Una rappresentazione scorretta e molto fuorviante dell'evoluzione degli uccelli, vista come una serie lineare di antenati e discendenti tratti dal record fossile noto
Oggi su Science è pubblicato un
nuovo ominide africano. Non entro nel merito della pubblicazione, dato che il
blog non si chiama "Hominoidea". Quello che mi preme invece è
discutere di alcuni concetti molto abusati dal giornalismo scientifico, dalla
divulgazione di serie B e da tutti i gestori di siti paleontologici all'acqua
di rose.
Dato che l'ossessione generale di
fronte ad un fossile ominide è di chiamarlo subito "Anello Mancante"
o "Antenato dell'Uomo", "Anello di Transizione" o altre
iperboliche definizioni tanto accattivanti e suggestive, cerchiamo di chiarire,
una volta per tutte perché queste parole devono essere evitate il più
possibile, se non addirittura eliminate dal vocabolario naturalistico.
Altri hanno argomentato in modo
più o meno teorico questa faccenda. Io vado più sullo spiccio, e presento la
lista delle caratteristiche che un fossile deve avere per essere battezzato
"anello mancante" o "antenato":
1-Esso deve essere una specie, e
non può essere una categoria tassonomica più grande. Una "famiglia" o
un clade NON sono mai antenati di qualcos'altro. Dire: "I Deinonychosauri
sono gli antenati degli uccelli" non ha senso, perché Deinonychosauria non
è una specie. Essere "antenato" implica un'evoluzione, e l'evoluzione
avviene sempre a livello di specie, mai di categorie più ampie, le quali,
essendo "categorie", sono solo degli insiemi naturali di più specie
derivate più o meno direttamente da una stessa specie capostipite.
2-Esso deve essere più antico di
tutti i suoi presunti discendenti. Dire: "Microraptor è l'antenato
degli uccelli" è scorretto, perché Microraptor è vissuto 20 milioni
di anni dopo i primi uccelli.
3-Esso non deve avere nessuna sua
specializzazione o peculiarità (autapomorfia), perché altrimenti dimostra che
non appartiene alla linea diretta verso il gruppo di cui sarebbe antenato, ma
appartiene ad una linea imparentata ma distinta (appunto, la linea in cui è
comparsa quella ben precisa specializzazione). Ad esempio, Microraptor ha
processi ipertrofici allungati nella coda, assenti negli uccelli e in tutti gli
altri theropodi. Attualmente, questi processi sono unici dei dromaeosauridi,
comparsi solo nella loro linea, e dimostrano una evoluzione dei dromaeosauridi
rispetto al loro antenato comune con gli uccelli: pertanto, essendoci stata
questa evoluzione, la linea di Microraptor non può essere antenata
diretta degli uccelli.
Sulla base di queste tre
condizioni, è facile mostrare se un fossile NON è un antenato comune di un
gruppo, né se è un fantomatico "anello di congiunzione". In effetti,
la stragrande maggioranza dei vertebrati fossili (in particolare con un record
fossile frammentario come i dinosauri) tende a non rispettare almeno uno dei
tre parametri elencati, invalidando la loro presunta "ancestralità"
rispetto ad altri taxa.
Vi chiederete se allora esistano
o meno degli "anelli mancanti". Il problema non è tanto la loro
esistenza o meno (esistenza implicita nel paradigma darwiniano) bensì la loro
preservabilità. Data la reale frammentarietà del record fossile, è estremamente
improbabile scoprire esattamente tre specie fossili che formino una precisa
sequenza antenato-forma intermedia-discendente. Tale sequenza dovrebbe essere
infatti perfettamente in linea con i tre parametri citati sopra. Tuttavia,
anche nel caso di un fossile di una specie, più antica di altre e priva di
specializzazioni, come facciamo a dimostrare che essa NON avesse
specializzazioni in parti del corpo che non sono fossilizzate? Ovvero, potrebbe
essere che questa apparente "specie antenata" è una
"pseudo-antenata", prossima alla vera antenata (non preservata) ma
distinta per qualche ignota specializzazione., ad esempio in parti molli del
corpo, o in caratteri comportamentali. Tutto questo discorso mostra che il
concetto di "antenato" o di "anello mancante" è relativamente
inutile e fuorviante in studi filogenetici di fossili. Un concetto molto più
pratico e utile è invece quello di "sister-taxon", ovvero, di parente
prossimo. Questo concetto ha il pregio di essere determinabile
filogeneticamente, e non presenta le fumose ambiguità elencate prima per il
fantomatico "anello mancante". Un sister-taxon, infatti:
A- Può essere qualunque categoria
tassonomica, non solo una specie. Il clade Deinonychosauria è il più prossimo
sister-group degli uccelli. Idem, il genere Ornitholestes è un sister-group
degli uccelli, ma molto più remoto evolutivamente rispetto a Deinonychosauria.
Idem, Homo sapiens: esso è un lontanissimo sister-group degli uccelli,
in qualità di membro del clade dei mammiferi: quest'ultimo è infatti il
sister-group dei rettili (il clade a cui appartengono gli uccelli). Idem, gli
insetti...ecc... Ciò che cambia in ogni caso particolare è solo il grado di
parentela.
B- Non è vincolato al tempo, e
non deve essere necessariamente precedente il gruppo che stiamo studiando.
Prima della scoperta di Anchiornis, non si conoscevano Deinonychosauri
più antichi di Archaeopteryx. Ciò comunque non indeboliva minimamente il
valore di utile sister-group degli uccelli che attribuiamo a Deinonychosauria.
C- Esso può presentare sue
specializzazioni. Anche nel caso che le penne metatarsali si dimostrino una
specializzazione esclusiva dei deinonychosauri, esattamente come i processi
caudali citati prima, ciò non nega né invalida il fatto che Deinonychosauria
sia il più prossimo sister-group degli uccelli.
Concludendo: evitate di parlare
di "anelli mancanti" o di "antenati" se non avete una
chiara e robusta motivazione per farlo. Ovvero, per esperienza, non parlate mai
di questi concetti. Quello che a voi potrebbe sembrare un "anello
mancante" in futuro potrebbe non risultare tale, rendendo la vostra
attuale opinione falsa e fuorviante. Al contrario, il concetto di sister-group,
di "parente prossimo" è un valido strumento per qualsiasi discorso
evolutivo. Forse non sarà accattivante e suggestivo come "antenato",
ma ha il pregio di non essere fumoso ed ambiguo, bensì preciso e univoco,
requisito base di qualsiasi strumento mentale scientifico.
"Esso deve essere una specie, e non può essere una categoria tassonomica più grande"
RispondiEliminaQuesto è un punto molto interessante e corretto. E' vero. Un essere non può evolvere contemporaneamente da più esseri
La parola "essere" non ha alcun senso nella scienza. Usiamo le parole precise, sennò è aria fritta: io ho parlato di specie, di evoluzione di specie.
RispondiEliminaLa tua frase relativa ad "essere" è infatti suscettibile di smentita.
In base alla Teoria Endosimbiontica, gli organismi eucarioti discendono dalla fusione simbiontica di numerose e distinte linee di procarioti in un unico sistema biologico (la cellula eucariotica). Quindi, un essere può evolvere da più esseri.
Giusto, ho sbagliato, mi ero dimenticato della cara teoria endosimbiotica. Già che si ciamo menzioniamo anche i polidnavirus e un articolo che avevo visto su sciencedaily che menzionava gli esseri umani che avevan integrato un microrganismo nel loro genoma... lo devo ritrovare
RispondiEliminaHai ragione Andrea, molto spesso il concetto di "antenato" e "discendente" viene completamente distorto, fino a pensare che l'evoluzione della specie non sia altro che una semplice linea retta. Questo non solo rende inutile il concetto di "selezione naturale" ma porta la gente a credere che l'evoluzione di un organismo possa compiersi in seguto al miglioramento della "brutta copia" che lo ha preceduto. Ho letto qualcosa al riguardo in un libro di Stephen Jay Gould, un geologo e paleontologo molto illuminante di qualche decennio fa, in cui sottolineava che, per rappresentare l'evoluzione umana e delle specie in generale, bisogna superare l'antiquata concezione del grafico a "scala" e accogliere più apertamente l'idea del grafico ramificato a cespuglio. Non so se ti interessa, ma il libro è "Questa idea della vita"; altre opere, tutte bellissime, che uno come te sarà certo in grado di apprezzare, sono "Il pollice del panda", "Quando i cavalli avevano le dita" e "I pilastri del tempo".
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