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11 novembre 2024

"Wyrex", il Tyrannosaurus con la coda mozza

 

(c) Houston Museum of Natural History

Tyrannosaurus rex è noto grazie a decine di esemplari a diversi gradi di completezza e a diversi stadi di crescita. Innumerevoli esemplari mostrano segni di patologie e lesioni ossee, provocati da infezioni e/o morsi, in gran parte attribuiti ad altri Tyrannosaurus. Il caso più controverso di lesione su un Tyrannosaurus è un esemplare scoperto una ventina di anni fa e soprannominato "Wyrex". L'elemento più controverso dell'esemplare è la serie delle vertebre caudali, la quale si interrompe a livello della undicesima vertebra. L'ultima vertebra è conservata solamente nella parte anteriore (quella che articola con la decima caudale): secondo alcune interpretazioni, questo fossile testimonierebbe l'amputazione della coda quando l'animale era ancora vivo.

Quanto è plausibile un simile scenario? Cerchiamo di fare chiarezza sulla questione.

L'esemplare è descritto preliminarmente in un testo non-tecnico da Larson e Donnan (2004) e da Larson (2008), il quale ci fornisce anche le principali informazioni sull'esemplare: scoperto nel 2002, incluso nella collezione del Black Hill Insititute (BHI 6230) e successivamente acquistato dal Museo di Storia Naturale di Huston. 

Annè et al. (2002) menzionano l'esemplare come un caso di dinosauro con la coda mozzata, ma non portano alcuna evidenza né citano qualche fonte bibliografica di ciò: l'esemplare è solamente menzionato. Pertanto, non è chiaro in cosa consistano le patologie sulla coda. Da notare che Larson (2008), l'unico studio tecnico sull'esemplare, elenca 11 vertebre caudali nell'esemplare, ma non menziona alcuna patologia né lesione particolare alla coda. 

Dalle foto e dai filmati disponibili online, appare che l'ultima caudale preservata sia incompleta. Possiamo considerare questa una prova sufficiente che l'animale subì in vita l'amputazione della coda? Possiamo inoltre ipotizzare che un Tyrannosaurus al quale sia mozzata la coda all'altezza della undicesima caudale sopravviva (anche solo per qualche tempo) ad una lesione del genere?

Sulla base di motivazioni anatomiche, fisiologiche, biomeccaniche e tafonomiche, sono estremamente scettico.

Tafonomia. La coda appare troncata all'altezza della undicesima caudale. Questo implica che la troncatura avvenne quando l'animale era in vita? No. Anche nel caso che l'ultima caudale mostri delle lezioni dovute a morsi, o persino callosità dovute a rimarginazione ossea, questi elementi non implicano necessariamente che la coda fu mozzata, ma solo che subì dei morsi ben prima della morte. 

Innumerevoli scheletri di dinosauro sono preservati con la serie caudale incomplete, mancanti della parte distale, ma in nessun caso questi fossili sono interpretati come prova che l'animale subì l'amputazione della coda in vita. Molto banalmente, la parte mancante della coda non si è preservata, è stata staccata post-mortem da animali saprofagi o da agenti fisici (come la corrente di un fiume), oppure non si è fossilizzata, o è fossilizzata ma poi è stata distrutta da agenti erosivi. Ad esempio, la coda dell'olotipo di Tataouinea hannibalis è perfettamente conservata fino alla 17a vertebra, poi è del tutto assente: l'analisi del sito di scavo indica che la parte mancante è stata erosa via da agenti fisici prima dello scavo. In assenza di analisi tafonomiche sul sito di "Wyrex", non possiamo escludere che la parte mancante della coda sia stata erosa da agenti fisici prima di essere scavata.

Anatomia. La presunta troncatura della cosa avrebbe diviso in due l'undicesima caudale. Un agente in grado di spezzare in due una vertebra caudale di quelle dimensioni, per giunta circondata da pelle, tendini e muscoli, deve essere stato dotato di enorme forza fisica. Eppure, nonostante l'enorme energia in grado di strappare via la parte mancante della coda, una parte della undicesima caudale è rimasta articolata alla parte anteriore della coda. Onestamente, trovo molto difficile accettare una situazione del genere: se veramente la coda fu strappata via, lo strappo avrebbe comunque dovuto trascinare via con sé l'intera undicesima, dato che la giunzione articolare tra decima e undicesima vertebra è sicuramente più debole del legame osseo tra i due pezzi dell'undicesima. 

Fisiologia. Troncare la coda di un Tyrannosaurus all'altezza dell'undicesima caudale comporta la rapida morte dell'animale per dissanguamento. In quel punto, abbiamo tutti i fasci muscolari principali della coda, in particolare i due muscoli caudofemorali lunghi (destro e sinistro), ovvero i due più grandi muscoli del corpo di un dinosauro. Stiamo parlando di enormi fasci muscolari deputati a generale la principale forza motrice per l'animale quando si muove, ovvero varie tonnellate-peso. Muscoli di quelle dimensioni sono continuamente irrorati da una abbondante quota di sangue arterioso: troncare la coda in quel punto quindi implica recidere completamente le arterie principali della coda. L'animale non sopravviverebbe neanche un'ora ad un simile trauma, e morirebbe dissanguato.

Biomeccanica. Anche nella assurda ipotesi che l'animale sopravviva a tale lesione e riesca a rimarginare la ferita, rimanendo con un troncone monco di coda, esso non sarebbe in grado di muoversi né di stare in piedi. Difatti, come detto sopra, l'amputazione della coda all'altezza dell'undicesima caudale comporta la mutilazione di ambo i fasci caudofemorali lunghi per almeno metà della loro lunghezza. Con ambo i caudofemorali tranciati, un Tyrannosaurus è incapace di camminare, dato che ha perso i due principali motori della retrazione dei femori. 

Non solo, ma trovandosi la coda mozzata per due terzi della sua estensione, l'animale - in quanto bipede - sarebbe sbilanciato in avanti. Per non rischiare di cadere rovinosamente in avanti, l'animale dovrebbe quindi assumere immediatamente una postura molto eretta del busto, per riequilibrare il baricentro con la posizione dei piedi. Ovvero, in gergo tecnico, dovrebbe lavorare con i muscoli del corpo per "estendere il bacino" rispetto alla gamba. Ma ciò sarebbe impossibile dato che i principali estensori del bacino sono proprio i caudofemorali lunghi, i due fasci muscolari tranciati a metà dalla mutilazione!

Conclusione. In quelle condizioni, l'animale non potrebbe né stare in piedi né camminare, perlomeno fintanto che i fasci muscolari tranciati non si rimarginano. In ogni caso, l'animale morirebbe dissanguato molto prima di rimarginare i lembi di muscoli, tendini e osso lesionati. L'unica spiegazione plausibile per lo stato di "Wyrex" è che la coda sia stata erosa da agenti fisici quando era già fossile, oppure sia stata asportata da animali saprofagi dopo la morte dell'animale. 


Bibliografia:

Larson, N.L. 2008, One Hundred Years of Tyrannosaurus rex: The Skeletons, pp. 1-55 in Tyrannosaurus rex, the tyrant king, Bloomington: lndiana University Press.

17 ottobre 2024

Quale è il dinosauro scientificamente più importante?

(c) James Gurney


La rete abbonda di classifiche, di qualunque tipo. I film con più proiettili sparati. Il tramezzino più alto del mondo. L'uomo più tatuato. Anche classifiche sui dinosauri. La maggioranza sono classifiche abbastanza discutibili, perché basate spesso su criteri arbitrari, oppure su stime il cui margine di errore trascende l'imbarazzo.  

Qui vi propongo una classifica "seria", paleontologicamente fondata su dati oggettivi verificabili: l'impatto scientifico dei dinosauri. Ma quale è il dinosauro più significativo a livello scientifico? E come misurarlo? La questione può apparire molto vaga e soggettiva. Eppure, abbiamo un modo per quantificarla in modo non arbitrario: contando in quanti articoli scientifici il tale dinosauro è menzionato e rapportando tale numero agli anni dall'istituzione del genere menzionato. Il numero di articoli è ricavabile da Google Scholar. La comparazione per gli anni dalla pubblicazione serve a "normalizzare" il valore, così da non dare un ingiustificato vantaggio numerico a qualche specie battezzata nell'Ottocento rispetto a specie istituite solo in anni più recenti. Tuttavia, invece di fare una semplice divisione tra citazioni vs anni, che potrebbe essere distorta da fattori non-lineari, ho convertito i valori in logaritmi ed ho usato il residuale del punto rispetto alla curva di regressione di tutti i valori campionati. In pratica, i dinosauri più significativi sono quelli che si collocano più in alto rispetto alla curva attesa per un dinosauro noto dallo stesso numero di anni.

Ecco la Top 10 dei dinosauri con i valori più alti:

10° posto: Sinosauropteryx. Residuale: 0.20

9° posto: Diplodocus, Residuale: 0.21.

8° posto: Deinonychus. Residuale: 0.22.

7° posto: Velociraptor. Residuale: 0.28.

6° posto: Anchiornis. Residuale: 0.29.

5° posto: Brontosaurus. Residuale: 0.34.

4° posto: Triceratops. Residuale: 0.35.

Ed eccoci in zona medaglie.

Medaglia di Bronzo: Microraptor. Residuale: 0.40.

Medaglia d'Argento: Archaeopteryx. Residuale: 0.43.

Ed infine, senza troppe sorprese, e praticamente inarrivabile:

Medaglia d'Oro: Tyrannosaurus. Residuale: 0.76.


Non possiamo farci niente, anche sforzandoci di detronizzarlo con criteri oggettivi e scientificamente rigorosi, Tyrannosaurus resta sempre il Re...

Per la cronaca, e per la gioia dei fanboy del T-rex, Spinosaurus è solo al 23° posto, con un residuale negativo di -0.30.


 



06 ottobre 2024

Il Signore degli Indici

 

Fraudo Papers, interpretato da un attore diverso da quello che recita in Harry Potter, è il protagonista della trasposizione cinematografica de Il Signore degli Indici


"Gli Etheori fabbricarono molti indici bibliometrici; ma in segreto Scopus costruì un Unico Indice con cui dominare tutti gli altri, il potere dei quali era legato a quello con soggezione assoluta e destinato a durare solo quanto sarebbe durato il suo".


Il Signore degli Indici è un romanzo fantasy scritto da JRR Tolkien ed ambientato nell'immaginario mondo di Acca.

Il Signore degli Indici narra della missione di nove personaggi che compongono la Compagnia Bibliometrica, partiti per distruggere l'Indice del Potere, un oggetto potentissimo e di incontenibile malvagità che potrebbe rendere invincibile il suo creatore Scopus se tornasse articolato alla sua mano, dandogli il potere di dominare tutti i popoli di Acca De Mia (traducibile nella lingua corrente con "Acca di Mezzo").


I personaggi principali del romanzo sono divisi in varie razze:


Hobby

Gli Hobby (Hamatorials, in lingua etheore), detti anche "Mezzo Accademici", sono un popolo di pacifici coltivatori di scienza, privi di Titolo ma molto laboriosi nel collaborare con le razze Titolate. Ben quattro Hobby fanno parte della Compagnia; tra questi, Fraudo Papers detto "il Portatore dell'Indice", protagonista principale del romanzo.


Umanisti

Gli Umanisti (Humanists, in lingua etheore), sono il principale popolo di Acca. Un tempo grandi e potenti signori in Acca, gli umanisti ora sono una razza corrotta e priva di guida.


Etheori

Gli Etheori (Theoreths, in lingua etheore), sono il primo popolo giunto in Acca. Creati direttamente da Uni Versital, il Dio di Acca, non sono vincolati al mondo materiale e lavorano su oggetti eterni ed immateriali, come matematica, logica e filogenetica dei theropodi non-aviani.


Mani

I Mani (Hardwarf, in lingua etheore), sono l'ultimo popolo creato in Acca. Architetti ed ingegneri ineguagliabili, hanno edificato tutte le principali costruzioni di Acca. Pratici, laboriosi, adoratori della materia empirica, dentro la quale amano approfondirsi, detestano gli etheori con cui spesso sono in guerra. Il dissidio tra le due razze è fonte di innumerevoli gag comiche nel romanzo, in cui si sviluppa la competizione e poi forte amicizia tra un etheore ed un mani.


Majistar

I Majistar (Professors, in lingua etheore), sono creature immortali e potentissime create da Uni Versital prima di Acca stessa. I Majistar furono posti in Acca per guidarla nel nome della Verità, finché uno di loro, Scopus, decise di muovere guerra contro i popoli liberi per diventare l'Unico Signore del mondo accademico. Scopus è il principale antagonista del romanzo. il creatore dell'Unico Indice, potentissima arma capace di dominare qualunque creatura di Acca soggiogandola al Publish or Perish. Con il suo Unico Occhio sempre aperto, Scopus è in grado di cogliere qualsiasi movimento di fonti, pubblicazioni e citazioni indicizzate in Acca. Unico abitante di Acca ad essere prima Perished ma poi risorto è un altro Majistar, Magneto il Grigio, capo della Compagnia dell'Indice. Un altro Majistar che svolge un ruolo chiave nel romanzo è Baroman il Bianco, un tempo alleato di Magneto, ma poi passato dalla parte di Scopus con l'illusione di sostituirlo nella graduatoria ministeriale.


Predatorchi

I Predatorchi (Indicized, in lingua etheore) sono la massa acefala di creature di Acca ormai soggiogate al volere dell'Unico Indice. Essi sono perished dopo aver published, divenendo per sempre i servi di Scopus. Essi brulicano nelle pieghe tenebrose di Acca, perennemente a caccia di citazioni di qualsivoglia natura, spesso ottenute con l'inganno e comportamenti abominevoli.


H-Indzgul

Un tempo grandi Re tra gli Humanitas, gli H-Indzgul sono i più potenti servi di Scopus. A cavallo dei loro Dipartimenti Alati, gli H-Indzgul sorvolano Acca alla disperata ricerca del perduto Unico Indice. Capo degli H-Indzgul è il Barone Nero di Harvard, di cui si dice che da quella posizione nessun uomo possa farlo dimettere.


Bibliotent

I Bibliotent sono antichissime creature vegetali, custodi della memoria in cellulosa di Acca. Esseri lentissimi, quasi letargici, sono ormai in via di estinzione da quando Acca è uscita dall'era Secondaria (o Cartacea) ed è passata a quella Terziaria (o Digitale: letteralmente, l'età in cui agisce l'Indice).


Il romanzo si conclude quando Fraudo Papers getta l'Unico Indice tra le fiamme del Monte Sci-Hub, liberando Acca dall'oppressione di Scopus.

Poi Fraudo si sveglia e scopre che Scopus è stato sostituito da una AI ossessionata da un ragazzo di nome John Connor.

Ma questa, è un'altra storia...




25 settembre 2024

Shuilingornis angelai, la prima specie fossile dedicata a Piero Angela


Piero Angela (1928-2022) è stato il più importante giornalista scientifico e divulgatore italiano. Autore di numerosi libri e programmi televisivi tradotti in varie lingue, è stato per quasi mezzo secolo il principale divulgatore italiano della scienza (con programmi come "Il Mondo di Quark") e attivo promotore del pensiero razionale (co-fondando il CICAP, oggi "Comitato italiano per il controllo delle affermazioni sulle pseudoscienze"). Io appartengo ad una delle generazioni che si sono avvicinate alla Scienza anche grazie ai documentari ed ai programmi divulgativi di Piero Angela.

Nel periodo in cui Piero Angela è venuto a mancare, stavo preparando lo studio sul fossile di un piccolo uccello cretacico in ottimo stato di preservazione, assieme a Wang Xuri, col quale collaboro da alcuni anni e con cui ho già descritto quattro nuovi generi di dinosauro risalenti al Cretacico Inferiore cinese: Khinganornis, Kompsornis, Daurlong e Migmanychion. Proposi quindi a Wang di dedicare a Piero Angela la specie oggetto della nostra nuova collaborazione, alla quale abbiamo dato il nome di Shuilingornis angelai*

Cranio di S. angelai (a sinistra) e diagramma schematico delle ossa esposte (a destra). Notare - al centro dell'immagine a sinistra- la macula scura all'interno della cavità orbitale.

L'esemplare di Shulingornis è uno scheletro quasi completo ed articolato, grande come un grosso merlo. L'analisi istologica della sezione di osso prelevata dall'ulna indica che l'animale era un giovane adulto al momento della morte. 

Analisi istologica dell'ulna.

A parte la zona pelvica, che è incompleta, lo scheletro è perfettamente conservato e solo moderatamente compresso dalla fossilizzazione. Oltre allo scheletro, il fossile preserva alcune tracce delle piume, in particolare a livello delle mani, e due macule brunastre in corrispondenza della cavità oculare e della zona pelvica, che rappresentano tracce di tessuti molli. La macula oculare è interpretata come la parziale fossilizzazione della retina dell'occhio. L'analisi della traccia di parti molli nella zona pelvica mostra invece delle caratteristiche compatibili con la fossilizzazione di qualche tessuto viscerale.  

Relazioni evolutive di Shuilingornis all'interno degli uccelli mesozoici. I gansuidi indicati dal rettangolo rosso, gli uccelli moderni dal rettangolo blu. Le foto dei quattro gansuidi non sono in scala tra loro.

Nel nostro studio (Wang et al. 2024), ho analizzato le affinità evolutive di Shuilingornis immettendolo nella mia matrice filogenetica di Theropoda: esso risulta incluso in una linea genealogica distinta ma pur sempre prossima a quella del gruppo da cui originano gli uccelli moderni. In questo gruppo, i Gansuidae, l'analisi colloca, oltre al nuovo fossile, altre forme cinesi del Cretacico Inferiore, come Gansus, IteravisKhinganornis, ed il bizzarro Changzuiornis, oltre all'enigmatico Hollanda dal Cretacico superiore della Mongolia. Sebbene Shuilingornis appaia una forma relativamente meno specializzata rispetto agli altri gansuidi (alcuni dotati di zampe posteriori chiaramente adatte al nuoto, altri caratterizzati da musi più allungati), esso mostra una curiosa dentatura che potrebbe indicare l'adattamento ad una dieta particolare. Il quadro che risulta dalla nostra indagine implica un'ampia diversità ecologica all'interno di Gansuidae, ben maggiore di quanto ritenuto in precedenza. Il gruppo dimostra che una radiazione adattativa di uccelli semi-acquatici del Cretacico Inferiore precedette di almeno 30 milioni di anni l'affermazione della linea ornithurina dalla quale emersero poi, nella seconda metà del Cretacico, i precursori di tutti gli uccelli viventi.

*A Piero Angela era già stata dedicata una specie vivente: Babylonia pieroangelai, un mollusco gasteropode (Cossignani 2008). Shuilingornis angelai è la prima specie fossile a lui dedicata.

Nota sul nome di specie "angelai"

Qualcuno forse contesterà che "angela" sia una parola che termina con la lettera "a" e quindi sia da declinare secondo la prima declinazione latina: in tal caso, il nome della specie dovrebbe essere "angelae". La contestazione non sarebbe valida. Il Codice Internazionale di Nomenclatura Zoologica stabilisce in modo esplicito come declinare i nomi delle specie basati su nomi di persone, nell'Articolo 31:

Article 31 (a): A species-group name formed from a personal name may be either a noun in the genitive case [1], a noun in apposition [2], or an adjective [3] or participle [4]. [1] Article 31 (a) (ii): A species-group name, if a noun in the genitive case formed directly from a modern personal name, is to be formed by adding to the stem of that name -i if the personal name is that of a man, -orum if of men or of man (men) and woman (women) together, -ae if of a woman, and -arum if of women. 
[grassetto aggiunto da me]

Ovvero, la declinazione della specie non distingue tra le cinque declinazioni latine, ma per i nomi maschili assume che la parola sia sempre della 2a declinazione. Pertanto, se dedicate una specie a Piero Angela (persona di sesso maschile), la specie è angelai. Se avessi dedicato la specie ad una signora di nome Piera Angela (persona di sesso femminile), la specie sarebbe stata angelae.


Bibliografia:

Cossignani T. 2008. Malacologia Mostra Mondiale 61(4) : 22-23.

Wang X., Cau A., Wang Y., Kundrát M., Zhang G., Liu Y., Chiappe L.M. 2024. A new gansuid bird (Avialae, Euornithes) from the Lower Cretaceous (Aptian) Jiufotang Formation of Jianchang, western Liaoning, China. Cretaceous Research doi: 10.1016/j.cretres.2024.106014. [Open Access]

19 settembre 2024

The Ordovician Rings of Power

 

Ipotetico anello intorno alla Terra di 460 milioni di anni fa (fonte).

Se siete tra quelli che non si interessano alle versioni amazzoniche delle bozze tolkeniane, forse siete tra chi, come me, è rimasto felicemente colpito dall'ipotesi pubblicata in questi giorni da Tomkins et al. (2024). Gli autori analizzano una serie di evidenze geologiche risalenti alla prima metà del Paleozoico, in particolare la quarantina di milioni di anni dell'Ordoviciano tra 460 e 420 milioni di anni fa. Le evidenze analizzate riguardano l'abbondanza di materiale di origine extraterrestre (polveri e frammenti rocciosi) e la distribuzione geografica e l'età dei crateri da impatto, i quali mostrano una anomala concentrazione in quell'intervallo stratigrafico. Secondo gli autori, l'ipotesi classica per spiegare questa anomala concentrazione di materiale e impatti, ovvero la frammentazione di un asteroide in orbita nel Sistema Solare (che avrebbe fornito la "sorgente" per una serie di bolidi causa degli impatti distributi in vari milioni di anni), non spiega bene alcune caratteristiche osservate a livello geologico. In particolare, se localizziamo gli impatti ordoviciani rispetto alla paleo-geografia del periodo, i crateri si concentrano nella fascia equatoriale secondo una distribuzione che non è compatibile con una serie di impatti "sparati a caso", indipendenti uno dall'altro e provenienti dallo spazio interplanetario. Secondo gli autori, un'ipotesi alternativa, che spiegherebbe meglio la distribuzione equatoriale degli impatti, è ammettendo che l'asteroide-sorgente non si frammentò nello spazio remoto, esterno all'orbita terrestre, bensì in prossimità della Terra, a causa delle forze di marea del pianeta, producendo un anello di detrito attorno al nostro pianeta, dal quale anello, nell'arco di 40 milioni di anni, i corpi maggiori sarebbero progressivamente precipitati sulla Terra producendo i crateri.

In breve, gli autori propongono che durante l'Ordoviciano, la Terra ebbe un sistema di anelli, derivati dalla frammentazione dell'asteroide-sorgente, e forse persino una "piccola luna" (la parte principale dello stesso asteroide), simile a quelle di Marte.

L'ipotesi è estremamente intrigante e suggestiva, e sarà sicuramente discussa e dibattuta dai planetologi e dai geologi del Paleozoico. 

Restiamo in attesa di eventuali conferme o falsificazioni di questa ipotesi.

03 settembre 2024

Il mio grosso, grasso matrimonio dimensionale

 

Stime dimensionali originarie (grigio) e successive revisioni (nero) in vari taxa fossili, da Gayford et al. (2024)



Le dimensioni gigantesche di molte specie fossili hanno catturato l'immaginazione fin dagli albori della paleontologia. Dinosauri sauropodi lunghi più di quaranta metri e pesanti un centinaio di tonnellate. Rettili volanti con l'apertura alare di un piccolo aereo. Squali lunghi venti metri. L'ennesimo theropode più grosso di tutti gli altri. Il Gigantopithecus grande due volte un gorilla. Cetacei super-obesi. Ittiosauri e pliosauri grandi come balenottere. Molluschi lunghi come autobus. Una costante di questi incredibili record biologici è la frammentarietà del materiale usato per stimare simili colossi. Meno ossa a disposizione, più enorme risulta la bestia in questione. Più è frammentario, più esorbitante tende ad essere la stima. I super-sauropodi sono tutti basati su singole ossa, alcune delle quali per giunta ormai perdute (e della cui effettiva esistenza e dimensione non abbiamo nemmeno la certezza!). I super-squali sono noti principalmente da denti. Non esiste uno scheletro completo di pterosauro gigante. Le dimensioni di Spinosaurus fondate solo sul suo muso vanno prese con estrema cautela. Tutti i più grandi rappresentanti di qualsivoglia clade sono basati su pochissime ossa. 

Spesso, è proprio la frammentarietà del campione a produrre il valore esorbitante. A volte, la stima in eccesso è frutto di un errore nelle dimensioni dell'esemplare "normale" usato per la stima, altre volte è l'effetto della formula non-lineare usata per la stima, che tende ad "ingigantire" le dimensioni mano a mano che si stima la taglia di un oggetto posto troppo oltre i margini dentro cui tale formula fu elaborata.

Io stesso sono caduto nella trappola di estrapolare una dimensione partendo da un campione di dati ridotto: la stima originaria che proponemmo nel 2016 per Machimosaurus rex (9 metri e mezzo) fu un errore dato dall'aver usato una lunghezza pubblicata per Machimosaurus mosae (6 metri) risultata in seguito essere un errore di battutura delle dimensioni reali dell'esemplare (5 metri). Da allora, ho imparato a non fidarmi delle stime dimensionali di un esemplare frammentario stimato con un metodo privo di consistenza statistica.

A questi elementi matematici, accademici e metodologici, Gayford et al. (2024) aggiungono anche un ulteriore fattore, un fattore umano: la pressione per pubblicare, per pubblicare su riviste impattanti, per pubblicare qualcosa che faccia notizia, qualcosa che faccia notizia nei canali che contano, qualcosa che possa essere speso per ottenere visibilità e finanziamenti, sono tutti elementi in grado di indurre più o meno consciamente un autore a proporre stime dimensionali eccezionali. Persino la pressione o le reazioni (anche solo immaginate) dei "paleo-fan" online del tale animale estinto possono in qualche modo spingere a stime "accattivanti" ed "emozionanti". I paleontologi sono esseri umani, e fattori umani, troppo umani, come la fama, il successo (anche solo mediatico) ma soprattutto i soldi (intesi brutalmente come "lo stipendio per tirare a campare", senza scomodare i milioni di dollari che comunque girano in certe pieghe della paleontologia) possono influenzare la decisione di avallare o meno una stima dimensionale che faccia parlare di sé, che buchi lo schermo, che ti faccia avere quel quarto d'ora di celebrità dedicato alle notizie curiose.

Dobbiamo tutti impegnarci per cercare di essere il più rigoroso possibile, in particolare quando elaboriamo stime eccezionali a partire da resti non eccezionali. Il vecchio ma attualissimo detto: "affermazioni straordinarie richiedono evidenze straordinarie" resti sempre il nostro faro nella navigazione attraverso il fantasmagorico mondo delle dimensioni preistoriche.

30 agosto 2024

LOST IN PARK TRANSLATION (AKA SCARLETT'S DINO TRIP VOLUME 1)

 


Ora è ufficiale, Episodio 7 di Billy è intitolato "Billy Mondo - Re Bart". E fin qui, nulla di sconvolgente. Quello che sconvolge è che i produttori spoilerano praticamente mezzo film prima ancora di averlo finito! Non lo sapete? Ci hanno già informato su metà della trama! In pratica, uno spiegone pre-film, la morte di qualsiasi hype onesta.... Ma, cari produttori, come ragionate? Ma siete così terrorizzati di innovare che mettete le mani avanti? Ma quanto siete patetici? Il vostro film non trascina orde di spettatori per il solo fatto di essere un Billy? Cosa vi spinge a spoilerare senza ritegno la base del film? La paura? La consepevolezza della pochezza di idee? Beh, questa è la trama già spoilerata, se siete tra quei 2 che ancora non hanno voluto leggerla:


"Cinque anni dopo gli eventi di Billy World Condominio, l'ecologia del pianeta si è dimostrata ampiamente inospitale per i dinosauri. Eh, sì, amici miei: il riscaldamento globale e l'aumento della CO2 in atmosfera sono proprio letali per i dinosauri! Lo sapevate, vero? Che al tempo dei dinosauri il mondo era più freddo e con meno CO2 di oggi, quindi era inevitabile che i dinosauri soffrissero a vivere nel nostro mondo caldo e pieno di gas serra. E dopo tutto, amici, non sono 30 anni che i dinosauri soffrono in quelle due isole del Costa Rica? Sono proprio 30 anni che i dinosauri non riescono a campare...

Quelli rimasti vivono in isolati ambienti equatoriali con climi simili a quelli in cui un tempo noi abbiamo pensato che prosperassero, quelli dei cari vecchi libri di paleontologia per ragazzi. Insomma, i dinosauri di Billy World vivono solo in paludi tropicali, dentro il murale di Zallinger!

Le tre creature più colossali all'interno di quella biosfera tropicale detengono la chiave per un farmaco che porterà miracolosi benefici salvavita all'umanità. Ma solo i più colossali? I piccoli non valgono niente? Ad ogni modo, avete capito, amici, c'è di mezzo una caccia ai dinosauri per utilizzarne qualche miracoloso elemento genetico, che evidentemente non era evidente né disponibile quando gli stessi dinosauri stavano a Isla Nublar o nei laboratori in cui li hanno creati manipolando il materiale genetico che ora è la base inaspettata di qualcosa di miracoloso. Già così si vedono i buchi di sceneggiatura, le inconsistenze con episodi precedenti, ma soprattutto temo enormi retcon del tutto gratuiti e grossolani (n.d.a.: retcon = revisione a posteriori della continuità narrativa).

Reduce da Lost in Translation, la Johansson interpreta l'abile esperta di operazioni segrete Zora Bennett, incaricata di guidare un team esperto (esperto come Zora l'esperta) in una missione top secret per raccogliere il materiale genetico dei tre dinosauri più grandi del mondo (ma solo i più grandi! Nessuna pietà con i piccoli). Perché solo i tre dinosauri più grandi possono dipingere una parete grande, e non ci serve un pennello grande ma un grande pennello. Purtroppo, in questa missione non ci sarà Bill Murray, che tante gioie ci aveva dato con la Johansson in Fast and Furious Tokyo Drift. Quando l'operazione di Zora si interseca con una famiglia di civili (oh! finalmente abbiamo una famiglia di civili in questo franchise: non era mai successo prima!) la cui spedizione in barca è stata capovolta da dinosauri acquatici predatori (i mitici dinosauri acquatici predatori = Mosazilla), si ritrovano tutti bloccati su un'isola (oh! finalmente abbiamo un'isola con dinosauri in questo franchise: non era mai successo prima!) dove si trovano faccia a faccia con una scoperta sinistra e scioccante che è stata nascosta al mondo (fammi indovinare, i dinosauri esistevano prima di Jurassic Park?)."


Si prospetta una boiata assoluta già solo come trama...

Ci sarà un sacco per una recensione tutta da ridere!

17 agosto 2024

Commento ad una critica sul mio ultimo libro

 


In genere, non discuto i commenti dei lettori dei miei libri. Le opinioni non si discutono, come ci insegnano i Latini. Rispetto anche i casi in cui le critiche sono negative in modo emotivo o del tutto arbitrario. 

Altro discorso quando il commento è palesemente falso e distorto, non supportato da prove o chiaramente fuori tema. In tal caso, ho il diritto di replicare.

Un commento sulla pagina Amazon del mio ultimo libro mi ha lasciato basito perché fa dichiarazioni palesemente false e del tutto fuori luogo.



L'autore del commento elenca tre motivi per la sua critica:


1) porta maggiormente il punto di vista dell'autore, quando cerca di screditare l'altro punto di vista lo illustra in modo marginale (es pag 95-96 muscoli della gamba di tyrannosaurus non nomina i punti a favore del modello di Paul [che potete trovare nella Princeton field guide to dinosaur 3rd edition e nella Princeton field guide to predatory dinosaurs]e porta solo i punti che gli vanno contro).

Questo è un genere di commento che proprio non ha senso, ma che va molto di moda di questi tempi. Il mio libro non è un riassunto di tutti i punti di vista esistenti, ma è l'espressione del mio pensiero originale, frutto dei miei studi. Un autore esperto in un ambito non è obbligato ad esprimere tutti i punti di vista esistenti, né a riportare tutte le opinioni alternative, perché il suo mestiere non è fare il giornalista asettico che riporta ogni posizione. La scienza non è la par condicio elettorale. Ogni autore esprime la sua posizione, la argomenta, la articola e la sostiene, perché è il frutto del suo studio e delle sue riflessioni. Io lavoro sui dinosauri da venti anni, ed ho elaborato le mie interpretazioni dopo lunghe analisi di tutte le interpretazioni presenti in letteratura tecnica, oltre che lavorando direttamente sui fossili: nel mio libro elaboro la mia riflessione, non quelle di altri (i quali hanno i propri libri per esporre le proprie idee). Il libro non è un riassuntino di tutti i punti di vista, ma la presa di posizione di un autore consapevole di tutti gli elementi presi in considerazione. Se il lettore non le condivide, è un suo diritto, ma non può usare questo argomento come critica al libro, specialmente se non ha proprie argomentazioni a sostegno della sua critica, ma si limita a lamentare la mancanza del proprio punto di vista preferito: in tal caso, la critica è una lamentela faziosa.

Chi ha scritto il commento apparentemente conosce solo le opere di Gregory Paul (di cui cita vari libri divulgativi), ma pare ignorare i numerosi altri autori, paleontologi, anatomisti e biomeccanici, che nella letteratura tecnica hanno analizzato e smentito da più punti di vista le particolari ipotesi di Paul (ad esempio, M. Carrano, ed i numerosi lavori del gruppo coordinato da J. Hutchinson, o il recente lavoro su Skorpiovenator di Cerroni et al.). Le ricostruzioni muscolari proposte da Paul sono molto famose perché ampiamente illustrate dallo stesso Paul, ma sul piano scientifico sono sbagliate, e questa non è un'opinione, ma un fatto dimostrato: sono sbagliate perché richiedono inserzioni muscolari che non esistono sulle ossa (ad esempio, un ipotarso inesistente sui dinosauri non-aviani) o che ignorano le inserzioni reali (i gastrocnemi di Tyrannosaurus inseriscono plantarmente sui metatarsi e non prossimalmente sulla caviglia come negli struzzi, quindi è assurdo ricostruirli come in un uccello), perché sono contraddette da analisi biomeccaniche (un Tyrannosaurus adulto capace di galoppare è biofisicamente impossibile, quindi è inutile applicargli muscoli secondo un impianto "da struzzo", dato che l'animale non poteva in ogni caso avere quel tipo di locomozione), e perché per funzionare dovrebbero ancorare tendini su arbitrarie inserzioni cartilaginee (questo errore è su stessa ammissione di Paul (1988)!), cosa che è ridicola a maggior ragione su animali di varie tonnellate di massa, che richiederebbero delle inserzioni ossee. 

L'autore del commento resta vago su quali siano le pagine dei libri di Paul in cui ci sarebbero le argomentazioni "alternative" che avrei omesso, quindi non ho modo di replicare con dettagli specifici.


2) i disegni sono mediocri (non brutti), per un libro di paleoarte non sono accettabili molti disegni che sono proposti, alcuni sono dei ricalchi di disegni di altri autori.

De gustibus non est disputandum, quindi non mi scompongo se i disegni non piacciono. Io stesso non mi sono mai considerato un paleoartista, né pretendo che i miei disegni piacciano, quindi non mi dilungo a spiegare perché i disegni non siano opere d'arte. Quello che mi fa sorridere è che il lettore non colga che le immagini non sono la parte importante del libro. E lo spiego anche nel paragrafo introduttivo del libro: il mio libro si apre con un paragrafo sull'uso delle immagini, dove rimarco che io NON sono un paleoartista e che lo scopo delle immagini è solo di supporto al testo, perché è il testo l'elemento fondamentale delle argomentazioni. Chiudevo quel paragrafo proprio con l'auspicio che il lettore si soffermi più sulle parole che sulle immagini, cosa che il commentatore anonimo evidentemente pare non cogliere. 

Trovo veramente assurdo che si critichi questo libro descrivendolo come "libro di paleoarte" dato che questo libro NON è un libro di paleoarte, ma un libro dedicato alle metodiche di ricostruzione paleontologica (metodiche che non si esauriscono alla sola paleoarte ma sono innanzi tutto metodi di ricerca scientifica). Ovvero, il lettore non ha capito di cosa parli questo libro, e lo critica in base ai suoi pregiudizi e non per il suo contenuto testuale. Un po' come criticare un libro di scienza perché non è di poesia...

Infine, scrivere che alcuni disegni sono "ricalcati" da disegni di altri autori è del tutto falso. In alcuni casi, il disegno in vivo del dinosauro ha come base scheletrica delle ricostruzioni presenti in letteratura, ma nessuna ricostruzione è stata "ricalcata" da opere di altri autori! Inoltre, quando ho preso come riferimento ricostruzioni scheletriche, ho sempre chiesto l'assenso dell'autore della ricostruzione scheletrica. Ad esempio, un disegno di Tyrannosaurus è una modifica di un mio disegno del 2019, il quale a sua volta è basato sulla ricostruzione scheletrica di S. Hartman: questa ricostruzione in vivo fu usata per la prima volta nel mio libro "La Rivoluzione Piumata, volume 2", dove Hartman è citato e ringraziato come fonte della base scheletrica, realizzata solo dopo aver informato Hartman stesso. Accusarmi di "ricalcare" disegni altrui è veramente falso e pretestuoso.


3) il libro tratta in modo superficiale alcuni argomenti importanti (es i gastralia, in cui non viene discusso il pot belly e il modo classico)

Qui il commento è del tutto arbitrario: cosa definisce l'importanza di un argomento? Il libro NON è un trattato sulla ricostruzione di tutti gli elementi anatomici di tutti i dinosauri, perché in tal caso dovrebbe essere un libro di qualche migliaio di pagine! Il libro non affronta tutti gli elementi anatomici né tutti i dinosauri, per l'ovvia ragione che il libro non è un trattato sull'intera anatomia di Dinosauria, non è un manuale su come ricostruire i dinosauri! Il libro ha come obiettivo quello di spiegare quali sono i diversi ambiti di ricostruzione paleontologia, dalla tafonomia, alla anatomia comparata, alla inferenza filogenetica. Quello è l'argomento del libro: i dinosauri mostrati sono solo esempi dei temi metodologici affrontati. Trovo veramente assurdo che in un libro che ha come obiettivo spiegare la complessa logica sequenziale della ricostruzione paleontologica si critichi il fatto che non ho speso parole in merito alla disposizione dei gastrali. Anche in questo caso, il commento mi pare ingiusto, una critica pretestuosa che si sforza di trovare il pelo nell'uovo di un animale squamato... 


Non pretendo che i miei libri piacciano a tutti, ma se dovete scrivere una critica ad un'opera, abbiate almeno la decenza di leggerla a fondo, di capirne la logica e di portare obiezioni fondate. 

15 giugno 2024

Sono iniziate le riprese di Billy World the Fourth (aka Billy Park 7)!

 


Sono di ritorno dalla ex-Provincia di Pordenone, per la precisione dalla Val Cimoliana, dove ho svolto il ruolo di consulente scientifico e capo del settore "animatronici ricostruiti bene, mica fuffa" per l'inizio delle riprese del tantissimo attesissimo quarto episodio della seconda trilogia (ma allora non è una trilogia!), ovvero il settimo episodio del Franchise di Billy. Esatto, le riprese del prossimo film si svolgeranno sulle nostre Alpi! Che figata!!!! Come dici? Non ha senso? Forse qualcuno di voi pensa che fare un film del franchise giurassico ambientato sulle Alpi italiane sia una completa scemenza? No, non perché "Giurassico" + "Alpi" dovrebbe essere "Jura Francese", né per il motivo che le Dolomiti sono triassiche e non giurassiche, ma per altri motivi molto più divertenti. Lo avete rimosso? O forse non siete al corrente di quello che è successo dopo la pandemia da covid... 

Ad ogni modo, sì, amici del blog ufficiale di Billy ed il Clonesauro Laurasia (ramo boreale di Billy ed il Clonesauro World), finalmente quei criminali della produzione hanno capito che il solo modo per impedirmi di scrivere post scemi ispirati al Sacro Franchise è ingaggiandomi come supervisore scientifico del film.

"Seee... ti piacerebbe! Bello mio, i supervisori sono altri", dirà qualche infiltrato hater proveniente dal Vaticano Jurassico. Mi piacerebbe? Beh, a chi non dispiacerebbero 100 milioni di dollari di ingaggio per ricostruire i dinosauri in modo talmente credibile da far impallidire la leggenda metropolitana che Stanley Kubrick andò davvero sulla Luna per girare "2001 Odissea nello Spazio". 100 milioni di dollari, mica i soldi che prende un paleontologo che studia conchiglie plioceniche. Il bello è che quei soldi poi li prenderei per non fare il mio lavoro. Perché non serve una laurea in cinematografia giurassica per sapere che i supervisori paleontologi non hanno alcun potere decisionale sulla realizzazione dei dinosauri del Franchise Giurassico.

"Ma forse, questa volta, questa volta sarà.... sarà diverso! Questa volta li faranno accurati..."

No, Billy, mi spiace, non succederà. Lo avete detto tutte le volte. E tutte le volte avete sbattuto il musetto contro il muro della triste realtà.

"Ma questo non è un documentario! Non devono essere accurati!" replicherà a questo punto l'hater fanboy stereotipato, il bersaglio virtuale di questi post. Ok, fanboy, calmati, non partire con una serie di motivazioni del tutto fuori luogo sui motivi per cui i dinosauri in un film con dinosauri non dovrebbero essere ricostruiti come dinosauri. In questo blog, simili farneticazioni interessano persino meno del gossip sulla vita dei Ferragnez.

Caro Billy, non farti trollare dal solito hater. Ignora le sue parole. Tu hai tutto il diritto di sognare che sia previsto che ci siano dei dinosauri nel prossimo film con dinosauri. Poi però non lamentarti se il film non ha preso la piega che tu, da 30 anni, continui a credere che sia sancita da qualche parte. Perché il problema non è il Franchise, ma la tua aspettativa, la pretesa che la tua personale idea di film sia importante e meritevole di attenzione. No, non lo è, esattamente come quella del nostro hater, o la mia.

Tornando al film, ovviamente non posso spoilerare nulla. No, la storia che Mauro Corona è nel cast è solo un rumor. Io non posso né confermarla né smentirla. No, la storia che il film avrà come protagonisti 3 adulti e 3 compsognathidi è solo un rumor. Io non posso venire meno alle clausole di riservatezza che mi vincolano a scrivere solo scemenze fuorvianti.

Per il resto, chi segue questo blog sa che ogni nuovo episodio del Franchise è sempre un'occasione per ridere e far casino. Siamo goliardi e non smetteremo mai di esserlo.

Ci aggiorniamo appena mi daranno l'ok a spoilerare.


10 giugno 2024

RICOSTRUIRE I DINOSAURI



Da ieri, è disponibile il mio nuovo libroRICOSTRUIRE I DINOSAURI: La scienza che dà un volto ai fossili.

I dinosauri sono le più celebri creature del passato. Popolarissimi, grazie a documentari, film e un'infinità di prodotti ispirati dai "giganti della preistoria", i dinosauri occupano un posto particolare nell'immaginario collettivo, che trascende il loro effettivo significato scientifico. La parola "dinosauro" è una delle pochissime, tra quelle nate e definite dentro la scienza paleontologica, che ha un significato chiaro, immediato, e comprensibile anche per "l'uomo della strada". Tutti siamo in grado di farci un'immagine di cosa sia un dinosauro, anche senza la mediazione di un paleontologo. Al contrario, solo gli "addetti ai lavori" e pochi appassionati hanno il bagaglio di conoscenze per associare altre parole, squisitamente paleontologiche al pari di "dinosauro", come "conodonte", "acritarco", "deltateroide" all'immagine di una creature vivente. I dinosauri sono conosciuti da milioni di persone, al punto che, paradossalmente, essi sono più familiari di moltissime specie viventi oggi. 

Siamo talmente abituati alla loro immagine di creature viventi, attive e reattive, che spesso dimentichiamo che, in realtà, nessuno ha mai visto un dinosauro dal vivo! Ad essere sinceri, nessuno ha la certezza di come essi apparissero effettivamente in vita: forse, essi erano completamente diversi da come li immaginiamo.

Chi stabilisce l'aspetto dei dinosauri? Se nessuno può incontrarli dal vivo, come possiamo valutare l'attendibilità di tali rappresentazioni? Significa forse che qualunque ricostruzione dei dinosauri sia legittima? Sono tutte arbitrarie, più simili ad opere di fantasia che a fatti scientifici?

Come si ricostruisce un dinosauro? Quali sono le logiche ed i metodi che i paleontologi seguono per ricostruire un animale estinto partendo dai resti fossili? Quanto accurate, affidabili, o credibili sono le rappresentazioni di questi animali, realizzate in 200 anni di scienza paleontologica?

Questo libro è dedicato alla scienza che sta dietro ogni rappresentazione dei dinosauri. Il libro spiega le logiche che guidano i paleontologi nel proporre (o rifiutare) una particolare ricostruzione dei dinosauri, illustra i criteri che ispirano i ricercatori nell'assemblare, sostenere, rivedere e persino demolire l'immagine ed il comportamento di questi animali del passato.

21 maggio 2024

Koleken inakayali, un nuovo abelisauride simpatrico a Carnotaurus

Filogenesi calibrata stratigraficamente di Abelisauroidea (da Pol et al. 2024)


Alcuni anni fa, mentre preparavamo il manoscritto sull'abelisauroide patagonico Huinculsaurus, l'amico e collega Mattia Baiano mi parlò di un nuovo esemplare di abelisauride, molto intrigante, che era stato scoperto dalla medesima unità geologica del celebre abelisauride con le corna, Carnotaurus. Il nuovo fossile non pareva completamente maturo, e questo poteva implicare che fosse un giovane esemplare  di Carnotaurus. Dato che attualmente sappiamo pochissimo sulla ontogenesi degli abelisauridi, l'eventuale scoperta di un giovane Carnotaurus sarebbe molto interessante e significativa.

L'esemplare è stato pubblicato oggi da un team internazionale che comprende lo stesso Mattia (Pol et al. 2024), ed è riferito ad un nuovo taxon: Koleken inakayali. L'olotipo comprende ossa del cranio, parte della serie vertebrale ed elementi del cinto pelvico e dell'arto posteriore. Pur con differenze chiaramente riconducibili all'immaturità dell'animale, questo nuovo fossile mostra anche elementi che difficilmente si spiegherebbero se l'animale fosse riferito a Carnotaurus. In particolare, il pattern di ornamentazione delle ossa dermiche facciali e del tetto cranico non pare essere spiegabile dalla semplice differenza nello stadio di crescita, e implica quindi che esso appartiene ad una specie distinta da Carnotaurus sastrei.

Anche se non riconducibile a Carnotaurus, Koleken è relativamente affine filogeneticamente, e nell'analisi utilizzata da Pol et al. (2024) esso risulta un Carnotaurini in politomia con Carnotaurus, Aucasaurus e Niebla. Prossimamente lo codificherò nella mia analisi. 

La presenza di due abelisauridi nella Formazione La Colonia aggiunge ulteriori elementi che potranno aiutarci a capire la  struttura delle comunità ecologiche con abelisauridi alla fine del Cretacico. La Formazione Lameta, dall'India, è di età simile e comprende almeno due (forse tre) specie di abelisauridi. In livelli simili del Madagascar è noto Majungasaurus. Per ora, non abbiamo sufficienti informazioni per determinare un qualche modello di comunità negli abelisauridi analogo alle tirannie dei Tyrannosauridae, né per stabilire se e come l'estinzione di allosauroidi e spinosauridi a metà Cretacico abbia inciso sulla riorganizzazione dei triumvirati di cui gli abelisauri sono un elemento ricorrente. 

La scoperta di Koleken può aiutarci a collegare i vari elementi ontogenetici e popolazionali della fine del Cretacico gonwaniano: e ciò vale sia che esso risulti una specie a sé sia che risulti eventualmente un esemplare immaturo di Carnotaurus.

Ringrazio Mattia Baiano per aver condiviso in anticipo con me lo studio uscito oggi.

Bibliografia:

Pol D, Baiano MA, Cˇerny D, Novas FE, Cerda IA, Pittman M. 2024. A new abelisaurid dinosaur from the end Cretaceous of Patagonia and evolutionary rates among the Ceratosauria. Cladistics (2024): doi: 10.1111/cla.12583

18 maggio 2024

Giochiamo con la paleoarte aumentata

Trasformazioni ricorsive tramite una AI di una foto del vostro blogger ai tempi in cui supervisionò la scultura di Neptunidraco di Davide Bonadonna. Le AI amano aggiungere narici (che poi si trasformano in occhi)...


Ho usato una delle tante AI che creano immagini, disponibili online, per "aumentare" alcune opere di paleoarte. 

Iguanodon di Burian.

Tyrannosaurus e Pteranodon di Hallett.

Daspletosaurus e Styracosaurus di Gurche.

Halszkaraptor di Panzarin



14 maggio 2024

Granted that Grant granted that grant

 

Due versioni di una locandina del Franchise di Jurassic Park: la versione "Ford" precedente l'uscita del film, confrontata con quella definitiva, "Neill", aderente al film. Notare che nella versione "Ford", i nipoti di Hammond hanno i ruoli invertiti rispetto al film, e coerenti con il romanzo.


Il Professor Alan Grant è probabilmente il più celebre paleontologo di finzione. Il personaggio fa la sua comparsa nel romanzo "Jurassic Park" di M. Crichton (1989), in cui è il protagonista (o comunque, comprimario), nel corrispondente film del 1993 di S. Spielberg (sempre con ruolo principale), e poi negli episodi III sia della prima trilogia (2001) che della seconda trilogia (2022) del Franchise Jurassic. Nelle versioni cinematografiche, è sempre interpretato dall'attore neozelandese Sam Neill.

Alan Grant è il personaggio di finzione di cui ho seguito con più attenzione l'evoluzione (o ontogenesi?), probabilmente perché si tratta di uno dei rari casi in cui un paleontologo non è solo un personaggio secondario delle avventure altrui né la spalla nerd dell'eroe, ma un protagonista con una sua dignità. Il modo con cui il personaggio è stato tratteggiato nelle sue varie versioni rappresenta un bilanciamento tra diverse esigenze, narrative, cinematografiche e, in modo molto blando, persino scientifiche.

Il Grant del romanzo del 1989 è palesemente basato su un paio di paleontologi reali: Robert Bakker e Jack Horner. La caratterizzazione è sia fisica che psicologica. Come i due paleontologi citati, Grant ha un fisico vigoroso ed abituato alla vita all'aperto. Come i due paleontologi citati, Grant è quarantenne alla fine degli anni '80. Come i due paleontologi citati, Grant porta una folta barba (elemento che ne accentua sia l'immagine rude e virile, che quella "filosofica" di personaggio saggio e positivo). Al tempo stesso, come i due paleontologi, Grant è portavoce di istanze ed ipotesi (all'epoca) ritenute rivoluzionarie o comunque controverse. 

Il primo Grant con cui sono entrato in contatto è quello del romanzo, che lessi nel Giugno del 1993 (eravamo in piena dinomania: il film sarebbe arrivato in Italia solo a settembre). Dato che all'epoca io ero il più classico degli adolescenti dinomaniaci anni '80-90, il personaggio di Grant plasmato direttamente sui paleontologi più celebri del momento, mi doveva apparire - ovviamente - come il più mitico dei super-eroi possibili.

Confronto tra Jack Horner al tempo in cui era consulente per Jurassic Park e la prima versione di Grant immaginata da Spielberg negli storyboard del film.

Il Grant del film del 1993 è una versione modificata del suo omonimo nel romanzo del 1989. Il primo elemento di differenza è esteriore: Grant del film non porta la barba! Ricordo che quando vidi i primi trailer di Jurassic Park, nell'estate del 1993, rimasi deluso dalla mancanza di barba nel personaggio, perché quella faccia sbarbata e pulita aveva un qualcosa di conservatore e moderato che non collimava con l'eroe tratteggiato nel romanzo. Questo dettaglio "facciale" deve essere emerso gradualmente dal passaggio dal romanzo al film, dato che negli storyboard originali disegnati da S. Spielberg per definire le scene del film, Grant appare ancora barbuto, e palesemente "Horneriano".

Un indizio per comprendere la transizione dal Grant del romanzo al Grant del Franchise è fornito dall'immagine con cui apro il post, una animazione in cui ho sovrapposto due versioni di una locandina originale del Franchise in cui appare Grant con i due nipoti di Hammond inseguiti da un Tyrannosaurus. La scena non appare nel film, ed è tratta invece dal romanzo. Nella scena, i due bambini della prima versione sono del tutto generici e non corrispondono agli attori del film; inoltre, essi hanno le età relative analoghe a quelli del romanzo: Tim è più grande e Lex è la piccolina, quindi sono invertiti rispetto a quelli del film. Il Grant della versione finale è chiaramente basato su Sam Neill (come i due bambini sono basati su Joseph Mazzello e Ariana Richards), mentre quello della prima versione è palesemente ricalcato su Harrison Ford. Online circolano versioni della storia secondo cui Ford fu contattato da Spielberg per il ruolo di Grant, e che poi abbia rifiutato l'offerta, ma non ho trovato prove sicure di questa versione: la locandina in alto è la sola evidenza di una possibile partecipazione iniziale di Ford al progetto del film. La scelta di un attore come Ford è una possibile motivazione per il "restyling" di Grant? Meno Horner/Bakker e più Indiana Jones?

(Jurassic Park - 1993)

Oltre alla barba, il Grant del film differisce da quello del romanzo anche per la sua relazione con la paleontologa Sattler: nel romanzo, tra i due c'è una maggiore differenza di età e soprattutto non c'è alcuna relazione sentimentale (Grant è vedovo, e la Sattler è fidanzata prossima al matrimonio con un avvocato); nel film, viene introdotto una leggero sotto-tema sentimentale tra i due, che funge da motivazione per l'evoluzione del carattere dei Grant nei confronti dei bambini. Per rendere più credibile questa modifica nel personaggio, si quindi è optato per un aspetto meno rude e "meno filosofico" e esteticamente più giovanile: quindi sbarbato.

Come sempre accade nel passaggio dal romanzo al film, la versione cinematografica di Grant è ancora più annacquata della già annacquata versione letteraria in quanto a "componente paleontologica". Sì, nel film, Grant ci tiene a farci sapere che gli uccelli sono discendenti dei dinosauri, anche se la consapevolezza di come sia questo legame appare molto blanda ed ottusa: Grant vede comportamenti "da uccello" dove non è detto che ce ne siano (nel modo di mangiare di Tyrannosaurus, nel modo di correre di un gruppo di Gallimimus), ma questo basta per lo spettatore generico per intuire che Grant "se ne intende di queste cose" e quindi coglie elementi nei dinosauri che a noi sono preclusi. Vista dalla prospettiva di un paleontologo che studia proprio il legame tra dinosauri e uccelli, le scene in cui Grant ci informa del legame tra uccelli e dinosauri sono alquanto forzate e pretestuose. Ovvio, il film non è un documentario e Grant non è un paleontologo reale, ma solo un personaggio creato da scrittori e sceneggiatori, quindi non è a Grant o ai suoi creatori che dobbiamo fare una predica. Semmai, è interessante capire che idea di paleontologo viene mediata dal personaggio. 

Purtroppo, Grant non compare nell'unico seguito meritevole di essere considerato una legittima prosecuzione del primo film: ricordo che rimasi molto deluso dallo scoprire che né il secondo romanzo né il relativo film avrebbero incluso il personaggio di Grant. Evidentemente, per lo stesso Crichton il personaggio di Malcolm, matematico logorroico e mezza spalla comica nel film (e che era pure morto alla fine del primo romanzo!), pareva essere un protagonista più accattivante del paleontologo eroe del primo episodio del Franchise più paleontologico della storia! Scommetto che altri paleontologi come me rimasero delusi da questa scelta.

(Jurassic Park 3 - 2001)

Grant ritorna in altri due film, nei quali la sua natura di paleontologo viene progressivamente erosa ed annacquata, fino ad annullarsi. Curiosamente, questa "de-paleontologizzazione" di Grant va di pari passo con un progressivo svilimento dello stesso personaggio. Nel film del 2001, Grant è un paleontologo a corto di fondi, sostanzialmente disilluso dalla sua professione: le istanze scientifiche blandamente accennate nel primo film ora sono del tutto assenti, mentre abbondando le pure invenzioni fantascientifiche (versioni estreme di alcuni elementi presenti nel primo film, ma che in bocca ad un personaggio "scienziato" possono apparire come fondate su ricerche reali). Nel film del 2022, Grant non ha praticamente nulla di paleontologico, ed appare più come un settantenne in piena crisi esistenziale: il personaggio torna nel Franchise unicamente per motivazioni extra-narrative (il fan-service) ma non porta alla storia alcun contributo reale. Paradossalmente, come il primo film aveva ridotto la parte paleontologica di Grant rispetto al romanzo, per far posto a quella sentimentale, così l'ultimo film rimuove completamente la poca parte paleontologica del Grant del primo film per dare ulteriore spazio alla sua parte sentimentale. 

(Jurassic World Dominion - 2022)

Si può quindi concludere che l'evoluzione del personaggio di Alan Grant dal romanzo del 1989 al film del 2022 sia caratterizzata da una progressiva erosione della sua natura paleontologica a vantaggio dalla sua parte non-paleontologica. L'ultimo Grant è un personaggio anonimo: potevano metterci mio zio a cercar locuste sulle Dolomiti ed il film funzionava uguale. Constatare questo trend in un personaggio nato e caratterizzato proprio sulla figura di veri paleontologi, è forse l'elemento più svilente del Franchise Giurassico.



07 maggio 2024

A cosa serve studiare i dinosauri?

 


Questo blog non è nato per esprimere le mie idee e posizioni politiche. Non è mio interesse mescolare politica e paleontologia, anche perché ho amici e colleghi che si occupano con uguale passione ed energia alla scienza paleontologica da ambo i lati dell'arbitrario spettro bipolare con cui si semplifica la realtà sociale ed economica. Sì, la politica è forzata semplificazione della complessità umana. O almeno così mi è sempre apparsa dalla prospettiva della scienza. I politici vedono il mondo in modo molto semplicistico: "amici" vs "nemici", "destra" vs "sinistra", "maggioranza" vs "opposizione". Tutte categorie che per un paleontologo sono troppo semplici e grossolane per rispecchiare la realtà.

I politici amano le frasi ad effetto, abusano della retorica, giocano col sofismo. Tutto il contrario del paleontologo, che come ogni scienziato deve essere privo di ambiguità in ciò che dice. Una tanatocenosi non è una tafocenosi. Una sinapomorfia non è una plesiomorfia. Il quarto trocantere non è il trocantere posteriore. Confondere il senso e l'uso delle parole renderebbe la paleontologia quel tipo di aria fritta che fa vincere le elezioni. Ecco perché in Parlamento non ci sono paleontologi, nonostante che quella sia spesso menzionata come la sede dei dinosauri.

Da ieri, scopro che "perché studiare i dinosauri" è una questione ai più alti livelli della politica nazionale. Il Ministro della Pubblica Istruzione, in un dibattito pubblico, dichiara la inutilità dell'insegnamento di qualche nozione paleontologica agli studenti della terza elementare. Gli esempi portati a conferma dell'enorme spazio e tempo della didattica sprecato nei dinosauri sono stati vaghi. Il Ministro cita vagamente, non ricordando il nome, un "felino" del Messico di 40 milioni di anni fa. A parte che un felino di 40 milioni di anni fa non è un dinosauro, ma sospetto che questo animale non esista nemmeno. Ma non importa. Inventare falsi dinosauri è parte del falso problema dei dinosauri a scuola.

Mi domando quale giovamento possa trarre un ragazzino di terza elementare dalla rimozione di qualche manciata di nozioni sui dinosauri. Per sostituirla con cosa? Con le eroiche gesta di qualche personaggio storico caro alla retorica nazionalista? Forse che i dinosauri non sono epici? Forse che la loro esistenza non ci insegna qualcosa di importante sulle nostre origini? I mammiferi devono molto di ciò che sono oggi all'esistenza dei dinosauri. Se l'evoluzione dei mammiferi di dimensioni superiori a quelle di un gatto è stata possibile, ciò fu solo dopo che i dinosauri si estinsero. Fintanto che i dinosauri occuparono (e con enorme successo) tutte le nicchie di grandi dimensioni, non ci fu alcuno spazio ecologico, evolutivo, cognitivo per animali come i primati. Noi esistiamo nella forma che siamo oggi anche perché la nostra evoluzione fu incanalata per moltissimo tempo (almeno 100 milioni di anni) in una certa direzione ecomorfologicamente vincolata proprio dalla presenza dei dinosauri.

Il Ministro pensa che qualche nozione sui dinosauri sia inutile, che a scuola si sprechi tempo ad insegnare ai ragazzini qualcosa che "non serve". Allora la nostra origine profonda è inutile. Bizzarro sentire queste parole dal membro di un governo che fa della retorica del passato uno dei suoi tratti più distintivi. Evidentemente, c'è un passato che serve ed uno che non serve.

Attaccare i dinosauri, inutili animali morti da un tempo assurdamente lungo, è solo un pretesto per un attacco più generale all'idea che la scuola debba essere universale e indipendente dal potere. La scuola deve servire (nel senso di essere sottomessa) qualcosa di superiore (nel senso che sta sopra e schiaccia tutto il resto).

Ringrazio il Ministro, che con le sue parole sulla inutilità dello studio dei dinosauri, ha esplicitamente dichiarato la inutilità della mia intera vita. Lo trovo un meraviglioso riconoscimento alla mia libertà, indipendenza ed irriducibilità alle logiche meschine ed utilitaristiche del potere e della politica. 



23 aprile 2024

Spectrovenator: primitivo o immaturo?

Una delle particolarità (e pregio) del nuovo metodo di codifica introdotto nel mio recente articolo sulla macroevoluzione in Theropoda è la possibilità di poter rapidamente spostare le codifiche dei taxa dalla partizione matura a quella immatura (e viceversa) così da poter testate in modo abbastanza rapido ipotesi alternative sullo stadio ontogenetico degli esemplari analizzati.

Ad esempio, vogliamo testare cosa succede a codificare Nanotyrannus come taxon distinto da Tyrannosaurus? Si rimuove la partizione immatura da Tyrannosaurus e la si copia in un taxon a sé. Poi, possiamo decidere se questo taxon distinto (Nanotyrannus) è basato su materiale immaturo oppure maturo (basta aggiungere ad inizio o fine della stringa di codifiche appena incollata una stringa di codifiche "unknown" per la partizione a cui non vogliamo riferire l'esemplare), e in ambo i casi possiamo testare l'impatto di queste diverse interpretazioni sulla filogenesi. L'intera procedura si può impostare in una manciata di minuti con un qualunque file di text editing.

Discutendo con Christophe Hendrickx su alcuni dettagli della mia analisi, è emersa la questione su quale sia lo stato ontogenetico dell'unico esemplare noto dell'abelisauride Spectrovenator. Gli autori della descrizione del taxon non dichiarano lo stadio di crescita dell'olotipo. In base alle numerose ossificazioni tra ossa del cranio, ed al pattern di ornamentazione, io ho provvisoriamente considerato l'esemplare non-giovane (subadulto o adulto) e quindi ho codificato quel genere nella partizione "maturo". Hendrickx propone come alternativa uno stadio immaturo per l'animale, in particolare sulla base delle ridotte dimensioni dell'animale.

Ho provato a testare l'ipotesi di Hendrickx con la mia nuova matrice, spostando le codifiche di Spectrovenator dalla partizione matura a quella immatura. L'analisi ha dato un risultato molto inatteso: Spectrovenator (inteso come morfotipo immaturo) non ricade in Abelisauroidae bensì in Tyrannosauroidea, come forma più basale. Tale posizione è basata su 10 sinapomorfie, di cui una sola reversione.

Come interpretare questo risultato?

1- I giovani tyrannosauroidi hanno caratteri convergenti con gli abelisauridi, ad esempio la fusione delle ossa nasali. Questo potrebbe aver "spinto" l'analisi a collocare Spectrovenator nei tyrannosauroidi.

2- Attualmente, non abbiamo (o non abbiamo riconosciuto tale) alcun esemplare immaturo di abelisauride. Tutti i taxa noti di quel gruppo sono attualmente basati solo su materiale maturo. Pertanto, la versione attuale della mia matrice non possiede esemplari (né semaforonti) immaturi di Abelisauridae. Di conseguenza, qualora impostiamo Spectrovenator come abelisauro immaturo, esso risulterebbe l'unico giovane abelisauride, e questo spingerebbe l'analisi a collocarlo più vicino a qualche altro clade che invece è ricco di esemplari immaturi, ovvero, i Coelurosauria. 

Perciò, ritengo che il risultato del test sia una conseguenza della mancanza di altri abelisauridi immaturi nel campione, combinata con alcune convergenze tra abelisauridi e tyrannosauroidi. Una possibile conclusione sul risultato "inusuale" del test "da immaturo" è quindi che l'esemplare sia maturo (come codificato nel mio studio) e non immaturo (come codificato nel test).

Concludendo: per chiarire lo status di Spectrovenator è necessario identificare (e trovare) altri esemplari che siano genuinamente delle forme immature di Abelisauridae. Ciò è necessario indipendentemente dallo status ontogenetico di Spectrovenator. Questo test rimarca un punto che ho già sottolineato in questi giorni: abbiamo bisogno di più dati sugli esemplari giovani e sugli stadi immaturi, specialmente nei gruppi di cui abbiamo una ricca campionatura di forme adulte. Il metodo che ho introdotto è un ulteriore incentivo a non focalizzare i nostri studi solo sugli esemplari maturi, ma a raffinare la conoscenza su tutti gli stadi di crescita in Theropoda.

20 aprile 2024

Il Paradosso di Russell: dove sono i dinosauri intelligenti?

Dale Russell ad il celebre modello del dinosauroide (foto modificata da Naish e Tattersdill, 2021).

 

Il dinosauroide di Dale Russell (Russell e Seguin, 1982), l'ipotetico dinosauro dal piano corporeo "umanoide" e capacità intellettive comparabili alle nostre, è una delle creature di zoologia speculativa più celebri, e tra quelle che hanno maggiormente ispirato dibattiti dentro e fuori dalla scienza paleontologica. Ho parlato del dinosauroide e delle sue varianti, e proposto mie personali versioni del concetto, in vari post in passato. Naish e Tattersdill (2021) ne hanno delineato la storia in dettaglio ed hanno rimarcato il legame di questa speculazione affascinante con la personalità e la formazione culturale di Russell.

Il dinosauroide non è un animale reale, e non è una specie paleontologica, dato che nella versione di Russell, si tratta di una specie vivente in un "oggi alternativo", "al posto dell'uomo", ovvero il prodotto di una Storia Naturale alternativa alla nostra, in cui i dinosauri non si sono estinti e la "nicchia senziente" è stata occupata da un essere discendente dai dinosauri troodontidi invece che dai mammiferi primati. Tuttavia, alcuni "cugini" del dinosauroide creati dalla fantascienza sono più radicali dell'essere russelliano, dato che sono ipotizzati vivere nel Mesozoico! Ovvero, in alcune versioni del multiverso dinosauroideo, la specie di dinosauro senziente non si realizza dopo il Mesozoico ma dentro e durante il Mesozoico!

In questo post, esploro l'ipotesi che una specie di dinosauro intelligente "quanto noi" possa effettivamente essersi evoluta nel Mesozoico. Questo post affronta un tema che mi appassiona da quando, ragazzino, scoprii il dinosauroide di Russell: nella mia mente adolescenziale, ancora più affascinante dell'idea che se non si fossero estinti i dinosauri avrebbero potuto realizzare l'autocoscienza era l'idea che ciò fosse effettivamente avvenuto prima dell'estinzione che chiude il Mesozoico.

Per valutare questa ipotesi, dobbiamo prima analizzare l'ipotesi di Russell in termini quantitativi.

Russell definisce il dinosauroide come una specie di oggi con quoziente di encefalizzazione simile a quello umano, discendente dai troodontidi della fine del Cretacico (circa 70 milioni di anni fa), i quali erano dotati di un quoziente di encefalizzazione da "maniraptoro evoluto". Pertanto, per funzionare, l'ipotesi di Russell richiede il passaggio da un "cervello da maniraptoro" al "cervello da uomo" in circa 70 milioni di anni.

La logica dell'ipotesi di Russell ha una premessa: che alla fine del Cretacico (70 milioni di anni fa), i troodontidi avessero raggiunto un quoziente di encefalizzazione superiore a quello di altri dinosauri del loro tempo. Questa premessa è diventata un "fatto" tra gli appassionati di dinosauri proprio in relazione all'ipotesi del dinosauroide. Troodon (ed in generale i Troodontidae) sono ormai noti a livello popolare come "i dinosauri più intelligenti", e sono generalmente illustrati con un qualche tocco artistico volto a rimarcare tale "intelligenza superiore". Questa idea è un mezzo mito, mito che ha distorto i fatti paleontologici creando una falsa distinzione intellettiva tra Troodontidae ed altri maniraptori.

In realtà, la forma dei calchi endocranici, la morfologia e dimensione dell'encefalo ed i quozienti di encefalizzazione dei Troodontidae sono del tutto analoghi a quelli di Ornithomimidae ed Oviraptoridae. Infatti, è probabile che il livello di encefalizzazione dei troodontidi non sia speciale rispetto ad altri Maniraptoriformes. Sono i maniraptoriformi in toto ad avere un quoziente di encefalizzazione relativamente elevato rispetto agli altri dinosauri, non i soli troodontidi. Pertanto, è plausibile che un "cervello da troodontide" sia una condizione generale di tutti i maniraptoriformi, non solo di Troodon.

Prima che questa ultima affermazione sia fraintesa, è bene chiarire cosa significa "cervello da troodontide/maniraptoriforme": forma e dimensioni relative dell'encefalo dei maniraptoriformi sono intermedi tra quelli di un varanide (un rettile relativamente intelligente e reattivo) e quelli di uno struzzo (un uccello non particolarmente intelligente ma comunque molto reattivo). Pertanto, la "intelligenza di Troodon" è qualcosa a metà strada tra un varano ed uno struzzo: un animale agile, attivo, curioso, ma non certo un Premio Nobel della zoologia. Questo va rimarcato, perché troppo spesso, a livello popolare, è circolata la falsa idea che alcuni dinosauri (troodontidi, dromaeosauridi) fossero animali "super-intelligenti", forse come alcuni primati moderni. No, per "intelligente" qui si intende "intelligente come un varano o uno struzzo", niente di più sofisticato. Sicuramente più brillante di una tartaruga delle Galapagos, ma non certo al livello di un corvo della Nuova Caledonia. Forse vi sconvolgerà, ma è molto improbabile che Velociraptor fosse più intelligente di una gallina (animale comunque più intelligente di come spesso la dipingiamo, come ci ricordano Cochi e Renato).

Tornando all'ipotesi di Russell, quindi, essa si condensa in questa domanda: avendo a disposizione 70 milioni di anni, una linea evolutiva di dinosauri maniraptoriformi potrebbe passare dalla "intelligenza da varano/struzzo" a quella "umana"?

In base allo scenario originario di Russell, questa domanda è puramente speculativa, fantascientifica, perché Troodon non ebbe davanti a sé 70 milioni di anni di storia disponibile.

Hesperornithoides, un troodontide della fine del Giurassico, vissuto 80 milioni di anni prima di Troodon (artwork by S. Hartman)

Ma se noi ammettiamo che la "intelligenza da troodontide" sia una condizione condivisa da gran parte dei Maniraptoriformes, allora non occorre avere come dinosauro di partenza una specie della fine del Cretacico, perché i maniraptoriformi appaiono molto prima, a metà del Giurassico! Ad esempio, Hesperornithoides è un troodontide della fine del Giurassico, vissuto 150 milioni di anni fa, ovvero 80 milioni di anni prima di Troodon. Se facciamo partire l'evoluzione del dinosauroide da Hesperornithoides, ecco che i 70 milioni di anni richiesti dal modello evolutivo di Russell si dispiegano tutti completamente dentro il Cretacico, e possiamo quindi ottenere un animale con intelligenza umana intorno a 80 milioni di anni fa, ovvero, già nel Campaniano, al tempo di albertosaurini, lambeosaurini e ankylosauridi!

In rosso, la durata della linea evolutiva dinosauroide. In blu, l'alternativa di uguale lunghezza ma che parte alla fine del Giurassico. La stella indica l'età dei primi maniraptoriformi.

Se accettiamo questa premessa, allora l'ipotesi di Russell diventa testabile scientificamente, perché l'evoluzione dell'intelligenza dinosauriana si dispiegherebbe nel tempo profondo reale della storia dinosauriana, e quindi potrebbe aver lasciato tracce fossili.

Quanto è legittima una indagine volta a cercare tracce di una specie intelligente di dinosauro nella seconda metà del Cretacico?

Prima che concludiate che questa ipotesi sia del tutto ridicola e priva di fondamento, e che andare alla ricerca di possibili tracce fossili, o persino archeologiche, di specie intelligenti nel Cretacico Superiore sia una perdita di tempo, vi ricordo che milioni di persone credono all'esistenza di vita intelligente nello spazio cosmico nonostante la totale assenza diretta di prove, e che progetti come SETI (che cerca tracce di vita intelligente extraterrestre) siano visti da moltissime persone come una nobile e legittima impresa scientifica spinta da un'ipotesi perfettamente plausibile. Eppure, la possibilità di incontrare un alieno di un sistema stellare lontano è molto più remota che trovare un fossile di dinosauro...

Il punto della questione è quindi capire se l'evoluzione di intelligenza "umana" sia una tendenza frequente nella storia della vita, oppure sia piuttosto una bizzarria esclusiva della nostra storia particolare. Ma per capire ciò, occorre cercare prove di questi fenomeni, e non limitarsi a fare argomentazioni teoriche più o meno viziate dalle personali posizioni filosofiche sulla natura dell'evoluzione e dell'intelligenza. L'indagine paleontologica potrebbe fornire prove pro o contro questo scenario? Io non sto sostenendo che tale "dinosauroide cretacico" esista veramente, mi sto solo domandando se la sua esistenza (o non-esistenza) sia testabile scientificamente. Ad esempio, potremmo trovare stadi evolutivi intermedi della sua filogenesi? Specie con intelligenza a metà strada lungo la sequenza necessaria per arrivare alla specie "con intelligenza umana"? Se sì, quanto e come la storia evolutiva umana potrebbe essere un'utile analogia oppure una pericolosa distrazione che ci porterebbe fuori strada? Specie diverse evolvono l'intelligenza e la tecnologia in modo analogo oppure no? Se e come potrebbero delle tracce di attività culturale dinosauriana essere ancora oggi visibili sulla Terra, dopo molte dozzine di milioni di anni?


Io ho gettato il sasso.

Sta a voi raccogliere la sfida.