L’istituzione di una nuova specie, sia fossile che attuale, è riconosciuta valida se essa avviene all’interno di una pubblicazione scientifica riconosciuta. Un nome coniato in un articolo pubblicato esclusivamente in rete, ma non soggetto a peer-review, non è riconosciuto valido. Occasionalmente, ad un fossile può essere attribuito un nome all’interno di una pubblicazione scientifica, ma senza rispettare le procedure formali per l’istituzione di una nuova specie: di conseguenza, quel nome risulta invalido, e non può più essere utilizzato per definire correttamente la specie. Il teropode oggetto di questo post ha la sfortuna di essere un buono (o cattivo, a seconda del punto di vista) esempio dei casi generali che ho citato. Esso venne descritto su una pubblicazione “on-line”, e sebbene gli autori, giustamente, abbiano evitato di battezzare il nuovo teropode in quel articolo, poco dopo ha preso a circolare un nome (piuttosto brutto, opinione personale) attribuito a quel taxon. Tale nome, tra virgolette e non in corsivo, quindi scritto con la consapevolezza che non sia valido, è apparso persino in un articolo formale riguardante Acrocanthosaurus. Quel nome inizia per “Bronto...” e finisce per “...raptor”. Io non userò questo nome, ma mi limiterò a citare la sigla dell’esemplare, TATE 0012.
TATE 0012 è un teropode di grossa taglia (femore di 83 cm) dal Giurassico Superiore della Formazione Morrison, USA. Resti noti ed attribuiti a questo possibile nuovo teropode sono un atlante, epistrofeo, un sacro completo, una serie disarticolata di caudali prossimali, uno scapulocoracoide, un cinto pelvico completo, femore, tibia e fibula.
La morfologia dell’esemplare è estremamente simile a quella di Torvosaurus (il quale proviene dalla stessa formazione... aspetto significativo alla fine del post) dal quale si distingue per la forma del margine craniale dell’ileo (relativamente più rettilineo), l’orientazione del peduncolo pubico, l’orientazione della mensola breve postacetabolare, la sinfisi pubica più ridotta, il canale pelvico più ridotto, l’ischio più rettilineo, la presenza di due finestre nella lamina otturatoria ischiatica, e per la mancanza di una sinfisi ischiatica.
TATE 0012 è chiaramente un Torvosaurinae (il nodo “Torvosaurus + TATE 0012” è tra i più stabili nei risultati da Megamatrice, supportato da sette sinapomorfie non-ambigue), e non mi sorprenderei se fosse attribuito allo stesso Torvosaurus. Megamatrice individua sei caratteri che distinguono TATE 0012 da T. tanneri: presenza di una mensola verticale sopracetabolare, presenza di finestra pubica supplementare, una maggiore estansione craniale del condilo fibulare della regione prossimale della tibia, assenza di contatto tra le mensole emipubiche. A parte il carattere tibiale, l’aspetto da chiarire è se le altre differenze siano filogenetiche oppure, una forma di dimorfismo intraspecifico, probabilmente sessuale. Questa ultima ipotesi, che propongo qui per la prima volta, deriva dal fatto che buona parte delle differenze finora individuate tra TATE 0012 e l’olotipo di Torvosaurus tanneri sono prettamente di tipo “qualitativo” relative a condizioni pelviche, e potrebbero quindi essere legate all’apparato riproduttore.
Nuovi dati sono necessari per poter estendere questo discorso...
Bibliografia:
Siegwarth, Lindbeck, Redman, Southwell & Bakker, unpublished. Megalosaurid Dinosaurs from the Late Jurassic Morrison Formation of Eastern Wyoming.
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