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30 giugno 2011

TERRA NOVA è già vecchia

La mia personale interpretazione di Terra Nova. L'originale di questo poster è discusso qui.
Quando pensi di aver consumato tutta la riserva di errori e falsi miti sui dinosauri, ecco che il buon Spielberg ti sforna una nuova serie che ti darà da postare per altri anni. Parlo di Terra Nova, serie fantascientifica a sfondo Mesozoico ad uso e consumo dinomaniacale che, a quanto vedo da questo poster anticipatore, continua indefessamente a perpetuare errori e mistificazioni. Brian Switek ha ampiamente evidenziato tutte le brutture di questo theropode soprannominato "Slasher" (tra cui le solite mani slogate in pronazione e posture antropomorfe e la cronica assenza di piumaggio in un palese maniraptoro), quindi vi rimando al suo post per i dettagli. Invece, come vedete sopra, ho voluto parodiare il poster creando un monito per tutti i futuri fan terranoviani. 
Se questo è l'antipasto, avrò veramente un sacco di roba da masticare...

La para-estinzione di Raptorex

Ricordate Raptorex, il tyrannosauroide di piccola taglia del Cretacico Inferiore cinese con una morfologia da tyrannosauride derivato gigante? L’inattesa combinazione di dimensioni ridotte, età Cretacico-Inferiore e morfologia da tyrannosauride del Cretacico Superiore lasciò non pochi intedetti. Io rimasi neutrale sulla validità di questo taxon, che, a prima vista pareva proprio un giovane tyrannosauride e non un tyrannosauroide basale. Tuttavia, io ero comunque dubbioso. Non tanto per l’inaspettata scoperta (non dovremmo mai giudicare una scoperta in base alle nostre aspettattive) quanto per il sostegno fornito ad un’interpretazione così inattesa. Il mio dubbio fu innescato dalle scarse informazioni relativa alla stratigrafia del fossile, che erano basate solamente su un paio di fossili (una conchiglia ed una vertebra di pesce) associati all’esemplare, e ne parlai in privato con altri paleontologi. Tutti concordavamo che un fossile con un’interpretazione così eccezionale richiedeva prove più robuste. Sapevo che un articolo sulla rivalutazione di Raptorex era in arrivo, e pertanto avevo provvisoriamente omesso quel taxon dalle analisi in Megamatrice, in attesa di una valutazione più precisa.
Oggi, quell’articolo è pubblicato (Fowler et al. 2011).

27 giugno 2011

Spinosauridi in Australia

Modificato da Barrett et al. (2011)
Nel 2008, fece notizia la scoperta di un'ulna molto simile a Megaraptor in Australia. A quel tempo, Megaraptor venne attribuito a Megalosauroidea. In seguito, con la scoperta di allosauroidi derivati in Australia e l'identificazione del clade Neovenatoridae (comprendente Megaraptor) si rivalutò quella scoperta, di fatto eliminando i megalosauroidi dall'Australia.
In questi giorni, Barrett et al. (2011) pubblicano la descrizione di una vertebra cervicale parziale (centro e parte dell'arco) dal Cretacico Inferiore del Sud dell'Australia. La vertebra presenza un centro relativamente allungato, marcata opistocoelia (faccetta anteriore convessa e posteriore concava), un pleurocoelo anteriore ellittico suddiviso da una lamella interna, prezigapofisi distanziate mediolateralmente e pneumatizzazione interna dell'arco di tipo camerato (ampie camere divise da spesse pareti). L'unico clade di Theropoda con questa combinazione di caratteri è Spinosauridae (anche se, singolarmente, alcuni dei caratteri citati si presentano anche in Carcharodontosauria). Pertanto, abbiamo la prima (molto probabile) evidenza di spinosauridi in Australia.
Barrett et al. (2011) discutono questo risultato assieme ad altre recenti scoperte australiane e non, e concludono che probabilmente dobbiamo abbandonare la vecchia dicotomia tra faune cretaciche laurasiatiche (Coelurosauria) e faune gondwaniane (Abelisauroidea e Carcharodontosauria), e concludere che probabilmente, le faune a theropodi nel Cretacico inferiore fossero prettamente cosmopolite e poco regionalizzate.

Bibliografia:
Paul M. Barrett, Roger B. J. Benson, Thomas H. Rich and Patricia Vickers-Rich. 2011. First spinosaurid dinosaur from Australia and the cosmopolitanism of Cretaceous dinosaur faunas. Biology Letters doi: 10.1098/rsbl.2011.0466. 

26 giugno 2011

Scipionyx - More than meets the eye. Episodio 5: La pappa per Ciro!

Scipionyx (Davide Bonadonna 2010)
Nel precedente post, ho accennato la presenza di elementi "allogeni" nel (ovvero, originatisi al di fuori del) corpo di Scipionyx. Tutti questi elementi, ossa e resti di tegumenti, sono collocati nel sistema digerente di Scipionyx, e, di fatto, sono resti del suo pasto. La presenza di resti di pasto non è rara tra i fossili articolati di coelurosauri basali di grado compsognathide (ad esempio, sono presenti nei due esemplari noti di Compsognathus, in Huaxiagnathus, Sinocalliopteryx ed il "terzo Sinosauropteryx"). Tuttavia, Scipionyx è unico nella presenza multipla di più animali nella cavità corporea, a loro volta, posizionati in punti differenti del suo tubo digerente. Ovvero, in Scipionyx abbiamo la prova di eventi successivi di nutrizione.


25 giugno 2011

Scipionyx - More than meets the eye. Episodio 4: Un Dinosauro in Carne e Ossa!

  Fotografia in luce ultravioletta dell'olotipo di Scipionyx. Le ossa appatono bruno-rossastre, le parti molli in giallo-oro. La macchia blu-indaco sopra il gomito rappresenta un'area ricca in ferro di probabile origine ematica. Roberto Appiani, © Soprintendenza per i Beni Archeologici di Salerno, Avellino, Benevento e Caserta.
Se Scipionyx fosse solo uno scheletro, non avrebbe un particolare significato, a parte per noi italiani e per gli studiosi di esemplari giovanili di dinosauro. Ma Scipionyx non è solo uno scheletro: esso è anche tessuti molli fossilizzati. Qui, occorre chiarire: alcuni autori, in passato, hanno affermato che gli organi in Scipionyx siano presenti sotto forma di tracce o impronte. NO! Gli organi presenti nello scheletro sono conservati come strutture tridimensionali mineralizzate. Infatti, sebbene dalla foto possa apparire come un fossile bidimensionale schiacciato contro la lastra, in realtà esso è conservato tridimensionalmente, sia nelle ossa che nelle parti molli. Grazie ad analisi con il SEM (microscopio elettronico a scansione) Dal Sasso e Maganuco (2011) hanno potuto osservare i dettagli microscopici delle parti molli e determinarne la composizone chimica. Le analisi hanno mostrato che gli organi sono conservati fino alla scala cellulare e subcellulare, con un livello di dettaglio incredibile.

24 giugno 2011

Allopazzo rules!

Un Allo-pazzo contro un diplodocide. Sullo sfondo, un Allo-saggio. Davide Bonadonna 2011
CONGRATULAZIONI A DAVIDE BONADONNA PER L'ENNESIMA CONFERMA DEL SUO TALENTO PALEOARTISTICO CON LA VITTORIA DEL PRIMO PREMIO AL CONCORSO CIIP DI LOURINHA (PORTOGALLO)!
(PS: SAUROPODE VINCENTE NON SI CAMBIA) 
Avevo visto i bozzetti dell'opera a casa di Davide, lo scorso anno, durante la preparazione della testa di Neptunidraco.

Scipionyx - More than meets the eye. Episodio 3: Cos'è Scipionyx?

Che l'olotipo di Scipionyx samniticus sia un esemplare molto giovanile di theropode, è evidente anche all'appassionato non esperto in sinapomorfie di Theropoda. Ma a quale gruppo appartiene Scipionyx? Fin dalla sua scoperta, è stato incluso in Coelurosauria, e le poche analisi pubblicate che lo inclusero confermano questa interpretazione. Il principale problema per l'attribuzione filogenetica di questo esemplare è che occorre scremare la sua morfologia dalle caratteristiche condizionate dal suo stadio giovanile. Studi precedenti con esemplari in simili stadi ontogenetici hanno infatti mostrato che se un esemplare giovanile di una specie viene incluso in un'analisi filogenetica contenente anche l'adulto, e se il giovane viene codificato senza curarsi delle sue caratteristiche giovanili (ovvero, codificandolo come se esso esprimesse una morfologia adulta), allora esso tende a posizionarsi molto più basalmente rispetto all'adulto conspecifico.

23 giugno 2011

Scipionyx - More than meets the eye. Episodio 2: Osteologia e Stadio ontogenetico

Il cranio di Scipionyx dopo la preparazione definitiva che ha permesso di identificare le singole ossa. (da Dal Sasso e Maganuco 2011). Foto,  Roberto Appiani, © Soprintendenza per i Beni Archeologici di Salerno, Avellino, Benevento e Caserta.
Dopo il post introduttivo, entro nel cuore della monografia di Dal Sasso e Maganuco (2011) su Scipionyx. L'olotipo di Scipionyx samniticus (SBA-SA 163760, per gli amici, "Ciro") presenta buona parte dello scheletro, ad eccezione di un unguale della mano, della parte della coda distalmente alla IX vertebra e della gamba distalmente la parte prossimale del tibiotarso. Gli autori, corredati da una serie stupefacente di fotografie e illustrazioni di Marco Auditore, ci descrivono nel dettaglio tutte le ossa esposte, comparandole in particolare con i principali coelurosauri basali e/o compsognathidi. Per meglio identificare le ossa che, specialmente nel neurocranio, risultano appressate tra loro, Dal Sasso e Maganuco (2011) si servono anche di tecnologie avanzate, come le tomografie computerizzate, che hanno permesso per la prima volta, di osservare le ossa del bacino comprese tra i due femori, così come IL LATO NASCOSTO DEL FOSSILE!

22 giugno 2011

Scipionyx - More than meets the eye. Episodio 1

Il titolo di questa serie di post è la citazione di una citazione di Simone Maganuco (che non colsi, data la mia ignoranza transformerica).
La prima settimana del febbraio 2008, ero a Milano per completare il mio studio su ciò che sarebbe diventato Enantiophoenix electrophyla, presso il Museo di Storia Naturale milanese. Ricordo che entrai nello studio di Cristiano Dal Sasso e Simone Maganuco, al piano dei paleontologi, e mi bloccai con timore reverenziale: sul tavolo del microscopio era presente la lastra dell'esemplare di Scipionyx samniticus. L'originale, IL FOSSILE, non uno dei tanti calchi che avevo già visto. Ringrazio ancora oggi Cristiano e Simone, per avermi concesso il privilegio di poter osservare per alcuni minuti l'esemplare direttamente col microscopio. Il motivo della presenza del mitico Ciro a Milano, invece che nella sua sede naturale in Campania, era che i nostri paleontologi stavano preparando una voluminosa ridescrizione nonché una serie di nuove analisi, finalizzate ad una doverosa pubblicazione scientifica tutta dedicata al primo dinosauro mesozoico italiano. 
E ieri, con tutto il doveroso nugolo di giornalisti al seguito, il risultato del loro lavoro (Dal Sasso e Maganuco 2011) è stato pubblicato ufficialmente.

Alieni tra Noi

Questo è il mio quarto contributo al Carnevale della Biodiversità.

Uno dei motivi per cui la Paleontologia affascina tanto non solo i suoi addetti ai lavori ma anche milioni di “profani” è che essa, alla pari dell’Astronomia, ci permette di esplorare mondi remoti, lontani non milioni di anni luce bensì milioni di anni fa, mondi popolati da creature spesso bizzarre, che non mancheremmo di chiamare aliene se potessimo incontrare direttamente. Dato che questi mondi sono collocati proprio sul nostro stesso pianeta, i loro abitanti sono, letteralmente, alieni tra noi.

20 giugno 2011

Costa o processo trasverso?

Vertebre caudali di Megaraptor - da SVPoW!
I termini sono gli strumenti del linguaggio scientifico. Occore che essi siano chiari e non ambigui. In particolare, nello scheletro si utilizza spesso lo stesso termine per definire parti di vertebre differenti. La "spina neurale" non è un'esclusiva della prima vertebra. Lo stesso termine si applica anche nelle vertebre successive, fino alla coda (fin dove la spina persiste). Perché chiamiamo con lo stesso nome strutture distinte, spesso poste dalla parte opposta del corpo una dall'altra? Perché riconosciamo che esse sono "variazioni sullo stesso tema". Tradotto in termini scientifici, le strutture sono "omologhi seriali", ovvero, "ripetizioni" di una stessa struttura. La colonna vertebrale è formata dalla ripetizione di vertebre, le quali, aldilà delle specifiche specializzazioni e regionalizzazioni, sono copie ripetute di una stessa struttura. Questa ripetizione prende il nome di "metameria". Gli animali più metamerici in assoluto sono gli anellidi (come il lombrico) e i miriapodi (come il millepiedi): in questi esseri, è evidente che il corpo è formato da una ripetizione seriale di una stessa struttura. A volte, questa evidente ripetizione di strutture è ambigua, e non è immediato il riconoscimento di "cosa" si stia ripetendo. Un caso significativo è dato della vertebre della coda dei rettili, ed in particolare, dei theropodi.

19 giugno 2011

L'enigmatico dente da Polazzo (Dalla Vecchia e Cau, 2011)

Laboratorio del Museo Geopaleontologico di Monfalcone, 12 dicembre 2009. Fabio Dalla Vecchia mi mostra un enigmatico dente fossile (foto di F. Lemma)
Come ricorderete, il 12 dicembre 2009 Fabio Marco Dalla Vecchia ha presentato a Trieste Tethyshadros insularis. Lo stesso giorno, dopo la presentazione, Fabio accompagnò me ed altri amici (tra cui Marco Auditore e Lukas Panzarin) a Monfalcone, nella località-tipo di Tethyshadros, e nel Museo Geopaleontologico di Monfalcone. Lì, Fabio mi mostrò un piccolo dente proveniente da livelli del Coniaciano-Santoniano (Cretacico Superiore) di Polazzo, sempre in Friuli, scoperto una decina di anni prima. 
La morfologia del dente, compresso labiolingualmente e con ambo le carene seghettate, poteva rappresentare un nuovo theropode italiano. Tuttavia, anche se meno noti, anche molti taxa di crocodyliformi mesozoici presentano quella dentatura. A quale gruppo apparteneva quindi il dente? In ogni caso, si trattava di una scoperta significativa. Quando Fabio mi chiese di partecipare ad un articolo che tentasse di identificare il proprietario di quel dente, accettai immediatamente: non solo perché desideroso di risolvere l'enigma, ma anche perché considero un onore poter collaborare con lui. 
L'articolo è pubblicato in questi giorni (Dalla Vecchia e Cau, 2011).

17 giugno 2011

Coming Soon: Scipionyx Revolution!

Dato che la notizia circola già in rete, posso anticiparla.
La revisione di Scipionyx samniticus ad opera di Cristiano Dal Sasso e Simone Maganuco sta per essere pubblicata! Io sarò presente alla conferenza che presenterà lo studio ed i risultati di questa attesissima ricerca. Quindi, a breve tutto sarà rivelato!
Prossimamente, su Theropoda!

15 giugno 2011

Chi sei?

Cari lettori, 
purtroppo in questo periodo non ho modo di scrivere molto sul blog (ma vi assicuro che a breve arriverà una serie di post molto interessanti!). Quindi, ho pensato di passare la parola a voi, se volete. Ciò mi aiuterà anche a capire meglio chi legge questo blog, e quindi a migliorare il modo di scriverlo. Non chiedo molto, solo due cose: il vostro nome ed il motivo per cui leggete Theropoda, ovvero, cosa o perché lo leggete.
Spero che questo appello non cada nel vuoto.
Grazie.

12 giugno 2011

Quando la Terra era giovane...

Uno dei miti più vecchi sui dinosauri, che ancora oggi forma l'impalcatura della visione popolare (a grana più grossolana) di questi animali, è che essi, nella loro grottesca esagerazione (all'occhio del profano), rappresentino delle "prove" operate da una divinità o da un pianeta ancora inesperti e giovani. Quante volte avete sentito parlare di "vicoli ciechi dell'evoluzione"? Quella metafora si ricollega all'idea progessista e lineare di un'evoluzione ricalcata sulla Scala Naturae, che porta dal batterio all'uomo, e che, di conseguenza, considera le specie non direttamente collocabili su quella linea (ad esempio, i dinosauri) niente più che "deviazioni" dalla linea evolutiva principale. Tutto questo mix di concetti è chiaramente pre-evoluzionista e si rifà alla visione creazionista di una Terra relativamente giovane, creata di recente e che, di conseguenza, possiede una ridotta fase "preistorica". Ricapitolando, se la Terra ha poche migliaia di anni, e se la storia umana ha almeno 5-6 mila anni, si deve concludere che la "preistoria" si riduce solamente alle primissime fasi della vicenda universale. Conseguenza di questo concetto è che i dinosauri vissero quando la Terra era molto giovane. Leggera mutazione: i dinosauri vissero quando la Terra era ancora giovane. Quindi, inesperta, immatura, esuberante, gli stessi attributi che avevamo inzialmente attribuito alla "divinità" creatrice delle prime forme di vita. (Ad accentuare questo scenario c'è l'abuso iconografico di vulcani, i quali, secondo questo paradigma pre-evoluzionista, pre-tettonico, erano molto attivi nella fase "giovanile" della Terra: notare quanto questo concetto sia antropocentrico, che pretende di comparare la storia del pianeta a quella di un uomo). 
Anche se superati dall'attuale sistema scientifico, questi concetti formano un mito popolare più o meno conscio (e spesso evidente nelle rappresentazioni pop dei dinosauri).
Ma quanto c'è di vero in quel mito? La Terra era davvero "giovane" (quindi "immatura") al tempo dei dinosauri? Basta fare due conti. Il Mesozoico va da 250 a 65 milioni di anni fa. La terra ha circa 4.7 miliardi di anni. Tradotto in termini umani, se la Terra fosse un uomo di 47 anni (quindi, si spera, "maturo"), i dinosauri (non-neorniti) comparvero quando egli aveva 44 anni e mezzo e si estinsero quando ne aveva 46 e qualche mese. 
Nessuno sano di mente direbbe, a 47 anni, che a 44-46 era "giovane" e che solo in seguito fu "maturo".

11 giugno 2011

Come un grande theropode predava

Dinosauri carnivori e uomo, due forme di bipedismo separate da 300 milioni di anni di divergenza evolutiva
Questo post nasce da alcune discussioni che sto avendo con Troco riguardo un'opera che sta realizzando. Prima, però, una digressione. Ho avuto il piacere di conoscere J. Horner, nel 2009, e di ri-incontrarlo un paio di mesi fa. Lo considero un personaggio estremamente brillante ed intelligente, ed onesto. Su sua stessa ammissione, egli detesta Tyrannosaurus. Ciò ci permette anche di capire alcune sue concezioni della biologia di quell'animale. Credo che, in generale, Horner non sia molto interessato ai theropodi (è un suo diritto, ci mencherebbe), e che, soprattuto nel caso della biologia di Tyrannosaurus, anch'egli, come quasi tutti, cada vittima dell'aurea mitica di T.rex, eroe (o antieroe) del Tempo Profondo. Anche se l'esito è opposto a quello della maggioranza, anche l'idea di Horner su Tyrannosaurus antieroe è più un'idea mitica che scientifica. Non riusciamo a scappare da ciò. Ho messo questa introduzione perché Horner mi serve come esempio per spiegare come, probabilmente, i grandi theropodi attaccavano le loro prede. Uno degli argomenti usati da Horner per negare una capacità predatoria in Tyrannosaurus è che, secondo lui, un predatore vertebrato terrestre per catturare la preda deve usare gli arti anteriori. Quindi, dice Horner, un predatore con arti anteriori ridotti non esiste, ovvero, Tyrannosaurus non è un predatore.

10 giugno 2011

Estremismo

Avvertenza: secondo il metro di valutazione di alcuni miei lettori, questo post è "polemico". Se il vostro gusto non tollera questo genere di post, vi suggerisco di non leggerlo.

09 giugno 2011

Cercasi descrittore non allergico alla polvere

Mai come in questi ultimi 15 anni abbiamo scoperto nuovi theropodi, spesso inattesi e spettacolari. Il risultato è un progressivo arricchimento delle nostre conoscenze sui theropodi. Tuttavia, ciò non significa che i "vecchi" theropodi scoperti decenni e decenni fa siano inutili. Anzi, essi spesso sono i fondamenti delle nostre tassonomie, nomenclature e filogenesi. Purtroppo, alcuni taxa importanti sono stati descritti in passato in modo approssimativo (spesso su brevi articoli) o in modo ormai obsoleto, non più conforme con i nostri attuali standard anatomici. Sarebbe auspicabile che essi fossero nuovamente descritti, in modo analogo a quanto fatto recentemente da Roger Benson con i megalosauroidi inglesi (primo tra tutti proprio Megalosaurus). Mi rendo conto che spesso i fondi sono pochi e che dovendo scegliere tra una nuova scoperta sul campo e la rivalutazione di vecchi cassetti, vince la prima. Ma sarebbe bello se alcuni di quei taxa fossero nuovamente rivalutati e descritti.
Forse ciò sta accandendo ed io non sono informato, ma sarebbe auspicabile una rivalutazione, per esempio, di vari esemplari anche noti:
L'olotipo di Elaphrosaurus bambergi, e gli altri theropodi frammentari dalla Tendaguru. Adasaurus, il poco menzionato dromaeosauride dalla Mongolia. L'olotipo di Abelisaurus (solo in parte descritto recentemente nella zona neurocranica), e l'olotipo di Aucasaurus. L'olotipo di Afrovenator. I vari resti di Suchomimus. I resti di Dilong. "Dilophosaurus" sinensis. L'olotipo di Deltadromeus. La lista continua... 
Ovviamente, se qualcuno sta attualmente descrivendo uno o più di questi esemplari, lo ringrazio anticipatamente.


03 giugno 2011

Billy e il Clonesauro - Reloaded: "Coprite lo scavo!"

Jurassic Park (1993)

Probabilmente, non sono la persona più adatta a scrivere questo post. L'amico Alessandro Carpana, ad esempio, ha sicuramente una competenza a riguardo molto più approfondita della mia.
Se qualcuno mi chiedesse quale sia il concetto scientifico più travisato dell'intera trilogia billyclonata, probabilmente spiazzerei il mio interlocutore. Egli, probabilmente, si aspetterebbe l'assenza di penne nei Velociraptor, o l'esagerata acustica del passo di Tyrannosaurus, capace di far vibrare l'acqua di un bicchiere come solo una chitarra saprebbe fare, oppure il petulante giovane inetto di Tyrannosaurus. No. In assoluto, quello che considero il top della bufala spacciata per "realismo" è la scena dello scavo in Montana.

02 giugno 2011

Le vergogne dei dinosauri paleoartistici

Lo scheletro di Tyrannosaurus all'American Museum. Notare le dimensioni del pube, che si proietta anteroventralmente fin a livello delle ginocchia

"Vergogne" è un termine un po' desueto per indicare le parti intime, i genitali, quelle che, per prime, Adamo ed Eva coprirono quando mangiarono il frutto dell'albero della Conoscenza. A volte, le "vergogne" non vengono coperte, ma addirittura cancellate. Questo accadde in epoce eccessivamente bigotte e puritane verso nudi artistici (i braghettoni della Sistina sono l'esempio più famoso), ma può accadere anche oggi, quando l'obiettività scientifica risulta troppo oscena per le ipocrisie dell'arte commerciale.
Se avete visto Una Notte al Museo (2006), con protagonista Ben Stiller, ricorderete che tra i personaggi e gli oggetti esposti che si animano la notte nell'immaginario American Museum di New York, è presente uno scheletro di Tyrannosaurus. Ovviamente, la storia è fantastica e molto inventata. Nel vero American Museum, lo scheletro di Tyrannosaurus non è nel salone di ingresso, bensì al quarto piano. Tuttavia, è un altro il dettaglio che merita discussione. Per deformazione professionale, la prima cosa che ho fatto vedendo il film è stato "scandagliare" lo scheletro del Tyrannosaurus, per stabilire quanto fosse corretto. Sono fatto così: non mi godrò mai un film sui dinosauri...