Con piacere, ci siamo abituati all'idea che il colore posseduto in vita da alcuni dinosauri piumati non sia più esclusivo dominio della fantasia dell'artista ma una proprietà scientificamente determinabile.
Il colori determinati per Sinosauropteryx, Confuciusornis e Anchiornis erano dovuti ad un tipo particolare di pigmento detto eumalaninico, responsabile delle tinte brune, grigie, opache e rossastre.
Esistono altri tipi di colore possibile nel piumaggio. Ad esempio, esistono colori detti "strutturali" dovuti alle proprietà fisiche del pigmento, in particolare, alla sua capacità di diffrarre e rifrarre la luce. Le iridescenti penne della gazza e del pavone sono dovute a questi fenomeni.
In uno studio pubblicato ieri, è stato determinato per la prima volta che colori strutturali erano presenti anche nel piumaggio di Microraptor.
L'analisi dei melanosomi preservati in un nuovo esemplare di Microraptor mostra una struttura compatibile con le proprietà fisiche responsabili dell'iridescenza.
Nella nuova interpretazione di Microraptor, quindi (che ho aggiornato in un mio disegno di questo theropode), il piumaggio è nero-bulastro, dotato di iridescenza se colpito dalla luce in varie angolature. Lo stesso studio mostra che la presunta cresta di piume sulla nuca di Microraptor era un artefatto della fossilizzazione e non un vero attributo dell'animale.
Bibliografia:
Quanguo Li, Ke-Qin Gao, Qingjin Meng, Julia A. Clarke, Matthew D.
Shawkey, Liliana D’Alba, Rui Pei, Mick Ellison, Mark A. Norell, and
Jakob Vinther (2012)
Reconstruction of Microraptor and the Evolution of Iridescent Plumage.
Science 335(6073): 1215-1219.
Purtroppo (o per fortuna) il colore preferito dei palo illustratori degli scorsi anni, il verde, non è attualmente determinabile (e forse non lo sarà mai).
RispondiEliminaQuindi dovremmo abituarci a teropodi piumati senza il camufages da marines del vietnam, così in voga negli anni '70-'90.
Comunque, se non erro, ci sono diverse critiche metodologiche alle ricerche sull'interpretazione da dare alle traccie eumalaniniche, visto che un colore può essere formato mescolando due colori differenti, di cui però solo uno lascia traccie fossili.
Un po' come gli affreschi di Pompei, in cui il pigmento rosso usato sia per fare il rosso che il viola è sopravvisuto, mentre quello blu si è quasi completamente deteriorato (e scomparirà a breve completamente), rendendo rosse tutte le superfici originariamente viola.
Prima che gli archeologi si accorgessero di questa peculiarità erano stati scritti enormi libroni sul rosso pompeiano e l'importanza del rosso nell'arte romana.
Valerio
Ho fatto notare questo nel post linkato all'inizio di questo post. Noi conosciamo solo le tinte eumelaniniche ma non le miscele finali dei vari pigmenti. Ad esempio, se un theropode era frugivoro è molto probabile che assumesse carotenoidi dal cibo e che questo influenzasse il colore della pelle tendendola al giallo e arancio. Per ora, queste aggiunte non sono determinabili. Per questo ho sempre detto che conosciamo una parte del colore, non la sua totalità.
RispondiEliminaBel disegno!
RispondiElimina