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19 settembre 2024

The Ordovician Rings of Power

 

Ipotetico anello intorno alla Terra di 460 milioni di anni fa (fonte).

Se siete tra quelli che non si interessano alle versioni amazzoniche delle bozze tolkeniane, forse siete tra chi, come me, è rimasto felicemente colpito dall'ipotesi pubblicata in questi giorni da Tomkins et al. (2024). Gli autori analizzano una serie di evidenze geologiche risalenti alla prima metà del Paleozoico, in particolare la quarantina di milioni di anni dell'Ordoviciano tra 460 e 420 milioni di anni fa. Le evidenze analizzate riguardano l'abbondanza di materiale di origine extraterrestre (polveri e frammenti rocciosi) e la distribuzione geografica e l'età dei crateri da impatto, i quali mostrano una anomala concentrazione in quell'intervallo stratigrafico. Secondo gli autori, l'ipotesi classica per spiegare questa anomala concentrazione di materiale e impatti, ovvero la frammentazione di un asteroide in orbita nel Sistema Solare (che avrebbe fornito la "sorgente" per una serie di bolidi causa degli impatti distributi in vari milioni di anni), non spiega bene alcune caratteristiche osservate a livello geologico. In particolare, se localizziamo gli impatti ordoviciani rispetto alla paleo-geografia del periodo, i crateri si concentrano nella fascia equatoriale secondo una distribuzione che non è compatibile con una serie di impatti "sparati a caso", indipendenti uno dall'altro e provenienti dallo spazio interplanetario. Secondo gli autori, un'ipotesi alternativa, che spiegherebbe meglio la distribuzione equatoriale degli impatti, è ammettendo che l'asteroide-sorgente non si frammentò nello spazio remoto, esterno all'orbita terrestre, bensì in prossimità della Terra, a causa delle forze di marea del pianeta, producendo un anello di detrito attorno al nostro pianeta, dal quale anello, nell'arco di 40 milioni di anni, i corpi maggiori sarebbero progressivamente precipitati sulla Terra producendo i crateri.

In breve, gli autori propongono che durante l'Ordoviciano, la Terra ebbe un sistema di anelli, derivati dalla frammentazione dell'asteroide-sorgente, e forse persino una "piccola luna" (la parte principale dello stesso asteroide), simile a quelle di Marte.

L'ipotesi è estremamente intrigante e suggestiva, e sarà sicuramente discussa e dibattuta dai planetologi e dai geologi del Paleozoico. 

Restiamo in attesa di eventuali conferme o falsificazioni di questa ipotesi.

3 commenti:

  1. è un'ipotesi molto interessante, mi pare di aver letto anche che suggeriscano una correlazione fra presenza dell'anello e mutamenti climatici (raffreddamento) causati da una possibile ombra prodotta dall'anello (il sistema di Saturno proietta un'ombra molto ben visibile sul pianeta, gli altri sistemi di anelli noti sono troppo poco importanti per produrre effetti del genere). Sarei curioso di sapere che spessore stimano per l'anello e quali dimensioni medie per il materiale di cui sarebbe stato composto.
    Emiliano

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  2. e la densità che è il fattore principale responsabile dell'ombra in realtà
    sempre io (Emiliano)

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    Risposte
    1. Sì, l'ipotesi della glaciazione indotta dall'anello è una intrigante implicazione dell'ipotesi dell'anello. Vediamo come si sviluppa la prima ipotesi.

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