La prima iconografia (rivoluzionaria per l'epoca) di Deinonychus, ad opera di Bakker, in Ostrom (1969). |
In questi giorni si parla molto nella dino-blogosphera della serie televisiva "Dinosaur Revolution". Come evidenzia il nome, e come traspare dalle scene che ho visto, la serie enfatizza il fatto che nuove scoperte e nuove concezioni abbiano prodotto una "rivoluzione" nel modo di vedere e concepire i dinosauri.
Forse io vivo in un buco isolato dal mondo, ma non mi pare che ci sia stata una rivoluzione nella paleontologia dei dinosauri negli ultimi anni. Abbiamo avuto nuove scoperte, alcune inattese e veramente straordinarie, ma ciò non basta per parlare di "rivoluzione". Una rivoluzione è una cesura netta e radicale col passato. Nulla delle scoperte degli ultimi anni ha portato a tale stacco radicale con la paleontologia precedente. Anzi, ogni nuova scoperta è rientrata nell'alveo della concezione "standard" affermata nella paleontologia dei dinosauri.
Se vogliamo veramente parlare di "rivoluzione" nella paleontologia dei dinosauri, dobbiamo andare ben più indietro nel passato, ad almeno 40 anni fa.
Alla fine degli anni '60, la biologia e la paleontologia erano in fermento per le implicazioni concettuali e metodologiche derivanti dal "neodarwinismo", la sintesi evoluzionistica verificatasi nei due decenni precedenti. Al centro della nuova concezione darwiniana era la selezione naturale e l'idea che la genetica popolazionale fosse quasi del tutto sufficiente per spiegare i fenomeni evolutivi e le specie. Pertanto, buona parte della paleontologia era ora finalizzata ad identificare le trasformazioni evolutive e la selezione naturale. I campi di maggiore interesse, quindi, erano le grandi transizioni biologiche ("dal pesce all'anfibio" o "dal rettile al mammifero", per esempio) e la documentazione paleontologica del gradualismo. I grandi rettili del passato, data la loro frammentarietà, era quindi poco interessanti per il nuovo evoluzionismo. Inoltre, in quanto "rami collaterali" dell'evoluzione, estintisi senza discendenza, essi erano considerati poco più che bizzarre curiosità, poco significative per un discorso generale sull'evoluzione. Al più, le varie linee evolutive, come ornithischi e saurischi, mostravano come la selezione naturale avesse plasmato animali differenti sotto medesime condizioni biotiche. Da quasi un secolo, "Dinosauria" non era considerato un gruppo naturale, ma solo un termine colloquiale per indicare tutti i grandi rettili del Mesozoico.
Il primo tentativo di scardinare questa concezione dei dinosauri fu proprio un'opera che cercava di spiegare un'apparente contraddizione darwiniana presente nella paleontologia dei rettili. In un articolo del 1964, il giovane Robert Bakker si poneva questa domanda: se davvero l'evoluzione è il risultato adattativo operato dalla selezione naturale, perché i mammiferi non sostituirono i rettili fin dal Triassico nell'occupazione delle nicchie dei grandi animali? Dopotutto, notava Bakker, i mammiferi sono riconosciuti essere anatomicamente più avanzati ai rettili. Le risposte date da Bakker all'enigma della "superiorità" dei dinosauri sui mammiferi nel Mesozoico rappresentano l'inizio (ma non il completamento) della Rivoluzione Dinosauriana.
L'anno successivo, il mentore di Bakker, J. Ostrom, pubblicava la descrizione dell'osteologia di Deinonychus, scoperto alcuni anni prima. Due punti dell'opera di Ostrom (1969) sono ulteriori prove della rivoluzione in atto: Deinonychus non si colloca in modo soddisfacente nelle categorie tassonomiche esistenti per i dinosauri carnivori: in parte esso è coelurosauriano, in parte carnosauriano. Ciò indicava che le categorie usate fino ad allora non rappresentavano la reale struttura filetica dei theropodi. Inoltre, l'anatomia di Deinonychus, il comportamento e la fisiologia deducibili dall'anatomia erano più simili a quelle di un grande uccello terricolo che a quella di un rettile ectotermo. Non tutti i rettili del Mesozoico rientravano nel modello accetatto a quei tempi.
A confermare definitivamente che i dinosauri non erano "rettili" nell'accezione del tempo, fu nuovamente Bakker, che nel 1971 dimostrò che i sauropodi erano adattati a vivere sul terreno asciutto e non erano semiacquatici.
La summa conclusiva di questa serie di studi fu pubblicata da Bakker e Galton (1974) che dimostarono non solo che i dinosauri erano "qualitativamente" differenti dal modello pre-esistente (Bakker 1972), ma che Dinosauria non era una convenzione pratica, bensì un gruppo monofiletico, comprendente gli uccelli.
Quest ultima affermazione derivava da un dettagliato studio di Ostrom (1976) nel quale dimostrava che lo scheletro di Archaeopteryx era in tutti i suoi aspetti quello di un coelurosauro, e che quindi gli uccelli discendevano da dinosauri theropodi.
E così, nel giro di nemmeno un decennio (1968-76), e per opera prettamente di Ostrom e Bakker, i dinosauri passarono da gruppo artificiale rappresentante grotteschi rettili estinti privi di significato generale, a gruppo monofiletico di vertebrati dalla postura e dal metabolismo che non solo anticipava gli uccelli, ma ne era anche l'antenato. I dinosauri quindi diventarono uno dei massimi successi nei Vertebrati, nonché elemento chiave per capire gli ultimi 250 milioni di anni di Storia della Vita.
Si era compiuta una vera rivoluzione concettuale, di cui noi oggi, pur con aggiornamenti e distinguo, ne siamo gli eredi. La rivoluzione di 40 anni fa infatti non è stata più smentita, né soverchiata da nuove rivoluzioni o restaurazioni.
Bibliografia:
Bakker, R.T. (1968). "The superiority of dinosaurs". Discovery 3 (2): 11–22.
Ostrom, J.H. (1969). "Osteology of Deinonychus antirrhopus, an unusual theropod from the Lower Cretaceous of Montana" Peabody Museum of Natural History Bulletin 30: 1–165.
Bakker, R.T., 1971. "Ecology of the Brontosaurus." Nature, 229: 172-174
Bakker, R.T. (1972). "Anatomical and ecological evidence of endothermy in dinosaurs". Nature 238 (5359): 81–85.
Bakker, R.T.; Galton, P.M. (1974). "Dinosaur Monophyly and a New Class of Vertebrates". Nature 248 (5444): 168–172.
Ostrom, J.H. (1976). "Archaeopteryx and the origin of birds". Biological Journal of the Linnean Society 8 (2): 91–182.
vorrei sapere su quali argomentazioni si basano le ipotesi del cosiddetto BAND; cioè, ci sono fossili che potrebbero anche solo vagamente testimoniare che Theropoda e Aves hanno un antenato in comune? Longisquama può considerarsi un fossile valido in questo senso (a me sembra che abbia le stesse affinità con gli uccelli di quante ne abbiano il draco volans o gli scoiattoli volanti, cioè meno di zero, ma filogeneticamente non saprei dove collocare questo animale)? è ragionevale pensare che le protopiume rinvenute su alcuni fossili cinesi, come sostenuto in alcune pubblicazioni, siano semplicemente squame alterate da processi post-mortem?
RispondiEliminaGiacomo
Siccome ho dedicato vari post al BAND, ti suggerisco, per una risposta dettagliata, di digitare nella barra orizzontale bianca in alto a sinistra nella pagina la parola "B.A.N.D.", così troverai i vari post in proposito.
RispondiEliminaok, grazie!
RispondiEliminaGIacomo
l'idea che i sauroposti non fossero animali semiacquatici è stata proposta nel 1971? io pensavo fosse la concezione diffusa dopo i primi ritrovamenti fossili (intendo i primi dinosauri in assoluto), smentita poco dopo!
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