Pagine

28 luglio 2012

Vietato l'ingresso ai minorenni ed ai compsognathi...

Olotipo di Juravenator (fonte: Wikipedia)
La pubblicazione di Sciurumimus ha sollevato una questione interessante che finora era stata marginale nelle discussioni sulle relazioni filogenetiche in Theropoda.
Ormai è appurato che l'introduzione di esemplari immaturi in analisi filogenetiche (il cui obiettivo è quello di stabilire le relazioni tra le condizioni adulte delle specie coinvolte) distorca il risultato, nei casi in cui tali forme immature non siano riconosciute come tali, e quindi codificate come se fossero adulti di specie nane o di dimensioni ridotte.  
Sciurumimus, Scipionyx e Juravenator sono taxa basati solamente su esemplari molto immaturi. Nelle caratteristiche generali, essi si somigliano molto. Tale somiglianza, tuttavia, potrebbe essere dovuta più alla giovane età degli esemplari che a reale affinità evolutiva. In effetti, appare plausibile che le principali differenze tra i dinosauri si manifestino sopratutto nell'adulto, e che specie molto imparentate abbiano fasi giovanili molto simili, se non potenzialmente indistinguibili. 
Questo ragionamento fa nascere il dubbio che tutti i taxa "simili" ai tre appena citati siano basati su forme immature, e non su adulti. Se questa ipotesi forse non vale proprio per tutti, il dubbio è molto lecito per qualcuno. I taxa in questione, in effetti, sono tutti lunghi meno di 3 metri, e riconosciuti col nome collettivo di "compsognathidi". Io preferisco chiamarli "taxa di grado compsognathide", perché è incerta l'inclusività (se non l'esistenza stessa) di un clade Compsognathidae. Esiste la possibilità che la "verità" sia nel mezzo, e che alcuni taxa siano membri di Compsognathidae (qui definito dal clade più inclusivo comprendente Compsognathus ma escludente Tyrannosaurus, Ornithomimus, Velociraptor, Megalosaurus e Allosaurus), mentre altri siano forme esterne al clade e poste nella radice di altre linee. 
Qual'è il confine tra somiglianza "per immaturità" e somiglianza "filogenetica"? L'eterno dilemma dei paleontologi, ben più antico di certi discorsi oggi molto trendy sui Chasmosaurinae, tra fattori ontogenetici e filogenetici a monte delle forme che osserviamo...
La questione è complessa, e richiede una serie di indagini.
In questo post, non affronto nel dettaglio il tema, ma mi pongo una domanda "opposta": cosa accade alle relazioni filogenetiche di Theropoda se si escludono i "taxa di grado compsognathide" dall'analisi, assumendo, in una versione estrema del dilemma, che tutti quei taxa siano basati solamente su forme giovanili e nessuno sia effettivamente rappresentato da forme adulte? Ovvero, cosa accade assumendo, come ipotesi di lavoro, il caso estremo ipotizzato all'inizio del post? Le relazioni tra i coelurosauri subiranno una alterazione? E se sì, che significato avrà?
Ho quindi escluso tutti i taxa di grado compsognathidae dall'analisi (Compsognathus, Huaxiagnathus, Juravenator, Mirischia, Scipionyx, Sciurumimus, Sinocalliopteryx, Sinosauropteryx, il "terzo Sinosauropteryx"), per vedere cosa accada. In realtà, questa non è nemmeno la versione più estrema del test, dato che ho conservato Dilong, che è, nelle dimensioni e forma generale, molto simile ai taxa di grado compsognathoide. In un test successivo valuterò se escludere anche Dilong.
Lasciamo ruminare Megamatrice...

26 luglio 2012

Hexing, un bizzarro ornithomimosauro che si crede un caenagnathoide...

Jin et al. (2012) descrivono lo scheletro parziale ma ben conservato di un nuovo theropode di taglia medio-piccola dal Cretacico Inferiore cinese, e battezzano Hexing qingji, letteralmente "l'imitatore della gru con piccole ali".
Hexing è chiaramente un ornithomimosauro basale, data la combinazione di premascellare robusto, narici esterne ridotte, ampia finestra mascellare ellittica, dentatura limitata alla regione rostrale del dentale, ampio prefrontale e condotto nasolacriamale posto lateralmente. Tuttavia, è curiosa la presenza di caratteri tipicamente caenagnathoidi in questo taxon, come il premascellare che si proietta anteroventralmente al dentale, un'ampia finestra mandibolare esterna, una depressione laterale del dentale, cresta sagittale parietale, e processi paroccipitali pendenti ventralmente. 
Le caratteristiche più bizzarre di Hexing sono comunque nella mano. Sebbene l'esemplare abbia subito parziale preparazione prima dello studio scientifico, un arto è stato preparato dai ricercatori stessi, quindi abbiamo buoni motivi per considerare la curiosa combinazione di caratteri presente come genuina, al netto della tafonomia. Il primo dito della mano pare mancare un elemento: l'elemento mancante potrebbe essere il primo metacarpale (come sospetto io, in tal caso l'osso sarebbe andato perduto nella fossilizzazione per processi tafonomici, ma probabilmente presente in vita) oppure una falange (in tal caso, la mano sarebbe molto apomorfica ed avrebbe un lunghissimo metacarpale che articola direttamente con una singola falange ungueale). Come ho scritto, io propendo per la prima ipotesi, dato che la seconda è funzionalmente molto poco funzionale (un lungo metacarpale che articolasse direttamente con un ungueale non avrebbe una grande efficienza come organo prensorio o predatorio). Anche il terzo dito è inusuale, e questa volta probabilmente in modo genuino, in quanto presenta un elemento in meno rispetto alla tipica formula falangeale, forse per fusione delle due falangi prossimali, come osservato in alcuni paraviani. [Gli autori seguono l'ipotesi sull'identità posizionale delle dita della mano tetanura di Xu et al. 2009, ipotesi che io invece non ritengo valida, quindi in questo post considero le dita di Hexing come I-II-III e non II-III-IV come invece affermato nell'articolo].
Immesso in Megamatrice, Hexing risulta un ornithomimosauro basale, come sostenuto anche da Jin et al. (2012), più derivato di Deinocheirus e Pelecanimimus ed in tricotomia con Shenzhousaurus ed i taxa più derivati.

Bibliografia:
Jin Liyong, Chen Jun and Pascal Godefroit (2012). A New Basal Ornithomimosaur (Dinosauria: Theropoda) from the Early Cretaceous Yixian Formation, Northeast China. In Godefroit, P. (eds). Bernissart Dinosaurs and Early Cretaceous Terrestrial Ecosystems. Indiana University Press. pp. 467–487.

23 luglio 2012

Luci e ombre sul Kem Kem

Le associazioni a vertebrati terrestri dal Marocco sudorientale, di età "medio cretacica", e note informalmente come "Letti del Kem Kem", sono uno degli enigmatici paradisi per chi, come me, è specializzato in theropodi mesozoici, la cui sola menzione provoca eccitazione e inquietudine.
Su cosa "siano" i "Letti del Kem Kem" è stato scritto molto, ed una risoluzione della questione, prima di tutto dal punto di vista strettamente geologico, è fondamentale. 
La più dettagliata analisi del "Kem Kem Affaire", per dirla sbrigativamente, è quella di Cavin et al. (2009), ed io mi riferò sopratutto a quella in questo post.
A differenza di quanto la vulgata diffusa sembri affermare, i "Letti del Kem Kem" non sono una formazione geologica, bensì il nome collettivo di una serie di associazioni fossili, spesso il risultato di campionamenti effettuati senza i necessari criteri scientifici fondamentali per stabilire una collocazione stratigrafica (e quindi paleoambientale e cronologica) ai fossili raccolti. Cavin et al. (2009) suggeriscono di usare il termine "assemblaggio composto del Kem Kem", invece che "letti del Kem Kem", proprio per eliminare l'ambiguità. 
Una volta riconosciuto che le faune fossili a vertebrati dal "Kem Kem" sono assemblaggi composti, ovvero, serie assemblate di fossili, le cui precise collocazioni stratigrafiche sono, nella migliore delle ipotesi, grossolane, nella peggiore indeterminate aldilà dei limiti stratigrafici nei quali è attualmente confinato il Cretacico continentale del Marocco sud-orientale, si è compiuto un passo significativo verso la comprensione del problema di qusti fossili.
Cavin et al. (2009) stabiliscono che questo assemblaggio fu depositato in un unico bacino sedimentario la cui estensione temporale è "ristretta" (si fa per dire) tra il Cenomaniano inferiore ed il Turoniano medio, un intervallo cronologico di circa 8 milioni di anni. I sedimenti di questa regione, in quell'intervallo temporale, sono classificati in 3 formazioni: da quella più antica, risalendo, le formazioni Ifezouane, Aoufou e Akrabou. Siccome la terza è marina, i vertebrati terrestri sono limitati alle prima due. Tuttavia, proprio perché, come scritto sopra, queste associazioni fossilifere sono degli assemblaggi composti, sovente privi di precisi riferimenti stratigrafici, non è possibile, almeno per ora, discriminare eventuali differenze tra la formazione Ifezouane e la Aoufou. Anche se è più probabile che i grandi theropodi del Kem Kem provengano dalla formazione inferiore, la Ifezouane, attualmente non è possibile stabilire l'intervallo stratigrafico di ciascun taxon, né quanto essi si sovrappongano nel tempo e nello spazio. Anche limitando la durata della prima formazione al Cenomaniano inferiore, si tratterebbe di circa 3 milioni di anni, ovvero, più dell'intero Pleistocene: è bene tenere a mente questo fatto, per non semplificare tutto ad un "momento geologico".
Inoltre, ho motivi validi per dubitare della semplicità con cui sovente viene dipinto l'antico ecosistema (o, meglio, gli ecosistemi) che devono essersi succeduti nei (almeno) 3 milioni di anni che potrebbero caratterizzare l'intervallo di deposizione dei sedimenti contenenti l'assemblaggio composto del Kem Kem.
Innanzitutto, molte delle identificazioni dei generi presenti nelle diverse località marocchine da cui provengono questi theropodi sono basate su denti. Si assume, in modo spesso grossolano, che i denti carcharodontosauridi indichino Carcharodontosaurus saharicus ed i denti spinosauridi identifichino Spinosaurus aegyptiacus. Tuttavia, sappiamo che quei denti non sono più diagnostici di quelle singole specie, ma caratterizzano cladi di specie imparentate (ovvero, quei caratteri diagnostici sono "caduti in obsolescenza"): i denti "alla Carcharodontosaurus" sono prensenti anche in Giganotosaurus e Mapusaurus, mentre i denti "alla Spinosaurus" sono condivisi con tutti gli Spinosaurinae noti (Irritator ecc...). Ovvero, un dente isolato con quella morfologia, sopratutto se grossolana, non indica automaticamente quella particolare specie africana alla quale per la prima volta fu associato il morfotipo del dente. Uno potrebbe sostenere che il mix "dente di quel tipo + provenienza africana" attesterebbe comunque la specie in questione, ma ciò è un errore: se abbiamo dimostrato che il morfotipo di quel dente è caduto in obsolescenza, non esiste alcun motivo logico per affermare che tutti i denti africani con quel morfoltipo siano automaticamente di quella specie a cui per la prima volta furono attribuiti. Una prova? Carcharodontosaurus iguidensis ha denti del medesimo morfotipo di Carcharodontosaurus saharicus, è del Cenomaniano del Nordafrica, ma è distinguibile da C. saharicus per caratteristiche del mascellare e del frontale. La distinzione tra i due taxa sulla base dei soli denti, infatti, è piuttosto minuziosa (dettagli che nella maggioranza dei casi non sono menzionati da chi identifica quei denti raccolti sul campo), e dubito che, se non si fosse mai scoperto C. iguidensis in base ai resti ossei, ma fosse stato istituito solo dai denti, sarebbe stata accettata una tale separazione minuziosa tra morfotipi di dente per affermare la distinzione di due specie coeve nordafricane. Ovvero, se noi conoscessimo solo i denti isolati di C. iguidensis senza avere mascellari o frontali, li avremmo attribuiti a C. saharicus, di fatto sottostimando la reale diversità africana cenomaniana. Mi rendo conto che è un caso teorico usato come controesempio, ma è significativo nel caso in cui, come i fossili dal Kem Kem, non esiste un dato stratigrafico accurato.
Qualcuno potrebbe argomentare che, tralasciando i denti, tuttavia, in Marocco esista solamente C. saharicus (C. iguidensis è dal Niger), e che quindi se trovo fossili ossei di carcharodontosauridi cenomaniani in Marocco, allora si tratta molto probabilmente di C. saharicus. So di essere di parte, ma io ho motivi argomentati per dire che, invece, potrebbero esserci altri carcharodontosauridi cenomaniani marocchini, e che quindi quel ragionamento è già oggi falsificato. E non sto nemmeno menzionando tutta la diatriba pro o contro l'attribuzione del morfotipo assiale "Sigilmassasaurus" a Carcharodontosaurus...
Il fatto che l'estensione temporale delle formazioni da cui provengono gli assemblaggi del Kem Kem sia incerta, ma che possa eventualmente estendersi a più di 3 milioni di anni (se non addirittura 6 milioni) rende improbabile che le specie vissute in quell'intervallo siano state sempre le stesse, rimaste in stasi per intervalli così ampi. La maggioranza delle specie di dinosauri mesozoici per le quali sia stato possibile stabilire in modo accurato la durata cronologica non supera l'estensione della propria formazione-tipo, e spesso, tale durata è molto minore dell'intera estensione della formazione. Perciò, pare improbabile che nei 3-6 milioni di anni di durata potenziale delle associazioni faunistiche documentate nel Kem Kem persistettero sempre e solamente C. saharicus e Spinosaurus cf. aegypticus. Ammetterlo implicherebbe avere le evidenze di ciò, e tale evidenza attualmente non esiste.
Ritengo invece che campionamenti accurati, svolti in modo rigoroso sia dal punto di vista stratigrafico che tassonomico sui fossili dal Kem Kem permetteranno in futuro di distinguere l'esistenza e la durata delle specie là conservate. Non mi stupirei, a quel punto, se "il Kem Kem" risultasse invece formato da distinte associazioni, separate nel tempo e forse anche nelle condizioni ambientali, ognuna con una propria associazione faunistica peculiare. 
Anche se evito di essere uno splitter immotivato, sto alla larga anche dal lumper ottuso.

Bibliografia:
Cavin, L., Tong, H., Boudad, L., Meister, C., Piuz, A., Tabouelle, J., Aarab, M., Amiot, R., Buffetaut, E., Dyke, G., Hua, S. and Le Loeuff, J. 2010. Vertebrate assemblages from the early Late Cretaceous of southeastern Morocco: An overview. Journal of African Earth Sciences 57: 391–412.

18 luglio 2012

Gli straordinari fossili di Preone

Preone, in provincia di Udine, è uno di quei gioielli paleontologici che l'Italia possiede ma che praticamente nessuno conosce, a causa di una pessima divulgazione e valorizzazione del nostro patrimonio scientifico tipica del nostro paese.
Preone infatti è sede di un giacimento fossilifero ad elevata preservazione di notevole interesse e valore, risalente al Triassico. 
Come esempio sufficiente ma non esaustivo della ricchezza paleontologica di questa località, lo pterosauro più basale noto al mondo proviene proprio da Preone: Preondactylus. Quanti di voi sapevano che un fossile così importante è proprio italiano? Non cinese, nordamericano o patagonico, bensì italiano.
Il prossimo 4 agosto, sarà presentato proprio a Preone un libro che ci parla degli straordinari fossili di Preone, scritto dal nostro inesauribile Fabio Marco Dalla Vecchia.
Io sto valutando se partecipare all'evento; in ogni caso, consiglio a tutti coloro che amano la paleontologia e che saranno in Friuli e dintorni di non mancare!

14 luglio 2012

Billy ed il Progetto Dinosauro

Sarebbe troppo facile e scontato sorvolare. Ma così deluderei chi spera in un mio commento al riguardo...

Ogni volta mi illudo che quello che noi facciamo "serva a qualcosa". Ad esempio, nei 3-4 giorni precedenti non ho scritto nulla sul blog, perché sono impegnato con alcuni progetti paleontologici davvero molto interessanti, entusiasmanti e significativi, che dovrebbero essere pubblicati entro un anno. Nuovi theropodi, nuovi modelli interpretativi per comprendere la loro evoluzione, nuovi fossili di una bellezza che oltre al loro significato intellettivo sono prima di tutto grandi emozioni per chi cerca nel suo piccolo di decifrare qualche frammento del Tempo Profondo. Di tutto ciò parlerò nel momento opportuno, e sono sicuro che anche voi, affezionati 5 lettori, gioirete con me per queste piccole e grandi aggiunte al Mosaico della Paleontologia.

Ma poi vedo che tutto ciò non ha molto senso per la grandissima parte di coloro che, anche solo tangenzialmente, si interessano di tematiche paleontologiche. Perché mi ostino a fare quello che faccio? Sopratutto, perché mi ostino a pensare che a qualcuno là fuori interessi minimamente di ossa, lastre di roccia, tracce di tegumento, modelli cladogenetici, analisi morfofunzionali, tafonomia e tutte le altre parti che fondano e formano la disciplina che mi ostino a seguire? Questi progetti, i miei progetti, così come quelli di tutti gli altri che studiano i dinosauri, sono delle povere cretinate.
I Veri Progetti sono altri.
Progetti incredibilmente spettacolari, originali, mai visti prima.
Progetti che coinvolgono una manciata di persone (tra cui l'immancabile bionda ed il rude cacciatore con cappello da cow-boy), catapultate loro malgrado in un'area isolata e selvaggia, subtropicale e disabitata, nella quale vivono, al giorno d'oggi, pterosauri giganti assetati di sangue, pseudosuchi bipedi con clamidi golari espandibili (ed a volte sputano veleno), miti criptozoologici scozzesi trapiantati in bacini lacustri africani, dinosauri predatori di grande mole divenuti oscuri abitatori di fitte foreste, che preferiscono (sempre e solamente) inseguire invano 4 ominidi armati invece che nutrirsi di altro. Insomma, qualcosa di TOTALMENTE NUOVO, ORIGINALE, e, sopratutto, SCIENTIFICAMENTE, RAZIONALMENTE, ESTETICAMENTE, CINEMATOGRAFICAMENTE, UMANAMENTE corretto.
E non penso sia necessario sottolineare la totale mancanza di pathos, inventiva, originalità nel trailer di questa opera (perchè, se già non si fosse capito, sto parlando di un "film" del quale circola online il trailer, chiamato con incredibile acume pubblicitario: "Dinosaur Project"... non mi abbasso a linkarvelo). Averlo visto, oltre alla lieve nausea nel fondo dello stomaco, fornisce solo un blando, finto, posticcio senso di angoscia, oppressione, pericolo, che invece è più riconducibile al senso di seccatura che proviamo quando qualcuno inavvertitamente ci macchia la camicia col suo caffè (ancora? ma non se ne può più di queste perdite di tempo!), il tutto, ovviamente, senza alcuna traccia di un po' di autoironia (e che cavolo: ma lorsignori sanno che viviamo nel 2012, e che un film 1000 volte più originale, geniale, ed appassionante di questo è stato già realizzato, ben 79 anni fa?). In ogni caso, dubito fortemente che questo "film" riesca ad avvincere lo spettatore "target", cresciuto a pane e Jurassic Park, per qualcosa di totalmente piatto e banale, miserrimo e, di fatto, molto triste. Per una volta, io ed i dinomaniaci siamo sullo stesso lato della barricata...

Che noia... almeno la Dinomania "Billy_e_Clonata" era divertente da commentare.

10 luglio 2012

Il resto delle nostre vite...


Per coloro che pensassero che i miei ultimi due post siano una visione distopica di un futuro remoto.
Non sono l'unico a pensare che tutto ciò stia già avvenendo, e sarà sempre più rapido, radicale ed esteso.

09 luglio 2012

Il nostro fragile Giardino dell'Eden


Lo scenario puramente fantascientifico che ho proposto ha generato commenti contrastanti. Non mi interessa dilungarmi nella discussione se noi uomini siamo "più forti" dei dinosauri, dato che si rivelerebbe solamente l'ennesima discussione tra antropocentrismi sciovinisti contrapposti a concezioni più pessimiste nei confronti delle effettive capacità umane, sia come individui che come specie. La mia opinione l'ho ampiamente esposta, e si riassume con: il successo di una specie non si misura dal numero di pallottole che può sparare, ma è un risultato a lungo termine di numerosi fattori a diverse scale di complessità. Ciò che può essere ovvio per un film di due ore, non lo è più nella realtà globale diluita in decenni, millenni o milioni di anni.
Con la scusa di un film sui dinosauri, il mio post voleva invece sottolineare la profonda dipendenze delle specie, compresa quella umana, alle condizioni climatiche globali in cui una specie si evolve e prospera. Per quanto sia adattabile, Homo sapiens è un privilegiato dalla storia, e non sorprende che nonostante la specie esista da 100 mila anni praticamente identica, nell'anatomia, ad oggi, la Civiltà, intesa come sistema socio-economico-culturale sia potuta svilupparsi solo durante le condizioni climatiche relativamente stabili e temperate verificatesi solo negli ultimi 10 mila anni dell'esistenza umana. Per quanto possa apparire strano, il mondo in cui viviamo oggi è davvero un dolce Giardino dell'Eden, al confronto con le condizioni climatiche sperimentate dalla Terra, e dalla specie, in altri momenti del passato più o meno remoto. Ma per capire ciò, occorre capire cosa sia "il clima".

08 luglio 2012

Se io dovessi scrivere JP4

Alcuni giorni fa, durante un dialogo online con Leonardo Ambasciano, ho liquidato sommariamente l'idea di un quarto episodio della trilogia (che diventerebbe tetralogia) giurassica per gli stessi motivi con cui molti fan (molto più appassionati di me al franchise crichton-spielberghiano) vedono con scetticismo una riproposizione cinematografica della serie: l'esaurimento delle novità estraibili dal cilindro limitato su cui si basa la storia di un'isola con dinosauri clonati, che produrrebbe un film stanco, fiacco, prevedibile e non all'altezza del primo (e nemmeno del secondo) episodio.
Tuttavia, io amo mettere in discussione ciò che è ovvio, e quindi, in questo post metterò in discussione la mia convinzione che non sia possibile realizzare un quarto JP originale, interessante ed accattivante. Ma, attenzione, ciò non significa che mi auguro che sia prodotto un quarto film, perché sono convinto che sia estremamente improbabile che il discorso pessimista che vi ho appena scritto sia smentito. In questo post, però, ho un vantaggio che nessuno sceneggiatore di Hollywood ha: io posso permettermi di scrivere un'ipotetica sceneggiatura che non è costretta a tutti i costi a soddisfare un pubblico generico e generalista. Inoltre, la mia formazione paleontologica mi permette di "sfruttare" le mie conoscenze per creare una storia che, almeno per me, potrebbe essere un film meritevole di essere visto.
Pertanto, ho riflettuto su una storia che sia legata a JP, ma sia al tempo stesso originale ed innovativa, e che, sopratutto, ricavi la sua originalità in modo intelligente, sfruttando le conoscenze paleontologiche.
Ecco la trama che vi propongo.

07 luglio 2012

Aggiornamento sui falchi estoni

Continua la crescita dei giovani falchi nel nido estone. Le frecce aiutano ad identificare le teste dei tre individui nel nido.

Il ritorno del paraviano pterosauro-mimo?

Carrellata di scansoriopterygidi (by J. Headden, tratto da The Bite Stuff). Vi sembra così assurdo estendere un patagio dal terzo dito della mano al corpo e far planare questi piccoli theropodi?
 
In un vecchio post, ho sostenuto, assieme a Lukas Panzarin,  l'ipotesi molto eterodossa che gli Scansoriopterygidae siano dei theropodi "pterosaur-like", convergenti con i piccoli pterosauri di grado rhamphorhynchoide, in quanto presentano un cranio corto, alto e con dentatura prominente e proiettata rostralmente, arti anteriori allungati, dito più esterno della mano ipertrofico ma apparentemente poco adatto alla prensione (la penultima falange non è significativamente più lunga delle altre), la possibile (anche se occorre una conferma) traccia di un patagio nell'olotipo di Scansoriopteryx, attaccato al terzo dito della mano invece che mostrare dell'evidente piumaggio inserito al secondo dito come negli altri maniraptori. Il recentemente descritto rhamphorhynchoide tedesco Bellubrunnus (Hone et al. 2012) mostra una coda molto simile a quella di Scansoriopteryx. Casualità? Oppure ennesima evidenza di una convergenza evolutiva? Va sottolineato che la coda dei rhamphorhynchidi derivati sia molto simile a quella dei dromaeosauridi derivati, mentre quella di Bellubrunnus è più simile a quella dei paraviani basali, come ad esempio gli scansoriopterygidi. Forse, le due linee evolutive svilupparono le loro code simili seguendo analoghe traiettorie evolutive, di cui Scansoriopteryx e Bellubrunnus sono entrambi stadi intermedi. Anche se concordo che sia molto azzardato postulare una così stretta convergenza adattativa tra dromaeosauridi basali e rhamphorhynchidi (ma Microraptor è potenzialmente arboricolo e planatore, quindi ecologicamente affine, se non ad un animale volante, perlomeno nella stessa regione adattativa in cui collocherei gli scansoriopterygidi planatori), ritengo possibile che le ancora poco note faune a paraviani basali del Giurassico Medio potrebbero riservare soprese per il futuro.
Se il terzo dito ipertrofico di Scansoriopteryx è già così allungato nell'esemplare olotipico, il quale è molto immaturo, perché non immaginare che nell'adulto tale dito fosse ancora più allungato? Ed in tal caso, a che servirebbe un così esteso dito? Forse a sostenere un patagio, sopratutto se fosse confermata l'assenza di penne remiganti nell'ala di Epidexipteryx
Ammetto i molti "se", ma anche i molti aspetti enigmatici degli scansoriopterygidi, che probabilmente richiedono spiegazioni eterodosse: le ipotesi azzardate nascono così...


Bibliografia:
Hone DWE, Tischlinger H, Frey E, Ro¨ per M (2012) A New Non-Pterodactyloid Pterosaur from the Late Jurassic of Southern Germany. PLoS ONE 7(7): e39312. doi:10.1371/journal.pone.0039312

05 luglio 2012

Billy e il Clonesauro: quanti anni occorrono per aprire un Parco Giurassico?


"Io ho un'isola, al largo del Costa Rica. L'ho presa in concessione dal governo ed ho passato gli ultimi 5 anni a mettere su una specie di... riserva biologica."

J. Hammond (edizione italiana di Jurassic Park [1993])

Immaginate di essere un multimiliardario visionario, presidente di una grossa multinazionale, ed avere a disposizione una somma di denaro che volete investire in un progetto arditissimo: aprire un parco a tema su un'isola tropicale, creare dinosauri con tecniche di ingegneria genetica e popolare l'isola-parco con questi dinosauri. Quanto tempo occorre per realizzare questo progetto?
Nel film, il miliardario in questione afferma che occorrano 5 anni per mettere su questo parco. Ammettiamo che sia onesto e sincero con noi, e che in 5 anni abbia preso l'isola e costruito le infrastrutture necessarie per le esigenze del parco, potrebbe aprirlo al pubblico entro un paio di mesi (giusto il tempo di fare un po' di pubblicità)?
La risposta è sì, ma non con gli animali che si vedono nel film.
Nel film abbiamo una mezza dozzina di brachiosauridi adulti, vari ornithischi di grande dimensione adulti ed almeno un Tyrannosaurus adulto. Da dove vengono questi animali? Sono stati clonati, risponderete voi. Clonati quando? Cinque anni fa? Ovvero, clonati, sgusciati dalle uova e cresciuti fino allo stadio adulto in soli 5 anni? Da quello che sappiamo dagli studi dei tassi di crescita dei grandi dinosauri mesozoici, un grande sauropode impiegava al minimo 20 anni per arrivare alla dimensione adulta, un ornithischio di grandi dimensioni una quindicina di anni (come minimo), e Tyrannosaurus almeno 20-25 anni. Questo significa che i vostri dinosauri del vostro parco coi dinosauri del 1993 sono stati clonati al massimo nel 1978, ma più plausibilmente nel 1973. 
Quindi, il vostro miliardario mente: in realtà, dovete immaginarvelo 20 anni prima, nei primi anni '70, i capelli non ancora bianchi, delle vistose basette retrò, baffoni e pantaloni a zampa di elefante, con computers del 1970, tecnologia genetica del 1970, che clona dinosauri nel 1973, li alleva di nascosto da tutti per 15-20 anni (spendendo una montagna di denaro senza ricavare nulla) e finalmente, quando gli animali sono alla dimensione adulta, aprire il parco giurassico nel 1992.

So già quale obiezione solleverà il solito fondamentalista dinomaniacale: "se sono riusciti a clonare un dinosauro, avranno anche inventato un modo per accelerare la sua crescita, per farlo diventare adulto in soli 5 anni."
Questa obiezione è, probabilmente, persino più improbabile di clonare un dinosauro da sangue in una zanzara nell'ambra. I dinosauri sono gli animali con il più elevato tasso di crescita dell'intero regno animale, e difatti gli uccelli hanno ereditato un simile tasso accelerato di sviluppo. Per far crescere in cinque anni un animale che ne impiega 20 occorrerebbe quadruplicare il suo tasso di crescita. Una simile accelerazione metabolica probabilmente ucciderebbe qualsiasi povera creatura che fosse sottoposta a simili modifiche ormonali, perché quasi sicuramente tale accelerazione provocherebbe un collasso del metabolismo e malattie autoimmuni e degenerative. Siccome il tasso metabolico dinosauriano è già estremo, "potenziarlo" equivale a mettere un motore di aereo ad un auto da corsa: l'automobile fonderebbe al primo avvio...

Pertanto, il vostro miliardario è un bugiardo colossale... o il parco non esiste nelle condizioni in cui vi viene presentato.
L'alternativa è che effettivamente il miliardario abbia acquistato l'isola alla fine degli anni '80, costuito il parco e impiegato una ventina di anni per far crescere di nascosto le sue creature... in tal caso, il parco sarebbe pronto approssimativamente nel 2013...
Chi ha orecchie per intendere intenda.

04 luglio 2012

Amore e pornografia in paleontologia nell'Era digitale

DISCLAIMER: 
Questo post presenta alcuni contenuti "forti" che potrebbero turbare la sensibilità di qualcuno: è sconsigliata la lettura a persone troppo giovani o la cui indole non apprezza l'uso di metafore "adulte" o "politicamente scorrette". Al tempo stesso, preciso immediatamente che questo post non presenta alcuna volgarità, né scurrilità, né tanto meno immagini che possano turbare la sensibilità di qualcuno. 

Se hai letto qui sopra e intendi proseguire con la lettura, clicca qui sotto:

03 luglio 2012

Sciurumimus albersdoerferi (Rauhut et al. 2012): Megalosauroide piumato, Compsognathide... o entrambi?

Immagine ad alta risoluzione dell'olotipo di Sciurumimus albersdoerferi (Rauhut et al. 2012)
L'esistenza del nuovo theropode pubblicato ieri (Rauhut et al. 2012) era nota agli addetti ai lavori e agli appassionati dallo scorso autunno, quando circolarono immagini del fossile, nonché ardite speculazioni sul suo significato. Io ho evitato di commentare prima della pubblicazione ufficiale, poiché è sempre bene farsi un'idea attingendo direttamente alla fonte originaria invece che scimmiottare l'acqua imbottigliata da altri.
Partiamo dalle evidenze.
L'olotipo di Sciurumimus (letteralmente "imitatore dello scoiattolo" per via dei lunghi filamenti che formano il tegumento della coda, che ricorderebbe la coda di uno scoiattolo) è un piccolo theropode praticamente completo ed articolato, dal Giurassico Superiore della Baviera. Il grado di preservazione, che include parte del tegumento filamentoso, è dovuto alle condizioni eccezionali di conservazione tipiche di queste formazioni giurassiche, gli stessi calcari litografici da cui proviene Archaeopteryx.
Le piccole dimensioni, le proporzioni del cranio, la tessitura della superficie esterna delle ossa simile a quella osservata in Scipionyx, la presenza di una probabile fontanella frontoparietale ed il generale grado di non-ossificazione delle suture scheletriche indicano che l'esemplare è molto immaturo. Ciò deve quindi rendere cauti nell'inferire l'aspetto e le caratteristiche dell'animale da adulto: è possibile che l'adulto dello "scoiattolo-mimus" fosse poco, o per niente, simile ad uno scoiattolo... 
Rauhut et al. (2012) diagnosticano Sciurumimus per la presenza di una spina neurale dell'epistrofeo "ad accetta" in vista laterale, spine neurali nelle dorsali posteriori con una forma asimmetrica in vista laterale (angolata anteriormente, lobata posteriormente) e per la forma del margine anteriore della lama preacetabolare dell'ileo. Temo, ma non voglio essere eccessivamente pessimista, che questi caratteri possano variare con l'ontogenesi, e non essere evidenti nell'adulto, dato che tutti e 3 sono sede di inserzioni muscolari che aumentano significativamente di importanza con l'età e le dimensioni. Anzi, il secondo è molto probabilmente un carattere giovanile, dato che è presente anche nell'olotipo di Scipionyx.
Ad un'osservazione grossolana, Sciurumimus è molto simile a Juravenator. Il fatto che i due unici esemplari noti di questi taxa siano quasi simpatrici (vissero approssimativamente nello stesso momento e nello stesso luogo, almeno alla scala dei tempi geologici, non certo alla scala della vita umana, sebbene non provengano dal medesimo livello stratigrafico) e quasi identici come dimensione ha indotto molti a considerare Sciurumimus un sinonimo di Juravenator. Tuttavia, Rauhut et al. (2012) elencano una lunga serie di caratteristiche che distinguono i due esemplari, e quindi appare plausibile che i due animali siano taxa distinti. A questo punto, quindi, la loro somiglianza potrebbe indicare la condizione primitiva condivisa dal loro più recente antenato comune, perlomeno allo stadio giovanile: ciò è molto importante da rimarcare, perché se i due taxa appartenessero a cladi ben distinti di Theropoda, ciò avrebbe profonde implicazioni per ricostruire la morfologia generale dei giovani theropodi non-maniraptori.
Rauhut et al. (2012) includono Sciurumimus in varie analisi recenti di Theropoda, dove risulta, alternativamente, come un rappresentante basale della linea che porta a Neotetanurae (il nodo "Carnosauria + Coelurosauria") oppure un Megalosauridae basale. Gli autori propendono per la seconda interpretazione, anche se con motivazioni a mio avviso deboli. Ritengo questi risultati come parziali, dato che nessuna delle analisi utilizzate ha un ampio campione, contemporaneamene, di tetanuri basali e di coelurosauri di grado compsognathoide. Risultato molto interessante, se Juravenator è aggiunto nelle analisi in questione, esso non risulta più un coelurosauro, bensì sister-taxon di Sciurumimus
Gli autori correttamente sottolineano che la collocazione di Sciurumimus è influenzata dal modo con cui si interpreta la sua morfologia giovanile: se, scorrettamente, non si escludessero dalle codifiche quei caratteri che in Sciurumomus potrebbero apparire plesiomorfici per via della sua immaturità e non per una reale primitività (come l'assenza di creste ed ornamentazioni craniche o il basso grado di ossificazioni), il taxon tenderebbe inevitabilmente a collocarsi ben più basale di quanto esso sia. Attenzione: ben più basale di quanto sia non significa necessariamente che esso sia un Coelurosauria, perché anche l'eventuale collocazione basale in Neotetanurae o alla base di Megalosauroidea potrebbe mascherare un suo status di Megalosauridae derivato.
Ho immesso Sciurumimus in Megamatrice, evitando di codificarlo per quelle condizioni in cui è incerto se esso manifesti una reale condizione primitiva del carattere oppure sia solamente manifestando lo stadio immaturo. Esso è codificabile per 355 caratteri, ben più di quanti codificati nelle altre analisi utilizzate. Il risultato preliminare è molto più interessante di quanto possa apparire alla prima occhiata:
Sciurumimus è un Coelurosauria basale non-Tyrannosauroidea e non-Maniraptoriformes. Esso può occupare, alternativamente, una posizione come una forma molto basale o come sister-taxon di Tugulusaurus. Dall'analisi, esso non risulterebbe prossimo a Juravenator, né ai megalosauroidi. L'instabilità di Sciurumimus rispetto alla base di Coelurosauria è probabilmente dovuta alla sua morfologia "megalosauroide", sebbene essa non incida sulle relazioni tra i tetanuri basali, oppure al fatto che esso sia una forma giovanile, e quindi, di fatto, la sua posizione tenda a collocarsi più basalmente di quanto effettivamente risulterebbe usando l'adulto.
Dato che tutti i caratteri "megalosauroidi" citati da Rauhut et al. (2012) sono presenti in Megamatrice, non penso che le differenze nel risultato siano da imputare ad assenza di caratteri-chiave nella mia analisi. Piuttosto, è probabile che l'assenza/scarsità di coelurosauri basali nelle analisi utilizzate da Rauhut et al. (2012) possa aver influito sulla posizione di Sciurumimus, "portando" lo scoiattolo verso i megalosauroidi. Interessante che Chuandogocoelurus risulti il coelurosauro più basale, e che sia confermata la collocazione carnosauriana per i megalosauroidi. Pertanto, non risulta un megalosauroide piumato, almeno per ora...
Le 2 posizione alternative di Sciurumimus (in giallo) risultate nella analisi di Megamatrice (358 OTUs x 1500 caratteri). Non-tetanuri omessi, megalosauroidi, allosauroidi, tyrannosauroidi e maniraptoriformi collassati per brevità. Il quadrato indica Coelurosauria.

Concludendo, sebbene io sia favorevole all'ipotesi che anche i megalosauroidi possano avere un qualche tipo di proto-piumaggio, al tempo stesso non considero Sciurumimus una prova a favore di ciò, e ritengo più parsimonioso interpretare questo nuovo theropode come un coelurosauro molto basale. Le similitudini coi megalosauroidi potrebbero quindi essere simplesiomorfie tetanure (caratteri ancestrali dei tetanuri, conservate in alcune forme basali, come megalosauroidi e Sciurumimus ma persi nelle forme derivate).
Anche se non risulta un megalosauroide, Sciurumimus resta comunque il theropode più basale del quale si possa affermare sulla base di evidenze dirette la presenza di piumaggio.

Nota aggiuntiva: se si impone a Megamatrice di collocare Sciurumimus come Megalosauridae basale in accordo con l'ipotesi di Rauhut et al. (2012), tale risultato è 19 steps più lungo rispetto alla topologia più corta (p=0.0018), una differenza statisticamente significativa: tale ipotesi è quindi rifiutata dall'analisi.

Bibliografia:
Rauhut, O. W. M.; Foth, C.; Tischlinger, H.; Norell, M. A. (2012). Exceptionally preserved juvenile megalosauroid theropod dinosaur with filamentous integument from the Late Jurassic of Germany. Proceedings of the National Academy of Sciences. DOI: 10.1073/pnas.1203238109.

Theropodi iraniani

Dente di theropode indeterminato iraniano (da Kellner et al. 2012)
La paleontologia della Repubblica Islamica di Iran è poco nota. Al tempo stesso, questa regione dell'Asia Minore, geologicamente a cavallo di Laurasia e Gondwana, è altamente significativa in quanto potrebbe rappresentare un ponte sottostimato per eventuali interscambi faunistici tra i due supercontinenti nel Mesozoico.
Kellner et al. (2012) descrivono gli unici resti di dinosauri iraniani finora noti. Essi consistono in impronte attribuibili a theropodi di età Liassica, alto Giurassica e/o basso Cretacica, e di resti ossei frammentari isolati tra cui un dente di theropode di taglia media. Il dente, di cui è conservata la sola corona, è compresso labiolingualmente, seghettato e lievemente incurvato distalmente. Forma e densità dei denticoli escludono i deinonychosauri, i therizinosauroidi, buona parte dei maniraptoriformi privi di denticoli nelle carene, i tyrannosauridi ed i carcharodontosauridi. La marcata compressione labiolinguale potrebbe indicare un abelisauroide basale o un tyrannosauroide basale, ma non è possibile identificare il clade di appartenenza con maggiore precisione.
Questi reperti testimoniano comunque che l'Iran ha le potenzialità per essere un'area per interessanti scoperte future.

Ringrazio Fabio Dalla Vecchia per avermi inviato una copia dello studio di cui è coautore.

Bibliografia:
Kellner, A.W.A, Dalla Vecchia, F.M., Ataabadi, M.M., de Paula-Silva, H., and Khosravi, E. (2012) Review of the dinosaur record from Iran with the description of new material. Rivista Italiana di Paleontologia e Stratigrafia 118 (2): 261-275.

Abbandoneremo mai il Modello Standard?

La filogenetica dei theropodi è il campo di cui ho studiato maggiormente nell'ultimo decennio.
La filogenetica dei theropodi, di cui Megamatrice è un tentativo di costruire una struttura unica almeno per la parte non-aviana (oppure non-neornithina, se per voi "aviano" non è ristretto alla corona degli ornitodiri) - chiamatela pure "mesozoica" o semplicemente, lo stelo, da quasi 30 anni si basa su un modello, praticamente mai messo in dicussione (a parte i BANDiti e pochi altri), che qui, in analogia con la Fisica, chiamo Modello Standard.
Il Modello Standard afferma, implicitamente, che la topologia generale di Theropoda è ancorata sulla linea evolutiva che dalla base di Saurischia porta agli uccelli moderni. Questo modello, che si ripercuote nella maggioranza dei nomi di cladi di theropoda creati nel decennio 1986-1996 e che sono, chi più chi meno, in ampio uso ancora oggi (ad esempio, Tetanurae, Maniraptora, Maniraptoriformes, Avialae, Methornites, Avetheropoda, Neotetanurae, Averostra), impone un'asimmetria nella topologia di Theropoda, che per quanto sia distorta dalla preponderanza dei nomi creati ancorandoli all'estremità vivente (i nomi elencati sopra sono definiti in quel modo, variando l'entità dell'altra estremità della definizione), è comunque "reale", non solo "nominale": data una coppia di sister-taxa dentro Theropoda, il ramo contenente gli uccelli attuali è più specioso del suo sister-taxon. Ciò è un fatto dimostrabile immediatamente:
Il clade contenente Averostra è più specioso della linea che porta a Coelophysoidea.
Tetanurae è più specioso di Ceratosauria.
Coelurosauria è più specioso di Carnosauria.
Il ramo che porta ai maniraptoriformi è più specioso di Tyrannosauroidea.
Maniraptora è più specioso di Ornithomimosauria.
Paraves è più specioso di Oviraptorosauria.
Avialae è più specioso di Deinonychosauria.
Possibile che questa pervasiva asimmetria non sia casuale ma rappresenti una qualche "realtà" macroevolutiva insita nella topologia di Theropoda? Ciò rappresenterebbe una sorta di validazione evolutiva delle nostre tassonomie, e una conferma del modello standard?
Oppure, semplicemente, questo fenomeno è un effetto del modo con cui abbiamo definito le analisi filogenetiche? Ovvero, è possibile che il Modello Standard abbia distorto a priori la nostra concezione delle polarità e quindi creato un'asimmetrica topologia "aviano-centrica"? Se davvero Theropoda è "molto più che solamente l'origine degli uccelli (citando Holtz)" perché allora la topologia generale di Theropoda è così asimmetricamente pettinata in direzione degli uccelli?
La domanda non è banale.
Megamatrice nacque proprio per evitare di "imporre" la topologia standard alle relazioni tra i theropodi, e difatti presenta un ampio gruppo esterno di dinosauromorfi non-theropodi. Nondimeno, la topologia generale conferma nelle linee generali il modello standard.
La mia opinione è che ci sia una percentuale importante della topologia reale ancora ignota e parzialmente obliterata dal Modello Standard: la nostra tendenza a "cercare" antenati aviani, "tappe" del processo che porta ad Aves, "caratteri aviani" potrebbe, in parte, aver monopolizzato la nostra interpretazione della complessa omoplasia imperante in Theropoda. Eppure, resta un fatto documentato dall'attuale record fossile che la diversità dei theropodi mesozoici sia asimmetrica, e che l'asimmetria premi in modo preponderante il ramo vivente di ogni coppia ordinata comprendente gli uccelli moderni.

01 luglio 2012

The Carnosaurian Empire Strikes Back!

Tanto tempo fa, in una paleontologia lontana lontana...
Il Barone Von Huene, membro del Senato della Repubblica Reptiliana, istituì alcuni dei nomi di cladi di Theropoda che ancora oggi usiamo e definiscono le principali ramificazioni del clade:
Coelurosauria, comprendente forme relativamente gracili e di taglia medio-piccola come coelophysidi, compsognathidi ed ornithomimidi, oltre a comprendere forme di taglia maggiore come Ceratosaurus ed a Tyrannosauridae.
Carnosauria, comprendente allosauridi e megalosauridi.
A quel tempo, va sottolineato, Theropoda come lo intendiamo oggi non esisteva.
In seguito, alla fine della Repubblica, il malvagio Imperatore di Reptilia, Darth Romer, represse con la forza le ipotesi dissenzienti della ormai fatiscente democrazia dinosaurologica, ed impose un Grande Carnosauria, comprendente allosauridi, megalosauridi, ceratosauridi e tyrannosauridi. L'alleanza coelurosauriana fu dispersa in piccoli taxa con poca forza.
Per decenni, nessuno osò mettere in concreta discussione l'autorità imperiale.
Fino ad una nuova speranza.
Dopo oltre 60 anni di dominio incontrastato, una piccola alleanza ribelle iniziò a demolire nelle fondamenta le basi dell'Impero Romeriano.
Ceratosaurus fu tolto a Carnosauria, e reso indipendente. Allo stesso modo, vari membri di quello stato fantoccio che era il debole Coelurosauria inteso in modo romeriano furono annessi a Ceratosauria.
Ma la vera disfatta dell'Impero fu le riscossa dei cavalieri hueneiani, che abbatterono la più forte delle avanguardie carnosauriane, Tyrannosauridae, e la posero all'interno di Coelurosauria. Con la distruzione del legame carnosauriano per Tyrannosauridae, Carnosauria parve disgregarsi rapidamente. In pochi anni, anche le avanguardie megalosauriane retrocedettero, allontanandosi dalla ultima roccaforte carnosauriana nella sua capitale allosauroide.
Oggi, è universalmente riconosciuto solo che Carnosauria comprenda gli allosauroidi. Alcune battaglie tra hueneiani e la reazione dei fautori del Grande Carnosauria hanno reso instabile il confine basale di Carnosauria, ed attualmente non è sicuro se i megalosauroidi siano effettivamente dei carnosauri o forme più basali. Per non creare ambiguità, e per uniformarsi alla riscossa ribelle, molti hanno abbandonato il nome stesso di Carnosauria, per troppi un retaggio di un vecchio Impero del quale si vorrebbe dimenticare velocemente la passata potenza. Allosauroidea rimaneva quindi come ultimo baluardo imperiale.
Tuttavia, sembra che non si possa mettere la parola "fine" a questa saga.
Quando Tyrannosauridae fu strappato a Carnosauria e riconsegnato a Coelurosauria, vendicando Huene, era del tutto sconosciuta la profonda regione inesplorata che, comunque, dovrebbe collegare Tyrannosauridae agli altri coelurosauri. Per quanto inizialmente era parso evidente che la via che conduce a Tyrannosauridae passasse per forme pienamente coelurosauriane, ben presto tale certezza di evidenza iniziò a vacillare. La forza era poco vigorosa nei metatarsi, e in breve si scoprirono dei tyrannosauri privi di tali forze, piccole forme che, sebbene ancora coelurosauriane, non erano così convintamente maniraptoriformi come si era inizialmente sperato. E siccome Coelurosauria è inattaccabile solamente dentro Maniraptoriformes, l'aver spostato la base dei tyrannosauri fuori dall'inespugnabile fortezza di uccelli e ornithomimimidi ha minato la solidità della iniziale riscossa ribelle.
Recentemente, l'Impero Carnosauriano ha mostrato di essere tornato vigoroso. Nuove forme, apparentemente simili a quei ribelli a cui per tanto tempo aveva dato la caccia, sono state scoperte. I Megaraptori, dal profondo delle provincie dimenticate del settore meridionale del vecchio Impero, sono talmente inattesi da poter essere interpretati alternativamente come carnosauri simili a coelurosauri o come coelurosauri simili a carnosauri. Ma se esistono carnosauri simili a coelurosauri, perché non potrebbe lo stesso valere per i tyrannosauridi? E se i tyrannosauridi fossero, alla fine, effettivamente parte dell'Impero di Carnosauria? L'Impero colpisce ancora...

Questa parodia (palesemente lucasiana), serve solo a introdurre metaforicamente il seguente quesito:
Se alcuni carcharodontosauri somigliano a coelurosauri basali (Megaraptora), e se alcuni carcharodontosauridi basali e alcuni tyrannosauridi basali si somigliano in dettagli così inaspettati (vedi Concavenator e Yutyrannus), perché non ipotizzare che, alla fine, la versione "hueneana" sia errata e che la classificazione di Romer, nella sua ottusa semplicità, sia invece (almeno in parte) corretta?
Potrebbe Tyrannosauroidea "tornare" in Carnosauria, dopo 20 anni dalla sua separazione da quel clade, così tanto osannata come una vittoria dei ribelli della nuova sistematica?
Ho effettuato dei test con Megamatrice, imponendo a Tyrannosauroidea (o a sue sottoparti) di essere nidificate dentro a Carcharodontosauria (il clade più derivato di Allosauroidea, in vari aspetti simile ai Tyrannosauridae), per vedere se e quanto tali topologie siano plausibili alternative rispetto all'attuale consenso che colloca Tyrannosauroidea in Coelurosauria (sebbene più basale rispetto a certe versioni degli anni '90).
I risultati non lasciano spazio a revancismi romeriani: tali topologie richiedono da 90 a 100 steps aggiuntivi, ovvero, significano differenze di lunghezza tra le ipotesi con una probabilità di essere meramente casuali (quindi trascurabili in termini di parsimonia) inferiori al 0.01%. Tradotto per chi è poco pratico di queste analisi, spostare i tyrannosauri in Carnosauria sarebbe una pessima spiegazione delle caratteristiche anatomiche dei tyrannosauri, rispetto all'ipotesi che li colloca in Coelurosauria.
Alla luce dei dati attuali, Huene aveva ragione e Romer no. L'Impero non colpisce ancora, almeno per ora...