Una delle "leggi" della paleontologia recita: "L'assenza di prove non è prova di assenza." Un'altra recita: "Quello che vedi sarà sempre meno di quello che fu".
Ovviamente, noi dobbiamo basarci su quello che vediamo per dedurre ciò che non fu, ed evitare di usare ciò che manca per negare ciò che vediamo.
Ovviamente, noi dobbiamo basarci su quello che vediamo per dedurre ciò che non fu, ed evitare di usare ciò che manca per negare ciò che vediamo.
Tianyulong ha rivoluzionato la nostra visione dell'evoluzione del piumaggio nei dinosauri. Le sue strutture tegumentarie, filamentose, cave ed allungate, sono probabilmente delle protopiume al primo stadio della sequenza evolutiva che si completa nei maniraptori. Tuttavia, sono stati sollevati alcuni dubbi interpretativi. In particolare, è stato richiamato in causa un altro ornithischio, che per primo aveva mostrato strutture tegumentarie allungate, forse precursori delle piume, Psittacosaurus. L'esemplare citato è il famoso esemplare con "la coda crestata", descritto da Mayr et al. (2002). Esso mostra una fitta serie di strutture allungate e tubolari, poste sul margine dorsale della metà prossimale della coda. Il resto del corpo, compresa la superficie laterale della coda, presenta una pelle tubercolata, "classica rettiliana". Sebbene la natura allungata e tubolare delle strutture caudali sia omologabile alle protopiume, molti hanno evidenziato che il resto della pelle appare squamata. Tuttavia, la presenza di pelle squamata non esclude che strutture filamentose, come quelle presenti in Tianyulong, potessero crescere attorno alle squame, in maniera analoga a quanto accade attualmente nei piedi di alcuni uccelli, che sono contemporaneamente piumati e squamati. Pertanto, non si può escludere che esistessero filamenti sottili come quelli di Tianyulong, ma che non si sono fossilizzati. Aldilà di queste valutazioni, in questo post voglio contestare la interpretazione eccessivamente letterale che è stata data di questo fossile di Psittacosaurus. Molti ritengono che questo fossile, così ben conservato, ci indichi la reale distribuzione del tegumento filamentoso in questo animale. In realtà, la questione è più complessa. Probabilmente, questo esemplare ci mostra una realtà alterata dalla fossilizzazione, che solamente in parte rispecchia la condizione originaria.
Le evidenze a sostegno della mia argomentazione sono due:
1- Altri esemplari di Psittacosaurus, provenienti dalla stessa formazione, non mostrano tracce del tegumento caudale. Sebbene ciò possa essere una prova di dimorfismo del carattere nella popolazione (o di variabilità tra specie distinte), io ritengo che sia più semplicemente un effetto della fossilizzazione (tafonomico). Ad esempio, io ho osservato un altro esemplare di Psittacosaurus, conservato nella stessa condizione e postura dell'esemplare "crestato", ovvero, compresso dorsoventralmente, con gli arti parzialmente divaricati ed una chiara traccia scura del contorno del corpo. Tuttavia, mancava di tracce del tegumento filamentoso.
2- Il fossile non è totalmente in vista ventrale, dato che mostra una chiara torsione della coda, che è ruotata di circa 90° rispetto al resto del corpo (Mayr et al., 2002), così da esporre le spine neurali caudali, a differenza delle vertebre del resto del corpo.
L'immagine, schematica, illustra le mie parole.Come si vede dallo schema, se la coda subisce una torsione di 90°, la cresta dorsale, che sarebbe invisibile in vista ventrale, risulta parzialmente visibile anche in vista ventrale, proiettandosi lateralmente.
Combinando questi due fatti, si può dedurre che:
A- Solo in esemplari conservati di fianco può essere evidente la linea dorsale del corpo, sede di una possibile cresta dorsale. Sia l'esemplare di Mayr et al. (2002) che quello visto da me hanno il corpo preservato in vista ventrale. Difatti, nessuno dei due mostra tracce di eventuali creste dorsali a livello della regione pre-caudale.
B- La torsione della coda ha come effetto che, in vista ventrale, solamente una parte della coda è esposta ventralmente, mentre il resto è esposto lateralmente. Pertanto, un'eventuale cresta dorsale che corra lungo tutto il corpo sarebbe visibile solamente nella zona della coda che ha subito la torsione e che giaccia parallelamente al piano di fossilizzazione. Ciò è esattamente quello che osserviamo nel fossile "crestato", il quale, quindi, probabilmente non ci sta mostrando la reale estensione completa della cresta dorsale.
Quindi, concludendo, è plausibile che la torsione della coda, combinata con la preservazione in vista ventrale del corpo, abbia prodotto l'illusione che l'animale presenti solamente una cresta caudale. Probabilmente, la cresta era estesa lungo l'intera linea dorsale dell'animale.
Spero che i miei amici ceratopsologi non mi sommergano di insulti o mi provochino qualche torsione indesiderata.
Bibliografia:
Mayr, Gerald Mayr, D. Stefan Peters, Gerhard Plodowski and Olaf Vogel, 2002. Bristle-like integumentary structures at the tail of the horned dinosaur Psittacosaurus. Naturwissenschaften, DOI 10.1007/s00114-002-0339-Published online: 17 July 2002.
Le evidenze a sostegno della mia argomentazione sono due:
1- Altri esemplari di Psittacosaurus, provenienti dalla stessa formazione, non mostrano tracce del tegumento caudale. Sebbene ciò possa essere una prova di dimorfismo del carattere nella popolazione (o di variabilità tra specie distinte), io ritengo che sia più semplicemente un effetto della fossilizzazione (tafonomico). Ad esempio, io ho osservato un altro esemplare di Psittacosaurus, conservato nella stessa condizione e postura dell'esemplare "crestato", ovvero, compresso dorsoventralmente, con gli arti parzialmente divaricati ed una chiara traccia scura del contorno del corpo. Tuttavia, mancava di tracce del tegumento filamentoso.
2- Il fossile non è totalmente in vista ventrale, dato che mostra una chiara torsione della coda, che è ruotata di circa 90° rispetto al resto del corpo (Mayr et al., 2002), così da esporre le spine neurali caudali, a differenza delle vertebre del resto del corpo.
L'immagine, schematica, illustra le mie parole.Come si vede dallo schema, se la coda subisce una torsione di 90°, la cresta dorsale, che sarebbe invisibile in vista ventrale, risulta parzialmente visibile anche in vista ventrale, proiettandosi lateralmente.
Combinando questi due fatti, si può dedurre che:
A- Solo in esemplari conservati di fianco può essere evidente la linea dorsale del corpo, sede di una possibile cresta dorsale. Sia l'esemplare di Mayr et al. (2002) che quello visto da me hanno il corpo preservato in vista ventrale. Difatti, nessuno dei due mostra tracce di eventuali creste dorsali a livello della regione pre-caudale.
B- La torsione della coda ha come effetto che, in vista ventrale, solamente una parte della coda è esposta ventralmente, mentre il resto è esposto lateralmente. Pertanto, un'eventuale cresta dorsale che corra lungo tutto il corpo sarebbe visibile solamente nella zona della coda che ha subito la torsione e che giaccia parallelamente al piano di fossilizzazione. Ciò è esattamente quello che osserviamo nel fossile "crestato", il quale, quindi, probabilmente non ci sta mostrando la reale estensione completa della cresta dorsale.
Quindi, concludendo, è plausibile che la torsione della coda, combinata con la preservazione in vista ventrale del corpo, abbia prodotto l'illusione che l'animale presenti solamente una cresta caudale. Probabilmente, la cresta era estesa lungo l'intera linea dorsale dell'animale.
Spero che i miei amici ceratopsologi non mi sommergano di insulti o mi provochino qualche torsione indesiderata.
Bibliografia:
Mayr, Gerald Mayr, D. Stefan Peters, Gerhard Plodowski and Olaf Vogel, 2002. Bristle-like integumentary structures at the tail of the horned dinosaur Psittacosaurus. Naturwissenschaften, DOI 10.1007/s00114-002-0339-Published online: 17 July 2002.
I've often thought that this animal had more quills than is commonly illustrated. At the very least, I imagine the quills ran up the whole tail and probably covered the flanks, though it would make reproduction a prickly situation! :-D
RispondiEliminaIf stegosaurs made sex, I see no reasons why psittacosaurs did not.
RispondiEliminaIf porcupines and echnidnas have sex, I see no reason why psittacosaurs, ankylosaurs or stegosaurs did not. ;)
RispondiEliminaIl ragionamento fila e mi aspetto anch'io qualcosa di simile. Faccio però l'avvocato del diavolo e sollevo l'unico dubbio che mi sovviene guardando il fossile.
RispondiEliminaQuesto dubbio riguarda l'interruzione brusca della cresta di filamenti, laddove la porzione più prossimale della coda è invece, almeno a livello di verterbre, già nella stessa norma laterale in cui giacciono le vertebre in corrispondenza delle quali comincia la cresta. Non dovremmo vedere la cresta estesa anche un po' più prossimalmente, sopra a tali vertebre prossimali già in norma laterale? O almeno, nel punto in cui avviene la torsione, se ci fossero i filamenti, essi invece di sparire alla vista bruscamente non dovrebbero sparire gradualmente - magari rapidamente, se la cresta varia di altezza bruscamente o se la torsione è concentrata in pochi centimetri - ma gradualmente?
In parte mi rispondo da solo con due osservazioni:
1) è ovvio che qualcosa è stato distorto dalla fossilizzazione, dato che la massa di "nero" sopra alle spine delle caudali più prossimali in buona parte non è, ovviamente, tessuto molle riconducibile al dorso della coda e dunque se i filamenti lì fossero stati più bassi o se si sono piegati in altro modo allora sarebbero già nascosti dalla norma di conservazione, così come gli altri ipotizzati lungo tutta la linea mediana del corpo.
2) è anche vero che non sappiamo quanti ne sono saltati via durante la preparazione del fossile: prossimalmente ai primi conservati la lastra non è proprio liscia liscia... magari quelli di transizione che accompagnavano la rotazione son saltati durante il lavoro con la sabbiatrice.. Chissà, magari han cominciato a prepararlo in direzione prossimo-distale e prima di capire che erano importanti ne han rimosso qualcuno.
Simone Maganuco
Mi ero posto la stessa obiezione. :-)
RispondiEliminaLa mia opinione sul contorno nero è che la carcassa andò in macerazione, ma che la pelle spessa mantenne buona parte dei gas all'interno, gonfiando il corpo (non mi convince l'interpretazione "obesa" dell'animale in vita) che poi assunse per compressione una sagoma dilatata. Pertanto, è possibile che i filamenti, adagiando sul tegumento espanso, si siano depositati su piano senza seguire alla lettera l'asse di torsione delle vertebre caudali. Ciò può spiegare in parte la non corrispondenza tra il piano prossimale delle spine e l'asse della coda.
In genere, interruzioni brusche nella sequenza di un fossile possono indicare che la struttura tridimensionalmente esce dal piano che abbiamo nel fossile (accade ad esempio col metriorinco di Bologna, che essendo una serie di lastre 2D spesso mostra forme strane che sono sensate solo visualizzando in 3D i vari piani di sezione che vediamo).
Anch'io penso che non fosse obeso, è sicuramente come dici, mai pensato il contrario.
RispondiEliminaSimone Maganuco