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16 aprile 2025

Un enigmatico theropode scavatore con falangi fuse?

L'esemplare (da Averianov, 2025)


Averianov (2025) descrive due falangi distali fuse tra loro (lunghezza totale dei due elementi, circa 2 cm) dal Cretacico Superiore dell'Uzbekistan e le riferisce al piede di un enigmatico theropode scavatore.

Dopo aver letto la descrizione di questo materiale, sono scettico sull'attribuzione di queste falangi ad un theropode, e ritengo più probabile che appartengano ad una tartaruga.


I motivi per dubitare che questo fossile sia un Theropoda sono:


- assenza di un'ampia cavità midollare interna.

Le ossa dei theropodi sono generalmente cave internamente, e questa cavitazione si estende fino alle falangi distali (osservazione personale sulle tomografie di Halszkaraptor). Questo fossile invece mostra l'interno delle falangi riempito da un reticolo caotico di cavità, che suggeriscono una texture sostanzialmente spugnosa.


- assenza di fosse per il legamento collaterale.

Questa condizione è inusuale nei Theropoda ma visibile in molte falangi di tartaruga (osservazione personale).


- presenza di ampi forami sulle superfici laterale e ventrale delle due falangi.

Le falangi dei theropodi non hanno grandi forami che si aprono sulle superfici laterali e ventrali. Al contrario, questo carattere è presente in molte falangi di tartaruga (osservazione personale).


- superficie esterna dell'ungueale molto rugosa e bucherellata.

Questa condizione è presente in molte falangi ungueali di tartarughe, ma è anomala nei Theropoda, le cui superfici sono sostanzialmente lisce.


- solco collaterale ampio ma poco definito.

In Theropoda, il solco collaterale è generalmente ben definito e dei bordi netti. Negli altri rettili, incluse le tartarughe, il solco è spesso più basso e meno marcato rispetto al resto della superficie.


Inoltre, la fusione tra le due falangi, considerata dall'autore un carattere tassonomico genuino e non patologico, è poco compatibile con la marcata mobilità dell'articolazione distale delle dita del piede dei dinosauri, ma è più plausibile in animali come le tartarughe che generalmente non hanno una marcata mobilità (sia nella flessione che estensione) delle falangi del piede.

Concludendo, non vedo motivi solidi per riferire queste falangi ad un Theropoda. Penso sia più plausibile attribuirle ad una tartaruga, gruppo ugualmente rappresentato nell'unità di provenienza del fossile. 

09 aprile 2025

La non de-estinzione del non-metalupo



Generalmente, io non mi occupo di mammiferi cenozoici. Non sono il mio campo, io sono un esperto di rettili mesozoici, e come tutti i vecchi alla mia età sanno bene, non è saggio parlare di ambiti che non si conoscono con il sufficiente livello di competenza.

Tuttavia, il caso vuole che io sia un paleontologo dei vertebrati specializzato in sistematica e filogenetica, ovvero un esperto in come si identificano e definiscono le specie fossili di vertebrati. Pertanto, ho l'esperienza per esprimere un commento su una parte della notizia scientifica del mese, ovvero la così detta "de-estinzione" del "dire wolf" (specie Aenocyon dirus), di cui tutti stanno parlando in questi giorni. 

Screenshot dal sito della società biotecnologica Colossal in cui è esplicitamente menzionato Aenocyon dirus come specie "de-estinta" (fonte:https://colossal.com/direwolf/).

Non mi soffermo sulla questione genetica, che non è il mio campo, né su quella strettamente legata alle caratteristiche dei canidi (sia viventi che estinti), che non è il mio campo. Mi soffermo su un concetto più generale, ovvero, cosa sia una specie di vertebrato fossile, e quando, come e perché io possa chiamare un individuo "membro di quella specie".

Un vertebrato fossile è, in pratica, un insieme di attributi morfologici che si possono osservare associati in un singolo esemplare fossile.

Ad esempio, se hai scoperto un fossile di vertebrato con undici denti premascellari, muso platirostrale con premascellari fusi, osso jugale con un vestigio di processo ascendente, vertebre cervicali anteriori con postzigapofisi fuse in un processo a forma di spatola, cervicali posteriori senza spina neurale, terzo dito della mano più lungo e più robusto del secondo, e secondo dito del piede con seconda falange senza distinzione tra diafisi e faccette articolari, allora hai scoperto un esemplare di Halszkaraptor escuilliei. Non c'è altro modo per identificare un Halszkaraptor escuilliei.

Se un genetista dichiarasse che ha preso un anatra, ne ha modificato il DNA per farle avere l'aspetto esteriore che siamo abituati ad attribuire ad Halszkaraptor escuilliei, per farla camminare e muovere come pensiamo forse avesse camminato Halszkaraptor escuilliei, quell'animale non sarebbe un Halszkaraptor ma solo un'anatra geneticamente-editata.

Se il medesimo genetista fosse in possesso di alcuni alleli di geni del genoma di Halszkaraptor che codificano per alcuni tratti della morfologia e del comportamento di Halszkataptor, e li inserisse con successo nel genoma di un'anatra mutante, in tal caso, avrebbe ottenuto un Halszkaraptor? No, avrebbe un'altra anatra ancora più geneticamente-editata della prima.

L'esempio qui sopra può sembrare forzatamente estremo, perché un canide di poche migliaia di anni fa differisce da un lupo grigio meno di quanto un dromaeosauride del Cretacico differisce da un anatra. C'è molta più affinità genetica tra un Canis familiaris ed un Aenocyon dirus che tra un Halszkaraptor escuilliei ed un Anas platyrhynchos. Ma il concetto è sostanzialmente il medesimo.

Un Canis familiaris (lupo grigio) al quale hanno editato alcuni alleli per dargli un aspetto che forse ricorda quello in vita di Aenocyon dirus NON è un Aenocyon dirus.

Per questo motivo, sono veramente sbalordito da questa dichiarazione di un rappresentante della società biotecnologica che ha "de-estinto" il dire wolf, lasciata sulla pagina Facebook del mio blog:


In pratica, essi ammettono di aver giocato con le parole. Essi chiamano "dire wolf" quello che è solamente un lupo editato-geneticamente. Il motivo di questo palese sofismo di nomenclatura è ovvio: il nome "dire wolf" è molto più suggestivo ed accattivante di "lupo grigio editato geneticamente". Ovvero, questa è solo una trovata pubblicitaria, un espediente per accattivare finanziatori e sostenitori. Ma sul piano paleontologico, qui non è stata "de-estinta" alcuna specie. Hanno giocato con il DNA di un lupo per fargli assumere alcuni attributi che, secondo loro, erano tipici e caratteristici di Aenocyon. Ma simulare alcuni elementi di un animale non significa averlo riportato in vita.

Faccio notare, banalmente, che parte della dichiarazione di Colossal è in ogni caso del tutto arbitaria: nessuno conosce l'aspetto in vita del dire wolf, nessuno conosce il comportamento in vita del dire wolf, nessuno ha modo di determinare se l'ecologia di un animale creato in laboratorio sia analoga a quella di una specie estinta. Sono tutte delle "supercazzole" pseudo-scientifiche per far stare in piedi la arbitraria decisione di dare a questo lupo editato-geneticamente un nome colloquiale usato per una distinta specie fossile.

Ora, aspettiamo che questi animali crescano e raggiungano l'età adulta, e confrontiamo il loro scheletro adulto con quello degli Aenocyon: se lo scheletro rimane quello di un lupo, la faccenda si chiude qui. Qualora lo scheletro mostri caratteri diagnostici di Aenocyon, allora avrà senso riparlarne.

 

02 aprile 2025

L'Exoparia e l'illusione della paleoarte anatomicamente accurata

Un ciuffo di penne modificate circondava l'orecchio dei dinosauri, fungendo da padiglione auricolare? Prima di commentare schiumando bile d'indignazione, leggi questo post...


Nel mio libro "Ricostruire i Dinosauri" dedico un capitolo ai limiti della ricostruzione paleontologica. Alcuni di questi limiti sono contingenti, dovuti all'attuale stato della conoscenza, quindi potenzialmente superabili in futuro grazie a nuove scoperte o all'introduzione di nuovi metodi di indagine, ma altri sono intrinseci e fondamentali, risiedono nella natura stessa della paleontologia e non potranno mai essere superati, se non nella improbabile eventualità di avere di fronte l'organismo estinto ancora in vita (una contraddizione logica che, di fatto, comporta la traslazione dell'organismo dalla paleontologia alla biologia, quindi rendendo inutile una "ricostruzione" di qualcosa che a quel punto diventa palese davanti a noi).

Il limite fondamentale della ricostruzione paleontologica è che essa si fonda sulla analogia con il vivente, ed è quindi vincolata al campione di opzioni dato dal vivente. A meno di non essere degli irriducibili attualisti e credere che tutte le opzioni biologiche possibili siano espresse dalle forme di vita attuali, dobbiamo necessariamente ammettere che nel passato siano esistite condizioni biologiche non più osservabili in natura, e quindi automaticamente escluse dal campione di opzioni viventi dalle quali attinge la procedura analogica della ricostruzione paleontologica.

Corollario: esisterà sempre qualcosa nella paleontologia che non è possibile ricostruire. Cosa? Non possiamo saperlo, dato che non è possibile conoscere ciò che non è ancora noto.

Come ho scritto prima, una parte di questi limiti è destinata ad essere superata, grazie a nuove scoperte. La storia della paleontologia dei dinosauri è costellata di esempi di strutture molli, tegumenti e parti non-ossee che, una volta scoperte, sono risultate essere del tutto impossibili da determinare partendo dalla analogia con le sole specie viventi, perché non erano condivise in nessun animale di oggi. Al tempo stesso, il numero progressivamente crescente di questi tessuti, organi e condizioni biologiche scoperti e del tutto inattesi prima della scoperta dimostra che, potenzialmente, la quantità di elementi anatomici a noi ancora del tutto sconosciuti è molto più grande di quello che possiamo immaginare.

Ecco alcuni esempi che illustrano quanto ho appena scritto:


Sebbene alcuni paleontologi avessero ipotizzato che alcuni dinosauri fossero piumati anche prima della scoperta di questo tegumento nei dinosauri (scoperta avvenuta in modo definitivo nella seconda metà degli anni '90 del XX Secolo), nessun paleoartista aveva mai azzardato l'ipotesi che i dinosauri avessero tipologie di piumaggio del tutto nuove ed assenti negli uccelli moderni.

Ad esempio, nessun uccello moderno ha la complessa tipologia di penne remiganti metatarsali sulle gambe come osserviamo nei Microraptorinae.

La lista di tipi di piumaggio non-aviano assenti negli uccelli moderni è lunga:

Le "penne allungate nastriformi" presenti in alcuni scansoriopterygidi e pigostiliani basali sono strutturalmente prive di equivalenti moderni.

Beipiaosaurus mostra un tipo di grandi "penne" simili a foglie nastriformi prive di corrispondenti moderni.

Sinornithosaurus mostra lunghi ciuffi di filamenti semplici collegati solo alla base e filamenti moderatamente ramificati. Nessun uccello moderno mostra questa tipologia di piumaggio.

Anchiornis presenta livelli successivi di sottili penne sulle ali, secondo un pattern diverso da quello che forma la superficie alare degli uccelli moderni.

Psittacosaurus presenta un corpo squamato ed (almeno sulla coda) una fitta schiera di setole non ramificate. Nessun rettile moderno mostra questa combinazione di tegumento.

Kulindadromeus mostra una complessa combinazione di "proto-piume" e squame in diverse parti del corpo. Nessun rettile né uccello moderno è lontanamente analogo a questa condizione.

Il piccolo theropode Juravenator presenta filamenti semplici associati a pelle squamata, un altro mix di elementi del tutto privo di analoghi viventi.

La lista di tegumenti dinosauriani privi di analoghi moderni non si limita alle piume. Anche le squame dei dinosauri sono in molti casi del tutto originali e prive di analoghi viventi, al punto che è stato necessario introdurre nuove terminologie per descriverle.

Ad esempio, la maggioranza dei grandi dinosauri ricoperti di squame è dotata di una fittissima squamatura di piccole "squame basement" associata ad una meno densa serie di più ampie "squame feature". Un simile pattern non si osserva nei rettili di oggi, e sarebbe impossibile da determinare partendo solo dalle specie viventi come modello di riferimento.

In alcuni grandi dinosauri sono presenti dei "cluster" di squame raggruppati per forma e dimensioni in certe parti del corpo, una condizione assente nei rettili moderni ma che potrebbe essere stata dotata in vita di differenti colorazioni.

Recentemente, in alcuni Hadrosauridae è stato osservato un nuovo tipo di squame dalla forma irregolare, "a gancio", del tutto assente nei rettili odierni.

Le texture delle superfici subcutanee delle ossa facciali di molti dinosauri non sono riconducibili fedelmente né alla tipologia dei coccodrilli né a quella di altri rettili, e ciò implica un tipo di tegumento facciale in questi dinosauri che non è del tutto equivalente ad alcun modello vivente (è questo il motivo principale per cui si discute tanto, e spesso in modo contraddittorio, intorno alla ricostruzione facciale di alcuni dinosauri come i Tyrannosauridae). La densità di forami neurovascolari ed il grado di rugosità sulle ossa facciali di molti dinosauri sono minori di quelle dei coccodrilli ma maggiori di quella delle lucertole: che tegumento dobbiamo ricostruire?

Anche se tradizionalmente si ricostruiscono i piedi dei dinosauri prendendo le scutellature degli uccelli come modello, oggi sappiamo su basi embriologiche che le scutellature aviane sono piume modificate, e potrebbero non essere omologhe alle squamature delle zampe dei dinosauri.

La lista delle condizioni anatomiche dinosauriane assenti nelle specie viventi si estende anche alla muscolatura.

La recente scoperta dell'exoparia (muscolo o legamento facciale che collega la regione zigomatica alla superficie laterale del surangolare mandibolare) dimostra che non tutti i muscoli/legamenti dei dinosauri non-aviani hanno degli analoghi viventi ricavabili in modo semplice e lineare.

Pur derivando dall'impianto generale rettiliano, il sistema muscolare masticatorio di molti ornitischi non ha alcun equivalente moderno. In questi animali, un'inusuale meccanica delle ossa mandibolari implica un modello masticatorio che non si osserva in alcun animale di oggi.

L'impianto dei muscoli della gamba nei dinosauri non-aviani non è una copia fedele né del modello rettiliano (coccodrilliano) né di quello aviano. A differenza dei coccodrilli, i dinosauri tendono ad avere una inserzione più prossimale di parte della muscolatura del piede, ma a differenza degli uccelli conservano il distretto degli estensori del bacino come principale sistema di trazione dell'arto. La caviglia dei dinosauri è un unicum non riconducibile agli uccelli o ai coccodrilli, perché presenta un'articolazione mesotarsale semplice privata di un momento estensorio della caviglia. Pertanto, sia nella muscolatura che nella dinamica di camminata, i dinosauri non-aviani non possono essere ricostruiti prendendo come modello base qualche animale odierno (a differenza delle ricostruzioni ormai mainstream di Paul e Bakker).

Il sistema di ventilazione dei dinosauri non è riconducibile fedelmente né ai modelli rettiliani né a quello aviano. In alcuni casi, come gli ornitischi e nei dromaeosauridi, il meccanismo di ventilazione ha comportato una originale riorganizzazione della muscolatura pelvica. Pensare che questi animali ventilassero come coccodrilli o come uccelli è quindi improbabile.

Molti ornitischi hanno tendini ossificati sul dorso e sulla coda. Alcuni theropodi hanno accenni di ossificazioni nei tendini di dorso e coda. I Dromaeosauridae hanno spesse guainee di ossificazioni nella coda. Non esistono analoghi viventi per queste combinazioni di elementi strutturali: che effetto avevano questi elementi sulla muscolatura, la ventilazione e sulla locomozione negli animali in vita?

La scoperta di dentature fossili di sauropode letteralmente "ancorate al nulla" ha dimostrato che in questi animali un tessuto non-osseo, probabilmente la gengiva ispessita, fungeva da ancoraggio per i denti: si tratta di una modalità di impianto boccale che non ha equivalenti moderni. Dato che la texture dello smalto di questi sauropodi mostra bizzarre analogie con quella di molti denti di theropodi, è possibile che una peculiare organizzazione orale fosse diffusa in molti altri dinosauri, non solo nei sauropodi.

Molti dinosauri mostrano contemporaneamente una parte del muso su sui ancorava un becco corneo ed un'altra parte della bocca che porta i denti: questo modello di organizzazione boccale non ha equivalenti moderni tra i rettili o gli uccelli, e non è quindi riconducibile né al solo becco aviano né alla classica bocca rettiliana.

Siamo veramente sicuri di aver capito come fosse organizzata la parte molle di queste bocche in vita?

Questa è solo una breve lista di ciò che abbiamo scoperto finora essere stato presente nei dinosauri ma essere assente nelle specie viventi oggi. Quanto ancora non abbiamo scoperto? Il mio sospetto è che questa sia solo la punta dell'iceberg. Purtroppo, non possiamo sapere quello che non conosciamo.

Al tempo stesso, ciò è enormemente eccitante e stimolante per noi paleontologi, perché sappiamo che c'è ancora un intero universo di scoperte che attendono di essere riportate alla luce.

Cosa ci aspetta il futuro? Non possiamo saperlo. Ma se il trend di scoperte che ho elencato sopra è indicativo di una regola generale, allora è ragionevole concludere che conosciamo ancora molto poco del reale aspetto e della effettiva biologia dei dinosauri.

L'immagine dei dinosauri a cui siamo più affezionati, pertanto, è molto probabilmente solo un'illusione temporanea.


28 marzo 2025

Duonychus: un nuovo Erlikosaurus, un giovane Segnosaurus... o entrambi?

Duonychus (Kobayashi et al. 2025)

 

La recente descrizione del nuovo therizinosauride Duonychus (Kobayashi et al. 2025), caratterizzato dall'avere il terzo dito della mano vestigiale (primo caso di mano didattila in Therizinosauria), mi ha portato a rivedere lo status di alcuni therizinosauridi.

Il mio cruccio parte dalla unità geologica di Duonychus: la Formazione Bayanshiree, nella parte bassa del Cretacico Superiore della Mongolia. Dalla medesima unità provengono già tre icone therizinosauriane: Segnosaurus, Erlikosaurus ed Enigmosaurus. L'aggiunta di Duonychus alla lista fa nascere un dubbio più che legittimo: stiamo forse gonfiando la reale diversità dei therizinosauri da quell'unità?


Vediamo come stanno le cose.


Segnosaurus è il taxon più abbondante, noto da due località e da più di un esemplare. Si tratta anche del taxon più grande tra i therizinosauri di questa unità.


Enigmosaurus è basato su un bacino in parte patologico e probabilmente maturo, ed è chiaramente distinguibile da Segnosaurus per le minori dimensioni e proporzioni.


Erlikosaurus è della stessa taglia di Duonychus, è basato su un cranio completo, un piede, più altri elementi postcraniali mai illustrati nel dettaglio né accessibili o visionati nelle recenti revisioni del taxon (Zanno, 2010). Il cranio è di dimensioni minori di Segnosaurus, e mostra alcuni elementi immaturi, come la presenza di fosse premascellari e la incompleta fusione degli elementi del neurocranio (Lautenschlager et al. 2014). L'unico elemento postcraniale considerato differente da Segnosaurus, la compressione degli ungueali del piede, non è possibile verificarlo (Zanno, 2010).

In conclusione, non abbiamo una vera diagnosi differenziale che separi Erlikosaurus da Segnosaurus.

Potrebbe Erlikosaurus essere un giovane Segnosaurus? L'unica differenza significativa tra Erlikosaurus e Segnosaurus è nel numero dei denti del dentale (31 nel primo, 24-25 nel secondo), tuttavia, è noto che il numero dei denti varia ontogeneticamente nei dinosauri, quindi potrebbe non essere un elemento sufficiente per differenziarli.


Duonychus mostra caratteri immaturi, come la incompleta fusione delle suture neurocentrali, l'assenza di processi muscolari sull'omero. Kobayashi et al. (2025) notano che l'unico osso noto sia in Duonychus e Erlikosaurus è l'omero, ed elencano alcune differenze tra i due. Tuttavia, l'omero di Erlikosaurus non è mai stato descritto nel dettaglio, e la sola immagine disponibile è un disegno alquanto schematico. Pertanto, la differenza con Duonychus è piuttosto blanda.

Il pube di Duonychus è simile a quello di Segnosaurus, e si differenzia per alcune proporzioni che potrebbero essere influenzate dallo stadio di crescita. I due taxa sono distinti per la curvatura dell'omero, che è dritto in Segnosaurus e leggermente incurvato in Duonychus: tuttavia, l'omero di questo secondo taxon è chiaramente fratturato in più punti, e ciò potrebbe aver accentuato leggermente la curvatura originaria dell'osso, creando l'illusione di una leggera curvatura. In breve, le differenze tra i due taxa potrebbero essere artefatti della preservazione e/o elementi controllati ontogeneticamente.


In conclusione, sospetto che qualcuno dei sopra citati therizinosauridi sia un sinonimo di altri.

Per priorità, Segnosaurus vince in qualunque coppia di sinonimie, seguito da Erlikosaurus ed Enigmosaurus. Pertanto, sospetto che Duonychus sia molto probabilmente sinonimo di qualche altro già battezzato.


Ammettiamo come ipotesi che la diversità dei therizinosauride della Formazione Bayanshiree sia stata sovrastimata, il mio sospetto è che Duonychus sia un sinonimo di Erlikosaurus, e che entrambi siano basati su giovani individui di Segnosaurus.

Se ciò fosse confermato, avrebbe importanti implicazioni per la filogenesi di Therizinosauride, dato che Erlikosaurus è universalmente considerato il riferimento per le caratteristiche del cranio adulto di questo clade (ma potrebbe invece mostrare una condizione in parte immatura). Come ho mostrato nel caso dei "compsognatidi", l'erroneo uso delle morfologie immature come "taxa adulti" ha avuto un impatto non indifferente nella ricostruzione della filogenesi dei theropodi.

Tuttavia, in questo caso è bene sottolineare che il cranio di Erlikosaurus mostra comunque alcuni tratti maturi, come una parziale fusione delle ossa del tetto cranico e la non dissociazione delle ossa del neurocranio: è probabilmente un cranio "tardo-giovanile".

Come gestire questi esemplari ad un livello intermedio di crescita è uno dei grossi problemi nella integrazione di ontogenesi e filogenesi nelle analisi.

Se includo Duonychus nella mia analisi codificandolo come morfotipo adulto, esso risulta molto basale in Therizinosauria, risultato che stona con la sua età stratigrafica. Questo mi fa sospettare che l'esemplare sia una forma giovanile di qualche taxon simpatrico. La somiglianza generale con il bacino di Segnosaurus e la taglia molto inferiore mi fa sospettare che sia un giovane di questo ultimo taxon. Pertanto, nella mia matrice Duonychus è considerato una partizione immatura di Segnosaurus.

Se le differenze negli unguali tra Erlikosaurus e Segnosaurus saranno confermate, i due taxa potrebbero essere mantenuti distinti: almeno provvisoriamente, considero Erlikosaurus valido, come possibile morfotipo subadulto.


Bibliografia:


Barsbold, R., and A. Perle. 1980. Segnosauria, a new infraorder of carnivorous dinosaurs. Acta Palaeontologica Polonica 25:185–195.

Kobayashi et al. 2025. Didactyl therizinosaur with a preserved keratinous claw from the Late Cretaceous of Mongolia, iScience https://doi.org/10.1016/j.isci.2025.112141

Lautenschlager S., Lawrence M. Witmer, Perle Altangerel, Lindsay E. Zanno & Emily J. Rayfield 2014. Cranial anatomy of Erlikosaurus andrewsi (Dinosauria, Therizinosauria): new insights based on digital reconstruction. Journal of Vertebrate Paleontology, 34:6, 1263-1291.

Zanno, L. E. 2010. A taxonomic and phylogenetic re-evaluation of Therizinosauria (Dinosauria: Maniraptora). Journal of Systematic Palaeontology 8: 503–543.


25 marzo 2025

Biancaneve e lo Spirito di Jurassic Park

 


Tanto tempo fa, in un Reame fatato, viveva una giovane principessa di nome Biancaneve. 

Biancaneve era giovane, innocente, e con un sagace mix di innovazione e buon senso. Biancaneve sbancò il botteghino e tutti vissero felici e contenti.

Poi arrivò Biancaneve Perduta, l'inevitabile seguito di Biancaneve, costruito a tavolino rinnegando il fatto che la favola originale di Biancaneve ha un finale netto ed autoconclusivo, non è un finale aperto anche perché dice "e vissero tutti felici e contenti" e non era stata concepita come una serie di favole.

Ma i soldi sono più importanti delle favole, e tutto il reame voleva ancora sbancare il botteghino.

Siccome la seconda puntata aveva retto dignitosamente il confronto con la prima, qualcuno nel Reame Fatato pensò che non ci fosse due senza tre.

E così, arrivò Biancaneve Tre, e già ai tempi tutti riconobbero che sul piano qualitativo e della originalità non aveva molto senso fare un terzo capitolo di una favola che era già stata sufficientemente spremuta con due episodi. 

Il calo di introiti dal secondo al terzo capitolo frenò l'avidità dei nani, i quali si preoccuparono che forse un quarto episodio potesse essere un flop colossale.

Passarono gli anni, e Biancaneve pareva essere andata in pensione.

Ma la Strega Cattiva ed i Nani avevano ancora bisogno di soldi. Tanti soldi. Una montagna di soldi. Volevano ancora la valanga di soldi che Biancaneve aveva dato loro un decennio prima. Perché non fare un Biancaneve Quattro?  

I tempi erano maturi per riscaldare la minestra, giocando sul fattore nostalgia e approfittando di una nuova generazione di principini azzurri nati dopo Biancaneve, ai quali raccontare la favola plastificata di come era stato bello e fatato il primo episodio a cui essi non avevano potuto partecipare.

In breve, il pubblico aveva digerito Biancaneve Tre, poteva mandar giù anche Biancaneve Quattro!

Mondo Biancaneve fu sbandierato come la Resurrezione di Biancaneve. Il botteghino fu molto superiore alla qualità, ma questo era proprio l'obiettivo: una Biancaneva di plastica, botox, silicone e labbra a canotto che faccia finta di essere la giovane principessa di due decenni prima.

Ora, se hai fatto Biancaneve Mondo, non vuoi fare anche Biancaneve Mondo Due e Biancaneve Mondo Tre?

E così, oggi ci troviamo alle soglie di Biancaneve Mondo Quattro, con sceneggiatori e produttori che continuano a raccontarci ancora una volta la favoletta che questa volta sarà diverso, questa volta sarà come la prima volta, questa volta avremo lo Spirito Originale di Biancaneve, dimenticando che si è giovani ed innocenti solo una volta nella vita, che non puoi essere una dolce principessa adolescente per trentacinque anni di fila, che ormai sei solo una tizia over-quaranta tutta siliconata con la faccia piena di botox, due labbra che sembrano l'esame di proctologia, la pelle tirata con i ganci e il cerone di fondotinta degno delle dune nella Formazione Djadochta.

Perché continuano a prenderci in giro con la favola dello "spirito di Jurassic Park"? Ma ci prendono per scemi? Non c'eravamo già noialtri nel 1993, 1997, 2001, 2015, 2018 e 2022? Non abbiamo già visto e rivisto queste buffonate, letto le falsissime promesse e sorbito le ennesime minestre riscaldate?

Non importa.

Ed alla fine, Biancaneve Mondo Quattro, la Rimescita, sbancò il botteghino. E Strega Cattiva, Nani e tutti i sudditi del Fanchise vissero felici e contenti.

In attesa della prossima Biancaneve, Biancaneve Zombie - la Resurrezione...

25 febbraio 2025

Huadanosaurus... un Yutyrannus molto immaturo?

 

Huadanosaurus (da Qiu et al. 2025)

Qiu et al. (2025) descrivono due theropodi di piccole dimensioni dal Biota Jehol della Cina, ed istituiscono alcuni nuovi taxa: una seconda specie di Sinosauropteryx, S. lingyuanensis, ed un nuovo genere, Huadanosaurus. Dato che entrambi gli esemplari sono immaturi, gli autori usano la mia recente analisi che integra filogenesi e ontogenesi (Cau 2024) per testare le affinità di questi taxa. L'analisi colloca il primo come sister-taxon di Sinosauropteryx prima, ed entrambi dentro un nuovo clade alla base di Coelurosauria che essi battezzano Sinosauropterygidae, riesumando la famiglia istituita per S. prima negli anni 90. Questo clade è sostanzialmente il "classico Compsognathidae" ma privo di Compsognathus, il quale risulta invece esterno a Coelurosauria (come altri "compsognathidi"). La nuova analisi colloca anche Mirischia, Huaxiagnathus e Sinocalliopteryx in Sinosauropterygidae.


Dei due esemplari, quello più interessante è sicuramente Huadanosaurus. L'esemplare mostra numerose caratteristiche tipiche dei tyrannosauroidi, nel premascellare, nasale, surangolare, vertebre presacrali, scapola, coracoide, omero, mano, ileo, pube, ischio e arti posteriori. Io sospetto quindi che esso sia un giovane Tyrannosauroide, non legato ai vari "sinosauropterygidi". Un elemento del cranio di Huadanosaurus è una fossa mascellare prossima alla sutura naso-premaxillare: una fosse simile si osserva in Dilong. Tuttavia, le proporzioni di scapola, coracoide e ileo escludono che esso sia un giovane Dilong. Potrebbe essere un individuo molto giovane di Yutyrannus? La forma dell'ileo è simile.


Ho controllato le codifiche di Huadanosaurus nella matrice che gli autori usano e basata sul mio studio del 2024, ed noto che alcune codifiche inserite dagli autori non corrispondono ai caratteri descritti nel testo. Siccome ho un articolo in revisione che apporta importanti modifiche alla mia analisi del 2024, non mi soffermo ora sui dettagli filogenetici.


Rimarco però che l'ipotesi che Huadanosaurus possa essere un giovane tyrannosauroide (e forse un sinonimo di un genere già istituito, come Yutyrannus) merita di essere approfondita.


15 febbraio 2025

Jurassic Park Reboot - I protagonisti

 


Uno degli elementi vincenti del primo Jurassic Park, sia nella versione letteraria che cinematografica, è l'assortimento di personaggi umani coinvolti. Alcuni tipi umani inclusi nella versione originaria non collimano con i miei gusti narrativi, quindi saranno riveduti sistematicamente. In altri casi, la diversa collocazione spazio-temporale del reboot ha imposto una radicale revisione dei personaggi coinvolti.

Il primo elemento che occorre modificare tassativamente in questo reboot è la presenza di minori. Per quanto i nipoti di Hammond siano sicuramente più simpatici di qualsiasi altro ragazzino incluso nei seguiti prodotti dal Franchise Giurassico, io appartengo a quella onorevole tradizione che considera i ragazzini ed i bambini un elemento inutile per una solida trama di fantascienza (a meno che non siano parte integrante del tema affrontato), ma soprattutto del tutto irrealistico e posticcio. Pertanto, in questo reboot non ci sono personaggi di età inferiore a 21 anni. Non ne sentirete la mancanza.

Un secondo elemento che intendo eliminare dal reboot è la presenza di un personaggio interno il quale svolge il ruolo camuffato di punto di vista dell'autore. Nel primo Jurassic Park, la voce di Crichton si manifesta in forma duplice: nel narratore onniscente, che palesemente esprime giudizi e manifesta il punto di vista dell'autore, e nel personaggio del matematico esperto della teoria del caos, che - soprattutto nel romanzo - esprime pedantemente un punto di vista in più parti sovrapponibile a quello della voce narrante, quindi alla voce di Crichton.

Onestamente, il matematico del romanzo (più della sua versione guascona del film) è il personaggio meno realistico e più forzatamente fuori luogo dell'intera vicenda. L'idea che un teorico dei sistemi complessi sia un consulente significativo per la valutazione pratica dello stress test di un parco biologico con dinosauri è abbastanza ridicola. Pertanto, in questo reboot dimenticatevi la saccenza e le digressioni filosofiche (nei fatti, delle supercazzole) come quelle del matematico vestito di nero a cui siete abituati quando pensate a Jurassic Park.


Questa lista di personaggi è ancora in fieri. Non so nemmeno se abbia senso dare dei nomi propri ai protagonisti, dato che questa serie di post è un gioco e non pretende di essere tradotta in un vero canovaccio o romanzo né tanto meno film.


Personaggio 1 (P1). Non ho ancora deciso il genere di P1. Potrebbe essere una donna, occidentale, ma non ho ancora risolto quale opzione sia migliore per la vicenda. P1 è un funzionario dell'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS). Fresco di dottorato in microbiologia, durante l'emergenza COVID sì è specializzato nelle malattie virali degli uccelli domestici, in particolare i vari ceppi di influenza aviaria. All'inizio della vicenda, riceve la notizia che nel sud-ovest della Cina sarebbe in atto una nuova epidemia che sta sterminando il pollame. Sebbene la malattia non sia letale per l'uomo, la rapidità con cui si diffonde fa temere che possa compiere il salto di specie e diventare una nuova pandemia umana. P1 si reca in Cina per raccogliere campioni, ma incontra la palese ostilità del governo locale.


Personaggio 2 (P2). Il personaggio di P2 è un paleontologo sino-americano, di circa 30 anni. La sua brillante carriera accademica è stata stroncata da uno scandalo legato al traffico di ambre fossili dalla Birmania, con le quali P2 aveva pubblicato una serie di studi sulle maggiori riviste scientifiche mondiali. Egli si sente vittima di una ingiusta campagna di diffamazione da parte dei così detti "paleontologi woke", ed è ossessionato dall'idea di avere la propria rivincita facendo la scoperta paleontologica del decennio. Ostracizzato e marginalizzato dai colleghi, senza più fondi per la ricerca, ora P2 lavora come consulente per il mercato internazionale dell'ambra fossile. All'inizio della vicenda è in Birmania, al confine con la Cina, mentre cerca di acquistare un lotto di ambre molto promettenti, ma viene ostacolato da un francese che sembra in combutta con i cinesi.


Personaggio 3 (P3). Il francese è un famoso paleontologo di circa 60 anni, sposato con una nota conduttrice televisiva di Shangai. P3 ha contatti di altissimo livello con le maggiori università mondiali, ed ha costruito la sua fama come paladino della scienza e oppositore del traffico illegale di fossili. In realtà, da quindici anni lavora per il governo cinese per impedire che si diffondano notizie su un progetto biotecnologico al quale è legato tramite la moglie, nipote di un importante politico cinese.


Personaggio 4 (P4). P4 è un veterinario cinese che lavora nel parco dei dinosauri. Reclutato dal governo per il suo curriculum di esperto nella anatomia e fisiologia dei rettili, ben presto si rende conto che i dinosauri non rispecchiano le usuali distinzioni tra i gruppi zoologici tradizionali. Convinto che il progetto prima o poi sarà un disastro e che tutto verrà insabbiato, raccoglie segretamente campioni dagli animali e cerca di inviarli nel suo laboratorio di Hong Kong.


Personaggio 5 (P5). P5 è il direttore esecutivo del parco. Egli riceve istruzioni direttamente dai burocrati di Pechino, ed è ossessionato dall'idea che l'epidemia che sta sterminando il pollame nel sud del paese sia partita dal suo parco.


Personaggio 6 (P6). P6 è un documentarista canadese che lavora per una ONG in Birmania e sta realizzando un servizio sulle violazioni dei diritti umani. Durante le riprese di un video in un villaggio al confine con la Cina, entra in contatto con P2, che sta cercando di sconfinare nello Yunnan.


Personaggio 7 (P7). P7 è una funzionaria del governo cinese al lavoro per contenere l'epidemia dei polli. Convinta che l'epidemia sia partita da una zona nello Yunnan controllata direttamente dall'esercito, trova in P1 il modo per poter verificare i suoi sospetti.


14 febbraio 2025

L'Enigma del Sangue Caldo

 


Esce oggi il mio nuovo libro dedicato ad una delle più accese controversie sulla biologia dei dinosauri: 

L'Enigma del Sangue Caldo.

Il libro è disponibile in formato cartaceoEbook Kindle.

Erano i dinosauri più simili ai rettili "a sangue freddo", oppure ai mammiferi e gli uccelli "a sangue caldo"? Da oltre mezzo secolo, un avvincente dibattito contrappone due visioni alternative sulla biologia dei più popolari animali del passato. La discussione sulla natura dei dinosauri non ha coinvolto solamente i paleontologi ed i biologi, ma ha attirato le attenzioni di intere generazioni di appassionati, ci ha portato a rivedere l'immagine popolare di queste creature estinte, e continua a progredire alimentata dalla scoperta di nuovi fossili eccezionali.

Eppure, sebbene sia un problema esclusivamente scientifico, questo avvincente dilemma paleontologico è fortemente influenzato dal clima culturale e dalle particolari visioni del mondo che ispirano gli studiosi coinvolti.  

Paradossalmente, per quanto sia un tema molto popolare, la sua divulgazione tra il grande pubblico è rimasta indietro di almeno trenta anni rispetto allo stato attuale delle conoscenze raggiunto dai paleontologi. 

In questo libro, l'enigma del sangue caldo è esplorato seguendo un percorso nuovo ed originale. Esso conduce ad una soluzione del dibattito che mette in discussione l'immagine più popolare di questi animali, immagine che, alla lunga, è risultata essere non meno ottusa e stereotipata delle rappresentazioni che l'hanno preceduta.

12 febbraio 2025

Jurassic Park Reboot - Alpha-long

 


Il parco giurassico in questo reboot include sei specie di dinosauro non-aviano mesozoico clonato da materiale genetico estratto dalle ambre birmane. Nella primavera del 2026, data in cui inizia la vicenda narrata, il numero totale degli animali vivi e schiusi in salute non è noto, ma si stima sia nell'ordine del centinaio.
I realizzatori del parco giurassico hanno dato ai dinosauri dei nomi non-scientifici, questo perché, ufficialmente, questi animali sono tenuti segreti, non esistono per la scienza, e quindi non sono registrati e catalogati secondo le norme del codice internazionale di nomenclatura. Accanto ai nomi cinesi "ufficiali", usati nel parco, e che si limitano a enumerarli dalla prima specie clonata alle successive, sono affiancati tra parentesi i nomi usati colloquialmente da personaggi occidentali.


Yuánshǐlóng (Alpha-long)

Alpha-long è la prima specie di dinosauro clonata con successo. Il primo embrione ad avviare uno sviluppo completo ed in salute, dopo quasi un decennio di tentativi più o meno fallimentari ma necessari per affinare la tecnica, ha dato origine ad un esemplare in grado di sopravvivere autonomamente nel luglio del 2003.

La prima generazione di questa specie comprende tre esemplari, due maschi e una femmina, derivati da un singolo stock di materiale genetico birmano. La presenza sia di maschi che femmine nella prima covata ha rivelato che in questa specie il sesso dell'animale non è determinato cromosomicamente come negli uccelli, bensì in base alle condizioni ambientali in cui avviene la maturazione dell'uovo, in modo simile a quanto osservato nei coccodrilli e nelle tartarughe. L'analisi degli embrioni morti prima della schiusa ma ad un grado di sviluppo sufficientemente avanzato per avere scheletri parzialmente ossificati, ha rivelato un'anatomia da theropode.

Alla nascita, gli Alpha-long sono lunghi una trentina di centimetri e ricoperti da filamenti lanuginosi. Presentano denti privi di seghettatura, un muso corto, braccia corte dotate di tra dita, di cui il primo dito robusto, e zampe posteriori relativamente lunghe. Nei primi cinque-sei anni di sviluppo, gli Alpha-long hanno mantenuto questa morfologia generale, e ciò ha indotto inizialmente i curatori degli animali a ritenerli affini ad animali come Compsognathus. Tuttavia, a partire dal 2010, è apparso sempre più chiaro che quella non era la morfologia matura della specie. Durante l'adolescenza, questi animali vanno incontro ad una radicale trasformazione morfologica, accompagnata da una costante crescita nelle dimensioni. Attualmente, gli Alpha-long maturi hanno 23 anni, sono lunghi 12 metri e mostrano tutte le caratteristiche del clade Spinosaurinae. Tuttavia, non è possibile riferire Alpha-long ad una specie nota di spinosauro, dato che presentano un muso più allungato e stretto rispetto ai tipici spinosaurini, un maggior numero di denti, in parte simili a quelli dei barionychini, ed una bizzarra morfologia delle spine neurali dorsali e caudosacrali, che descrivono due distinte "vele", una più alta e stretta a livello della regione pettorale, ed una più bassa e robusta che si innalza dalla metà posteriore del torace.

La femmina di Alpha-long ha iniziato a riprodursi nel 2016, e da allora ha prodotto sei covate, per un toale di 136 uova prodotte. Di queste uova, solo 28 sono schiuse con successo, risultato che, secondo i veterinari del parco, suggerisce che l'ambiente del parco, o lo stesso clima dello Yunnan attuale, non siano molto simili a quelli originari della specie. Tentativi di migliorare la resa riproduttiva sono per ora risultati fallimentari.

Alpha-long pratica blande cure parentali, che consistono nella difesa del nido e dei nidiacei. Tuttavia, questo legame si recide rapidamente, ed è frequente il cannibalismo nei confronti degli esemplari più giovani, i quali devono essere allontanati dalla zona degli adulti all'età di 2 mesi.

Alpha-long ha un metabolismo mesotermico, con un tasso di crescita intermedio tra quello di un alligatore e quello di un pollo, tollera variazioni della propria temperatura corporea comprese tra 25 e 40 °C, ed è in grado di elevare la propria temperatura corporea alcuni gradi sopra quella ambientale. L'animale adulto è molto robusto, ma relativamente apatico. La specie cambia il piumaggio con mute stagionali, ma riduce la copertura filamentosa gradualmente mano a mano che raggiunge la taglia adulta. Gli esemplari maturi sono praticamente glabri. L'animale non emette suoni, ma tende a cambiare colore a seconda della stagione. I giovani hanno una colorazione grigio-giallastra fittamente maculata, gli adulti sono più uniformi, con una livrea giallo-brillante sul ventre e la gola, più cupa nella parte dorsale, che, a seconda della stagione, passa dal verde-blastro al grigio-oliva. Alpha-long ha una dieta generalista che comprende animali terrestri e acquatici di varie dimensioni, ed in rapporto alla sua massa corporea mangia meno di un mammifero dello stesso peso. Gli animali apprezzano i frutti maturi, ma non si nutrono di materiale vegetale verde. Se sazio, l'animale può restare a digiuno per una decina di giorni senza mostrare problemi fisiologici. Il comportamento è legato al contesto ambientale. L'animale tende a spostarsi regolarmente a seconda dell'illuminazione e della temperatura ambientale, ma quando è a caccia è in grado di rimanere completamente immobile per ore, e ciò lo rende praticamente invisibile quando è immerso nella vegetazione fitta. L'animale è particolarmente aggressivo durante la stagione riproduttiva, ma da adulto non mostra particolare interesse per gli esseri umani. Al contrario, è molto pericoloso quando ha un'età compresa tra i dieci ed i quindici anni ed è lungo cinque-sei metri, perché in quella fase considera gli esseri umani una preda potenziale. Il morso non è particolarmente forte, ma è comunque in grado di lasciare profonde ferite. Esperimenti con prede vive hanno mostrato che l'animale utilizza le braccia per trattenere strettamente la preda mentre la morde, letteralmente impalandola ai lati con i grossi artigli delle mani.

Gli Alpha-long sono distribuiti in quattro zone del parco, ma data la loro tendenza a spostarsi in cerca di nuove zone per foraggiare, essi vengono spostati a rotazione lungo le varie zone, altrimenti manifestano una sorta di stress. Gli adulti tollerano la presenza di altri esemplari della specie, ma non manifestano particolari comportamenti sociali, tranne durante la stagione riproduttiva. L'unica femmina adulta monitorata per un tempo sufficientemente lungo mostra di non essere monogama. Lle covate sono state fecondate da ciascuno dei maschi adulti disponibili durante le sei stagioni riproduttive monitorate.

11 febbraio 2025

Jurassic Park Reboot - ibridi, mutanti e scarti di produzione

 


La pecora Dolly, il primo mammifero clonato con successo a partire da una cellula somatica, fu abbattuta nel 2003, quando aveva circa sei anni e mezzo. L'abbattimento di un animale così speciale e dal significato storico e scientifico così rilevante ha alimentato voci e leggende metropolitane. La più popolare è l'idea che Dolly sia morta prematuramente perché era geneticamente difettosa. In realtà, l'animale si era ammalato di polmonite, un'infezione piuttosto frequente nelle pecore, ed ha subito la tipica sorte che colpisce gli animali domestici quando non è possibile curarli: la soppressione fisica. Non ci sono motivi per cui la morte di Dolly sia legata alla sua condizione di clone, a parte il desiderio di alimentare una storia morbosa che colleghi la morte con l'ingegneria genetica.

Il fatto che il più famoso animale clonato della storia sia stato soppresso senza troppi convenevoli, come qualunque altro animale d'allevamento, ci insegna una regola di buon senso da applicare nelle storie di fantascienza, come Jurassic Park. Se avete in programma di allestire un parco con dinosauri clonati, è possibile che i primi animali prodotti possano essere in qualche modo affetti da qualche tara genetica, forse dovuta ad errori nel processo di clonazione. Dolly ci mostra che non è sempre vero, ma diamo una sponda a chi vuole produrre (più o meno consapevolmente) dei mutanti. Che fare se vi capitano esseri geneticamente mutanti, teratologici (mostri) o deformi? Semplice: li abbattete non appena li riconoscete tali. Se la mutazione si manifesta a livello di embrione, non avete nemmeno troppi scrupoli etici. E nel caso la mutazione si manifesti dopo la schiusa, non vedo perché l'animale dovrebbe seguire un destino migliore di quello che ha colpito la cara Dolly. Un dinosauro, anche se mutato o ibridato, è pur sempre un essere biologico, un insieme di cellule, tessuti e organi che si sopprime facilmente con un proiettile in testa, la recisione di un vaso sanguigno, un'iniezione letale, una scarica elettrica, o altri metodi più o meno sbrigativi con cui si da la morte agli animali fin dai tempi in cui fu introdotto il sacrificio rituale. Nessuno è così stupido da tenere in vita degli scarti di produzione che non servono a nulla. Nessuno, a parte forse qualche sceneggiatore per film sempliciotti che voglia inventare un serbatoio per seguiti ingenui.


Qui invece facciamo sul serio, quindi non c'è spazio per ibridi o mutanti. L'animale che produciamo o è sano e funzionante oppure viene abbattuto ed il suo corpo usato per capire come non produrne altri simili.


In Jurassic Park, una parte significativa della trama ruota intorno alle tecniche utilizzate per completare le sequenze genetiche fossili ed ottenere un filamento di DNA completo. Per motivi che ricadono nelle esigenze narrative di Crichton, nel parco giurassico originario si utilizza il DNA di un anfibio (rospo) per completare le sequenze, con il risultato (magico!) che i dinosauri clonati acquisiscono una proprietà apparentemente inesistente nei dinosauri, ma funzionale al plot di romanzo e film, di poter mutare sesso, passando da femmine a maschi. La parte più fantasiosa di questa idea è che il DNA di un rospo possa "completare" quello di un dinosauro ed ottenere una cellula funzionante in grado di crescere sana e diventare un dinosauro adulto sano e fertile il quale poi è in grado di cambiare sesso e accoppiarsi con successo. Non occorre una laurea in genetica per capire che questa sequenza di eventi è incredibilmente improbabile e abbastanza arbitraria. In pratica, Crichton introduce un miracolo di Dio nella vicenda e lo camuffa da "mutazione genetica".

L'assurdità è ammettere - contemporaneamente! - che il DNA di rospo non interferisce in alcun modo sull'aspetto dinosauriano (gli animali del parco non mostrano alcun dettaglio "da rospo"), sul processo di crescita dinosauriano (gli animali arrivano sani e vegeti fino alle dimensioni adulte), ma poi, misteriosamente, salti fuori una nuova funzione biologica (il "cambiamento di sesso in assenza di maschi"). Si tratta di un'arrampicata sugli specchi narrativi degni di un cartone animato, ma alla quale, come ho detto all'inizio di questa serie di post, non ho intenzione di aderire.

Come ho scritto, Crichton fa quella scelta perché vuole imporre una logica ed una narrazione alla vicenda, ma qui a noi interessa avere dei dinosauri, non una morale.


Come procediamo nel nostro reboot in merito alla "riparazione" del DNA dei dinosauri? In primo luogo, se proprio volessimo servirci del DNA di un animale attuale, utilizziamo DNA di uccelli e di coccodrilli, e non quelli di rospo, se non altro perché così possiamo sperare di avere una migliore compatibilità con i dinosauri. Si può considerare una soluzione accettabile quella di servirsi di sequenze condivise tra uccelli e coccodrilli in quanto legittimi elementi presenti anche nel DNA dei dinosauri? Sì e no: nulla vieta alla specie clonata di non aver conservato tali elementi genetici presenti ancora in uccelli e coccodrilli: l'evoluzione è pur sempre anarchica. Ma anche volendo semplificare la trama e accettando l'uso di DNA arcosauriano vivente (uccelli e coccodrilli), questo protocollo garantisce molti meno problemi rispetto all'uso di animali meno affini ai dinosauri quali sono gli anfibi. Qui c'è un simpatico effetto da sfruttare: se accettiamo questa strategia, allora possiamo usare gli stessi DNA dei vari dinosauri ricavati dall'ambra per aggiustare tra loro le sequenze genetiche. Dopo tutto, è sempre DNA di arcosauro tanto quanto quello di pollo o alligatore! A meno che non siate molto sfortunati e abbiate trovato una sola sequenza per specie clonata, è ragionevole supporre che dal medesimo frammento di ambra dal quale avete estratto una sequenza ci siano anche altre copie della medesima sequenza, tutte derivate dal medesimo animale che ha interagito con la resina prima che fossilizzasse. Ad esempio, se avete un frammento di pelle di un dinosauro, per quanto piccolo, quel frammento potrà contenere decine di sequenze di DNA del medesimo individuo: anche ammettendo che tutti siano più o meno danneggiati a caso, se ammettiamo che nessuno sia troppo degradato per essere utile, allora possiamo concludere che la sommatoria delle varie sequenze produrrà una sequenza molto prossima ad essere una sequenza completa. Si tratta di una licenza letteraria meno estrema e contorta del giocare con il DNA di rospo. In breve, tutte le paranoie che hanno alimentato ibridi e mostri nel Franchise originale non hanno ragione di esserci in questo reboot.


Un'ultima nota: se avete una sequenza in grado di produrre un animale vivo e vegeto fino allo stadio adulto, quella sequenza deve per forza essere stata praticamente completa fin dall'inizio. Non ci sono alternative. Eventuali aggiustamenti con rane o altro non potrebbero produrre una cellula vitale in grado di maturare e diventare un animale adulto. Un ibrido rana-dinosauro non va oltre il grumo di cellule, poi abortisce. L'idea degli ibridi che arrivano a camminare e ad ammazzare la gente è pertanto una bella favoletta che non regge in alcun modo nell'universo hard-sci-fi del sottoscritto.

Se l'argomento che ho appena sviluppato non vi convince, allora domandatevi come mai nel mondo reale non abbiamo genetisti che producono ibridi adulti tra rane e topi, oppure ibridi adulti tra conigli e cavie? Se fosse così facile assemblare questi ibridi, come mai non ne vediamo in giro nessuno? Una cosa è inserire singoli geni che codificano una proteina ma lasciano intatto il resto, oppure lavorare sullo sviluppo di poche cellule mutate che però non riescono ad avviare uno sviluppo embrionale, un'altra è realizzare un DNA mixando a piacimento intere sezioni di animali molto diversi tra loro, ed ottenere qualcosa di nuovo ma che sia stabilmente funzionante ed in grado di crescere fino allo stadio adulto.


In ogni caso, siccome a noi interessa avere dinosauri clonati e non ibridi o mutanti, se durante i primi esperimenti ne abbiamo prodotto qualcuno, l'unica destinazione per loro non è un'isola ad hoc, ma il contenitore degli scarti biologici da smaltire.


10 febbraio 2025

Jurassic Park Reboot - gli animali (2a parte)



L'abusatissimo argomento che "Jurassic Park non è un documentario" non fa una piega, se inteso alla lettera. Verissimo, il romanzo ed il film sono solo opere di finzione. Tuttavia, dal punto di vista di un paleontologo, Jurassic Park è anche la versione popolare ufficiale dei dinosauri, quella che domina da 30 anni l'immaginario del profano. Ormai, milioni di persone, quando pensano ai dinosauri, pensano alla versione mostrata in Jurassic Park. Ed anche se noi sappiamo benissimo che Jurassic Park sia solo un film e non un documentario, l'immagine dei dinosauri che è trasmessa dal film si è imposta come canone "ufficioso" per come un dinosauro deve apparire, muoversi e comportarsi.

Di conseguenza, le numerose licenze artistiche, invenzioni fantasiose e concezioni obsolete presenti in Jurassic Park sono divenute "mainstream", al punto che sembra quasi impossibile liberarsene.

Dilophosaurus con le claimidi e che sputa veleno - un'invenzione dei realizzatori di Jurassic Park - non aveva alcun senso prima del 1990, oggi è invece un'immagine del tutto usuale, e per molti persino ovvia, se non l'unica valida. Se pensate che il Dilophosaurus del film sia un caso estremo di speculazione fantastica e di licenza cinematografica, sia un esempio forzato perché palesemente esagerato, ma che per il resto i dinosauri di Jurassic Park siano comunque un modello di riferimento discretamente legittimo su cui modellare un reboot, questo episodio è per voi.

Forse pensate che siete "aggiornati" su ciò che occorre modificare nel design dei dinosauri in questo reboot. In fondo, alcune di queste modifiche sono comparse anche nei sequel del film del 1993. In realtà, una revisione approfondita dei dinosauri in un reboot va ben oltre l'aggiunta del piumaggio, il rifacimento di labbra o polsi, cioè quel genere di dettagli che molti appassionati di dinosauri conoscono bene anche dalla letteratura divulgativa.

Ecco una lista di tutto ciò che occorre cambiare nei dinosauri per farli partecipare legittimamente al nostro reboot.


1- I dinosauri non si dividono in docili vs mostri. Nel Franchise Jurassico, abbiamo sostanzialmente due tipologie di dinosauro: 1) l'erbivoro docile, mansueto, abbastanza idiota e poco pericoloso a meno che tu non vada apposta a disturbarlo. 2) la macchina di morte, assetata di sangue umano e votata sempre e comunque alla predazione degli esseri umani.

In questo reboot, tutti i dinosauri sono animali intrinsecamente pericolosi, ma nessuno è a priori un mostro spietato. Gli erbivori non sono degli idioti mansueti, ma animali con un'indole non prevedibile, quindi non necessariamente pacifica. In questo reboot, puoi essere ucciso anche da un dinosauro vegetariano solamente perché sei finito incautamente dentro il suo territorio. Inoltre, è bene rimarcare che nei rettili non esiste una reale distinzione tra "erbivoro puro" e "carnivoro puro". Se sei una fonte di proteine a buon prezzo, sei un possibile pasto anche per un dinosauro "vegetariano". Camminare in mezzo a questi animali non è meno pericoloso di passeggiare lungo le rive di un fiume africano abitato da coccodrilli. I carnivori sono sì pericolosi, ma lo sono nella misura in cui possono considerare un essere umano una preda. Pertanto, è possibilissimo che un dinosauro vegetariano di medie dimensioni sia un animale molto più feroce e spaventoso di un predatore gigante, il quale invece non ritiene un piccolo essere - quale è l'uomo ai loro occhi - una fonte interessante di cibo.


2- Nessun dinosauro apre le porte o escogita agguati in gruppo. Jurassic Park ha reso popolarissima l'idea che alcuni dinosauri predatori, come Velociraptor, fossero molto intelligenti e capaci di sofisticate tecniche di caccia. Si tratta di una favola derivata da errate considerazioni dei siti fossiliferi in cui questi dinosauri sono stati scoperti, ma che non tiene conto delle caratteristiche del sistema nervoso centrale di questi animali, delle condizioni tafonomiche dei siti fossiliferi, ed in generale dei meccanismi con cui evolve il comportamento animale.

In questo reboot, nessun dinosauro è più intelligente di un varano australiano. Animale rapido e curioso, aggressivo ed imprevedibile, nessuno lo nega, ma non certo dotato dell'intelligenza di uno scimpanzé o di un corvo della Nuova Caledonia.


3- I dinosauri non camminano come struzzi o come elefanti. Al fine di rendere i loro dinosauri digitali il più naturali possibili, gli animatori di Jurassic Park si sono ispirati alle movenze di animali reali, come elefanti, giraffe e struzzi. Si tratta di una scelta del tutto arbitraria, non basata su analisi biomeccaniche precise, e che non tiene conto delle peculiarità del sistema muscoloscheletrico dei dinosauri e della particolare anatomia dei loro arti. Se questo può risultare accettabile se confrontiamo un dinosauro con una giraffa, forse potrà stupire chi assume che, essendo lo struzzo un membro di Dinosauria, condivida con i dinosauri mesozoici il medesimo impianto scheletrico e muscolare. In realtà, gli uccelli sono un gruppo estremamente modificato di dinosauro, ed hanno acquisito modelli locomotori unici che non si osservano negli altri dinosauri. Pensare che un uccello sia un buon modello locomotorio per un Tyrannosaurus è sbagliato quanto lo sarebbe il pensate che le gambe di un pipistrello siano un buon modello per ricostruire la camminata di un ippopotamo. Le analisi biomeccaniche indicano che il principale motore della camminata nei dinosauri non-aviani è il distretto muscolare che estende il bacino. Negli uccelli, il principale distretto muscolare della camminata è l'estensore del ginocchio. Si tratta di due ben diverse filosofie deambulatorie, che producono differenti stili di camminata. Inoltre, il meccanismo di estenzione della caviglia nei dinosauri non-aviani non è riconducibile ai modelli presenti nei rettili, mammiferi e persino uccelli di oggi.

Un ulteriore elemento che questo reboot vuole trasmettere è il concetto che i dinosauri non camminavano nella stessa maniera e con la medesima postura o andatura. Nei film e nei documentari, i dinosauri camminano tutti allo stesso modo, indipendentemente che siano lunghi 1 metro oppure 12 metri, che abbiano colli lunghi o teste massiccie, che abbiano braccia ridotte o enormi artigli a falce, che abbiano code corte o molto lunghe. Mi pare evidente che una simile uniformità locomotoria sia più una banalizzazione imposta alle animazioni piuttosto che la rappresentazione della realtà naturale.

Dato che questo reboot è del tutto svincolato da problemi economici, possiamo concederci il lusso di lavorare dettagliatamente producendo differenti modelli locomotori ai diversi animali.

Legato a quanto appena scritto è anche il concetto, apparentemente banale ma spesso dimenticato nelle animazioni, che tanto più grande è un animale e tanto meno agile e veloce è ogni suo movimento. I dinosauri giganti sono potenti ma non sono agili. Dimenticatevi Tyrannosaurus che insegue una jeep, la biomeccanica di questo animale indica che non poteva andare a più di 30 Km/h, una velocità che, onestamente, ricorda più il traffico in centro storico col motorino che un'inseguimento automobilistico. Ma se volete qualcuno in grado di accartocciarvi l'automobile, ecco, quello rientra nelle potenzialità di un grosso dinosauro.


4- I dinosauri non ruggiscono né muggiscono. I dinosauri sono imparentati con i rettili e gli uccelli, non sono mammiferi. I rettili soffiano per intimidire un avversario, sibilano, emettono schiocchi o gorgoglii, spesso tenendo la bocca chiusa e non esprimendo alcuna emozione. Quando un animale attacca una preda, non ruggisce prima di scattare, anche perché ciò vanificherebbe l'effetto sorpresa tipico di molte strategie predatorie. In questo reboot, i dinosauri non hanno l'ossessione di recitare una parte drammatica, né devono enfatizzare le loro azioni emettendo versi particolari ad ogni movimento. Un predatore che attacca senza emettere suoni, e che soggioga la sua preda senza emanare alcuna emozione, non è detto che sia meno spaventoso degli abusati ruggiti di ispirazione leonina.


5- I dinosauri non formano famigliole. In alcuni seguiti di Jurassic Park, compaiono giovani dinosauri. In ossequio ad uno stereotipo del tutto infondato, i giovani dinosauri del Franchise sono modellati assumendo che essi fossero analoghi ai cuccioli dei grandi mammiferi, come gli elefantini o i vitelli. Il risultato sono animali poco realistici, con zampe corte e tozze, occhioni luccicosi e goffe movenze da neonato che ad alcuni di noi fanno emettere gridolini del tipo "ammoreee!". In realtà, tutti i dinosauri mesozoici avevano prole precoce o iperprecoce, ovvero perfettamente autonoma fin dalla nascita ed in grado di badare a sé stessa fin dalla tenerissima età. Un dinosauro carnivoro era in grado di mordere e di catturare una preda né più né meno di un coccodrillino. Inoltre, mentre nel Franchise abbiamo sempre delle relazioni madre-figlio piuttosto strette, i dinosauri avevano cure parentali molto blande, e nascevano in covate numerose, mai come figli unici oggetto della piena attenzione dei genitori. Gli adulti dei dinosauri non interagivano molto con la prole, la quale si spostava e si nutriva autonomamente, ed al massimo accorrevano per scacciare eventuali predatori, come fanno i grandi uccelli o i coccodrilli quando qualcuno si avvicina troppo alla nidiata.


In conclusione, in questo reboot i dinosauri sono molto più rettiliani di come appaia nel Jurassic Park originale. Nelle movenze, comportamenti e relazioni sociali, essi ricordano più dei coccodrilli giganti con l'indole di uno struzzo, dei varani con una onesta spruzzatina di casuario, piuttosto che elefanti, giraffe o leonesse. Inoltre, essi non sono mostri sanguinari né macchine indistruttibili. Non sono ossessionati da fare entrate scenografiche o dall'ostentare in modo enfatico i loro comportamenti. Trenta anni di video in CGI plasmati sull'arbitrario canone di Jurassic Park hanno reso queste ovvie considerazioni quasi un'eresia.







 

09 febbraio 2025

Jurassic Park Reboot - gli animali (1a parte)

 


Se avete seguito questa serie dall'inizio, avrete capito che lo stile di questo reboot di Jurassic Park è l'aderenza alla fantascienza "dura", la quale si sforza di restare coerente al realismo ed alle concezioni scientifiche (nei limiti concessi da una storia con dinosauri estinti riportati in vita) e si applica per evitare, quando possibile, qualsiasi elemento palesemente irreale, fantasioso o fantastico.

Un elemento irreale del Jurassic Park originale (sia romanzo che film) è la composizione faunistica del parco con dinosauri. Nel parco di Hammond abbiamo una serie di specie iconiche di dinosauri, anzi le più iconiche in assoluto: Tyrannosaurus, Triceratops, Apatosaurus/Brachiosaurus... Nei vari seguiti, questa fauna si amplia in modo ridicolo e del tutto arbitrario, slegato dalla trama originaria, comprendendo persino animali marini come Mosasaurus. Fin da quando ero ragazzino e divorai il romanzo di Crichton in una giornata, ho sempre trovato la fauna del parco giurassico troppo bella e perfetta per essere realistica.

Mi spiego: la fossilizzazione è un processo casuale. La scoperta di un fossile è un ulteriore evento casuale. Si stima che solo una piccola percentuale delle specie di dinosauro realmente esistite sia poi divenuta parte della documentazione fossile. E si stima che solo una piccola parte di quei fossili sia stata scoperta finora. Al tempo stesso, ammettendo che qualche specie di dinosauro si sia conservata come tracce genetiche nell'ambra, è altamente improbabile che proprio le specie che per caso abbiamo trovato come ossa siano anche quelle che si sono conservate come tracce genetiche nell'ambra. Corollario di questa considerazione di buon senso è che è praticamente impossibile che le stesse specie di dinosauro che abbiamo scoperto sotto forma di ossa fossili siano anche le specie che eventualmente troveremmo dai campioni di DNA nell'ambra. Pertanto, la situazione più realistica per un parco giurassico è che le specie estratte dal DNA nell'ambra NON siano specie già note sotto forma di scheletri. Saranno probabilmente parenti più o meno prossimi alle specie note dalle ossa, ma non è credibile che siano proprio le stesse specie. Il fatto che in Jurassic Park, per giunta, ci siano proprio le specie più iconiche e popolari rende quella associazione faunistica ancora più improbabile della già enormemente improbabile idea di clonare un dinosauro. 


Pertanto, nel parco giurassico del mio reboot non trovate specie conosciute e descritte dai paleontologi. Questo NON significa che inventerò animali di fantasia, né che sarò legittimato a costruire specie bizzarre, chimeriche o del tutto slegate dalle conoscenze paleontologiche. Come scrissi in un episodio precedente, se la nostra fonte di ambra è limitata alla metà del Cretacico del Sud Est Asiatico (Birmania), i tipi di dinosauro disponibili saranno solamente quelli che sappiamo essere vissuti in quella zona del mondo in quel momento del Cretacico. Mi impongo questa regola per esigenze di coerenza scientifica: non voglio un parco di animali slegati dalla paleontologia. Questi sono comunque dei dinosauri. Gli animali saranno quindi sì ipotetici a livello di specie ma pur sempre del tutto realistici membri dei cladi dinosauriani che possiamo interpolare da quei rami della filogenesi di Dinosauria che sappiamo essere esistiti in quella particolare coordinata spazio-temporale. Questa scelta è anche giustificata dal fatto che, tranne rarissimi casi come Chilesaurus, quando scopriamo delle nuove specie di dinosauro esse tendano a collocarsi dentro gruppi già noti e consolidati. Pertanto, è realistico che le specie ricavate dall'ambra, per quanto nuove rispetto alle specie note dalle ossa, siano comunque membri delle medesime linee evolutive ricostruite dalle specie note in base alle ossa.


Un secondo elemento fondamentale per rendere realistico il nostro parco con dinosauri è che chi clona queste specie non ha la minima idea di cosa si troverà di fronte. Un embrione di dinosauro è un grumo di cellule, e non ti dice "sono un Tyrannosaurus!". Per sapere che tipo di dinosauro è, il solo modo possibile è aspettare che l'uovo si sviluppi, schiuda, e cresca fino ad assumere una morfologia dello scheletro che sia simile a qualcosa di già noto in paleontologia. Di conseguenza, i realizzatori del parco giurassico potranno trovarsi di fronte a situazioni sconcertanti, che illustrerò nel prossimo post.


In tutto, il parco giurassico comprende sei specie. Ma, come vedrete, alcune simpatiche caratteristiche del ciclo biologico dei dinosauri produrranno l'effetto di avere - apparentemente - molte più specie di dinosauro. Questo perché i dinosauri, specialmente le specie giganti, cambiavano di forma, dimensione e persino eco-fisiologia durante la loro vita. Un animale che alla nascita era grande come un pollo, e che per alcuni anni aveva anche forma e abitudini simili ad un pollo, una ventina di anni dopo diventava un animale grande come un elefante, con esigenze e comportamenti diversi da quelli che aveva alla nascita. Giovani ed adulti della stessa specie, pertanto, potranno apparirci come se fossero specie differenti, con aspetto, habitat e comportamenti differenti tra loro.

Prima di descrivere le specie del parco, è bene chiarire due elementi narrativi che distinguono il reboot dalla storia originale.

Nel romanzo del 1990, Crichton dedica molto spazio alla questione del contenimento degli animali, inteso sia dal punto di vista fisico (evitare la fuga all'esterno) che biologico (evitare la proliferazione incontrollata). Al tempo stesso, per esigenze narrative, Crichton vuole che questi tentativi falliscano, che gli animali fuggano e si riproducano in natura, perché vuole trasmettere il messaggio che "la Natura troverà il modo" e che la scienza non può dominarla. Tutte tematiche interessanti e avvincenti, ma che rendono Jurassic Park un grottesto racconto pieno di contraddizioni o vere e proprie pacchianate su come allevare degli animali. In realtà, la questione di come gestire un allevamento di dinosauri è molto più semplice di come la presenti Crichton. 

Non vuoi accoppiamenti tra gli animali? Li sterilizzi, li rendi sterili alla nascita, tieni i maschi in recinti separati dalle femmine. Le femmine si riproducono troppo? Le sterilizzi, ti mangi le uova, tieni le femmine isolate. Non ti serve qualche bizzarra manipolazione genetica destinata ad esiti catastrofici (a meno che tu non voglia che il tuo romanzo abbia un simile esito). 

Gli animali possono fuggire, abbattere le recinzioni, evadere dai loro recinti? Né più né meno dei problemi di qualunque zoo o parco naturale. Contenere dei dinosauri di medie dimensioni non è tanto diverso dall'allevare struzzi o alligatori. Per tenere a bada un Tyrannosaurus adulto non serve un dispendioso e complicato recinto elettrificato lungo chilometri. L'animale non è tanto diverso da un elefante come forza e agilità. Basta un muro in cemento armato alto quattro metri ed un fossato stretto e ripido, e l'animale è a bada. Molto più economico e affidabile di qualunque sistema ad alta tensione. Un sauropode non va molto lontano prima che la sua fuga sia notata. Capisco che così facendo non avremo situazioni drammatiche e spettacolari come quelle del film, ma noi qui stiamo ragionando su come realizzare un parco reale e funzionante, non dobbiamo sviluppare una trama palesemente autodistruttiva per esigenze narrative.

Pertanto, a differenza della storia originale, in questo reboot la gestione degli animali è molto meno paranoica e demenziale. Ciò non significa sottovalutare i problemi logistici e di gestione di una popolazione di dinosauri, ma pensare che essi siano drammaticamente più complessi e problematici di qualunque altro allevamento di animali moderni è più la manifestazione della mitologia popolare sui dinosauri (intesi come mostri in qualche modo sovrannaturali) piuttosto che la effettiva valutazione della situazione concreta. Un dinosauro è pur sempre un animale, e Homo sapiens gestisce innumerevoli specie animali da migliaia di anni. Non c'è motivo di pensare che la gestione di un dinosauro sia totalmente slegata da ciò che sappiamo fare così bene da sempre.

Nel prossimo episodio, arriviamo finalmente ai dinosauri.