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14 ottobre 2008

Galleria degli Antenati - Prima Puntata: Palaeoraptor primus

Ispirato da un recente libro di R. Dawkins, inizio una serie dedicata alla ricostruzione degli ipotetici antenati comuni dei principali gruppi di teropodi. Gli animali che descrivo in questa serie non sono stati scoperti realmente: essi sono delle ipotesi filogenetiche basate sulla distribuzione dei caratteri noti. Ovvero, sono ricostruiti sulla base dei caratteri anatomici che si ritiene siano apparsi proprio in quello stadio dell’evoluzione dei teropodi. Sono ipotesi plausibili, seppur sempre suscettibili di modifica alla luce dei futuri ritrovamenti.

Il primo teropode che vado ad illustrare è il più recente antenato comune di Herrerasauria e Neotheropoda, che qui battezzo “Palaeoraptor primus”. Questa forma basale di teropode, una delle più antiche (sebbene non la più antica possibile) è vissuta nel Triassico Medio, ed era caratterizzata da un’articolazione intramandibolare a metà della mandibola che ne permetteva una maggiore dilatazione laterale, un chiaro adattamento per l’ingestione di prede relativamente voluminose, una maggiore curvatura dei denti rispetto agli altri dinosauriformi (“silesauridi”, ornitischi e sauropodomorfi), l’assenza della costrizione basale dei denti, una seghettatura dei denti più fitta e fine, la perdita del processo coronoide del surangolare, fosse estensorie molto marcate sui metacarpali, l’allungamento della seconda falange del secondo dito della mano, la riduzione del diametro del quarto metacarpale, il quale ora porta solo una falange, ed una regionalizzazione della coda (con la parte distale più rigida). Questi caratteri mostrano che Paleoraptor si differenziò dai suoi antenati, onnivori con tendenze erbivore*, per specializzarsi nella predazione attiva avente anche la mano come parte integrante della predazione. Per ora, Paleoraptor è niente più uno strano dinosauromorfo con aberranti tendenze carnivore, uno strano bipede predatore, probabilmente specializzatosi in qualche nicchia non ancora occupata dagli arcosauri crurotarsi, allora in piena espansione. Tuttavia, questo nuovo predatore, con la combinazione di bipedismo obbligatorio di efficiente marca dinosauriana, il flessibile collo ornitodiro e le nuove specializzazioni predatorie sia mandibolari che appendicolari, si rivelerà il vertebrato terrestre carnivoro di maggiore successo nella storia dell’evoluzione, l’antenato di una stirpe destinata a occupare i vertici delle piramidi ecologiche planetarie per i successivi 170 milioni di anni, e a generare una prole sconfinata e poliedrica di meravigliose macchine di morte, che va da Carnotaurus ad Aquila, passando per Phorusrachos e Spinosaurus, Hesperornis e Utahraptor, senza dimenticare il ritorno all’antica dieta dei dinosauriformi, meno predace ma pur sempre interessante, con Gallimimus, Therizinosaurus, Passer e Colibri.

Nella prossima puntata, il primo Neotheropoda.

*Sebbene si ritenga generalmente che l’alimentazione carnivora sia la condizione primitiva dei rettili diapsidi, arcosauri compresi, le attuali evidenze sembrano indicare che la condizione primitiva di Dinosauria non è l’alimentazione prettamente carnivora tipica dei teropodi, bensì un’onnivoria tendente all’erbivoro. Lo dimostrerebbe il fatto che i tre successivi sister-group di Theropoda (in questa ipotesi comprendente Herrerasauria), ovvero i dinosauri sauropodomorfi, i dinosauri ornitischi ed i dinosauriformi basali “silesauridi”, siano tutti e tre dei gruppi di onnivori-erbivori, dotati di dentature non carnivore, bensì chiaramente inclini all’erbivoria. Anche se non si può escludere che questi tre gruppi abbiano evoluto l’erbivoria indipendentemente l’uno dagli altri, l’ipotesi di un’origine unica dell’erbivoria alla base del nodo “Silesauridi + Dinosauria” (e del successivo ritorno alla carnivoria dei teropodi) è attualmente l’interpretazione più parsimoniosa dei dati a disposizione. Un risultato di tale ipotesi è la presenza di Herrerasauridae e Eoraptor alla base di Theropoda. Questo esempio dimostra come non si debbano speculare storie evolutive sulla base di presunti “principi generali dell’evoluzione” (in questo caso il presunto modello generale in base al quale la carnivoria è primitiva e l’erbivoria è derivata), bensì si debba sempre effettuare un’analisi filogenetica della totalità dei caratteri noti.

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