessariamente essere uno una
ramificazione dell'altro. Evoluzionismi neo-lamarkiani, difatti,
saranno i dominatori concettuali per i successivi anni. Ed ogni
visione darwiniana, compresa quella ornithoscelidiana di Huxley,
saranno marginali e incapaci di proporre un superamento della
ortodossia terribilmente lacertiliana. E con essa, prenderà corpo a
livello popolare l'idea che un dinosauro è un rettile, una
“lucertola terribilmante grande”, nel bene e sopratutto nel male,
data la connotazione negativa che – da millenni – ha il “rettile”
nel mondo occidentale.
L'Impero dei Rettili durerà un secolo.
Durante questo lungo secolo, Dinosauria acquista la sua fisionomia
“classica”: enormi lucertole estinte, rami evolutivi destinati
all'estinzione per progressiva senescenza della razza. Ogni
similitudine con gli uccelli sarà ricondotta a mere “convergenze”
in linee evolutive parallele. A livello extra-scientifico,
“dinosauro” diventerà sinonimo di “mostro” e di “obsoleto”,
si solidificherà come dispregiativo. Sarà proprio il progressivo
consolidamento di questa visione ortodossa ed archetipica (oltre che
negativa) a formare il terreno per la Rivoluzione degli anni '60-70
del XX secolo, ed a scatenare il salto paradigmatico del “Dinosaur
Renaissance”.
Il definitivo ritorno della
paleontologia nell'alveo del darwinismo, dopo il 1940, grazie in
particolare all'opera di Simpson, produce una rivalutazione di molte
ipotesi e modelli paleontologici sviluppati nell'era
“neo-lamarkiana”. In particolare, è proprio dalla lettura di
Simpson che uno dei principali autori della “Rivoluzione”,
Ostrom, trae spunto per rivedere in modo critico molti dei modelli
“classici” con cui erano stati interpretati i dinosauri.
Non so se sia stato osservato in
precedenze, ma il termine “Rinascimento Dinosauriano” calza
perfettamente su ciò che accadde dopo il 1965. I “Nuovi Dinosauri”
di Ostrom, Bakker e co., non sono “originali al 100%”, perché
hanno nel loro nucleo concettuale la visione mammaliana Oweniana
originata 120 anni prima. Se osservate come sono descritti,
interpretati e comparati al precedente modello rettiliano, vedrete
che i dinosauri della “Rivoluzione” sono dei rettili di nome ma
dei mammiferi di fatto: ovvero, sono esattamente come erano concepiti
i Dinosauria da Owen!
L'accesa controversia tra Rivoluzionari
e Contro-Rivoluzionari tra il 1970 ed il 1990 può pertanto essere
letta come una riproposizione della prima fase della Guerra, tra
“lacertiliani” e “mammaliani”, se non fosse che, ora, il
definitivo consolidamento del darwinismo ha dato enorme peso e
sostegno a quella che, da oltre un secolo, era considerata la
concezione più marginale proprio perché più fortemente darwiniana:
quella ornithica di Huxley. Alla “rinascita mammaliana” si
sovrappose quindi anche la “rivincita ornithica”. Negli anni '80
si assiste alla progressiva trasformazione della rivoluzione degli
anni '60, nata in ottica “Neo-Oweniana”, in una nuova concezione,
più apertamente “Neo-Huxleyana”. Ed esattamente come il
Dinosauria di Owen fu – un secolo prima – progressivamente
depurato delle sue istanza “mammaliane” per diventare un concetto
puramente rettiliano, così il “nuovo” Dinosauria della
Rivoluzione fu progressivamente depurato delle sue istanze
“mammalo-centriche” presenti negli anni '70-80 per diventare un
nuovo concetto più maturo ed “ornitho-centrico”. Ed è con la
“Rivoluzione Piumata” della metà degli anni '90 che si chiude la
fase iniziata 30 anni prima, e parte quella in cui viviamo oggi.
L'attuale fase della Guerra contrappone
le due uniche concezioni scientificamente plausibili: da un lato
l'inossidabile archetipo rettiliano, lacertiliano e squamato,
dall'altro lato il sempre più inattaccabile paradigma ornithico,
filogenetico e piumato. L'ampia ostilità ad ogni rivalutazione
ornithica dei dinosauri è l'ennesima riproposizione di questa guerra
concettuale. L'archetipo ideale, per sua natura, è visceralmente
radicato dentro il tessuto culturale. Esso resiste all'attacco
empirico perché è celato nel luogo in cui l'evidenza viene meno: il
mondo del dogma. Non importa quanto robuste siano le prove di
tegumento piumato, quanto numerose le sinapomorfie pan-aviane, e
quanto testabili i modelli macroevolutivi che diluiscono il bauplan
aviano nei dinosauri: l'archetipo lacertiliano si anniderà sempre in
profondità nella nostra mente, continuando a sibilare contro la sua
estirpazione, sicuro di persistere ancora a lungo nel dominio delle
“lucertole terribilmente grandi”.
Difatti, questa Guerra non sarà mai
conclusa dai fossili, o dalla paleontologia. Questa è una Guerra che
è radicata nella Neontologia, nella Zoologia e nella Biologia.
Fintanto che non sposteremo il fronte della Guerra nella Biologia,
non ci sarà modo di vincerla nella Paleontologia.
Il mondo attuale degli amnioti, dominio
dei biologi, è diviso in tre rassicuranti categorie
non-sovrapponentisi: il rettile, il mammifero e l'uccello. Provate a
controbattere questa verità di fede ad un biologo non-paleontologo!
Sarà una battaglia persa in partenza. Su questi tre archetipi
attuali, creati dalla mente umana per spiegare il presente, sono
state costruite tutte le macchine belliche della Guerra combattuta
per 150 anni in paleontologia. Pertanto, la Guerra non avrà fine
fintanto che non abbatteremo i nostro ordigni memici archetipici che
ancora imperversano nelle scienze biologiche.
La Guerra non è nei fossili del
passato, ma nelle nostre teste presenti. Le nostre teste, persino
quelle più profondamente educate alla biologia ed all'evoluzionismo,
faticano ancora ad accettare in pieno le implicazioni più profonde
del Darwinismo, ovvero, che gli archetipi linneani (il rettile, il
mammifero, l'uccello) non sono oggetti reali, né descrivono fenomeni
realmente esistiti o esistenti. Fintanto che il Darwinismo non sarà
definifivamente compreso anche a livello degli esseri viventi nel
presente, fintanto che non ci saremo liberati tutti dagli archetipi
platonici, linneani ed oweniani, non ci sarà modo di concludere la
Guerra.
Don't bring Plato into this.
RispondiEliminaPaul W.
Ha. Funny.
EliminaLa storia dei nomi e di come essi siano non solo descrittivi di oggetti ma anche prescrittivi di pensieri e condotte è sempre interessante.
RispondiEliminaRispetto alle vicende di questo conflitto, vorrei solo farti una domanda a margine: com'è che Owen argomenta la scelta del nome "Dinosauria" e, soprattutto, il suo significato? Perché a me sembra proprio la latinizzazione di due parole greche, l'aggettivo "δεινός" e il sostantivo "σαῦρος", che significano proprio "terribile" e "lucertola", quindi vorrei vedere da dove caccia quel "grandi"...
Owen stesso spiega che il termine va inteso con il significanto di "fearfully great, a lizard".
EliminaPart of the problem is that the meaning of the word "terrible" in English has changed over the last hundred years. Today it means "very bad", nearly synonymous with "awful" which has also changed. Awful used to mean "full of awe". Terrible used to mean something similar but with the added element of fear. See for example "Oz the Great and Terrible". There is a passage in Lewis and Clark's journals where they become the first Westerners to describe a grizzled bear, the word they use is "turrible", in context meaning absolutely amazing and a bit scary. I think a closer modern translation in English for "deinos" is "awesome".
EliminaOwen explicitly stated in a note that the "deinos" (whatever its meaning) refers to the "great" and not to "lizard". For over a centurly almost everyone has used "terrible" as adjective for the lizard, contrary to Owen's concept. Thus, "deinos" is used as a superlative for "great": I suspect the "Great-and-Terrible" of Oz in part approaches the concept Owen referred to "deinos".
EliminaAhh ho capito! Scrivendo "deinos" lui sta traslitterando l'avverbio "δεινῶς", non l'aggettivo "δεινός"! Non ci avevo proprio pensato... Però in questo caso c'è forse una lieve forzatura del post, dove c'è scritto che Dinosauria significa letteralmente "lucertole terribilmente grandi": letteralmente significa "terribilmente lucertole", acquista senso compiuto solo tenendo presente la nota che aggiunge l'aggettivo "great".
EliminaMi rassicuri sul fatto che il nome "Deinonychus", invece, significa proprio "terribile artiglio"?
definifivamente
RispondiEliminatypo
Mi viene in mente una domanda: Lo stesso discorso può essere fatto anche per gli pterosauri?
RispondiEliminaNo. La storia del concetto di pterosauro è differente.
EliminaIn estrema sintesi, Padian ha tracciato la storia del concetto di pterosauro, mostrando come lo steretipo della "lucertola alata" fosse frutto di una combinazione bizzarra di eventi, tra cui la errata interpretazione dei primi resti pubblicati, e che ciò ha generato una serie di concezioni stereotipate che si sono trascinate fino a tempi recenti. Sebbene in parte sia simile, la storia del concetto differisce da quella seguita dai dinosauri.
EliminaGrazie
Eliminaciao Andrea, perdona la mia ignoranza, ma, mentre mi è chiaro il parallelismo fra il concetto di mammifero e quello di dinosauro nel rinascimento dinosauriano, non sono in grado di coglierlo per quanto riguarda l'idea originale di Owen (che, evidentemente, non conosco...). non mi costa nulla darlo per buono sulla base di quanto scrivi, ma preferirei capirlo... grazie
RispondiEliminaEmiliano
Owen colse che nella struttura del bacino e degli arti i dinosauri (allora noti) erano più simili a grandi mammiferi come elefanti e rinoceronti che a lucertole o coccodrilli.
RispondiEliminagrazie. in effetti si tratta di un elemento non da poco...
RispondiEliminaEmiliano
Da buon diplomatico, secondo te, con quali modalità si potrà raggiungere l'armistizio?
RispondiEliminaCristoforo
Se posso, vorrei dare il mio piccolo contributo. Sono certo di avere usato la parola "rettile" con un significato vernacolare, male mie conoscenze non mi permettono nulla di più.
RispondiEliminaGli archetipi linneani (il rettile, il mammifero, l'uccello) sono stati usati come altrettanti gradini nella scala del progresso evolutivo, perlomeno finché l'evoluzione è stata considerata come una freccia progressiva tendente alla perfezione umana.
Parecchio tempo fa ho letto "La perla del creato" di Desmond Morris. QUesto autore spiega come si è passati a Dinosauria "lento, sangue freddo e primitivo".
L'autore scriveva che i primi fossili di vertebrati a essere trovati e riconosciuti come tali, sono state delle mandibole di _Mosasaurus_.
Quest'animale fa parte dei rettili.
Le successive scoperte sono state associate a rettili per associazione con quelle mandibole e per la famosa somiglianza dei denti dell'iguana con quelli del _Iguanodon_
Quindi, i dinosauri sono stati considerati "lenti, primitivi e a sangue freddo" perché associati ai rettili, che sono inferiori ai mammiferi nella scala del progresso.
L'autore era schierato per Dinosauri non rettili, non mi ricordo più se simili ai mammiferi o agli uccelli.
La natura "terribilmente" ibrida di Dinosauria 1820-1970 è quanto mai evidente nell'iconografia. Organismi presto riconosciuti bipedi, per 150 anni sono stati raffigurati con colonne vertebrali perpendicolari al suolo, assecondando l'esempio di postura offerto da Homo, e code stancamente trascinate in accordo alla definizione di Reptilia = coloro che strisciano sul terreno. Francesco
RispondiEliminaSegnalo un post di un sito. Credo che Cau potrebbe prenderne ispirazione per un post succulento!
RispondiEliminahttp://www.ilnavigatorecurioso.it/2015/01/27/uomini-e-dinosauri-contemporanei-il-fossile-che-inquieta-i-ricercatori/
EliminaIl link parla di un test del radiocarbonio14 su un corno di Triceratops. Il corno di Triceratops è un osso fossile, quindi è fatto di fosfato di calcio: Ca3(PO4)2. Leggete bene la formula, e notate gli elementi presenti: Fosforo e Calcio. Dalla formula si vede chiaramente che non c'è Carbonio (C). Quindi... come cavolo fanno quei signori a fare l'analisi del radioCARBONIO su un corno di Triceratops? Fine della discussione.
RispondiEliminaLOL, beh, quel sito è 100% fuffa, eh XD
EliminaSperavo che si potesse infierire di più. Comunque è una bella sculacciata lo stesso. Complimenti, sempre, per il blog e per il tuo lavoro!
EliminaIl C14 proverrebbe dal collagene, non dalla componente mineralizzata dell'osso. Questo sarebbe plausibile se il corno fosse giovane come indicano le date riportate.
RispondiEliminaMarco
Ad ogni modo bisogna stare molto attenti con queste notizie. I creazionisti americani sono molto abili a rivestire di scientificità le loro bufale, e ci vogliono persone molto competenti per smascherarle.
RispondiEliminaMarco