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05 febbraio 2025

Jurassic Park Reboot - l'idea primigenia



Mi sono sempre divertito a parlare di Jurassic Park, non l'ho mai nascosto né negato. Non capisco perché a certe persone dia fastidio questo mio divertimento. In fondo, mica sto parlando della loro nonna... Ad ogni modo, esce oggi il trailer del prossimo film del Franchise Giurassico. Come previsto da chi è ormai abbastanza vecchiotto da non farsi illusioni, il film si annuncia una miscela di elementi già visti nei film precedenti. Si torna su un'isola (ma allora perché distruggere la prima?), si torna in mezzo a laboratori abbandonati (idem come prima), si deve sopravvivere in mezzo a mostri ibridi più o meno aberranti e grotteschi (mai menzionati nei precedenti episodi ma chissà come nascosti in attesa di essere riesumati). Appare anche una spolverata di animali estinti i quali, purtroppo, sono molto deludenti agli occhi di chi conosce l'anatomia dei dinosauri reali. L'estetica dei dinosauri non pare essere una esigenza di chi produce questi film...

Amen, dubito che chi legge questo blog si fosse fatto idee diverse sull'esito dell'ennesima minestra riscaldata.

Qui siamo liberi di giocare con la fantascienza senza dover badare alla fanbase o al portafogli.

In un scritto di riflessioni sul suo genere letterario, Philip K. Dick sostiene che nella fantascienza il vero eroe sia l'idea. Un'idea, e lo sviluppo delle sue conseguenze, costituiscono il nucleo fondamentale di ogni storia di fantascienza. Una quindicina di anni fa, scrissi un romanzo (no, non parla di dinosauri), che ogni tanto mi propongo di rivedere e rifinire, il quale si regge tutto su una semplice domanda. Per rispondere a quella domanda, per renderla credibile, è necessario costruirvi intorno un mondo, una vicenda, dei personaggi che la reificano e personificano. Anche Jurassic Park si basa su una singola idea: potremmo riportare in vita i dinosauri? Ecco, Jurassic Park è, in sostanza, l'elaborazione dell'idea di riportare in vita i dinosauri. Intorno a questa idea è poi costruito tutto il resto della vicenda.

Elementi accessori, ma non strettamente vincolanti, di questa idea fondamentale sono anche l'idea di essere confinati in un posto isolato, e l'idea che i dinosauri siano ingestibili e molto pericolosi.

Quando il romanzo uscì, nel 1990, l'idea di riportare in vita i dinosauri tramite tecniche di clonazione di materiale biologico conservato in ambra mesozoica pareva avere un - per quanto minimo - margine di plausibilità. Oggi, a 35 anni di distanza, l'idea di clonare un dinosauro si è rivelata completamente fantascientifica, probabilmente irrealizzabile da qui all'eternità. Da un lato, il materiale genetico non si conserva così a lungo da sopravvivere dal Mesozoico ad oggi. Da un altro lato, per quanto sia ormai routinario clonare rane e topi, non abbiamo ancora sviluppato un modo per clonare rettili ed uccelli. Le uova di questi ultimi sono molto più complesse da maneggiare di quelle umane, o di quelle di un rospo. Pertanto, nell'ottica di una storia di fantascienza, la clonazione dei dinosauri è ancora (e persino più di 35 anni fa) del tutto nel regno della fantasia.

Che fare? Dilungarsi nel cercare di giustificare l'impossibile? Siamo quindi costretti ad introdurre la prima dose di sospensione dell'incredulità, ed accettare - senza cavillare troppo - che sia possibile clonare un dinosauro da qualche resto organico preservato nei fossili.

Recentemente, è stata sviluppata una tecnica che estrae informazione genetica da sedimenti recenti nelle grotte. Questa tecnica potrebbe in qualche modo essere usata in alternativa alle fantomatiche zanzare che formano la fonte di DNA fossile nel Jurassic Park originario. Teniamoci l'ambra come sorgente di materiale genetico, e assumiamo che esista una tecnica che estrae materiale genetico dai residui di pelle e piume conservati nell'ambra fossile. Bene, se accettiamo questa tecnica, possiamo ricavare ipotetico DNA di dinosauro da alcuni giacimenti di ambra mesozoica, ad esempio, quelli scoperti in Canada o in Birmania.

Per le esigenze della storia che svilupperò più avanti, la nostra fonte di ambra è localizzata nelle miniere della Birmania, e risale a 100 milioni di anni fa. Badate bene che sono miniere reali, non le sto inventando apposta.

Qui impongo una differenza sostanziale rispetto al primo Jurassic Park: invece di avere dinosauri clonati provenienti da ambre di epoche diverse e da continenti diversi, la nostra fonte sarà solo le cave della Birmania con strati di 100 milioni di anni fa. Ho sempre trovato incredibilmente irrealistico che, per puro caso, i genetisti di Jurassic Park avessero clonato proprio i dinosauri più familiari e popolari. Che incredibile fortuna, avere Tyrannosaurus, Triceratops e Apatosaurus! Perdonate la mia mania di "realismo" anche nella fantascianza, ma il nostro DNA fossile sarà solamente di dinosauri del Sud-Est Asiatico di metà Cretacico, i soli potenzialmente estraibili dall'ambra birmana.

Che dinosauri avremo?

In base alla documentazione fossile, Spinosauridae, Tyrannosauroidea, Titanosauriformes, Carcharodontosaria, Dromaeosauridae, Oviraptorosauria primitivi, Ornithomimosauria, Hadrosauroidea, Ankylosauridae primitivi. Questi sono i nostri bacini di specie.

Per rendere tutto più realistico, nessuna delle specie che ricaviamo dall'ambra è anche nota da resti ossei conosciuti: questo ci permette un decente margine di libertà nel caratterizzare gli animali. Le specie le tratterò in un prossimo post.

Nel prossimo episodio invece affronterò la questione di chi abbia i mezzi logistici per clonare i dinosauri, e del come e perché li abbia clonati. Intorno a questi elementi logistici inizieremo a tessere la trama per una vicenda.

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