Per chi vede la paleontologia dei theropodi come una forma di "antica zoologia" non dissimile qualitativamente ("nella sostanza") dalle condizioni osservabili nel presente, può non apparire evidente, eppure, la grande maggioranza delle specie di theropodi mesozoici che conosciamo è composta ciascuna da pochi individui, specie di cui spesso non sappiamo esattamente a che stadio di sviluppo ontogenetico collocare i pochi individui noti (pulcino appena sguisciato, giovane, subadulto, adulto maturo o senescente, per usare categorie necessariamente arbitrarie). In breve, a parte forse un paio di casi non esiste una sola specie di theropode fossile per cui sia possibile ricostruire tutte le fasi di crescita degli individui. Ad esempio, l'unico esemplare noto di Baryonyx walkeri è un subadulto, quindi ad oggi non conosciamo un adulto di quella specie. La maggioranza degli esemplari giovanili noti appartiene a Coelurosauria, con i tyrannosauridi il clade maggiormente noto dal punto di vista delle modifiche ontogenetiche dal giovane all'adulto. Allosauroidea è quasi sconosciuto nella sue fasi giovanili, con Allosaurus unico per cui si abbia qualche dato.
In uno studio attualmente in stampa, D'Emic et al. (in press) descrivono un esemplare di theropode immaturo dal Cretacico Inferiore del Nordamerica e lo attribuiscono ad Acrocanthosaurus sulla base della caratteristiche generali da carcharodontosauro e la presenza di un carattere diagnostico di Acrocanthosaurus a livello del femore. L'esemplare ha una dimensione stimata attorno al 50-70% delle dimensioni adulte ed è chiaramente giovanile in base al gradi di (non) fusione delle suture neurocentrali (tra arco neurale e centro nella vertebre). Rispetto all'adulto di Acrocanthosaurus, l'esemplare mostra alcune differenze che gli autori interpretano come condizioni giovanili.
Sulla base dei dati relativi alle sezioni ossee, gli autori determinano una curva di crescita per Acrocanthosaurus analoga a quella stimata per i tyrannosauridi, che indicano un tasso di crescita per questi grandi theropodi coerente con quello stimato per un ipotetico uccello precoce (come il pollo) di quelle dimensioni.
D'Emic et al. (in press) notano che a parte Acrocanthosaurus non sono noti altri theropodi giganti nella seconda metà del Cretacico Inferiore, in analogia con quanto accade alla fine del Maastrichtiano (dove è noto solo Tyrannosaurus), e suggeriscono come possibile motivo la presenza di un superpredatore dal tasso di crescita accelerato che agirebbe da "cuneo di volta" per l'ecosistema, impendendo l'affermazione di altri grandi predatori. Non sono del tutto critico verso queste interpretazioni, tuttavia faccio notare l'attuale scarsità di informazioni relative al Cretacico Inferiore nordamericano, che potrebbe falsare le nostre interpretazioni sulla diversità faunistica agli apici delle catene alimentari. Inoltre, io tenderei a rovesciare l'ottica per interpretare la presenza di un singolo predatore: invece che supporre il ruolo di quest'ultimo come "vincolo" alla presenza di altri grandi theropodi, suggerisco una possibile spiegazione ecosistemica generale, una fase di condizioni "r-selettive" (condizioni ambientali che favorirrebbero poche specie generaliste e ad ampia distribuzione geografica piuttosto che tante specie specie specializzate) piuttosto che fattori indotti da una qualche "specie-chiave (di volta)".
Ringrazio Mark Wildman per avermi inviato una copia di D'Emic et al. (in press).
Bibliografia:
D’Emic, Michael D., Melstrom, Keegan M., Eddy, Drew R., Paleobiology and geographic range of the large-bodied Cretaceous theropod dinosaur Acrocanthosaurus atokensis, Palaeogeography, Palaeoclimatology, Palaeoecology (2012), doi: 10.1016/ j.palaeo.2012.03.003
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