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06 giugno 2009

La deposizione delle uova negli oviraptorosauri

Gli arcosauri attuali mostrano una marcata diversità nelle modalità di deposizione delle uova. In particolare, uccelli e coccodrilli si distinguono tra loro per due aspetti:

1- Nei coccodrilli, entrambi gli ovari sono funzionanti. Negli uccelli, un solo ovario è funzionante.

2- Nei coccodrilli, ciascun ovario produce simultaneamente più uova. Negli uccelli, l’ovario produce un solo uovo alla volta.

Com’era il meccanismo di ovodeposizione nei theropodi? Quale modello dobbiamo scegliere? Quello dei coccodrilli o quello degli uccelli? Questo è un tipico caso in cui si corre il rischio di lasciarsi andare alle speculazioni gratuite, alle storie plausibili ma indimostrabili, ed a esprimere più i propri pregiudizi evolutivi che delle vere e proprie argomentazioni. Infatti, a seconda di quale sia il vostro “modello” preferito, potrete sicuramente portare delle plausibili motivazioni a vostro favore (ed i critici potranno portarne altre ugualmente valide contro la vostra ipotesi).

In questi casi, quindi, io preferirei astenermi da proporre un’ipotesi, in attesa di prove dai fossili. Ma quali prove? L’ovario non fossilizza, così come non fossilizza il ciclo di ovodeposizione. L’ovario no, il ciclo nemmeno, ma le uova sì.

Sato et al. (2005) descrivono uno scheletro articolato e parzialmente conservato di oviraptoride* dal Cretacico Superiore della Cina. Lo scheletro consta solamente di parte del bacino ed alcune vertebre, ma ciò è sufficiente per attribuirlo ad Oviraptoride (la forma di ischio e pube, le proporzioni dei peduncoli iliaci e i recessi pneumatici nelle caudali non lasciano dubbi in proposito). L’aspetto più interessante del fossile è che conserva due uova, appaiate, collocate nella zona posteriore della cavità addominale, dorsalmente alla sinfisi pubica, in prossimità della regione cloacale. La posizione e l’orientamento delle due uova non lascia spazio per altre interpretazioni: si tratta di due uova, prossime alla deposizione, ma ancora all’interno negli ovidotti.

Questo reperto quindi dimostra che gli oviraptoridi avevano una modalità di ovodeposizione evolutivamente intermedia tra quella dei rettili non-aviani (come ad esempio i coccodrilli) e gli uccelli moderni: come nei primi, entrambi gli ovari erano funzionanti (le due uova sono appaiate, non allineate, quindi è probabile che scorressero parallelamente lungo i due ovidotti e non provenissero dallo stesso ovario); come i secondi, ogni ovario produceva un solo uovo alla volta (non ci sono tracce di altre uova nella cavità addominale, inoltre, le grandi dimensioni delle uova rispetto alla taglia del theropode escludono che la sua cavità addominale potesse contenere un numero elevato di uova alla volta, come accade invece alle uova dei coccodrilli, che producono uova relativamente piccole rispetto alla loro taglia corporea).

Questa interpretazione è confermata anche dalla forma delle covate rinvenute nei nidi di oviraptoridi, dove le uova, deposte a raggiera, sono disposte a coppie: ciò pareva la prova di un’attività di manipolazione operata dalle madri, ma, alla luce del nuovo fossile, è più semplicemente l’effetto delle deposizione sincrona di due uova alla volta.

Attenzione! Questo fossile ci dimostra che:

A- La riduzione del numero di ovari funzionanti avvenne dentro Paraves, non prima.

B- La riduzione ad un solo uovo alla volta per ovario avvenne prima che le linee di Oviraptoridae e Aves si separassero, ma per sapere meglio dove accadde tale evoluzione, abbiamo bisogno di altri fossili.

Attualmente, non possiamo sapere con certezza se i nidi di oviraptoride, composti da dozzine di grandi uova disposte in cerchio, fossero costruiti da una sola femmina, o se, come nei grandi uccelli attuali come lo struzzo, i nidi fossero composti da più femmine, per poi essere covati e sorvegliati da un maschio detentore dell’harem. Tuttavia, come ho spiegato qui, abbiamo buoni motivi per sostenere la seconda ipotesi, almeno per i Maniraptora.

*Gli oviraptoridi sono condannati ad essere sempre associati a delle uova...

Bibliografia:

Sato T., Cheng Y., Wu X., Zelenitsky D.K. & Hsiao Y., 2005 - A Pair of Shelled Eggs Inside a Female Dinosaur. Science 307:375.

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