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30 aprile 2010

L'importante NON è essere, ma APPARIRE

Guanlong by Zhongda Zhang 
La paura di esagerare può anche essere un ostacolo ad una rappresentazione corretta di un'esagerazione reale
Cosa voglio dire?
Gli animali spesso ci ingannano. L'inganno, la dissimulazione, sono strategie evolutivamente vantaggiose, perché possono risultare vincenti nella competizione sia verso altri membri della propria specie, sia verso altre specie (ad esempio, predatori). Chiunque abbia spennato un pollo (io l'ho fatto) avrà notato come il piumaggio esageri (almeno alla vista) le dimensioni effettive dell'animale. Un pollo spennato ha un aspetto veramente "theropodesco", ma, probabilmente, solo perché non ci siamo ancora abituati a pensare che il piumaggio sia una caratteristica di (almeno) i dinosauri di piccola e media taglia. Forse, è proprio l'aspetto piumoso e gonfiato dalle penne, ad essere la "vera" immagine del theropode.

29 aprile 2010

Le penne nei giovani e negli adulti di _Similicaudipteryx_ (e in un grande tyrannosauroide)



Adulto e giovane di un oviraptorosauro basale (artwork by Xing Lida e Song Qijin da Nature.com)

Alcuni di voi ricorderanno una discussione di molti mesi fa sulla presenza del piumaggio nei dromaeosauridi. Uno dei critici all'idea del piumaggio in questi theropodi era alla fine disposto ad ammettere la presenza di penne nei giovani dromaeosauridi, ma continuando a sostenere che le penne sarebbero state ridotte o persino perse nello stadio adulto. Io avevo dissentito da tale bizzarra ipotesi (priva per giunta di prove) facendo notare che, negli unici animali attuali che conosciamo con le penne (gli uccelli) accade proprio il contrario, ovvero, le penne si sviluppano maggiormente nell'adulto rispetto al giovane, e non si perdono nemmeno nelle forme non volanti. Quindi, sarebbe presumibile che, in assenza di prove contro questa osservazione, si assuma che anche negli altri theropodi con piumaggio questo fosse più sviluppato nell'adulto rispetto al giovane.
Fino a ieri la mia obiezione restava una valida argomentazione basata solo sull'inferenza filogenetica, ma oggi abbiamo prove concrete sullo sviluppo del piumaggio dal giovane all'adulto in un theropode non-aviale.

28 aprile 2010

"_Allosaurus tendagurensis_" non esiste

La tibia di "Allosaurus tendagurensis" (da Wikipedia)
Vi ricordate cosa ho scritto a proposito delle specie paleontologiche? Una specie paleontologica è una combinazione di caratteristiche che non è stata precedentemente osservata in altri esemplari. Per questo, MSNM V6408, per quanto frammentario, definisce, fino a prove di sinonimia, una specie valida (Kemkemia auditorei), mentre, FMNH PR2081 ("Sue"), per quanto molto più completo, non è una specie nuova, bensì "solo" un esemplare di una specie già nota prima che "Sue" fosse scoperto, chiamata Tyrannosaurus rex.
In passato, i concetti per l'istituzione di una specie erano più fluidi, vaghi e labili di oggi, e si tendeva a battezzare specie da esemplari non diagnostici, spesso riconducendoli a generi noti sulla base di somiglianze generiche (gioco di parole) ma che non costituivano reali caratteri diagnostici.

27 aprile 2010

Come ricostruire il cranio di _Megaraptor_

Megaraptor è un theropode molto enigmatico, che, nei 12 anni da quando è stato istituito, è stato collocato in Dromaeosauridae, o tra i Coelurosauria basali, o con i Tetanurae basali, o con Allosauroidea o in Spinosauroidea. Solo recentemente, tuttavia, sono emersi sufficienti dati per poter stabilire, forse in modo definitivo, la sua collocazione. L'ipotesi attualmente più parsimoniosa colloca Megaraptor, assieme ad altri taxa enigmatici come Fukuiraptor, Australovenator, Aerosteon e Orkoraptor, in un ramo di Allosauroidea prossimo a Carcharodontosauridae, comprendente anche Neovenator e Chilantaisaurus. Attualmente, non esistono resti cranici di Megaraptor. I suoi parenti più prossimi (inclusi in Megaraptora), come Orkoraptor, Australovenator e Aerosteon, sono noti da crani frammentari. Analogamente, il cranio di Neovenator è frammentario. Al contrario, taxa più lontani come parentela da Megaraptor, come Allosaurus, Acrocanthosaurus, Sinraptor e Monolophosaurus, sono noti da crani completi. Ne deriva un quadro in cui, mano a mano che ci avviciniamo a Megaraptor, le conoscenze sul suo aspetto cranico si fanno deboli e problematiche. Tuttavia, lo schema evolutivo in nostro possesso permette perlomeno di ipotizzare l'aspetto del cranio di Megaraptor applicando l'inferenza filogenetica. Ovviamente, questa è un'ipotesi interpretativa, che si basa assumendo che il cranio di Megaraptor non fosse qualcosa di bizzarro ed aberrante rispetto alle caratteristiche dei suoi parenti. Questo assunto è fondato sulla cautela. In fondo, fino a prova contraria, non abbiamo motivi per dubitare che Megaraptor avesse evoluto un cranio diverso da quello degli altri megaraptori. Quindi, accettando questa ipotesi di partenza, ed utilizzando le informazioni deducibili dagli altri megaraptori, ampliandole con i dati mancanti ricavabili dagli altri allosauroidi con crani completi, ecco un possibile aspetto del cranio di Megaraptor:

Epica Cenozoica

Photograph by Maria Stenzel - Chinstrap penguins (Pygoscelis antarctica) ride out high surf on blue-ice icebergs near Candlemas Island in the South Sandwich Islands. Safe for the moment from predaceous leopard seals, chinstrap penguins are the second most abundant species in Antarctica and the sub-Antarctic. (from National Geographic Society)
...E quando l'Antartide divenne un Inferno di ghiacci, solo un clade di animali rimase e resistette: Theropoda.

26 aprile 2010

Kem Kem Wars - Episode IV: A new (old) bone

Tanto tempo fa, in un Supercontinente lontano...
Una tessera di un puzzle, da sola, non ha alcun significato. Tuttavia, come tutti gli appassionati di puzzle sanno, durante l'assemblaggio della figura completa può capitare che un singolo pezzo, apparentemente privo di valore, diventi determinante se permette la fusione di due aree moderatamente ampie che, fino ad allora, erano rimaste separate.
Kemkemia (Cau & Maganuco, 2009) è stato una sfida intellettuale molto appassionante. Io e Simone Maganuco abbiamo macinato i nostri neuroni nel tentativo (speriamo riuscito) di dare un senso a quella piccola vertebra etichettata MSNM V6408. Una singola vertebra caudale, per quanto bizzarra, è parte di una storia evolutiva. Pertanto, ci siamo chiesti, dovrebbero esistere tracce di questa storia evolutiva nel record fossile pubblicato.

23 aprile 2010

_Grallator_ ed i pericoli della para-icno-tassonomia

Ieri, assieme ad alcuni amici dell'APPI, sono stato a Modena, per assistere ad una interessante conferenza del Dott. Avanzini, noto paleoicnologo (studioso di impronte fossili) italiano.
Il Dott. Avanzini ha esposto in modo molto chiaro concetti generali della paleoicnologia, e li ha poi utilizzati per mostrarci lo stato della paleoicnologia dei dinosauri in Italia, la quale è attualmente molto più ricca della documentazione scheletrica (che, come saprete, consta di tre taxa identificati, Scipionyx, Tethyshadros ed il theropode di Saltrio, e di un probabile quarto, anche se, dopo l'iniziale euforia, io nutra alcuni dubbi sullo status dinosauriano di questo ultimo caso). Alcuni aspetti di questi studi sono stati esposti di recente su Geomythologica.
Sebbene condivida pienamente con il Dott. Avanzini l'importanza della paleoicnologia nelle ricostruzioni paleoambientali, sono piuttosto scettico sulla validità delle ipotesi paleogeografiche basate sulla distribuzione dei taxa icnologici. Dato che le mie obiezioni sono molto "teoriche" ho preferito non fare domande, anche perché non intendevo annoiare i presenti con pedanti disquisizioni tecniche.
In questo blog invece sono libero di esporre le mie critiche all'applicazione della paleoicnologia nelle ipotesi paleogeografiche senza temere di essere linciato da orde di studenti smaniosi di uscire a fumarsi una sigaretta.

22 aprile 2010

Perché un tyrannosauro è fatto così? Ovvero, perché la morfologia, da sola, non è sufficiente

Tyrannosaurinae sp. giovanile
Un lettore attento del mio precedente post potrebbe sollevare la seguente correzione, logicamente sensata: perché sostenere che le due fondamenta della paleontologia dei dinosauri sono la morfologia e la filogenesi? Dopo tutto, la seconda è derivabile dalla prima (tramite analisi filogenetica), e quindi, in sostanza, la vera e sola materia fondamentale è la morfologia. L'obiezione in parte è corretta, ma, probabilmente, eccessivamente riduzionista. Infatti, come mostrerò nell'esempio qui sotto, la morfologia, da sola, non permette di costruire teorie e modelli interpretativi sul perché i dinosauri abbiano proprio le morfologie che osserviamo. 
L'esempio che porto per argomentare la questione è il seguente: perché i tyrannosauridi sono proprio fatti così?

21 aprile 2010

Il Manifesto di Theropoda.blogspot

Problemi complessi richiedono anni di studio. Riportare alla luce (anche solo nella nostra mente) gli organismi estinti è un lungo processo di raccolta di dati, di costruzione di modelli logici e matematici, spesso una serie di tentativi ed errori, costellati da scoperte che a volte avvalorano, altre smentiscono gli scenari che abbiamo costruito per dare un senso alla mole frammentaria di indizi.
Trovo sconfortante leggere le parole di chi, privo di preparazione in merito a determinate questioni, pretende di avere una "opinione". La libertà di opinione ha senso nello sport, nella politica, nella vita quotidiana. Non ha senso nella scienza. Può sembrare arrogante, ma è così: la scienza non è "democratica". Essa è schiava di due sovrani: i dati e la logica. Opinioni non soggette a questi sovrani assoluti sono inutili e non meritano di essere nemmeno considerate. Eppure, sembra che la rete permetta anche a chi non dovrebbe esprimersi di pontificare su ambiti in cui quei personaggi sono di un'ignoranza abissale.

20 aprile 2010

Non di solo Theropoda vive l'uomo - Quarta Parte: Metriorhynchid 3D con Davide Bonadonna

Continua la serie dedicata ai miei studi sul Coccodrillo di Portomaggiore, il più completo coccodrillo metriorinchide scoperto in Italia.
Oggi, sono stato nei dintorni di Milano, dal mitico Davide Bonadonna (mitico perché abitante della Contea e perché in casa ha due piccoli folletti). Insieme, abbiamo compiuto il primo passo verso la realizzazione di una riproduzione in scala 1:1 della testa del metriorhynchide italiano. Per far ciò, oggi Davide, sotto la mia pedante supervisione scientifica, ha realizzato un modellino in scala della testa del coccodrillo giurassico, che servirà come base tridimensionale per la scultura vera e propria. Il modellino in scala promette davvero bene!
Davide Bonadonna nel suo studio, durante la realizzazione della riproduzione in scala della testa del coccodrillo di Portomaggiore
Aldilà delle motivazioni prettamente paleoartistiche, è stato un grande piacere passare alcune ore con Davide, che, ormai, oltre a considerarlo uno stimatissimo artista, reputo un caro amico col quale è sempre uno spasso parlare di argomenti che spaziano dalla paleontologia, alla paleoarte, all'architettura (hobbit?), al tifo da stadio (in senso antropologico), all'editoria italiana.

Per chi fosse interessato alle serie sul Coccodrillo di Portomaggiore:

19 aprile 2010

La voce dei dinosauri

Ricostruzione computerizzata delle cavità nasali di Hadrosauridae (fonte: Witmer Lab).

Gli archosauri sono gli unici sauropsidi ad emettere complessi vocalizzi. A differenza di tartarughe e lepidosauri, sia gli uccelli che i coccodrilli mostrano un complesso repertorio di emissioni sonore, non tutte udibili dall'orecchio umano.
Questa semplice constatazione ci permette, sulla base dell'inferenza filogenetica, di ipotizzare che anche i dinosauri avessero un complesso repertorio di vocalizzi.
Eppure, nonostante questa premessa, fondata scientificamente, sembra che l'apertura mentale dei creatori di ricostruzioni animate di dinosauri sia ancora plagiata da due ottuse convenzioni mentali, accettate come dogmi e poco discusse: la prima, quella del "mostro", che impone di creare suoni iper-polifonici ed alieni per i predatori, la seconda, quella del "brontolososauro" che impone di usare sempre lo stesso tipo di basso barrito-trombone monotono per i dinosauri erbivori. Unico a salvarsi, sebbene anch'esso in parte vincolato al "brontolososauro" è Parasaurolophus, per il quale è stato ipotizzato un repertorio di vocalizzi amplificati dalle elaborate camere nasali (Weishampel, 1981).

18 aprile 2010

Billy e il Clonesauro: Guida Paleontologica ad una visione consapevole- BONUS TRACK

Lo so. Avevo promesso di chiudere con quella serie di post su certi film. Ma poi, mi sono imbattuto in questa immagine e non ho resistito a farne una vignetta.

Il _T. rex _ vive attualmente nelle foreste del Perù, e si nutre di esseri umani (Phillips et al., 2010)

Non è uno scherzo, ma una recente scoperta di un gruppo di zoologi che hanno compiuto ricerche in Sudamerica.
Essi hanno descritto una nuova specie di T. rex (Phillips et al. 2010), la quale è specializzata in nutrirsi di sangue umano a livello delle mucose nasofaringeali.

17 aprile 2010

Miti e Leggende Post-Moderne sui Theropodi Mesozoici - Dodicesima Puntata: Una Piccola Vendetta creata a tavolino

Questo post è una riproposizione di un mio precedente scritto ultrazionale, di tre anni fa, aggiornato e adattato a Theropoda.
Sono fermamente convinto, e non sono il solo (vedere un illustre esempio) che è necessario sostituire le vecchie cosmogonie con la moderna Storia Naturale: ciò implica anche il superamento dell’impostazione moralistica che tende (a seconda dell’interpretazione che si dà all’attuale) a idealizzare il passato in opposizione al presente. Infatti, spesso, se si detesta l’oggi, allora il passato è trasfigurato come “l’età dell’oro”, i “bei tempi”; oppure, se si ha un’impostazione progressista e ottimisticamente (ingenuamente) proiettata al futuro, allora il passato è l’età buia e arretrata, l’errore ed il caos primigenio. Purtroppo, anche in molti di quelli che hanno riconosciuto la validità della Storia Naturale come spiegazione alternativa delle origini, l’impostazione moraleggiante che idealizza il passato tende a permanere, producendo astruse distorsioni delle evidenze. In particolare, la consapevolezza che l’umanità esiste da un tempo infimo della Storia  Naturale deve risultare particolarmente fastidiosa in tutti i malati di antropocentrismo, che continuano a volersi sentire “necessari”, “previsti” e “inevitabili”. La soluzione contorta che essi tendono a inventare è la favola bio-progressista, la versione finalista dell’evoluzionismo biologico. Essa afferma che la comparsa dell’umanità era inevitabile proprio in virtù delle leggi dell’evoluzione: se l’evoluzione è sopravvivenza del più adatto (errore  concettuale ancora molto diffuso che confonde un tautologico slogan, semplificazione della selezione naturale, con la totalità delle cause dell'evoluzione di cui la selezione è solo una tra le varie componenti) e l’uomo è il più adatto/adattabile degli esseri viventi (sarà vero?) allora l’evoluzione non sarebbe altro che la dimostrazione del cammino necessario verso la nostra inevitabile esistenza.

16 aprile 2010

_Tyrannosaurus_ e la morte di Platone

Oggi, pubblico un post tratto in modo molto ultrazionale dal mio intervento al Secondo Incontro dell'APPI del 6 dicembre 2009.
Nel mio intervento all'APPI, ho cercato, spero in modo accattivante, di mostrare la fallacia di un modo di pensare gli esseri viventi, purtroppo ancora radicato nella maggioranza delle persone, nonostante 150 anni di Darwinismo: ovvero, il pensiero tipologico, detto anche "platonico". Ovvero, l'idea che gli organismi siano riconducibili ad un numero ridotto di "tipi morfologici" o "archetipi", categorie mentali rigide e invarianti, ben separate tra loro, delle quali ogni animale è solo una versione "approssimativa ed accidentale". 

15 aprile 2010

_Velociraptor_ vs _Protoceratops_ Atto Secondo: Andare oltre i "Combattenti".

Un Velociraptor assume una postura minacciosa per allontanare eventuali competitori da una carcassa di Protoceratops.
Lo straordinario reperto dei due Fighting Dinosaurs è sicuramente uno dei fossili più spettacolari mai scoperti. Sulla sua tafonomia ho dedicato un ricco post. Esso testimonia una drammatica interazione tra i due animali, interpretabile come un rapporto preda-predatore diretto oppure come l'esito di una lotta derivata dall'incontro dei due animali, non necessariamente legato alla predazione (nel senso che, spesso, animali molto territoriali tendono ad aggredire intrusi nel loro territorio, indipendentemente da motivazioni alimentari). L'ipotesi che Velociraptor predasse Protoceratops sembrerebbe quindi sostenuta da questo spettacolare ritrovamento. Tuttavia, come ho appena mostrato, quel fossile non è una prova inequivocabile che Velociraptor si nutrisse attivamente di Protoceratops. Un nuovo ritrovamento aggiunge dati che possono migliorare la nostra comprensione delle relazioni tra questi animali.

14 aprile 2010

Battaglia fra Theropodi

Detesto sopra ogni altra cosa la riduzione dei theropodi a macchine di morte, fatte solamente per combattere. E nonostante possa accettere che questo genere di distorsione ed abbruttimento banalizzante di complessi organismi estinti sia un'attività prettamente da bambini esagitati cresciuti a DVD e internet, quindi "innocenti" nelle loro fantasie mitologiche, non posso fare a meno di deprecare quel modo ottuso di concepire i dinosauri, così tanto commercializzato.
Ora, per mostrarvi quanto sia banale ed ottusa quella rappresentazione, e quanto sia stereotipata la mente di chi elabora simili favole, descriverò in modo asettico e distaccato una "tipica" battaglia tra theropodi.
I due animali sono approssimativamente della stessa lunghezza. Si discute chi dei due sia più lungo o più pesante, ma, onestamente, è probabile che tale domanda non abbia senso. I due animali sono pressapoco della stessa dimensione, che vi piaccia o meno.
I due animali sono distinguibili per alcune caratteristiche. In particolare, la colonna vertebrale di uno è unica tra tutti i theropodi, per una caratteristica che nessun altro ha sviluppato in modo così estremo. I crani sono differenti: uno ha il muso più allungato e basso, l'altro ha un cranio più squadrato. La differenza è anche significativa negli arti posteriori, dato che uno ha arti relativamente più allungati e snelli dell'altro. Le differenze più marcate, tuttavia, sono nelle braccia. In uno, la mano ha solo due dita funzionali, mentre l'altro ha un robusto braccio con marcate inserzioni muscolari e un robusto primo dito che porta un unguale molto sviluppato. 
I due theropodi sono pronti al combattimento.
Non importa se sono vissuti in due continenti diversi, non importa se sono separati da 25 milioni di anni. Essi sono theropodi, e devono combattere.
Che il combattimento abbia inizio!

13 aprile 2010

Il "Theropode Scimmia"

Cebus sp. (da Wikipedia)
I fautori dell'adattazionismo estremo sostengono che l'ambiente plasma gli organismi, e che, pertanto, la convergenza evolutiva è pervasiva. Essi portano a sostegno della loro tesi esempi come le somiglianze tra delfini ed ittiosauri, o tra talpe marsupiali e placentali. Io non nego queste somiglianze, ma, in linea col mio modo di pensare, mi chiedo: "dov'è la fregatura?", "è troppo bello per essere così semplice". Ad ogni modo, può l'ambiente essere così selettivo da imporre agli animali di assumere una forma che esprima in modo esclusivo quella particolare ecologia? Non esistono dei vincoli morfologici ugualmente importanti che impediscono o favoriscono l'evoluzione di determinate forme? 
Prendiamo un modello animale attuale, analizziamolo, e vediamo se i theropodi hanno evoluto una forma analoga.
Le scimmie (ad esempio, il cebo mostrato nella foto in alto) sono mammiferi in maggioranza adattati ad una specifica ecologia. Esse sono infatti specie frugivore (si nutrono di frutta) arboricole (vivono prettamente sugli alberi e sanno arrampicarsi) dalla vista sviluppata, dotate di pollice opponibile capace anche di manipolare oggetti, muso ridotto rispetto agli altri mammiferi, cervello espanso, intense cure parentali con pochi piccoli alla volta (rispetto agli altri mammiferi), sistema sociale complesso che include un elaborato sistema vocale.
Dato che le caratteristiche elencate non sono vincolate all'essere mammiferi, nasce la domanda: può un animale del genere evolvere tra i Theropoda? Un theropode frugivoro, arboricolo, dalla vista sviluppata, pollice opponibile capace di manipolare oggetti, muso ridotto (rispetto agli altri theropodi), cervello espanso, intense cure parentali con pochi piccoli alla volta (rispetto agli altri theropodi), e sistema sociale complesso che include un elaborato sistema vocale... è mai esistito tra i theropodi?
La risposta è sì. Un theropode con queste caratteristiche è comparso durante la grande storia evolutiva di questo clade.
Prima di proseguire col post, provate ad immaginarlo questo theropode, e vediamo se la vostra immagine corrisponde a quello che, nei fatti, conosciamo nella realtà:

10 aprile 2010

"Anelli Mancanti", "Antenati" e altre insostenibili leggerezze del paleo-essere


Una rappresentazione scorretta e molto fuorviante dell'evoluzione degli uccelli, vista come una serie lineare di antenati e discendenti tratti dal record fossile noto
Oggi su Science è pubblicato un nuovo ominide africano. Non entro nel merito della pubblicazione, dato che il blog non si chiama "Hominoidea". Quello che mi preme invece è discutere di alcuni concetti molto abusati dal giornalismo scientifico, dalla divulgazione di serie B e da tutti i gestori di siti paleontologici all'acqua di rose.
Dato che l'ossessione generale di fronte ad un fossile ominide è di chiamarlo subito "Anello Mancante" o "Antenato dell'Uomo", "Anello di Transizione" o altre iperboliche definizioni tanto accattivanti e suggestive, cerchiamo di chiarire, una volta per tutte perché queste parole devono essere evitate il più possibile, se non addirittura eliminate dal vocabolario naturalistico.
Altri hanno argomentato in modo più o meno teorico questa faccenda. Io vado più sullo spiccio, e presento la lista delle caratteristiche che un fossile deve avere per essere battezzato "anello mancante" o "antenato":

08 aprile 2010

Jurassic Park / Billy e il Clonesauro: Guida Paleontologica ad una visione consapevole- Ultima Parte: In difesa di Levine

A cosa serve l'anatomia comparata quando hai 5 tonnellate di theropode di fronte?

"It can be said that the creatures in this film transcend any visible signs of special effects and seem to walk the earth, but the same realism isn't brought to the human characters, who are bound by plot conventions and action formulas. 
Caro Roger, premessa sbagliata, conclusioni giuste...
In questa ultima parte della serie su Billy e il Clonesauro, ironico alter ego di Jurassic Park, non parlerò della concezione paleontologica dei dinosauri diffusa dalla fortunata creazione del duo Crichton-Spielberg, bensì, di paleontologi. Il post di oggi sarà quindi una divagazione rispetto ai temi classici di questo blog, anche se non del tutto fuori luogo. Ovvero, quale concezione della figura del paleontologo è stata divulgata? Al pari dei dinosauri mostrati nel film, anche i paleontologi protagonisti delle due opere narrative e cinematografiche (escludo il terzo film, che non ha una fondazione su scritti di Crichton) non sono "creati a caso", ma sono, al contrario, una chiara costruzione mediatica, e, se vogliamo essere onesti, una triste caricatura del reale. Come sempre, nessuno qui sta dicendo che le opere cinematografiche debbano essere lette come trattati scientifici o sociologici, ma è anche vero che molte rappresentazioni del cinema trasmettono un modello e distorcono la realtà, diffondendo immagini fittizie e semplicistiche, e quindi devono essere analizzate con occhio critico, se non altro per il piacere di conoscere ed approfondire temi interessanti.  
Se cito "il paleontologo della saga di Jurassic Park", tutti hanno in mente un ben preciso personaggio, quello di Alan Grant. Tuttavia, esso non è l'unico paleontologo presente nelle vicende, ed è interessante confrontare come i paleontologi narrativi di Crichton siano stati modificati nelle versioni cinematografiche di Spielberg. Non parlerò delle caratterizzazioni dei personaggi in sé, ma dell'immagine della paleontologia che essi, più o meno palesemente, esemplificano.

07 aprile 2010

Billy e il Clonesauro: Guida Paleontologica ad una visione consapevole- Quinta Parte: Quattro Passi, tutti diversi...

Uno dei concetti più anti-divulgativi che opere di successo come Billy e il Clonesauro possono diffondere (involontariamente, ma, comunque lo fanno) è l'immagine "verosimile" ma grossolana, un'immagine così apparentemente "plausibile" che essa è assunta dalla mente dello spettatore senza alcun filtro critico, sedimentando nella coscienza e divenendo un ostacolo a future ricerche intellettuali. Ad esempio, se una variabilità reale è mascherata da un'uniformità, lo spettatore assumerà nemmeno il concetto di variabilità, subendo una pessima divulgazione. So benissimo che Billy e il Clonesauro non è un documentario, ma, e questo è sicuro, nemmeno la maggioranza di coloro che "sanno" che i dinosauri del film non sono corretti al 100% saprebbe dirmi esattamente quanto questi dinosauri siano "corretti". Temo che molti sottovalutino la grossolanità paleontologica mostrata dalle spettacolari animazioni del film e sopravalutino la loro capacità di riconoscere il falso dal vero. So che tutti ormai sanno che Velociraptor è piumato, che Tyrannosaurus ha un ottima vista, che Dilophosaurus non sputa e che Brachiosaurus non mastica come un bovino (oppure lo pensavate?). I singoli dettagli particolari di ciascuna specie sono stati discussi qui e anche in altri siti. Purtroppo, esiste anche un'altra categoria di errori, i quali, più subdolamente, non distinguono i vari animali, bensì li uniformano, impedendo allo spettatore di venire a conoscenza di una diversità esistente.
Avete presente come si muove Tyrannosaurus nel film? Avete presente come si muove Velociraptor nel film?

06 aprile 2010

Billy e il Clonesauro: Guida Paleontologica ad una visione consapevole- Quarta Parte: Teoria e pratica delle cure parentali in _Tyrannosaurus_


Una serie di crani di Tyrannosaurus, in sequenza dal più giovane (verde) al più anziano (rosso) (modificato da Carr & Williamson, 2004)
Fa piacere vedere che alcuni apprezzano questa serie di post e non la considerano fine a sé stessa. Fa piacere confermare che, effettivamente, molti tra coloro che hanno visto quei film si sono posti domande scientifiche e non si sono limitati alla mera fruizione acritica del prodotto cinematografico. Probabilmente, tutti i lettori di questo blog che hanno visto il film si sono posti almeno una volta domande sulla scientificità di alcune scene.
Avevo in programma un post più generale sulla concezione etologica dei dinosauri divulgata da Billy e il Clonesauro, ma ho deciso di dedicare un post ad una domanda specifica che mi ha rivolto un lettore
La domanda è relativa al secondo film della Trilogia di Billy, il Clone Perduto, film che, inizialmente, non avevo intenzione di citare, limitandomi al primo e più famoso capostipite. Nel Clone Perduto, viene presentata una fantomatica famiglia di Tyrannosaurus, composta da una coppia monogama di adulti e da un singolo esemplare giovanile che viene ritratto all'interno di un nido (e quindi, presuppongo che esso sia nutrito dai genitori, i quali, dalla serie di disatri che combinano per tutto il film, appaiono fortemente legati al loro figlio). Dalle dimensioni dell'animale, lungo circa un metro (e caratterizzato da un verso fastidiosissimo)  estrapolando gli esemplari noti, è plausibile attribuirgli meno di un anno di età. Ma, quanto è plausibile scientificamente una simile struttura familiare in Tyrannosaurus? Abbiamo molti dati per poter rispondere a questa domanda.

05 aprile 2010

Billy e il Clonesauro: Guida Paleontologica ad una visione consapevole- Terza Parte: _"Velociraptor" anthirropus_

Mentre la discussione sulla paternità paleontologica del Tyrannosaurus protagonista di Billy e il Clonesauro è relativamente semplice, essendo incentrata sull'opera di un singolo ricercatore (Paul), il secondo animale più importante del film è molto più complesso, essendo figlio di più padri. Oggi parlerò di Velociraptor, l'animale più stravolto e fuorviato della intera trilogia di Billy e il Clonesauro (non so se sapete, ma il film ebbe due sequel: Il Clone Perduto, e Billy e il Clonesauro III).
Alcuni dei temi di questo post sono già stati affrontati altrove, e saranno citati brevemente, altri invece sono meno noti e poco discussi.

04 aprile 2010

Billy e il Clonesauro: Guida Paleontologica ad una visione consapevole- Seconda Parte: _Tyrannosaurus rex_

Come accennato nei precedenti post, inizia la serie in cui vengono analizzate le basi scientifiche (ed i paleontologi coinvolti) che hanno creato i più famosi dinosauri mediatici al mondo, quelli di Billy e il Clonesauro (1993). Tra tutti i dinosauri del film, il più famoso, amato, citato, copiato, star indiscussa del film è sicuramente l'esemplare di Tyrannosaurus rex. Di fatto, l'immagine di quell'animale è probabilmente la ricostruzione più nota al pubblico di un organismo estinto.
A differenza di altri dinosauri che discuterò in successivi post, la paternità del Tyrannosaurus del film è molto facile da identificare, dato che esso è quasi esclusivamente derivato dalle interpretazioni di un solo ricercatore, G.S. Paul.

Billy e il Clonesauro: Guida Paleontologica ad una visione consapevole- Prima Parte



Dato che ho constatato con quanto inaspettato fervore si scatenino certi lettori alla sola menzione del film ... No! Non nominerò il nome invano! Insomma, avete capito, quel film... ho deciso che non era saggio provocare troppo le ire dei fondamentalisti (nonostante non fosse mia intenzione), e quindi ho chiuso la serie su quel film famoso. Non è mia intenzione offendere la religione di nessuno, quindi eviterò di parlare dei sacramenti altrui. In fondo, questo è un blog scientifico, e non religioso, che parla di scienza e delle sue complesse diramazioni culturali. Per fortuna, esistono altri film, non così sacri come quello innominabile, ma che come lui hanno avuto un forte impatto sull'immaginario popolare dei dinosauri e sono stati ispirati da famosi paleontologi. Tra tutti, il più influente è Billy e il Clonesauro, tratto dall'omonimo romanzo di Seymour Skinner. A quanto so, non esistono forum, community o club dedicati a Billy e il Clonesauro, quindi credo (ma non sono sicuro) che nessuno si sentirà blasfemamente preso in causa senza motivo dalle discussioni scientifiche che trarrò dal famoso film. In ogni caso, mi premunisco dichiarando che qualsiasi riferimento a fatti, luoghi o persone esistenti è puramente casuale, o, comunque, allegramente ironico. Anche se i fondamentalisti non lo concepiscono, un film è solo un film, e può anche essere citato in modo scientifico o ironico, e non solo religioso. 
Buona parte dei concetti espressi nei 2 precedenti post è valida anche qui.
I dinosauri di Billy e il Clonesauro hanno ispirato in modo molto rilevante l'immaginario popolare degli ultimi 15 anni. Esattamente come il film citato precedentemente, l'opera di Skinner è stata basata sulla collaborazione di famosi studiosi e paleoartisti americani attivi tra la fine degli anni '80 e l'inizio dei '90. Lo stesso Skinner li cita nei ringraziamenti della sua opera, e quindi possiamo elencarli: Robert Bakker, John Horner, John Ostrom, Gregory Paul, e artisti come i coniugi Czerkas, Mark Hallett, John Gurche e Douglas Henderson. Dato che, in buona parte, questi ultimi sono stati influenzati dai paleontologi citati prima, si può dire che quelli, principalmente, sono gli ispiratori delle ricostruzioni che tutti abbiamo visto in Billy e il Clonesauro.
Ma in che modo, e come, ciascuno dei paleontologi e degli artisti ha inciso su ciascun singolo dinosauro del film? Quanto delle loro opere persiste ancora nella paleontologia ufficale? Tutto questo sarà il tema dei prossimi post. Nel primo, parlerò del più famoso e imitato dinosauro di Billy e il Clonesauro, (la versione cinematografica di) Tyrannosaurus.

03 aprile 2010

Jurassic Park: Guida Paleontologica ad una visione consapevole- Seconda Parte

Laura Dern e Sam Neil, nel ruolo dei paleontologi in Jurassic Park
Per quale motivo dovrei scrivere dei post che analizzano la concezione paleontologica presente in Jurassic Park? In fondo, mi hanno fatto notare, Jurassic Park è SOLO un film, non è un'opera scientifica. Aldilà del fatto che, se leggete bene le mie parole, io non parlo di Jurassic Park, ma della paleontologia divulgata in Jurassic Park, comunque, io potrei rispondere a questa critica rigirandola indietro dicendo: "Se è SOLO un film, perché  prendersela tanto a cuore se io mi prendo la libertà di analizzarlo?". La realtà è che Jurassic Park non è solo un film. Esso è una piattaforma divulgativa di una concezione paleontologica dei dinosauri che ha raggiunto dimensione mondiale e che, volenti o nolenti, giusta o sbagliata che sia, ha influito significativamente sull'immaginario paleontologico degli ultimi 15 anni. Quasi ogni rappresentazione paleoartistica successiva a Jurassic Park è stata influenzata dal film, e non ho dubbi che l'intera generazione nata dopo la metà degli anni '80 abbia subito un vero e proprio imprinting da questo spettacolare film. Jurassic Park è stato visto da centinaia di milioni di persone, la grandissima maggioranza delle quali non ha mai letto divulgazione paleontologica, né tanto meno articoli scientifici. Questo significa che le straordinarie ricostruzioni presenti nel film, così vivide e realistiche, hanno sicuramente lasciato una profonda impressione nella mente e nell'immaginario di milioni di persone. Per moltissimi, i dinosauri sono "quelli di Jurassic Park". Per moltissimi di questi, le forme, le movenze, le attitudini dei dinosauri presenti nel film sono diventate "iconiche" rappresentazioni dei dinosauri mesozoici. Questo fatto ha profonde implicazioni sulla diffusione e concezione dei dinosauri, e lo sarà per molto tempo ancora. Aldilà del merito o meno del film, è indubbio che il successo sta molto nella "realistica rappresentazione" degli animali. Infatti, ciò è stato una esplicita volontà dei realizzatori del film. Tale realismo deriva dalla collaborazione di alcuni esperti (alcuni paleontologi e paleoartisti americani della fine '80-inizio '90) che hanno trasmesso le loro concezioni paleontologiche nel film. Questo significa che il più famoso prodotto commericiale e mediatico avente a tema i dinosauri è, fondamentalmente, l'espressione di una ridotta squadra di paleontologi e paleoartisti. Ciò significa che l'immaginario mondiale dominante sui dinosauri è, volenti o nolenti, l'espressione di quella cerchia di esperti che collaborò a Jurassic Park. Non è mio interesse qui discutere sull'eticità o meno di questo evento. Quello che mi preme qui sarà mostrare le caratteristiche di questa concezione paleontologica divulgata a livello mondiale da Jurassic Park, mostrando dove essa sia ancora valida e dove, invece, sia superata.
Consiglio caldamente a chi fosse interessato a questo tema, di rileggere un paio di volte questo post, prima di commentare con argomenti fuori luogo relativi a communities, forums, e cose del genere.

Jurassic Park: Guida Paleontologica ad una visione consapevole- Prima Parte


Scena da Jurassic Park (1993)
Qual'è la funzione del paleontologo? A questa domanda, J. Horner ha risposto in modo molto saggio, elencando, tra le funzioni del paleontologo, quella del divulgatore dei Metodi della Scienza, prima ancora che dei risultati. In particolare, chi si occupa di paleontologia dei dinosauri ha una grande possibilità, di usare gli amatissimi oggetti delle sue ricerche come veicoli per la diffusione della mentalità scientifica tra il pubblico degli appassionati. I dinosauri sono interessanti ed affascinanti, e possono essere strumenti perfetti per la diffusione della mentalità scientifica e la lotta ad ogni forma di superstizione. 
Ma, cosa accade se la superstizione si insinua proprio nella paleontologia? Cosa accade se immagini fantastiche e poco scientifiche diventano "dati di fatto" proprio nella concezione paleontologica diffusa? Inoltre, perché i più ostili alla paleontologia scientifica sono proprio quelli più dichiaratamente appassionati di dinosauri? Non è una provocazione, ma l'unica interpretazione che do di alcune prese di posizione in rete, da parte di appassionati di paleontologia che, per motivi che non riesco a comprendere, sono ostili a qualsiasi forma di divulgazione scientifica attuata analizzando in modo critico e scientifico il più famoso e conosciuto veicolo mediatico di (parte dei) dinosauri, il film "Jurassic Park".

02 aprile 2010

Theropoda: dal Blog alla citazione universitaria?

La rete è bizzarra, e spesso spiazzante.
Si può fare una ricerca in rete e trovare con la stessa facilità un articolo in .pdf sulla osteologia del cranio di Citipati o una pagina di.... Aaaaaaghhhhh!... Wikipedia sul medesimo theropode (lascio al lettore indovinare qualle dei due link aprirei), oppure una pagina ancora meno scientifica in cui si perpetuano concezioni obsolete vecchie di decenni (purtoppo è così...).
So che i contenuti di Theropoda.blogspot sono citati (a volte in modo corretto, altre volte a sproposito o in modo grossolano) da altri siti e pagine in rete. Ciò mi lusinga, e a volte sconcerta (ad esempio, quando chi mi cita evidentemente NON ha ben compreso i temi espressi nel post, vuoi per non approfondita conoscenza della materia, vuoi per pura grossolanità). Quello che non pensavo è che questo blog potesse finire citato in un testo legato ad un ambito universitario.

01 aprile 2010

Addio, _Tarbosaurus bataar_. Benvenuto, _Tyrannosaurus rex_!


 Dobbiamo abituarci all'idea che molte concezioni apparentemente "inviolabili" della paleontologia sono invece delle visioni miopi e distorte, viziate da un'ignoranza in ambiti fondamentali della paleobiologia dei dinosauri. Nuovi studi recenti, infatti, hanno aperto scenari e squarci da punti di vista prima ritenuti impensabili. Uno di questi è dato dalla analisi delle fasi di crescita nei dinosauri, e dalla scoperta che questi animali avevano modelli di sviluppo individuale molto particolari, che comportavano spesso una radicale trasformazione dell'anatomia dal giovane all'adulto. Se unite queste nuove tecniche con spettacolari scoperte come quella che sto per descrivere, il risultato è rivoluzionario.