http://www.wmnh.com/wmge0000.htm |
Una delle peculiarità del famoso "Uomo del Similaun" è la presenza di una punta di freccia all'interno del cadavere. Forse, essa fu la causa della morte di quell'uomo. Forse no. Capita che, durante un evento traumatico nel quale il corpo di un animale (uomo compreso) interagisce con piccoli oggetti con elevata energia cinetica, uno o più di questi oggetti penetrino nel corpo senza ledere organi vitali e senza provocare infezioni. In genere, se l'oggetto è troppo piccolo per essere percepito, oppure troppo grande per essere demolito dal sistema immunitario, il processo di cicatrizzazione può inglobare il frammento intruso, fino a renderlo parte dell'animale.
In animali ben più resistenti di noi, adattati a esistenze molto traumatiche e feroci, come i theropodi mesozoici, può capitare quindi di rinvenire "intrusioni" bizzarre.
Eddy (2008) descrive uno degli esemplari meglio conservati di Acrocanthosaurus. L'osservazione dettagliata del mascellare ha permesso di rinvenire un piccolo dente conficcato sul ramo ventrale di uno dei mascellari, all'altezza dell'ottavo alveolo. Il dente è troppo piccolo per essere di Acrocanthosaurus, ed appartiene probabilmente ad un crocodylomorfo. Inoltre, il dente non alloggia in un alveolo, ma è conficcato in una posizione anomala, lontano dalle sede naturale per un dente. Quindi, tutto concorre a interpretare il dente come un dente di coccodrillo, conficcatosi probabilmente a seguito di un morso molto tenace sul mascellare di Acrocanthosaurus. Tuttavia, questo dente non testimonia un atto di nutrizione sulla carcassa del theropode. Infatti, il dente del coccodrillo non è solamente conficcato (come accade nei casi di tracce di morso accompagnate da distacco del dente dalla bocca del predatore), ma è inglobato parzialmente nel tessuto osseo dell'Acrocanthosaurus. Quindi, tra l'episodio che portò il dente a conficcarsi e la morte del theropode intercorse un tempo sufficientemente lungo affinché l'osso attorno alla perforazione si rimarginò in parte, inglobando il dente. Ovvero, il theropode non morì a seguito dell'attacco di un coccodrillo, né fu il pasto di quel coccodrillo. Il dente conficcato e parzialmente inglobato ci dice che un giorno di 125 milioni di anni fa, avvenne uno scontro tra un coccodrillo (non particolarmente grande, a giudicare dalle dimensioni del dente) ed un Acrocanthosaurus. Non sappiamo cosa accadde al coccodrillo, ma di sicuro il theropode sopravvisse allo scontro, dato che l'osso si rimarginò attorno alla ferita.
Ora, non è possibile stabilire come e perché i due animali interagirono, tuttavia, date le dimensioni probabilmente modeste del coccodrillo "fonte" del dente, la spiegazione più probabile che mi viene in mente (per quanto solo speculativa) è che il coccodrillo fu una preda del theropode, e quel dente testimoni l'ultimo disperato tentativo di opporre resistenza, prima di essere ucciso ed ingoiato dal dinosauro. In effetti, in quale altro modo un coccodrillo medio-piccolo poté raggiungere la testa del theropode all'altezza del mascellare e morderlo con forza sufficiente per conficcare un dente? Chiunque abbia provato a tenere in mano un rettile di piccole dimensioni, avrà notato che la prima cosa che l'animale fa per difendersi è mordere (con una notevole tenacia) le dita che lo stanno trattenendo. Bene, sostituite le dita con le mascelle, e probabilmente avrete risolto l'enigma...
Bibliografia:
Eddy D, 2008. A re-analysis of the skull of Acrocanthosaurus atokensis
(NCSM 14345): Implications for allosauroid morphology, phylogeny, and biogeography.
Masters Thesis. 180 pp.
Non potrebbe essere che lo scontro tra i due sia avvenuto allo stadio giovanile del dinosauro, scampato, quindi, alle fauci del coccodrillo?
RispondiEliminaAndrea/GGD!
Non credo: nel testo si parla di "parziale inglobamento" del dente nell'osso, quindi una cosa relativamente recente. L'Acrocanthosaurus è un adulto, quindi avrà avuto almeno 20 anni. Se fosse stato un evento giovanile, sarebbero trascorsi 10 anni. Considerando la velocità con cui cresce l'osso nei dinosauri, un "parziale inglobamento" è qualcosa di mesi o pochi anni, non decenni.
RispondiEliminaOvviamente, il mio è un ragionamento (sebbene mi pare sensato): solo un esame istologico dell'osso saprebbe stimare la questione.
faccio un'ipotesi troppo speculativa: a volte i coccodrilli odierni attaccano per errore animali molto più grandi di loro, e a conferma di ciò potete vedere una delle "foto dell'anno" del National geographic, in cui un coccodrillo del Nilo attacca un elefante adulto afferrandolo per la proboscide. non è possibile che il coccodrillo abbia attaccato per errore il theropode mentre quest'ultimo si abbeverava? ovviamente, questa rimane una speculazione molto poco scientifica!
RispondiEliminaGiacomo
Gli scenari sono molteplici, e molti aldilà delle nostre possibilità di previsione basate sulle prove.
RispondiEliminaLa tua speculazione contiene al suo interno un'ulteriore speculazione (che quasi tutti danno per scontata senza nemmeno valutarne la correttezza): chi l'ha detto che un Acrocanthosaurus si abbeverasse?
già...e chi l'ha detto che quel coccodrillo fosse un animale acquatico? poteva benissimo essere un crocodylomorfo terrestre! hai ragione, gli scenari sono davvero molteplici e imprevedibili!
RispondiEliminaGiacomo
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
RispondiEliminaMolto interessante, ed in effetti non è difficile ipotizzare un caso di predazione. Un po' come attualmente in alcune zone dell'Asia, sono stati documentati casi di tigri che hanno predato giovani coccodrilli, così come coccodrilli adulti che hanno predato delle tigri. Non so di eventuali risconti anche in Africa o altre zone.
RispondiEliminaA questo punto però avrei due questioni: le dimensioni del dente sono descritte o solo accennate?
E, spostando leggermente il tema, è davvero possibile che un theropode gigante ipercarnivoro come Acrocanthosaurus non si abbeverasse?
Non sono a conoscenza di rettili prettamente carnivori terrestri che abbiano comportamenti simili, né di alcun paleognato (se ben ricordo).
Generalmente sono quei rettili con una componente più o meno elevata di vegetali nella propria dieta a non abbeverarsi.
Axel.
Le dimensioni del dente non sono citate. Tuttavia, deduco che fosse piccolo per 2 motivi:
RispondiElimina1-nelle foto del fossile non si vede né il dente né la ferita.
2-se fosse stato relativamente grande, l'animale non avrebbe avuto problemi a estrarlo in qualche modo (è più facile estrarre un pugnale che una scheggia di legno).
Io NON so se Acrocanthosaurus (o altri taxa) NON si abbeverasse, ma nemmeno chi dà per scontato che lo facessero sa ciò che (spesso acriticamente) assume. Come sempre, in questo blog non dò certezze, ma propongo dubbi, alternative e critiche verso preconcetti e "ovvietà" che poi ovvie non sono.
Ad ogni modo, i carnivori dei deserti traggono l'acqua dai tessuti delle loro prede. In assenza di dati precisi sul sistema escretore e l'ambiente, è difficile sapere se un animale abbia bisogno di bere o se invece possa trarre l'acqua direttamente dal cibo.
Tra i vari scenari possibili trovo abbastanza verosimile la visione di Giacomo. E' possibile che il dente di piccole dimensioni appartenesse in realtà ad un coccodrillo di grandi dimensioni?
RispondiEliminaCau, credi che un animale di tali dimensioni possa davvero fare a meno di abbeverarsi? Animali come le testuggini terrestri che possono campare tranquillamente senza acqua (poichè la assimilano grazie ai vegetali che mangiano), appena hanno l'opportunità di bere la sfruttano senza pensarci due volte. Ovviamente il paragone con gli animali attuali era solo per fare un esempio, non è mia intenzione attribuire arbitrariamente a dei fossili i comportamenti dei viventi attuali.
Il dente in questione era necessariamente piccolo (sennò, ripeto, non restava inglobato nella mascella). Denti così piccoli sono in bocche piccole, di coccodrilli piccoli, probabilmente giovani. Niente "supercroc vs big dino".
RispondiEliminaQuello che credo io ha poca importanza: senza dati diretti o indiretti restiamo nel campo della pura opinione.
Dubito che qualcuno di voi abbia dati approfonditi sulle correlazioni tra dimensioni, dieta, ambiente, sistema escretore e capacità di "bere". Inoltre, anche l'anatomia cranio-cervicale incide. Ad esempio, non ha molto senso aspettarsi che un Acrocanthosaurus beva come una gallina o come una tartaruga... quindi, i vostri paragoni sono abbastanza limitati.
Inoltre, ci sono tanti modi con cui si può reperire acqua, senza abbeverarsi.
Una carcassa di sauropode potrebbe avere tanto liquido (sangue) da soddisfare la sete di un carnivoro. I dinosauri non sudano, quindi perdono meno acqua di un mammifero. I rettili generalmente trattengono molto l'acqua che assimilano, quindi hanno meno bisogno di bere.
Tutti questi argomenti devono essere intergrati in calcoli e modelli, sennò sono solo chiacchiere...
Per questo dico che non si può sostenere alcunché senza un'ampia serie di dati.