Pagine
31 dicembre 2009
Kemkemia: Il primo dinosauro che è anche un luogo dove accamparsi!
10 theropodi per un decennio
30 dicembre 2009
Rinascimento Italiano, Atto Settimo: Che anno!
29 dicembre 2009
Un mascellare dal Cretacico Superiore francese (Aggiornamento): abelisauro o carcharodontosauro?
28 dicembre 2009
_Tarascosaurus_ Le Loueff & Buffetaut (1991)... un abelisauridae?
27 dicembre 2009
Lo Strano Caso di _Richardoestesia_ Currie et al (1990)
25 dicembre 2009
Indovina Chi... 44
24 dicembre 2009
Sono stato preveggente per il 2009?
23 dicembre 2009
Buon Saturnalia a tutti!
_Sinornithosaurus_ velenoso? Allora anche _Spinosaurus_, _Troodon_ e _Orkoraptor_...
22 dicembre 2009
Rinascimento Italiano, Atto Sesto: La paleoArte di Troco
Coming Soon: Theropodi velenosi?
21 dicembre 2009
Walking with Therizinosaurs
Ricostruzione ipotetica di un therizinosauride in postura plantigrada. In base alla struttura della caviglia di questi dinosauri, tuttavia, è improbabile che il piede assumesse una tale postura. |
20 dicembre 2009
Le più antiche orme di tipo deinonychosauro
18 dicembre 2009
Miti e Leggende Post-Moderne sui Theropodi Mesozoici - Nona Puntata: La Tana di _Allosaurus_ e la scuola di caccia per giovani allosauri
Non dobbiamo rassegnarci alla pessima divulgazione! Ecco una prova
Le immagini sono tratte da una sua serie della BBC, di 15-20 anni fa circa, avente a tema i fossili e la paleontologia. I due spezzoni in questione sono tratti dalla puntata dedicata ai dinosauri. Nel primo, John Horner mostra le uova fossili dal suo laboratorio nel Montana. Non so voi, ma per me questo dialogo tra il grande documentarista inglese ed il famoso paleontologo americano vale più di mille battaglie digitali tra raptor squamati e tyrannosauri palestrati.
17 dicembre 2009
Pessima divulgazione? No, disonesta e disgustosamente demagogica! Ovvero (TR)ash of the Dinosaurs
Credete che abbia esagerato con le mie ricorrenti invettive contro la pessima divulgazione paleontologica, la paleoarte degenerata in fantasy, i dinosauri ridotti a mostri da combattimento? La realtà ha superato le mie più pessimistiche previsioni.
Miti e Leggende Post-Moderne sui Theropodi Mesozoici - APPENDICE TEORICA
15 dicembre 2009
Miti e Leggende Post-Moderne sui Theropodi Mesozoici - Ottava Puntata: il branco di _Mapusaurus_
_Tethyshadros_ by Davide Bonadonna
14 dicembre 2009
I fatti contano più delle parole
_Tawa hallae_ Nesbitt et al. (2009) - Aggiornamento
13 dicembre 2009
Rinascimento Italiano, Atto Quinto: _Tethyshadros insularis_ Dalla Vecchia 2009, il più completo Hadrosauroidea basale al mondo!
_Leshansaurus_ Li et al. 2009: Sinraptoride o altro?
12 dicembre 2009
Coming Soon: Un nuovo tetanuro dal Giurassico Superiore Cinese ed un meraviglioso fuori tema italiano!
11 dicembre 2009
_Tawa hallae_ Nesbitt et al. (2009) ed il bauplan di Saurischia.
10 dicembre 2009
Coming Soon: _Tawa hallae_ Nesbitt et al. (2009) e l'evoluzione dei primi theropodi
In attesa del nuovo saurischio basale (Science, coming issue), prendiamo un attimo di respiro...
09 dicembre 2009
Die Hard
08 dicembre 2009
Fuori tema (ma non troppo): _Psittacosaurus_ aveva (solamente) una cresta filamentosa sulla coda?
Ovviamente, noi dobbiamo basarci su quello che vediamo per dedurre ciò che non fu, ed evitare di usare ciò che manca per negare ciò che vediamo.
07 dicembre 2009
Rinascimento Italiano, Atto Quarto: "A.P.P.I. Days"
Oltre a me, erano presenti ricercatori come Federico Fanti e Simone Maganuco, paleoartisti come Davide Bonadonna e Loana Riboli (ho avuto finalmente il piacere di conoscerla di persona) ed appassionati creativi al confine umanistico della paleontologia come Andrea Pirondini, oltre al presidente dell'APPI, Alessandro Carpana, ed ad una schiera di creature me(U)sozoiche.
L'intervento di Federico è stato un viaggio virtuale tra spettacolari siti geo-paleontologici nei quali ha fatto ricerca, sparsi tra Mongolia, Canada, Tunisia e Messico (quest'ultimo caratterizzato da inquietanti casette che non esistono).
Simone è intervenuto in due occasioni. Nella prima, ci ha portato all'inizio del Mesozoico, appena dopo la più grande estinzione di massa di tutto il Fanerozoico, all'interno del Golfo Somalo-Malgascio, nel sud-est di Pangea, per mostrarci i primissimi sopravvissuti di successo di quella grande estinzione, i poco noti, ma molto interessanti, anfibi temnospondyli. Nel secondo, istigato da Alessandro, ha rinfocolato la nostra attesa per l'imminente descrizione di Scipionyx (in preparazione assieme a C. Dal Sasso), anticipando alcuni succosi dettagli, inediti e a tratti inattesi, sul più famoso dinosauro italiano.
Io ho discusso delle differenze tra dinosauri ed uccelli, dimostrando (spero in modo convincente) che quelle differenze sono quantitativamente ridotte e qualitativamente nulle. Se qualcuno vi dirà che ho anche parlato di un nuovo dinosauro (forse abelisauroide), sta mentendo spudoratamente, ed io mi dissocio pubblicamente da tali calunniose menzogne frutto degenerato di Guardiani Ciechi.
Alessandro ci ha portato direttamente sul campo, nella Formazione Hell Creek, raccontandoci l'esperienza di direttore di scavi in un sito a dinosauri nel Montana, alle prese con la meravigliosa durezza delle badlands, l'inclemenza degli elementi, spinto da quella passione che, sebbene in modi differenti, lega tutti noi al Passato Remoto, che si esprime scavando, ricostruendo, dipingendo, elaborando, divulgando, ma anche, sopratutto, costruendo una rete di legami ed amicizie, un tessuto di condivisione che è qualcosa di molto speciale.
Ringrazio tutti gli amici presenti, ed in particolare Alessandro, per l'ottima giornata, invitando tutti a partecipare al prossimo incontro, il prossimo marzo, nel quale, mi è stato anticipato, potrebbe svolgersi un'epica battaglia tra Ceratopsidi Giganti.
04 dicembre 2009
Tutto quello che avreste voluto sapere sugli unguali di _Noasaurus_ e non avete mai osato chiedere
Tornando ai theropodi gondwaniani, un caso di "forzata laurasiatizzazione" è quello dei Noasauridae, taxon istituito circa 30 anni fa a partire da un theropode gracile della fine del Cretacico Argentino: Noasaurus leali. Tra i resti frammentari di questo theropode era presente un unguale falciforme, molto incurvato, dal margine ventrale affilato avente una fossa prossimale. La forma dell'unguale così incurvata, e le proporzioni generali dello scheletro, indussero ad interpretare Noasaurus come un primitivo coelurosauro avente un unguale del piede convergente con quello dei deinonychosauri. A quei tempi, il termine "coelurosauro" non aveva la rigorosa delimitazione filogenetica che usiamo oggi, e comprendeva qualsiasi theropode di piccola taglia e struttura gracile (ovvero, indicava più un grado morfologico che un clade vero e proprio).
Attualmente, Noasaurus è collocato all'interno di Abelisauroidea, ben lontano da Coelurosauria, sopratutto in base alla apomorfica morfologia di mascellare, vertebre e metatarso. Tuttavia, l'ipotesi che avesse un unguale del piede convergente con i deinonychosauri non pareva essere messa in discussione, sebbene tutti gli altri abelisauroidi, compresi i taxa gracili come Masiakasaurus e Velocisaurus, mostrino una morfologia del piede molto differente. A questo proposito, da notare che l'ipotesi secondo cui l'unguale di Noasaurus appartenga al secondo dito del piede stona vistosamente con la morfologia dello stesso secondo metatarsale, che, come nei due abelisauroidi citati sopra, è molto gracile e compresso, quindi poco adatto a sostenere un dito specializzato per una possibile funzione predatoria o prensoria.
L'enigma è stato discusso recentemente.
Agnolin & Chiarelli (2009) ridescrivono le falangi note di Noasaurus e Ligabueino (un altro abalisauroide patagonico), dimostrando che queste falangi non solo non mostrano i tratti tipici delle falangi del piede dei theropodi (ed in particolare, degli abelisauroidi), ma anche che esse sono chiaramente falangi delle mani. L'unguale di Noasaurus appartiene alla mano, dissolvendo definitivamente l'ipotesi che questo theropode sia una sorta di "deinonychosauro-mimo australe".
Infine, gli autori suggeriscono che negli abelisauridi il grado di riduzione dell'arto anteriore sia talmente spinto che solamente il secondo ed il terzo dito aveva delle falangi (mentre il primo ed il quarto era solamente formato dai metacarpi), e che nessun dito portava degli unguali. Tale ipotesi è sostenuta da fossili ben articolati delle mani di Carnotaurus, Aucasaurus e Majungasaurus, nei quali non è mai stato rinvenuto alcun unguale. L'atrofia generale della mano abelisauridae, nella quale le falangi tendono a fondersi coi metacarpi ed hanno perso delle nette superfici articolari, unita alla estrema riduzione dell'avambraccio ed alla quasi completa assenza di innervazione nell'omero, implica che probabilmente il braccio degli abelisauridi era un vestigio privo di alcuna funzionalità motoria.
Bibliografia:
Agnolin F.L., & Chiarelli P., 2009. The Position of the claws in Noasauridae (Theropoda. Abelisauroidea) and its implications for abelisauroid manus evolution. Paläontologische Zeitschrift doi10.1007/s12542-009-0044-2.
02 dicembre 2009
FAQ a proposito dell'origine degli uccelli
1-Domanda: I rettili sono a sangue freddo, gli uccelli a sangue caldo. Come possono i secondi discendere dai primi?
Risposta: La distinzione "sangue freddo vs sangue caldo" è un'eccessiva semplificazione, che crea una falsa dicotomia più dannosa che utile. Come ho spiegato qui, è più corretto parlare di tassi metabolici e di capacità di mantenere e regolare la temperatura corporea. Gli uccelli hanno elevati tassi metabolici e di crescita, inoltre, dispongono di meccanismi per la conservazione ed il mantenimento del calore corporeo, ad esempio il piumaggio. Le analisi delle sezioni ossee dei dinosauri dimostra che questi animali avevano un tasso di crescita elevato, più simile a quello degli uccelli che ai "rettili" (qui intesi nell'accezione "classica" come lucertole, coccodrilli e tartarughe). Simulazioni biomeccaniche sugli scheletri dei dinosauri mostrano che anche solo per camminare con gli arti eretti, tipici dei dinosauri, è necessario un metabolismo basale più "da uccello" che "da rettile". Infine, numerosi fossili di dinosauri mostrano tracce di un piumaggio, per il quale è perfettamente plausibile una funzione per la conservazione del calore. Pertanto, i dinosauri hanno tutti i requisiti metabolici per essere plausibili antenati degli uccelli.
2-Domanda: Gli uccelli covano le uova e si prendono cura dei piccoli, mentre i rettili non hanno questi comportamenti.
Risposta: Un pregiudizio obsoleto continua a dipingere i rettili come incapaci di cure parentali. Eppure, è ampiamente dimostrato che i coccodrilli costruiscono nidi e sorvegliano le uova fino alla schiusa. Inoltre, la madre aiuta i piccoli ad uscire dal nido e li trasporta delicatamente in acqua, dove li protegge da eventuali predatori per i primi periodi di vita. Questo comportamento, sebbene non sia complesso come quello di taluni uccelli, è chiaramente intermedio tra la totale mancanza di cure e vere cure parentali. I fossili di dinosauro mostrano prove evidenti di grandi colonie di nidificazione, simili a quelle degli uccelli, e prove di vere e proprie covate nelle quali il genitore si prendeva cura delle uova, proteggendole col proprio corpo.
3-Domanda: Gli uccelli sono adattati per il volo, ed hanno ossa cave; mentre i rettili non volano e hanno ossa piene. Come possono i primi discendere dai secondi?
Risposta: L'adattamento al volo non esclude un origine dai rettili (in generale) e dai dinosauri (in particolare), altrimenti saremmo costretti a negare che i pipistrelli derivino da qualche mammifero del passato e gli insetti da qualche artropode del passato. La presenza di ossa cave non pare legata al volo, dato che incide in maniera non significativa sul peso complessivo dell'uccello. Inoltre, tutti i dinosauri carnivori hanno ossa cave, costruite allo stesso modo di quelle degli uccelli. Anche i dinosauri sauropodi hanno le vertebre cave, costruite come quelle degli uccelli (e dei dinosauri carnivori). Quindi, non esiste alcuna obiezione logica a far derivare le ossa cave degli uccelli da antenati dinosauri.
4-Domanda: L'apparato respiratorio degli uccelli è il più complesso del mondo animale; come può derivare dal semplice polmone dei rettili?
Risposta: questa domanda, come altre simili, pare mettere in dubbio che gli uccelli possano derivare da qualche cosa che non sia già un uccello. In realtà, i vertebrati terrestri mostrano una gradazione di morfologie polmonari che colmano l'apparente "voragine" tra uccelli e rettili. Il polmone dei coccodrilli e dei varani mostra strutture che possono essere considerate ottimi "stadi iniziali" del polmone degli uccelli, il quale è semplicemente un'espansione ulteriore, più elaborata, di quell'anatomia. Come ho discusso qui e qui, lo scheletro dei dinosauri mostra le stesse strutture che negli uccelli sono collegate al loro sistema polmonare (sacchi aerei distribuiti secondo una precisa posizione lungo il corpo, e polmone piccolo e rigido localizzato nella zona dorsale della gabbia toracica). Dato che nessuno mette in dubbio che le stesse strutture ossee scoperte negli uccelli fossili siano la prova di un polmone "aviario", non ci sono obiezioni logiche ad ammettere che anche i dinosauri, muniti delle stesse strutture ossee (nelle stesse posizioni anatomiche) disponessero di un polmone "aviario". In effetti, va sottolineato che solamente il sistema di ventilazione degli uccelli può permettere la respirazione ad un animale con un collo lungo fino a 10 metri.
5-Domanda: Gli uccelli hanno 4 dita nei piedi e 3 nella mano; i rettili hanno 5 dita sia nei piedi che nelle mani. Non esistono forme di transizione da un gruppo all'altro: come è possibile che la mano degli uccelli derivi da quella dei rettili?
Risposta: Le forme intermedie esistono abbondantemente. L'evoluzione di tutti i dinosauri mostra una sostanziale riduzione nel numero delle dita di mani e piedi. Ciò accade sia nei theropodi che in altri gruppi. Ad esempio, i theropodi più antichi hanno già 4 dita dei piedi, e tale numero si mantiene in tutti i theropodi (alcuni addirittura, non legati agli uccelli, perdono il primo dito). Inoltre, come negli uccelli, il primo dito del piede è ridotto e non ha il metatarso che articola con la caviglia: questo carattere esiste solo in uccelli e theropodi. La mano dei theropodi ha inizialmente quattro dita, con un vestigio ridottissimo del quinto. I theropodi più evoluti riducono il quarto dito, che infine scompare del tutto. La forma e proporzione delle ossa della mano di Velociraptor è molto simile a quella dei primi uccelli, come Archaeopteryx.
6- Domanda: Il cuore degli uccelli ha quattro cavità, quello dei rettili solo tre.
Risposta: ennessimo errore di grossolanità. I coccodrilli hanno un cuore a quattro cavità, che mantiene una piccola valvola di connessione tra circolazione venosa ed arteriosa (il forame di Panizza). Questo carattere, oltre a dimostrare una forma intermedia tra cuori a 3 ed a 4 cavità, è un adattamento vantaggioso per animali semiacquatici come i coccodrilli, perché consente di regolare la pressione sanguigna diretta al polmone durante le fasi d'apnea.
7- Domanda: Gli uccelli hanno becchi molto complessi e diversificati. Com'è possibile che abbiano evoluto queste forme "casualmente" dal muso dentato dei rettili?
Risposta: L'errore fondamentale qui è credere che l'evoluzione significhi "sviluppo per caso". L'evoluzione non è la casuale trasformazione di un muso da lucertola in un becco da aquila. Ciò sarebbe impossibile, e nessun evoluzionista serio l'ha mai sostenuto. L'evoluzione darwiniana è un processo ad almeno 2 stadi: 1°) origine di variazioni all'interno di una popolazione (le quali sono casuali solo nel senso che non avvengono finalizzate per qualche obiettivo, ma sono perfettamente spiegabili dalle leggi genetiche della mutazione e ricombinazione), 2°) selezione delle variazioni più adatte, ovvero: se qualche variante ha un tasso di sopravvivenza (suo e della sua prole) maggiore di altre varianti essa tenderà nel tempo a essere più numerosa nella popolazione, la quale, quindi, muterà la propria composizione genetica generale. Col tempo, è possibile che popolazioni prima collegate geneticamente tra loro acquistino una reciproca impossibilità ad accoppiarsi, con la conseguenza che si origineranno specie distinte dove prima ne esisteva una. Ovviamente, per passare da un animale con denti ad uno con becco, dovranno avvenire nel tempo (geologico) centinaia, se non migliaia, di trasformazioni, ciascuna pefettamente plausibile nel contesto in cui avvenne e derivante da un mix di mutazione, selezione naturale e successiva separazione di popolazioni. I fossili mostrano numerosi casi di queste evoluzioni: abbiamo rettili con becco discendenti da forme con denti (ad esempio le tartarughe e numerosi dinosauri, tra cui gli oviraptoridi e gli ornithomimidi), ma anche uccelli "ancora" con denti (Archaeopteryx, Hesperornis, oppure Sinornis) e uccelli con un becco, evolutosi indipendentemente da quelli attuali (come Gobipteryx o Confuciusornis).
8- Domanda: come possono le penne degli uccelli derivare dalle squame dei rettili?
Risposta: Le penne non sono una diretta trasformazione delle squame. Le penne si originano come strutture tubulari della pelle, aventi la stessa composizione chimica delle squame, ma differente processo di sviluppo. Le penne iniziano come papille cave internamente ed allungate, che successivamente si accrescono ramificandosi. Numerosi fossili di dinosauri mostrano tutte le fasi di questo processo: dinosauri con squame ossee (ad esempio, gli ankylosauri), con papille allungate (Psittacosaurus), con filamenti (Sinosauropteryx) o con penne vere e proprie (Microraptor).
9- Domanda: Come possono gli uccelli discendere dai maniraptori, se Archaeopteryx è vissuto 30 milioni di anni prima dei maniraptori?
Risposta: Il legame di parentela stretto tra uccelli e dinosauri maniraptori come i dromeosauridi o gli oviraptoridi non significa che questi due gruppi siano gli antenati diretti degli uccelli, ma solo che condividono un antenato comune più stretto con gli uccelli che con altri animali, e che questo antenato era esso stesso un maniraptoro. In ogni caso, recenti scoperte dimostrano che i maniraptori esistevano anche prima di Archaeopteryx, quindi, non è più valida un'obiezione cronologica tra uccelli e maniraptori.
10- Domanda: siccome l'evoluzione è solo una teoria, e quindi può essere falsa, non è dimostrato che gli uccelli discendano dai dinosauri.
Risposta: La Scienza è ricerca delle spiegazioni razionali dei fatti. Fintanto che non sarà proposta una teoria migliore, capace con almeno la stessa potenza esplicativa di collegare i fatti della biologia, geologia, paleontologia, anatomia, embriologia, genetica, biogeografia, etologia e fisiologia, la teoria dell'evoluzione rimane la migliore spiegazione dei fatti osservati. Ad esempio, quale altra teoria può spiegare con la stessa eleganza la stupefacente somiglianza tra la distribuzione tassonomica e temporale delle pneumatizzazioni vertebrali nei dinosauri e la sequenza di espansione delle stesse pneumatizzazioni osservata nelle fasi di crescita degli uccelli attuali? Solo l'evoluzionismo, che afferma il legame tra ontogenesi e filogenesi, può spiegare questi fatti, apparentemente bizzarri e totalmente scollegati se visti in un ottica non-evoluzionista.
30 novembre 2009
Gerarchia e violenza nell'infanzia di _Tyrannosaurus_
La logica dell'inferenza filogenetica quindi implica che questo genere di comportamento era presente anche negli archosauri fossili, compresi i theropodi mesozoici. In particolare, è plausibile che i taxa con crani massicci e aventi dermascheletro ispessito e rugoso fossero soliti interagire con i conspecifici a morsi. Come discusso in precedenti post, la presenza di lesioni rimarginate nei crani di numerosi theropodi è interpretabile non tanto come scampata predazione, quanto come cicatrici di scontri cruenti ma non letali con membri della stessa specie.
Un caso molto interessante è stato descritto di recente.
Peterson et al. (2009) descrivono il cranio molto ben conservato di un esemplare giovanile di Tyrannosaurus dalla Formazione Hell Creek. Sulla base dell'istologia ossea, è stimata un'età alla morte di 12 anni, che indica un animale al termine dell'infanzia, prossimo alla maturità sessuale e alla fase di crescita accelerata che avrebbe portato l'animale dai 7 metri di lunghezza ad oltre 12 nel giro di pochi anni.
La tafonomia del sito non mostra tracce di predazione da parte di spazzini, né di disturbo fisico del corpo. Nonostante ciò, il cranio mostra delle vistose lesioni, a carico di un processo mascellare del nasale, completamente assente, oltre a quattro perforazioni ellittiche, disposte ad arco lungo la parte dorsale del rostro. Le perforazioni mostrano segni di rimarginazione, e ciò esclude che siano legate alla morte dell'animale. Inoltre, il rostro pare leggermente asimmetrico a livello della lesione, deformandosi in avanti verso sinistra. Dato che il resto del fossile non mostra tracce di deformazione, è escluso che l'asimmetria sia stata generata dalla fossilizzazione. Pertanto, è plausibile che la causa delle perforazioni e dell'assenza del ramo mascellare del nasale abbia provocato una crescita anomala nel rostro, producendo una leggera asimmetria nel muso dell'animale. La forma e disposizione delle perforazioni è interpretabile come l'effetto di un morso. L'unico animale noto nella Formazione Hell Creek capace di infliggere un morso con quella forma e dimensione (sia generale che nelle perforazioni) è un esemplare giovanile di Tyrannosaurus: né i coccodrilli né gli adulti di Tyrannosaurus hanno denti con sezione così compressa. Inoltre, il fatto che le lesioni fossero rimarginate indica che, probabilmente, non furono inflitte con l'obiettivo di uccidere, ma che, probabilmente, erano parte di un comportamente aggressivo non finalizzato alla predazione. In poche parole, si tratta probabilmente dei segni derivanti da un "ordine di beccata".
Pertanto, è probabile che i giovani di Tyrannosaurus, come dedotto anche in altri taxa, fossero gregari, e formassero gruppi gerarchizzati composti da animali approssimativamente della stessa taglia, e che tale gerarchia fosse mantenuta tramite un comportamento aggressivo che comprendeva morsi non letali, rivolti al cranio dei subordinati.
Ringrazio Joseph Peterson per avermi inviato una copia del suo articolo.
Bibliografia:
Peterson J.E., Henderson M.D., Scherer R.P., & Vittore C.P., 2009 - Face Biting on a Juvenile Tyrannosaurid and Behavioral Implications. Palaios 24:780-784.
29 novembre 2009
Eternal Sunshine of the Spotless Megalosaur
Ora, dopo una serie di studi dettagliati, appare evidente che Megalosaurus è un taxon valido, avente una sua univoca combinazione di caratteristiche, ma che non comprende altre specie oltre alla specie-tipo M. bucklandii. Sebbene esistano evidenze di altri tetanuri basali coevi e simpatrici con Megalosaurus, a quest'ultimo possono essere attribuiti con buona sicurezza un numero significativo di resti ossei, oltre al dentale lectotipico. Ora, conosciamo il mascellare, jugale, parte delle ossa postdentali, alcune vertebre presacrali, il sacro completo, alcune caudali, buona parte dell'arto anteriore ad eccezione della mano, buona parte del cinto pelvico, femore e tibia ed alcune ossa del piede.
Ad un'osservazione generale, Megalosaurus ricorda molto Torvosaurus, ed, in effetti, esso è sia morfologicamente che dimensionalmente intermedio tra il grande tetanuro della fine del Giurassico e gli altri megalosauroidi del Giurassico Medio. Megalosaurus è un theropode dalla corporatuta robusta: il cranio appare relativamente corto ed alto (ad esempio, il mascellare è meno allungato rostralmente rispetto agli altri tetanuri basali), gli arti sono corti e robusti. Questa morfologia è vagamente "abelisauride", ed, in effetti, è significativa la similitudine tra alcuni caratteri dentari di Megalosaurus e gli abelisauridi. Questa somiglianza potrebbe essere un'indicazione di analoghe nicchie ecologiche. In effetti, e ciò è molto interessante, attualmente non abbiamo prove di una co-esistenza di megalosauridi ed abelisauridi: i primi sono prettamente del Giurassico Medio-Superiore, i secondi non paiono diversificarsi prima della metà del Cretacico (almeno in base ai dati attuali, quindi, non mi stupirei di essere smentito in futuro da nuovi ritrovamenti che estendano il range di almeno uno dei due cladi, sovrapponendolo all'altro). Io lancio questa ipotesi così, come provocazione: è possibile che l'estinzione dei megalosauridi abbia liberato una serie di nicchie ecologiche, le quali furono occupate da una linea di Ceratosauria che poi, diversificandosi, divenne Abelisauridae?
Prossimamente: il senso dell'essere un Megalosauroide...
Bibliografia:
Benson R.B.J, 2009. A description of Megalosaurus bucklandii (Dinosauria: Theropoda) from the Bathonian of the UK and the relationships of middle Jurassic theropods. Zoological Journal of the Linnean Society.
James Madsen
Bibliografia:
Madsen, J. H., Jr, and Stokes, W. L. (1963). New information on the Jurassic dinosaur Ceratosaurus. Geol. Soc. Am. Spec. Pap. 73: 90.
Madsen, J.H. (1973). On Skinning a Dinosaur. Curator. XVI (3): 225-266.
Madsen, J. H., Jr. (1974). A new theropod dinosaur from the Upper Jurassic of Utah. J. Paleontol. 48: 27-31.
Madsen, J.H. Jr. (1976a). Allosaurus fragilis: a revised osteology. Utah Geol. Mining Surv. Bull., 109: 1-163.
Madsen, J. H., Jr. (1976b). A second new theropod dinosaur from the Late Jurassic of East Central Utah. Utah Geol. 3: 51-60.
Madsen, J.H., Jr., McIntosh, J.S., and Berman, D.S. (1995) Skull and atlas-axis complex of the Upper Jurassic sauropod Camarasaurus Cope (Reptilia: Saurischia). Carnegie Museum Net. History Bull. 31, 1-115
Madsen Jr., J.H. and Welles, S.P. (2000). Ceratosaurus (Dinosauria, Theropoda), a revised osteology. Utah Geological Survey Miscellaneous Publications (MP-00-2): 80 p.
28 novembre 2009
27 novembre 2009
80000 grazie!
Grazie ancora a tutti coloro che, anche solo occasionalmente, si sono fermati a leggere i miei post. Nonostante la sua vocazione ultra-di-nicchia e tendenzialmente tecnica, Theropoda pare resistere alla competizione memica nel piccolo ecosistema della paleontologia sul WEB. La rete, in effetti, è come un ecosistema, ed i lettori/visitatori sono la misura del successo "adattativo" dei siti, della loro capacità di persistere e svilupparsi. Altri blog, siti o forum paleontologici (in particolare, in italiano) non hanno retto alla competizione "intraspecifica" per conquistare fette della popolazione paleontofila, e si sono estinti (ovvero, hanno progressivamente perso l'interesse del pubblico, il quale ha preferito cliccare altrove).
Credo che il successo di questo blog derivi dalla sua "coerenza": fin dalla sua nascita, Theropoda si è dato un profilo netto, al quale è rimasto fedele:
-Basarsi prettamente sui theropodi, pur concedendosi occasionali sconfinamenti in taxa prossimi. Questo rigore tematico ha reso Theropoda un punto di riferimento sicuro ed affezionato, come mi confermano le numerose dimostrazioni di stima ricevute in questo anno e mezzo di vita del blog.
-Rigorosa attinenza alle fonti scientifiche, da me sempre lette direttamente e citate, proprio per permettere a chiunque di verificare quanto scrivo: Theropoda non fa "copia e incolla" da altri siti, e propone sempre l'avanguardia della paleontologia dei theropodi.
-Impostazione "ultrazionale". Questo blog non si limita a parlare della paleontologia dei theropodi, non è un freddo rendiconto delle ultime scoperte. In quanto appassionato studioso di questo tema (da quasi 10 anni), voglio esprimere il mio giudizio personale (che spero sia abbastanza maturo per essere meritevole di essere letto), la mia interpretazione (con tutti i pregi ed i difetti dell'autore), e spiegare perché e come vedo i theropodi, cosa significhino dal punto di vista naturalistico, quali implicazioni e contributi portino alla teoria evolutiva, alla nostra concezione del Tempo Profondo.
Per me, i theropodi, oltre ad essere meravigliosi in sé, oltre ad essere tra le più belle e spettacolari forme di vita comparse sulla Terra, sono anche mirabili esempi particolari di quei fenomeni generali che hanno plasmato tutti i viventi, noi compresi.
Spero che parte della passione che esprimo nello scrivere in questo blog sia trasmessa ai lettori che lo leggono.
Grazie ancora a tutti i miei lettori! La quota 100 mila non è lontana!
25 novembre 2009
_Cruxicheiros_ (Benson & Radley, in stampa) vs. _Duriavenator_
Benson & Radley (in stampa) descrivono alcuni resti frammentari di un theropode di taglia medio-grande provenienti dal Giurassico Medio Inglese. Sebbene frammentari, i resti sono attribuibili probabilmente ad un unico individuo, e presentano un'autapomorfia a livello della regione prossimale del femore. Questo theropode può essere confrontato con alcuni theropodi coevi dell'Inghilterra e della vicina Europa continentale aventi parti ossee comparabili (in particolare, Megalosaurus, Poekilopleuron, ma non Duriavenator) e parrebbe non essere riconducibile a quei taxa (ma, ripeto, non è possibile stabilire ciò per Duriavenator). Sulla base di queste argomentazioni, gli autori istituiscono la nuova specie Cruxicheiros newmanorum.
Cruxicheiros è chiaramente un tetanuro basale: esso presenta almeno tre apomorfie dei tetanuri a livello delle vertebre e dell'ileo. Intressante notare che uno di questi caratteri, la cresta verticale sopracetabolare dell'ileo, era precedentemente ritenuto un carattere tipico dei tyrannosauroidi, ma che attualmente mostra una distribuzione più ampia (essendo noto anche in Piatnitzkysaurus e Siamotyrannus, il quale, a differenza del nome, è un probabile allosauroide). Benson & Radley immettono Cruxicheiros in un'analisi dei Tetanuri che è la versione "pre-neovenatoride" dell'analisi di Benson et al. (2009). Tale analisi, non aggiornata, non risolve la posizione di Cruxicheiros aldilà di Tetanurae non-Neotetanurae incertae sedis. Se invece immettiamo Cruxicheiros nell'analisi di Benson et al. (2009), esso risulta esterno al nodo Megalosauroidea + Neotetanurae, risultando il più basale dei tetanuri inclusi nello studio. Tuttavia, va notato che questa posizione basale è sostenuta da una sola plesiomorfia, la proporzione della faccetta distale del peduncolo pubico. La condizione del carattere non è perfettamente conservata in Cruxicheiros, e potrebbe essere scorretta. Inoltre, almeno due tetanuri più derivati (Eustreptospondylus e Fukuiraptor) mostrano la stessa condizione, rendendo plausibile l'ipotesi che tale carattere possa revertire (e quindi, rendere possibile una posizione più derivata per Cruxicheiros). Da notare, a questo proposito, che il grado di pneumatizzazione delle vertebre dorsali in Cruxicheiros è intermedio tra la condizione "megalosauroide" e quella "neotetanura", suggerendo una sua possibile affinità con questi ultimi. Infine, proprio per il fatto che l'unico carattere "plesiomorfico" che porrebbe Cruxicheiros alla base di Tetanurae sia presente in un megalosauroide (Eustreptospondylus), ed il fatto che nel Giurassico Medio inglese sia già noto un megalosauroide che, per ora, NON può essere confrontato direttamente con Cruxicheiros, ovvero, Duriavenator (noto solo da resti del cranio, regione anatomica finora sconosciuta per Cruxicherios), implicano un ragionevole dubbio sulla validità del nuovo taxon. Per ora, i dati parrebbero sostenere la validità di Cruxicheiros, anche se, data la sua frammentarietà, non si può negare la possibilità che possa risultare sinonimo di Duriavenator.
Bibliografia:
Benson, R. B. J., and J. D. Radley. in press. A new large-bodied theropod dinosaur from the Middle Jurassic of Warwickshire, United Kingdom. Acta Palaeontologica Polonica, available online 20 Nov 2009.
Benson, R.B.J., Carrano, M.T and Brusatte, S.L. 2009. A new clade of archaic large-bodied predatory dinosaurs (Theropoda: Allosauroidea) that survived to the latest Mesozoic. Naturwissenschaften .doi:10.1007/s00114-009-0614-x
24 novembre 2009
Buon Compleanno a "L'Origine delle Specie"!
Anche se alla maggioranza di coloro che hanno letto il libro più famoso di Darwin ciò non appaia al primo colpo, un posto rilevante nelle argomentazioni di questa opera spetta ai theropodi.
Chi non ha letto il libro, ora probabilmente potrebbe pensare che Darwin, nella sua opera, citi dei dinosauri carnivori. In realtà, nel 1859 il termine Theropoda non era stato ancora coniato, e di taxa fossili di quel clade si conosceva solo Megalosaurus (ritenuto una sorta di coccodrillo gigante). In realtà, i theropodi presenti nel capolavoro di Darwin non sono fossili, ma attuali: i piccioni. Darwin, infatti, parla ampiamente delle razze di piccione domestico, e di come esse siano state plasmate per selezione artificiale. Da tale osservazione e da moltissime altre, Darwin pervenne al concetto della selezione naturale.
Anche se il grande naturalista inglese non lo cita per i suoi legami mesozoici, in un piccione è presente ancora moltissimo della sua storia evolutiva. Sarà proprio il più fidato sostenitore di Darwin, Thomas H. Huxley, il primo ad ipotizzare uno stretto legame tra uccelli e dinosauri (Huxley, 1868, 1870).
Per convincervi, basta guardare lo scheletro del comune piccione, il risultato di 230 milioni di anni di evoluzione aviale, cioè maniraptoriana, cioè tetanura, cioè theropode, cioè dinosauriana.
I caratteri elencati nell'immagine sono solo un campione delle numerosissime apomorfie della storia evolutiva del piccione riconducibile al suo retaggio glorificato:
1-Assenza di denti. 2-Rostro basso rispetto al cranio postorbitale. 3-Lacrimale alto e gracile. 4-Frontale con marcate mensole orbitali. 5-Neurocranio espanso. 6-Frontoparietale incurvato. 7-Retroarticolare corto. 8-Collo sigmoide. 9-Pneumatizzazione vertebrale. 10-Coste cervicali ridorre. 11-Robusto tubercolo coracoideo. 12-Ampio contatto sterno-coracoideo. 13-Scapola non espansa distalmente. 14-Processi uncinati ossificati. 15-Ulna incurvata. 16-Papille ulnari. 17-Radio gracile. 18-Carpale semilunato. 19-Primo dito della mano estensibile medialmente. 20-Secondo metacarpale allungato. 21-Terzo metacarpale incurvato. 22-Assenza del V dito. 23-Assenza del IV dito. 24-Terzo dito più corto del secondo. 25-Terzo metacarpale gracile. 26-Dolicoilio. 27-Più di 4 sacrali. 28-Furcula. 29-Sterno più ampio del coracoide. 30-Ampia carena sternale. 31-Meno di 10 caudali con processi trasversi. 32-Punto di transizione caudale. 33-Metà distale della coda rigida. 34- Cresta trocanterica. 35-Trocantere craniale posto prossimalmente. 36-Pube lungo quanto il femore. 37-Pube proiettato caudalmente. 38-Ischio laminare. 39-Cresta cnemiale. 40-Fibula gracile. 41-Articolazione mesotarsale con calcagno ridotto. 42-Piede tridattilo. 43-V metatarsale ridotto. 44-Primo dito non articola coi tarsali. 45-Piume. 46-Penne remiganti. 47-Penne timoniere.
Bibliografia:
Huxley T.H. 1868. On the animals which are most nearly intermediate between birds and reptiles". Annals of the Magazine of Natural History 4 (2): 66–75.
Huxley T.H. 1870. Further evidence of the affinity between the dinosaurian reptiles and birds". Quarterly Journal of the Geological Society of London 26: 12–31.
22 novembre 2009
Paleontologia d'altri tempi
Il fossile era affrontato in maniera diretta, rude, quasi avventurosa. I preparatori dovevano estrarre i resti dalle rocce, spesso in condizioni ambientali estreme.
In assenza di computer, scanner 3D, TAC e altre diavolerie moderne, gli eroici pionieri della paleontologia erano comunque in grado di elaborare interessanti ipotesi ecologiche e funzionali, spesso producendo eleganti modelli, testabili scientificamente (ad esempio, sui fossili stessi).
Oggi, purtroppo, l'atmosfera romantica di quei tempi pare essere svanita.
(ma sarà vero? secondo me, no...)