"Shoot her! Shoooot heeeer!" |
Gli slogan sono immediati e spesso
incisivi; sono ottimi mezzi per veicolare un concetto. Ma sono anche
molto subdoli. Prendiamo il concetto che lega a sua volta i due
concetti di “uccello” e “dinosauro”. Sebbene la frase “gli
uccelli sono dinosauri” sia vera allo stesso modo con cui lo è la
frase “le balene sono mammiferi”, essa è fuorviante nel
semplificare eccessivamente l'entità di quello status tassonomico.
Lo slogan è subdolo perché rimuovendo una parte fondamentale della
più chiara e corretta frase “gli uccelli sono un sottogruppo dei
dinosauri”, esso è ambiguo per coloro che non dispongono
dell'intero bagaglio concettuale che permette di riconoscere la
gerarchia che include Aves in Dinosauria.
Sono fiducioso che il lettore medio di
Theropoda (esso stesso una astrazione) sia consapevole del senso
della frase “gli uccelli sono dinosauri”. Perlomeno, voglio
essere ottimista. Tuttavia, non sono così ottimista per un altro
slogan legato al legame tra dinosauri e uccelli, e che sospetto sia
più o meno implicitamente ritenuto valido dalla maggioranza degli
appassionati. Lo slogan è quello che individuerebbe in alcuni
uccelli moderni degli “analoghi” dei dinosauri non-aviani,
analoghi migliori degli altri uccelli, poiché ritenuti più “arcaici”
o “plesiomorfici” sia anatomicamente che ecologicamente. Sono
sicuro che almeno una volta nella vita avrete sentito dire oppure
letto da qualche parte che “il casuario è un moderno
Velociraptor”, o frasi simili. Una rapida ricerca con Google
mi dice che “Cassowary+Velociraptor” compare almeno 50
mila volte online.
Il casuario (o meglio, le varie specie
di casuario) è uno dei più grandi uccelli viventi, il secondo per
massa dopo lo struzzo. I casuari sono animali molto affascinanti, sia
anatomicamente che etologicamente. In quanto grandi animali piumati non-volatori, essi ricorderebbero vagamente i theropodi maniraptori
non-aviali, anche questi grandi animali piumati non-volatori.
Eppure, nessuno di noi ha mai visto dal
vivo un Velociraptor (o qualunque altro theropode mesozoico),
quindi non abbiamo alcun modo di stabilire se l'eco-etologia di
Velociraptor fosse più o meno simile a quella di Casuarius.
Il fatto che Casuarius sia vagamente “preistorico” è
innanzittuto una pura invenzione della nostra mente. Non esiste uno
status “arcaico” per un animale vivente, dato che ogni specie
esistente ha seguito la propria storia evolutiva che lo ha portato inevitabilmente ad "allontanarsi" dallo status ancestrale. Persino i così
detti “fossili viventi” sono il prodotto di storie evolutive
particolari e divergenti, e non sono “relitti” immutati da un passato remoto.
Ma anche ammettendo che esistano dei “relitti evolutivi”,
Casuarius non è affatto un relitto, dato che presenta
numerose specializzazioni anatomiche tutte proprie, mentre non
conserva alcuna condizione ancestrale da “dinosauro non-aviano”.
Se analizzate nel dettaglio Casuarius, e lo confrontate con
varie specie di dinosauri mesozoici (ovviamente, a livello delle parti fossilizzabili), vedrete che nella grandissima
maggioranza delle sue caratteristiche esso è un uccello moderno a
tutti gli effetti, e che i tratti in comune con gli altri dinosauri sono frequenti tanto quanto si osserva negli altri uccelli. La “primitività” o “arcaicità” è
puramente illusoria, e spesso è un puro prodotto della ignoranza
anatomica sull'animale in questione.
Probabilmente, i lettori a questo punto
avranno anche concesso che Casuarius non sia “preistorico”
o “arcaico”, ma continueranno a pensare che, perlomeno, esso
abbia evoluto delle caratteristiche che “mimano” le
caratteristiche ancestrali dei dinosauri non-aviani. Dopo tutto,
essere bipede incapace di volare e pesare più di 20 kg sono la norma
nei theropodi non-aviani, mentre sono una rara eccezione negli
uccelli viventi. Perché non dovremmo ammettere che Casuarius
sia un uccello convergente con i dinosauri non-aviani? Ammettere ciò
implica far rientrare il concetto di “arcaico” dalla finestra,
camuffandolo da “ecomorfologia convergente con quella dei dinosauri
non-aviani”.
Nelle scienze naturali non basta
sostenere una somiglianza, occorre anche dimostrare che essa regge
alla prova di un test statistico. Se si sostiene che Casuarius
è ecomorfologicamente più simile ad un theropode mesozoico rispetto
agli altri uccelli moderni, occorre sviluppare una analisi
quantitativa che produca come risultato una misura di tale
somiglianza, e che tale somiglianza sia statisticamente
significativa. Questo può essere fatto, ad esempio, svolgendo delle
analisi morfometriche, e calcolando come i diversi uccelli e
dinosauri si distribuiscano in un morfospazio definito dalle misure
ottenute da regioni standardizzate del loro corpo. Se il casuario (ed
altri uccelli) sono analoghi ai dinosauri non-aviani, un test
morfometrico devrebbe collocarli dentro la distribuzione data dai
dinosauri non-aviani, mentre gli altri uccelli risulterebbero fuori
da tale distribuzione.
Seguendo questo ragionamento, Gold e
Watanabe (2018) hanno analizzato morfometricamente i calchi
endocranici di alcuni theropodi non-aviani e di verie specie di
uccelli moderne, per determinare come queste specie si distribuiscano
in un morfospazio dato dalle caratteristiche geometriche dei loro
endocrani. L'ipotesi è che se i grandi uccelli non-volatori sono
analoghi ai theropodi non-aviani, i loro cervelli dovrebbero avere
una morfologia più simile a quella dei loro parenti mesozoici
non-volatori rispetto a quella degli uccelli volatori. Sappiamo che
le diverse regioni del cervello si espandono o riducono in relazione
alle specializzazioni locomotorie ed ecologiche, quindi è
ragionevole supporre che, qualora i grandi uccelli atteri siano
“tornati” a vivere alla maniera dei theropodi mesozoici, avranno
evoluto cervelli conformi a tali stili di vita, o perlomeno, avranno
modificato i loro cervelli rispetto alla morfologia “classica”
degli uccelli volatori. Qualora tale “modifica” sposti i
grandi uccelli atteri verso la regione del morfospazio occupata dai
dinosauri non-aviani, potremmo sostenere che, effettivamente,
Casuarius e company siano a livello neuronale degli analoghi eco-morfologici o
funzionali dei dinosauri classici.
L'analisi di Gold e Watanabe (2018)
smentisce questa idea. Le caratteristiche geometriche del cervello
dei grandi uccelli non-volatori moderni rientrano nel range di
variazione degli altri uccelli, mentre i theropodi non-aviani
analizzati si collocano in una differente regione del morfospazio. Il
cervello di Casuarius (o di struzzo) è un cervello da uccello
moderno, e non somiglia al cervello di un paraviano basale.
Questo risultato è interessante da due
punti di vista.
Smentisce il mito che i grandi uccelli
non-volatori siano degli animali “preistorici”, o comunque
“simil-preistorici”. Ma, sopratutto, smentisce l'idea che i
theropodi piumati più simili agli uccelli fossero “in toto” più
simili agli uccelli rispetto agli altri theropodi. Questo è,
probabilmente, un errore concettuale molto più radicato e difficile
da demolire rispetto a quello del “casuario preistorico”. Il
fatto che dromaeosauridi e troodontidi siano filogeneticamente più vicini agli uccelli
rispetto ad altri theropodi non implica necessariamente che essi fossero
“più uccelli” degli altri dinosauri. Il fatto che questi
theropodi siano copiosamente ricoperti di piume non significa che
anche la loro anatomia interna sia sempre e comunque “più da
uccello” rispetto ad altri cladi. L'evoluzione, lo ripetiamo
sempre, non è un processo lineare né graduale né semplice. Il solo
fatto di stabilire una parentela stretta di un taxon fossile con un
gruppo moderno non implica automaticamente che quel taxon fossile sia
una “versione incipiente” del taxon moderno, né che tutto il suo
corpo e la sua biologia siano automaticamente uno “stadio
intermedio” lungo la trasformazione che porta alla forma vivente.
Probabilmente, i grandi theropodi
piumati del passato avevano comportamenti ed ecologie che
difficilmente ricadrebbero dentro gli schemi stabiliti osservando le specie di
uccelli viventi. Dopo tutto, se elencassimo le caratteristiche
anatomiche che Velociraptor NON ha in comune con gli uccelli
moderni, avremmo una lista lunga quanto quella delle caratteristiche
che lo rendono più simile ad un uccello rispetto ad un coccodrillo.
E siccome nessun animale esiste per svolgere il ruolo di “stadio
evolutivo intermedio”, ma esiste perché è funzionale al proprio
stile di vita, non c'è motivo per ridurre Velociraptor al
ruolo di “uccello al 60% dell'upgrading”, così come non c'è
motivo per vedere in Casuarius un “Velociraptor al 40%
del reloading”.
Bibliografia:
M.E.L. Gold and A. Watanabe. 2018.
Flightless birds are not neuroanatomical analogs of non-avian
dinosaurs. BMC Evolutionary Biology (2018) 18:190
https://doi.org/10.1186/s12862-018-1312-0
Le persone fanno tutti questi paragoni tra il casuario e i dinosauri mesozoici, ma alla fine secondo me è solo "l'elmetto" cheratinoso che ha sulla testa che lo fa assomigliare un po' ad un oviraptorosauro e fine. Se non fosse per questa cosa il casuario assomiglierebbe ad un teropode mesozoico tanto quanto gli altri grossi ratiti (cioè poco o nulla). Un discorso simile si può fare anche per l'emù... la forma della testa lo fa assomigliare un po' ad un ornitomimide.
RispondiEliminaMolto spesso si sente anche dire che i "rettili" (lucertole, tuatara, serpenti, tartarughe e coccodrilli) in generale hanno un aspetto "preistorico", "primitivo", ma questo perché molti si immaginano ancora i dinosauri come nelle illustrazioni vintage di Knight o di Burian o come i "Dimetrodon" del vecchio film "Viaggio al Centro della Terra". Il problema è che quelle ricostruzioni erano pesantemente basate sui rettili attuali, quindi, in ultima analisi, dire che un'iguana ha un aspetto "preistorico" equivale a dire che essa assomiglia a se stessa. È come un cane che si morde la coda, una tautologia data dall'influenza dei grandi paleo-illustratori del secolo scorso.
Luca
Ricordo che già ai tempi di Walking With Dinosaurs fu spiegato, con l’ausilio di modelli di encefalo di uccelli e coccodrilli, che il cervello di un theropode (A. fragilis in quel caso) era ben più simile a quello di un coccodrillo che a quello di un qualsiasi uccello. Immagino però che, in quanto grossi, piumati e non volatori, la nostra immaginazione non possa fare a meno di correre agli uccelli paleognati pensando ai theropodi non-aviani, basta ricordarsi che quei 66 milioni di anni di evoluzione ci sono stati.
RispondiEliminaIneccepibile!
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