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19 maggio 2012

Boicottate il commercio illegale dei fossili!

Questo blog parla di paleontologia dei theropodi, e delle sue diramazioni scientifiche e culturali.
Evito, se possibile, di affrontare qui argomenti fuori tema, come la politica o vicende personali non-scientifiche, mentre esco volentieri dall'ambito puro e ristretto del blog quando ciò ha implicazioni concrete per la paleontologia dei theropodi.
In questo post, parlo di una petizione. Io non sono un fan delle petizioni online, di cui spesso dubito della efficacia e validitià. Non mi preme discutere qui le mie motivazioni generali sulle petizioni, né mi interessa ascoltare le vostre eventuali valutazioni in merito.
Mi limito qui a parlare di questa petizione perché è molto rilevante sul piano paleontologico, ma ha anche un significato generale che vorrei prendeste in considerazione.
La petizione di cui parlo ha come obiettivo boicottare un'asta. Questa asta, che è stata menzionata anche in vari media ad alta tiratura online, sia italiani che esteri, ha come oggetto uno scheletro di Tarbosaurus, la cui ricostruzione è visibile qui sopra, e che, con molta probabilità, proviene dalla Mongolia o forse (ma la probabilità pare inferiore), dalla Cina. Pur non avendo certezza di quanto sia effettivamente completo e quanto ricostruito, appare chiaro che la sua preservazione è ottima, e che molte ossa devono essere genuine, non calchi. Non abbiamo la certezza di ciò per un motivo semplice ed ovvio, che è implicito nel fatto che tale fossile stia per essere battuto all'asta: il fossile è stato scavato illegalmente ed espatriato illegalmente. Entrambe le nazioni da cui probabilmente può provenire l'esemplare hanno una chiara legislazione in materia di fossili di dinosauro. I fossili di dinosauro sono patrimonio culturale di quelle nazioni, appartengono al popolo di quelle nazioni, e non possono essere venduti ad un'asta. Tale asta, per quanto blasonata e altolocata possa essere, sta quindi compiendo un atto illegale, un furto economico e culturale al popolo della Mongolia.
Quel fossile deve tornare in Mongolia, dove sarà incluso nelle straordinarie collezioni theropodologiche di quella nazione, per aggiungersi al grande partimonio culturale di una nazione dalla grande storia ma dalla modesta capacità economica. Quel fossile deve tornare in Mongolia, per essere incluso nelle collezioni scientifiche di quel paese, perché così potrà essere studiato e pubblicato dai paleongologi mongoli e di tutto il mondo e contribuire al progresso della conoscenza di tutti noi interessati a questa disciplina.
Boicottate il traffico illegale di fossili di valore scientifico e non rendetevi complici di un furto al popolo mongolo ed alla comunità scientifica.

7 commenti:

  1. Michele tv19/5/12 12:03

    So che in mongolia ci sono dei territori custoditi dalla gente del luogo proprio per salvaguardare quel patrimonio dai cacciatori di fossili abusivi. Alcune zone sono dei veri e propri giacimenti fossilliferi cosa che farebbe gola a chiunque abbia un spiccato interesse nel settore.
    Secondo me ci sono dei ricchi signori che con il denaro riescono a mettere le mani anche sui quei patrimoni naturali.

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    1. Quei fossili appartengono all'umanità, non a questa o a quell'altra nazione. Sul fatto che sarebbe giusto conservarli ed esporli nel paese in cui sono stati ritrovati non ci sono dubbi. E' comunque un fattaccio che può essere allargato anche ad altri casi, ad esempio non trovo giusto (tralasciando le varie vicende storiche) che reperti fossili di pregio (scientifico) italiani siano conservati in musei stranieri.

      HK

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  2. Andrea,
    volevo condividere un pensiero che mi è venuto seguendo da vicino questa vicenda.
    Premessa fondamentale ovviamente è il totale disappunto per tutto questo. Condivido perfettamente il senso del tuo post e quello di tantissimi altri apparsi nel mondo della blog-paleontologia e stampa. S'è detto tutto e quindi non aggiungerò nulla che potrebbe essere ripetitivo.
    Ci tenevo a sottolineare un aspetto, e mi piacerebbe sapere che ne pensi; forse questo è passato in secondo piano ma molte informazioni sull'esemplare, sono andate perdute con la precisa descrizione (geografica, geologica, sedimentologica) della località del ritrovamento. A meno di riuscire a risalire a questa (impossibile? possibile? Sembrano esserci solo vaghi accenni a "deserto del Gobi") significative informazioni sono andate perdute. Si potrà forse certo pensare ad una precisa formazione (Nemegt Formation?), ma pensando ad un livello più locale, mi vien da pensare che si sarebbe potuto aggiungere molto di più sulla tafonomia e magari ecologia dell'animale.
    I dettagli strettamente morfologici saranno rimasti preservati (e si spera che in qualche modo paleontologi possano lavorarci), ma qualcosa di significativo sembrerebbe purtroppo già andato perduto.

    Davide

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    1. Solo studiandolo si può sapere e capire cosa rimane di significativo.
      Vendendolo, tutte le informazioni saranno perdute.

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  3. A quanto pare quest'asta è stata stoppata.
    Ricordo però che parecchi fossili cinesi e mongoli sono stati venduti ANCHE ad istituzioni scientifiche che, a mio avviso, si sono rese complici di questo traffico (senza parlare delle "sole" capitate ai Czercas e in altri casi).

    Sempre con gravi perdite per la scienza.

    Per esempio che cos'è il Raptorex? Una nuova specie, antichissima ma molto derivata della Cina settentrionale (Yixian) di 125 milioni d'anni fa (come pensava Serano)? Un esemplare giovanile di Tarbosaurus della Mongolia interna (questa è la conclusione più parsimoniosa e su chi convergono i ricercatori) di 70 milioni di anni fa? Un giovanile di un'altro tirannosauride cinese del cretaceo superiore (e vi sarebbero parecchi candidati a partire dal gigantesco e mal conosciuto Zhuchengtyrannus di 70-75 milioni d'anni fa)? Una giovanile di una nuova specie del cretaceo superiore magari nemmeno cinese (Mongolia, Corea del nord, Russia, Asia centrale, o addirittura altrove)?

    Forse non lo sparemo mai, ma qualcuno grazie a Raptorex si è arricchito rendendo tutti noi più poveri di risposte.

    valerio

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  4. Ciao Andrea,
    ieri sono stato alla mostra mercato di fossili che si è tenuta a Monza (dove abito) e ho trovato in vendita "denti di Spinosauro", o almeno così diceva il cartellino.
    Posso solo dirti che non avevano seghettature, non erano molto arcuati, e sembravano spezzati con conservata solo la parte della punta.
    Ti chiedo, questi "denti di Spinosauro" possono avere un qualche valore ai fini della paleontologia?

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    1. Siccome la località di provenienza è ignota (suppongo sia il Marocco, ma in ogni caso non credo si disponga di dati sulla località precisa né tanto meno la formazione di provenienza), questi denti (di coccodrillo o spinosauro, potrebbero essere di uno dei due gruppi) non hanno valore paleontologico.

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