Post più ultrazionale che
theropodico...
Per mia natura, sono scettico. E lo
sono soprattutto verso ciò che conosco meglio. E siccome ciò che
conosco meglio nell'intero universo è me stesso, voglio essere –
per l'ennesima volta – scettico verso me stesso e domandarmi se
parte (quanta?) della bile dinomaniacale che trasuda da certi
commenti sia dovuta al fatto che non ho spiegato bene le mie
intenzioni ai miei lettori, specialmente a quelli più fanatici e
zeloti verso Billy l'Altissimo ed il suo Giardino Giurassico.
Il dubbio nasce dal fatto che troppo
spesso i miei post su Billy il Creatore dell'Eden Giurassico generino
commenti idio... ehm, bizzarri come “Ma Billy è solo un film! Non
si può criticare scientificamente un film di fantasia!”.
Caro il mio dinomaniaco che commenti
con l'ovvia constatazione che Billy ed il Clonesauro sia un film,
anche io so che Billy ed il Clonesauro è solo un film. Infatti,
proprio perché è solo un film penso sia perfetto per fare
disquisizioni di qualsiasi tipo, dalla paleontologia, alla paleoarte,
alla cultura pop, alla divulgazione scientifica, alla epistemologia.
Qui chi non si rende conto che è “solo” un film sembri essere
solo tu che commenti con la più ovvia delle constatazioni. Dove
sarebbe il problema del “essere solo un film”? Proprio perché è
solamente un film si può sviscerare nei modi più vari, ed usarlo
come pretesto per discorsi che vanno ben aldilà del mero film.
Siccome è solo un film, ovvero una
narrazione fittizia che frulla nei nostri cervelli, possiamo usarla
per far frullare ben altri tipi di concetti, a mio avviso ben più
interessanti del mero parlare della storia del film in quanto tale.
Caro dinomaniaco, perché non capisci?
Perché ti senti il dovere di “difendere” un film ricordandomi
che esso è solo un film? Perché pensi che quel film sia da
“difendere” dai miei post, ergendo un bastione protettivo con
commenti ovvi e banali? Forse temi che i miei post faranno calare gli
incassi del film? Probabilmente, no. Non sei così fanatico... Forse
temi che disvelando la natura fittizia di un film quel film perda il
suo fascino? Spero di no. Non sei così ingenuo. Forse hai paura di
diventare adulto e scoprire che non esiste realmente un'isola al
largo del Costa Rica presa in concessione dal governo e nel quale
hanno passato gli ultimi cinque anni a mettere su una specie di
“riserva biologica” (una cosa spettacolare, non hanno badato a
spese), e che tale progetto non potrà mai esistere? Spero di no. Non
sei così immaturo.
Mi chiedo allora se il bisogno di
“difendere” Billy – palese nei commenti di vari lettori – non
celi in realtà un voler difendere sé stessi. Difendersi da cosa?
Forse, imponendo una riflessione (ult)razionale all'interno di un
contesto di finzione, molti si sentono minacciati? Minacciati da cosa
e perché?
Provo a riflettere, partendo da come io
vedo i miei post su Billy.
Nella mia mente esistono vari “livelli
di realtà”.
Esiste una realtà fisica, che è
quella che conosciamo tramite i sensi grazie alla mediazione del
metodo scientifico. I dinosauri, nella loro accezione più pura, sono
parte di quel mondo fisico.
Esiste una realtà simbolica, che è
quella elaborata dal nostro cervello per comprendere ed agire nel
mondo fisico, ma che è andata anche oltre la mera corrispondenza con
la realtà fisica, producendo l'intricata nebulosa dei nostri ideali,
passioni, sogni, idoli e mitologie. Un film come Billy ed il
Clonesauro esiste in questo secondo mondo, non nel primo. Sì, nel
mondo fisico esiste la bobina di celluloide, la videocassetta o il
DVD di Billy ed il Clonesauro, ma ciò che suscita la passione e che
spinge le persone al cinema sta dentro le loro teste, non nel
supporto fisico del film.
Pertanto, convenuto che Billy esiste
esclusivamente nel mondo simbolico che frulla dentro le nostre teste,
esso è, al pari di qualsiasi altro oggetto della mente, uno
strumento per costruire a sua volta nuovi simboli, nuovi concetti,
nuovi pensieri. Vediamo cosa genera, a seconda delle diverse teste in
cui il film viene “visionato”.
Dentro la mia mente esiste una
complessa sovrapposizione di livelli simbolici.
Esiste l'elegante sistema del pensiero
scientifico, dentro cui i fossili sono analizzati ed interpretati, ed
il concetto di dinosauro è vincolato al paradigma scientifico con
cui interpreto i fossili.
Esiste poi il “dinosauro” nella sia
accezione popolare, inclusa quella che vediamo in Billy.
Il dinosauro “pop” ed il dinosauro
puro (scientifico) sono legati da varie relazioni. Non sempre il
flusso delle relazioni parte dal dinosauro scientifico per approdare
in quello pop. A volte, avviene il contrario. Ciò non deve
scandalizzare, a patto che tale “inversione” delle relazioni sia
consapevole e guidata. Io posso prendermi la libertà di coniare
Sauroniops perché so perfettamente che quel frontale
cenomaniano è un oggetto scientificamente valido, indipendentemente
dall'appeal pop del nome del taxon che conio. Ma non tutti,
probabilmente, hanno lo stesso grado di consapevolezza quando
frullano il concetto di “dinosauro” nelle loro menti.
Nella mia mente esiste anche il
concetto di “film”, inteso come “arbitraria sequenza di scene
che io interpreto come una storia che simula eventi reali”. Un film
è sempre, anche quando proposto come “documentario”, una pura
finzione. Finzione è la sequenza, il montaggio, il plot degli
eventi. Per “finzione” intendo che quello che vedo scorrere nella
storia è stato deciso e assemblato da altre persone, non avviene nel
mondo “oggettivo” in modo autonomo. Billy, come ogni altro film,
è quindi una pura invenzione, ma che si propone – in modo
accattivante – come realistica, generando in noi l'illusione del
reale, e, di conseguenza, inducendo in noi emozioni analoghe a quelle
che si provano nella vita reale. Il successo dei film sta proprio nel
loro stimolarci emotivamente. Da qui, penso, nasce l'attaccamento
emotivo di chi non vuole che la sua “storia preferita” sia
palesemente sviscerata razionalmente e mostrata per quello che è:
ovvero, una sequenza arbitraria di scene filmate piena di
contraddizioni scientifiche, contraddizioni che impediscono a questa
storia di poter essere reale.
Trovo riduttivo l'approccio di chi non
riesce a sviscerare un film nella sua natura paradossale. E trovo
ulteriormente limitante l'incapacità di molti di comprendere la
differenza tra film-in-quanto-finzione-reale da
film-in-quanto-finzione-simbolica. Comprendere tale differenza
significa essere capaci di amare un film emotivamente, grazie alla
sospensione dell'incredulità, ed al tempo stesso apprezzare
l'analisi razionale del perché e del come un film non sia reale.
Cosa mi spinge a “sviscerare” un
film, per mostrare la sua impossibilità sia logica che scientifica,
la sua non-realtà? Perché trovo interessante mostrare che un
Tyrannosaurus adulto nel 1993 deve essere stato clonato nel
1968, contraddicendo quindi il film stesso che dichiara tale animale
creato non prima di cinque anni prima? Perché è un modo simpatico
ed originale per indurre riflessioni a vari livelli: riflessioni
sullo sviluppo ontogenetico dei dinosauri, riflessioni sulla
plausibilità scientifica di un allevamento di dinosauri, riflessioni
sulla sospensione dell'incredulità che assumiamo quando guardiamo un
film di fantascienza, riflessioni sulla potenza mitizzante del
cinema, riflessioni sulla natura pseudo-religiosa di molte passioni
post-moderne. Tutto questo può essere generato da un post che usi
come pretesto l'ontogenesi di un Tyrannosaurus vissuto nel
1993. Peccato che larga parte di queste discussioni sia del tutto
aldilà della capacità riflessiva del commentatore medio, il quale
si limita solo a lamentarsi dell'ovvia natura fittizia di un film.
E quindi torno al dinomaniaco che deve
commentare in quel modo.
Perché non comprende che un film può
trascendere la sua natura di finzione narrativa, ed essere un
pretesto simpatico ed intelligente per aprire una discussione su temi
più complessi ed elevati del mero film sui dinosauri? Perché non si
sforza di separare la narrazione fittizia e la storia arbitraria che
gli viene confezionata e proposta nel film, da tutto ciò che egli
può generare partendo dal film? Perché non riesce a saltare dal
piano della mera narrazione fantastica, che riconosce quando afferma
che “è solo un film”, per approdare a quella del paradosso, per
poi usare quel paradosso come un elegante trampolino per affrontare
tematiche più ampie ed interessanti?
Se il dinomaniaco non fosse tale,
comprenderebbe i differenti livelli presenti nei post, non si
scandalizzarebbe della mia analisi razionale, ma anzi la
apprezzerebbe per la sua evidente connotazione paradossale, e
stimolato dal paradosse dialogherebbe con me su ciò che mi interessa
parlare qui. Che non è il fatto che “ Billy è solo un film”.
Forse, pretendo troppo dalla
maggioranza dei dinomaniaci...