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19 luglio 2013

Le braccia degli abelisauridi erano esposte?

Ricostruzione di Carnotaurus con gli arti anteriori inclusi nel tessuto muscolare e dermico del torace e non esposti liberamente (immagine modificata da opera di Xing e Liu).
Gli arti anteriori degli abelisauridi sono noti per essere ad un grado di atrofizzazione molto avanzato. Molti, sia appassionati che paleoartisti, non si rendono conto di quanto atrofico fosse il braccio degli abelisauridi, e difatti abbondano numerose ricostruzioni, molto scorrette, nelle quali questi theropodi presentano arti che, per quanto piccoli dimensionalmente, appaiono erroneamente "funzionanti", spesso con tanto di dita mobili ed artigliate. Ciò non corrisponde al dato dei fossili: negli abelisauridi, le mani avevano poche falangi, tutte prive di faccette articolari (indice di assenza di mobilità), nessuna falange fungeva da vero e proprio ungueale, i metacarpali erano ugualmente ridotti, i carpali non erano nemmeno ossificati, l'avambraccio era tozzo e lungo meno di 1/3 dell'omero, e l'omero stesso, cortissimo rispetto alla gamba, aveva una testa globosa per articolare con l'ampio scapolocoracoide, una diafisi del tutto rettilinea e ridotte aree di inserzione muscolare. 
Si discute se questi arti avessero una qualche mobilità, almeno a livello della spalla, dato che le altre articolazioni sono del tutto vestigiali. Personalmente, ritengo che queste braccia fossero del tutto prive di funzione, e che non siano altro che vestigi, al pari di analoghe strutture vestigiali presenti nello scheletro di altri vertebrati. 
Ed è proprio riflettendo su come gli arti vestigiali appaiano in natura che è nata l'idea per questo post.
Nell'immagine in alto, che ho creato "photoshoppando" un'opera pre-esistente, ho sviluppato fino alle conseguenze estetiche il concetto di un arto anteriore ridotto e vestigiale, ovvero, l'eventualità che in vita questo arto non fosse esposto o visibile, ma che fosse del tutto "celato" ed inglobato nel tessuto muscolare e tegumentario della regione toracica. A quanto mi risulta, nessuno finora aveva valutato questa opzione "iconografica", probabilmente perché si tende ad una lettura "letterale" dell'aspetto dei dinosauri a partire dallo scheletro (secondo un paradigma iconografico "pauliano").
Per ammettere questa ricostruzione, occorre posizionare l'arto anteriore proiettato posteriormente e aderente alla gabbia toracica, ed ammettere una serie di fasci muscolari aponeurotici e di tessuto connettivale che mantengano l'arto in quella posizione e ricoprano totalmente l'arto. 
L'ampia escursione dell'omero rispetto al glenoide permetterebbe questa posizione per il braccio? Sarebbe interessante fare uno studio sullo scheletro olotipico in articolazione, per vedere l'escursione dell'omero rispetto alla gabbia toracica.

Funzionalmente ed esteticamente, questa soluzione mi pare più sensata dell'immagine classica di Carnotaurus che se ne va in giro con i due moncherini a penzoloni ai lati del corpo: inutili appendici buone solo per prendere dei morsi da parte di un eventuale avversario.

21 commenti:

  1. hai in mente qualche modello noto/vivente? a me vengono in mente solo le ali vestigiali di uccelli non volatori, ma non so se ci sia nulla di simile a quello che proponi tu (anche fuori da theropoda)
    Emiliano

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    1. Cinto pelvico e arto posteriore nei cetacei.
      Cinto pelvico e arti posteriori nei pitoni.

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  2. grazie :) il primo caso in effetti è quasi "banale" .

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    1. ops non mi sono firmato per sbaglio. sono sempre Emiliano

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  3. Tipo il coccige dell'uomo?

    HK

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  4. Pensi che quest'inglobamento sia possibile anche nei tirannosauridi avanzati (anche se la morfologia degli arti, seppur atrofica, e' del tutto diversa da quella di Abelisauridae)?

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    1. L'arto anteriore in Tyrannosauridae NON è atrofico, ma solo ridotto dimensionalmente, e conserva faccette articolari sia nelle falangi che nei metacarpi, ungueali e inserzioni muscolari sviluppate.
      Pertanto, non c'è motivo per traslare questo discorso in Tyrannosauridae.

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  5. quello che non mi spiego in un'anatomia simile (arti anteriori vestigiali) è la robustezza del cinto scapolare (la scapola è molto sviluppata, mentre in majungasaurus lo è molto meno, più in linea direi con l'anatomia dell'arto anteriore).

    Emiliano

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    1. Stai valutando il fenomeno invertendo i fattori in gioco: i cinti scapolari di Majungasaurus e di Carnotaurus sono comparabili come sviluppo, la differenza è che l'arto di Carnotaurus è ad un grado di atrofizzazione più avanzato di quello di Majungasaurus.
      Tieni presente che il cinto scapolare non si riduce necessariamente assieme al braccio, dato che esso (il cinto scapolare) è comunque sede di inserzione di muscoli del collo (e le vertebre cervicali degli abelisauri presentano processi muscolari molto sviluppati, segno di muscolatura del collo prominente), quindi mantiene una funzione anche quando il braccio si riduce.

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    2. grazie, in effetti da profano vedo le cose una per volta e associo "cinto scapolare" a "braccio" dimenticando che un organismo è un filino più complesso - non ho minimamente messo in conto l'inserzione dei muscoli del collo - così le cose sono molto più chiare.

      Emiliano

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  6. Interessante. Solo una curiosità (o uno spunto di discussione), l'arto non è, nonostante tutto, ancora troppo poco atrofizzato per ipotizzare una sua totale inclusione all'interno della muscolatura? Nel senso, le balene non hanno il cinto pelvico e hyanno un grado di atrofizzazione estremissima (i delfini non hanno più neanche le ossa degli arti, ne il cinto). E' vero che qui c'è atrofizzazione,però bene o male le ossa dell'arto ci sono tutte. Forse questo ciò che osserviamo è un trend che poteva portare, se avesse avuto più tempo, ad una cosa del genere. Bo, non sono molto coinvinto :-)

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    1. Anche le ossa delle tua coda ci sono tutte.

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    2. quello che non c'è è la risposta al mio commento ;-)

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    3. Risposta al tuo commento: se tu avessi chiara l'anatomia dell'arto anteriore in Abelisauridae e le omologie rispetto alla condizione presente nei taxa che lo inquadrano secondo l'EPB, constataresti che la regione prossimale dell'omero è già "inglobata" in tutti gli arcosauri. La cresta deltopettorale, il tubercolo interno, i trocanteri prossimali, sono tutti parte di un sistema muscolare chiamato "petto", definito dal cinto e dall'omero. Di fatto, solamente la regione posta distalmente alla cresta deltopettorale "sporge" dal petto. Pertanto, in un taxon come Carnotaurus, dove la cresta occupa metà della lunghezza dell'omero, mentre l'avambraccio è 1/3 dell'omero e la regione carpometacarpale è totalmente atrofica e non funzionale, hai un arto anteriore che fondamentalmente è un moncherino privo di mobilità, e che sporge posterolateralmente alla regione pettorale. Non occorre quindi chissà quale processo di trasformazione per inglobare qualcosa che è già inglobato per oltre metà della sua estensione, e nella restante metà è un troncone immobile. La maggioranza dei paleoartisti (e i paleontologi naive che non sanno fare inferenza filogenetica) non è consapevole di ciò e immagina che il braccio "sporga" a livello della "spalla", come fosse un braccio umano. Tuttavia, come ho scritto sopra, i dinosauri non hanno "spalle" nel senso umano del termine, e quindi, già solo applicando correttamente quello che sappiamo negli arcosauri, un abelisauride ha già più di metà dello scheletro appendicolare "incluso nella muscolatura".
      Ora torna a studiare anatomia comparata.

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  7. Questo è uno dei post più interessanti che ho letto su questo blog, sopratutto perché motivato da basi scientifiche. Mi chiedevo una cosa, però: possibile presenza di piumaggio negli abelisauridi? - Massimo

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    1. Se per piumaggio intendi qualcosa come in Tianyulong o Sciurumimus, non si può escludere.

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  8. Avevo dimenticato di averti posto la domanda, e sono felice che tu abbia risposto. Inoltre, mi sa di aver espresso male il concetto, ma hai capito comunque cosa intendevo.

    Comunque, il perché della domanda è: ho letto che di Carnotaurus sono stati rinvenuti tubercoli e dentelli dermici che costituivano in parte la pelle di dorso, testa, fianchi e coda. Ora, nell'eventualità che la cosa fosse vera, ilpiumaggio, come lo chiamo io, e quel genere di strutture dermiche potevano coesistere?

    Spero tu abbia capito cosa intendo. Ancora Massimo.

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    1. Ho affrontato la questione nel dettaglio qui: http://theropoda.blogspot.it/2009/01/ricostruzioni-scientifiche-ipotizzare.html

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    2. Buongiorno. Ringrazio immensamente per la risposta e per il link, sopratutto per il fatto che, anche cercando tra le parole chiave, non ero riuscito a trovare il post in questione.

      Ancora grazie, Massimo.

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  9. Ho fatto un altro giro sul web per vedere che si diceva e ho trovato il blog Agathaumas (e anche qualche tuo commento). Nel post "la pellaccia del tirannosauro, la pelliccia del megaterio e molti (troppi) rumors" dopo aver letto, e riporto testualmente "personalmente, estenderei il quesito a tutti i dinosauri, considerata la scoperta (del tutto inattesa, a differenza di Dilong) del piccolo ornitischio (non strettamente relazionato con gli uccelli) Tianyulong confuciusi, il cui olotipo conserva strutture comparabili se non coincidenti al protopiumaggio", devo dire di sentirmi un po' confuso, o meglio, di non aver praticamente capito nulla dell'argomento pelle-piumaggio esteso oltre i theropodi. Insomma, che so... un Parasaurolophus coperto di un qualche tipo di piumaggio non sarebbe poi così sbagliato, dopo i vari ceratopsidi con la coda (ma solo quella) coperta di filamenti?
    Oppure, Carnotaurus, di cui son stati rinvenuti dentelli e tubercoli dermici nella zona di testa, collo, fianchi, schiena e coda (e che quindi si da a quale parte anatomica corrispondono), sarebbe corretto immaginarlo con del "piumaggio" dal quale sporgono (o magari sono latenti) i suddetti elementi

    Perdona l'insistenza, ma mi piacerebbe sapere quanto più possibile, dopo che la pagina inglese di Wikipedia dice chiaramente che vista la presenza di elementi come i dentelli e tubercoli, ogni tipo di piumaggio è da escludere a priori. Massimo

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    1. La saggezza dice di aspettare nuovi fossili.
      Ho discusso questo anche in altri post, se cerchi nella barra di ricerca in alto a sinistra termini come "piumaggio" "squame" dovresti trovare i post che discutono questi temi.

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