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09 aprile 2025

La non de-estinzione del non-metalupo



Generalmente, io non mi occupo di mammiferi cenozoici. Non sono il mio campo, io sono un esperto di rettili mesozoici, e come tutti i vecchi alla mia età sanno bene, non è saggio parlare di ambiti che non si conoscono con il sufficiente livello di competenza.

Tuttavia, il caso vuole che io sia un paleontologo dei vertebrati specializzato in sistematica e filogenetica, ovvero un esperto in come si identificano e definiscono le specie fossili di vertebrati. Pertanto, ho l'esperienza per esprimere un commento su una parte della notizia scientifica del mese, ovvero la così detta "de-estinzione" del "dire wolf" (specie Aenocyon dirus), di cui tutti stanno parlando in questi giorni. 

Screenshot dal sito della società biotecnologica Colossal in cui è esplicitamente menzionato Aenocyon dirus come specie "de-estinta" (fonte:https://colossal.com/direwolf/).

Non mi soffermo sulla questione genetica, che non è il mio campo, né su quella strettamente legata alle caratteristiche dei canidi (sia viventi che estinti), che non è il mio campo. Mi soffermo su un concetto più generale, ovvero, cosa sia una specie di vertebrato fossile, e quando, come e perché io possa chiamare un individuo "membro di quella specie".

Un vertebrato fossile è, in pratica, un insieme di attributi morfologici che si possono osservare associati in un singolo esemplare fossile.

Ad esempio, se hai scoperto un fossile di vertebrato con undici denti premascellari, muso platirostrale con premascellari fusi, osso jugale con un vestigio di processo ascendente, vertebre cervicali anteriori con postzigapofisi fuse in un processo a forma di spatola, cervicali posteriori senza spina neurale, terzo dito della mano più lungo e più robusto del secondo, e secondo dito del piede con seconda falange senza distinzione tra diafisi e faccette articolari, allora hai scoperto un esemplare di Halszkaraptor escuilliei. Non c'è altro modo per identificare un Halszkaraptor escuilliei.

Se un genetista dichiarasse che ha preso un anatra, ne ha modificato il DNA per farle avere l'aspetto esteriore che siamo abituati ad attribuire ad Halszkaraptor escuilliei, per farla camminare e muovere come pensiamo forse avesse camminato Halszkaraptor escuilliei, quell'animale non sarebbe un Halszkaraptor ma solo un'anatra geneticamente-editata.

Se il medesimo genetista fosse in possesso di alcuni alleli di geni del genoma di Halszkaraptor che codificano per alcuni tratti della morfologia e del comportamento di Halszkataptor, e li inserisse con successo nel genoma di un'anatra mutante, in tal caso, avrebbe ottenuto un Halszkaraptor? No, avrebbe un'altra anatra ancora più geneticamente-editata della prima.

L'esempio qui sopra può sembrare forzatamente estremo, perché un canide di poche migliaia di anni fa differisce da un lupo grigio meno di quanto un dromaeosauride del Cretacico differisce da un anatra. C'è molta più affinità genetica tra un Canis familiaris ed un Aenocyon dirus che tra un Halszkaraptor escuilliei ed un Anas platyrhynchos. Ma il concetto è sostanzialmente il medesimo.

Un Canis familiaris (lupo grigio) al quale hanno editato alcuni alleli per dargli un aspetto che forse ricorda quello in vita di Aenocyon dirus NON è un Aenocyon dirus.

Per questo motivo, sono veramente sbalordito da questa dichiarazione di un rappresentante della società biotecnologica che ha "de-estinto" il dire wolf, lasciata sulla pagina Facebook del mio blog:


In pratica, essi ammettono di aver giocato con le parole. Essi chiamano "dire wolf" quello che è solamente un lupo editato-geneticamente. Il motivo di questo palese sofismo di nomenclatura è ovvio: il nome "dire wolf" è molto più suggestivo ed accattivante di "lupo grigio editato geneticamente". Ovvero, questa è solo una trovata pubblicitaria, un espediente per accattivare finanziatori e sostenitori. Ma sul piano paleontologico, qui non è stata "de-estinta" alcuna specie. Hanno giocato con il DNA di un lupo per fargli assumere alcuni attributi che, secondo loro, erano tipici e caratteristici di Aenocyon. Ma simulare alcuni elementi di un animale non significa averlo riportato in vita.

Faccio notare, banalmente, che parte della dichiarazione di Colossal è in ogni caso del tutto arbitaria: nessuno conosce l'aspetto in vita del dire wolf, nessuno conosce il comportamento in vita del dire wolf, nessuno ha modo di determinare se l'ecologia di un animale creato in laboratorio sia analoga a quella di una specie estinta. Sono tutte delle "supercazzole" pseudo-scientifiche per far stare in piedi la arbitraria decisione di dare a questo lupo editato-geneticamente un nome colloquiale usato per una distinta specie fossile.

Ora, aspettiamo che questi animali crescano e raggiungano l'età adulta, e confrontiamo il loro scheletro adulto con quello degli Aenocyon: se lo scheletro rimane quello di un lupo, la faccenda si chiude qui. Qualora lo scheletro mostri caratteri diagnostici di Aenocyon, allora avrà senso riparlarne.

 

2 commenti:

  1. [...] Ora, aspettiamo che questi animali crescano e raggiungano l'età adulta [...]

    Sempre che ci arrivino all' età adulta. ;-)

    Bruno

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  2. Essendo sufficientemente vecchio da parlare con molta cautela anche di ciò di cui posso essere considerato esperto non dovrei dire assolutamente nulla, se non limitarmi a cncordare con quello che dici. Però, in questo caso mi sembra che, al di là di aspetti tecnici fondamentali come quelli evidenziati da te, ci sono anche degli argomenti molto più a monte, di natura logica, che possono essere affrontati anche senza avere competenze specifiche.
    Come si può affermare che un animale X manifesti i tratti fisici e comportamentali più caratteristici di un animale Y che nessuno ha mai visto prima? Anche ammettendo che i tratti comportamentali dipendano esclusivamente dal materiale genetico, stiamo parlando comunque di un animale che condivide una parte (piccola, ma il discorso non cambierebbe se si trattasse del 98%: saremmo comunque di fronte a un ibrido) del patrimonio genetico di un altra specie estinta.
    E' un'inconsistenza logica totale, un'affermazione totalmente priva di fondamento che mi ha lasciato davvero senza parole. E questo tipo di ragionamento (con un minimo di dati) mi sembra che dovrebbe essere alla portata di tutti, perché, appunto, un po' a monte delle conoscenze specialistiche.
    Sorvoliamo, naturalmente, su qualunque riflessione etica ed ecologica sul senso e sul concetto di de – estinzione...
    Emiliano

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