Nei precedenti post di questa serie, ho parlato della
scoperta e della morfologia di Machimosaurus rex (Fanti et al. 2015), il più grande
coccodrillo marino che si conosca, scoperto dalla nostra spedizione tunisina
proprio un anno fa, nel dicembre del 2014.
Aldilà della spettacolarità di un coccodrillo di 10 metri,
ciò che rende questa scoperta significativa su un piano più ampio e generale è
la collocazione geografica e, sopratutto, temporale, di questa nuova specie.
Machimosaurus rex appartiene a Teleosauridae, un
clade di crocodylomorfi adattato alla vita marina, sebbene non col grado di
estremo adattamento (che comportò l'impossibilità di uscita dall'acqua) che si
osserva nell'altro gruppo di thalattosuchi, i metriorhynchidi (come Neptunidraco).
I teleosauridi erano semiacquatici, capaci di vivere e avventurarsi in mare, ma
pur sempre perfettamente capaci di uscire dall'acqua. Molto probabilmente, lo
stile di vita dei teleosauridi era simile a quello dei moderni gaviali e dei
coccodrilli d'acqua salata, predatori sia in acqua che lungo le rive.
I primi teleosauridi noti risalgono al Giurassico Inferiore
europeo, ed in effetti la grande maggioranza dei teleosauridi scoperti proviene
da siti europei. I pochi teleosauridi rinvenuti al di fuori dell'Europa sono in
maggioranza basati su resti molto frammentari e spesso di dubbia
identificazione. Ad esempio, a parte il nostro nuovo Machimosaurus
tunisino, l'unico Machimosaurus rinvenuto fuori dall'Europa è M.
novackianus, basato esclusivamente su un frammento di mandibola rinvenuto
in Etiopia e per mezzo secolo interpretato come pliosauride. Con un cranio
quasi completo, uno scheletro articolato e almeno altri tre esemplari
identificati nel sito tunisino che abbiamo scoperto, Machimosaurus rex
rappresenta quindi un'eccezione, e apre una interessante prospettiva sulla
scoperta di nuovi teleosauridi non-europei.
Già prima della scoperta di M. rex, era noto che Machimosaurus
fosse il più grande e più recente dei teleosauridi. Di fatto, sapevamo che
l'estinzione di Machimosaurus, risalente a circa 150 milioni di anni fa,
rappresentava anche l'estinzione dell'intero clade Teleosauridae. Gli ultimi Machimosaurus
noti in Europa risalgono difatti alla fine del Giurassico (Machimosaurus
hugii e Machimosaurus mosae, noti nel
Kimmeridgiano-Titoniano). Machimosaurus novackianus è di età incerta, ma
collocata comunque nella prima parte del Giurassico Superiore.
E Machimosaurus rex? Quale è la sua età geologica?
Negli ultimi 5 anni, vari gruppi di ricerca coordinati da
Federico Fanti hanno svolto numerose campagne geologiche nel sud tunisino,
proprio con lo scopo di raffinare la correlazione stratigrafica tra le varie
località, quindi anche per stabilirne l'età geologica relativa. Di fatto, è il
più ampio lavoro sulla stratigrafia del Cretacico Inferiore della zona di
Tataouine.
Io sono un paleontologo dei vertebrati, mi occupo di
morfologia e paleobiologia, ed ammetto di essere molto incompetente in questi
ambiti squisitamente stratigrafici. Quando scoprimmo il fossile, la mia prima
impressione, avendo di fronte lo scheletro di un Machimosaurus, fu che
il sito fosse di età tardo-Giurassica, dato che, come ho scritto sopra, era
noto che Machimosaurus e tutti i teleosauridi noti fossero
esclusivamente giurassici. Al tempo stesso, tutte le località studiate finora
nel sud tunisino erano di età Cretacica. Avevamo quindi due opzioni possibili:
1) il fossile era di età giurassica, come tutti gli altri Machimosaurus
noti; oppure 2) avevamo trovato un Machimosaurus cretacico.
La collocazione geo-cronologica del nuovo Machimosaurus
è stata quindi la parte più controversa della nostra indagine. Dovevamo
collocare il fossile (o meglio, la località nella quale era stato trovato) nel
contesto della stratigrafia di Tataouine. Ciò comportava identificare dei
micro-fossili nel sedimento che avessero qualche valenza biostratigrafica,
oppure correlare la zona del fossile con le altre località tunisine per le
quali fosse nota una posizione stratigrafica.
Il primo tipo di ricerca non ha dato molti risultati: i
microfossili rinvenuti nel sedimento sono in larga parte resti frammentari di
pesce e invertebrati dalla ridotta significatività stratigrafica. Il secondo
tipo di ricerca ha invece dato maggiori informazioni: il sito-tipo di Machimosaurus
rex è localizzabile nella parte bassa delle “Sabbie di Douiret”, ovvero il
Membro inferiore della Formazione di Douiret. [Tutti questi nomi, prima del
tutto ignoti a me, sono diventati familiari durante la spedizione in Tunisia.]
Quale è l'età di questa formazione? Il lavoro svolto negli anni dalle varie
spedizioni dell'Università di Bologna ha permesso di collocare la Formazione di
Douiret nel Hauteriviano-Barremiano, quindi nel Cretacico Inferiore, a circa
130 milioni di anni fa.
Pertanto, Machimosaurus rex è un teleosauride del
Cretacico. Si tratta della prima specie di teleosauride che possa essere data
al Cretacico, risultato che estende la durata di questo clade di 20 milioni di
anni in avanti rispetto a ciò che conoscevamo prima.
Questa scoperta ha alcune importanti implicazioni. In primo
luogo, significa che l'estinzione giurassica dei teleosauridi non fu globale,
ma locale: questi rettili effettivamente si estinsero in Europa 150 milioni di
anni fa, ma persistettero in Africa per altri 20 milioni di anni.
Ciò è spiegabile se confrontiamo la storia paleo-ambientale
del margine europeo della Tetide (in cui vissero M. mosae e M. hugii
nel Giurassico finale) con il margine africano (in cui visse M. rex nel
Cretacico inferiore). Il limite Giurassico-Cretacico in Europa è caratterizzato
da un raffreddamento climatico (fattore che regola la distribuzione geografica
dei coccodrilli) e da una riduzione delle aree di mare basso e lagunare
(l'ambiente preferito dai teleosauridi). Questa combinazione negativa di
fattori ha probabilmente ridotto progressivamente l'areale europeo dei
teleosauridi, fino a portarli all'estinzione in Laurasia. In Africa, invece,
questi fenomeni non si verificarono, e il passaggio Giurassico-Cretacico è
caratterizzato dalla persistenza delle condizioni calde e lagunari che
ritroviamo anche nella Formazione di Douiret.
Pertanto, la presenza (e persistenza) in Africa e
l'estinzione in Europa dei Machimosaurus al passaggio
Giurassico-Cretacico sono perfettamente spiegabili con una dinamica ecologica
chiamata “inseguimento dell'habitat”: lo spostamento verso sud delle fasce
climatiche calde e la riduzione delle aree lagunari in Europa portarono le
popolazioni di Machimosaurus a “seguire” la contrazione del loro habitat
ideale. Dato che M. novackianus è noto in Etiopia nel Giurassico
Superiore, è presumibile che a quel tempo Machimosaurus occuppasse
l'intera Tetide occidentale, dal Portogallo all'Africa orientale: nel Cretacico
il suo habitat si ridusse alla parte meridionale di quel dominio, tra cui la
Tunisia in cui abbiamo rinvenuto M. rex.
Mappa del Giurassico terminale - Cretacico iniziale con indicate le località in cui è noto Machimosaurus (rosa, Giurassico Superiore; giallo, Cretacico Inferiore). |
Recentemente, abbiamo scoperto che gli ultimi metriorhynchidi vissero
nell'Aptiano della Sicilia, che a quel tempo rappresentava un
promontorio del Nord Africa in continuazione con la Tunisia. La scoperta
che anche gli ultimi teleosauridi vissero nella medesima regione ed
approssimativamente nel medesimo intervallo temporale apre scenari molto
intringanti. Pare plausibile che il margine africano della Tetide,
inclusa parte dell'Italia meridionale, sia il luogo dove cercare gli
ultimi thalattosuchi, sia teleosauridi che metriorynchidi.
Questa scoperta si colloca all'interno del dibattito su cosa avvenne, a livello biologico, alla fine del Giurassico. Mentre l'estinzione di massa del Cretacico finale è enormemente studiata e documentata, l'esistenza e intensità di una eventuale crisi biologica alla fine del Giurassico, in particolare tra i rettili marini, è ancora oggetto di dibattito. La scoperta di M. rex aggiunge un tassello importante alla questione, e suggerisce che la crisi di fine Giurassico fu un evento locale, laurasiatico (settentrionale), e non globale. Come la recente scoperta di sauropodi “tipicamente giurassici” nel Cretacico iniziale del Sud Africa e Patagonia dimostra, è probabile che molti gruppi – che si riteneva fossero scomparsi alla fine del Giurassico – siano invece persistiti nell'emisfero meridionale almeno per le prime fasi del Cretacico. Tutto ciò ci deve spronare a investigare maggiormente aree finora poco studiate, come l'Africa, il cui record fossile ha sicuramente molti altri tesori da offrirci.
Questa scoperta si colloca all'interno del dibattito su cosa avvenne, a livello biologico, alla fine del Giurassico. Mentre l'estinzione di massa del Cretacico finale è enormemente studiata e documentata, l'esistenza e intensità di una eventuale crisi biologica alla fine del Giurassico, in particolare tra i rettili marini, è ancora oggetto di dibattito. La scoperta di M. rex aggiunge un tassello importante alla questione, e suggerisce che la crisi di fine Giurassico fu un evento locale, laurasiatico (settentrionale), e non globale. Come la recente scoperta di sauropodi “tipicamente giurassici” nel Cretacico iniziale del Sud Africa e Patagonia dimostra, è probabile che molti gruppi – che si riteneva fossero scomparsi alla fine del Giurassico – siano invece persistiti nell'emisfero meridionale almeno per le prime fasi del Cretacico. Tutto ciò ci deve spronare a investigare maggiormente aree finora poco studiate, come l'Africa, il cui record fossile ha sicuramente molti altri tesori da offrirci.
Il re dei coccodrilli marini potrebbe essere solo la prima
di una serie di forme “giurassiche” che attendono di essere scoperte nel
Cretacico africano.
Bibliografia:
Fanti
F., Miyashita T., Cantelli L., Mnasri F., Dridi J., Contessi M. and
Cau A. 2015 – The largest Thalattosuchian (Crocodylomorpha)
supports Teleosaurid survival across the Jurassic-Cretaceous
boundary. Cretaceous Research doi:10.1016/j.cretres.2015.11.011.
Congratulazioni. Questa é una di quelle scoperte che mi piacciono. Ammetto che vi invidio di brutto ;-)
RispondiEliminaCongratulazioni. Questa é una di quelle scoperte che mi piacciono. Ammetto che vi invidio di brutto ;-)
RispondiEliminaBello!!!!
RispondiEliminaLeggendo i post mi sono entusiasmato come se fossi lì. E cosa ne avete fatto dell'altro scheletro più piccolo?
Lo avrei, quasi quasi, chiamato _M. delicatus_ o _ M. suavis_ nel senso di "simpatico", ma rex suona meglio, sopratutto in italiano, mentre _sympaticus_ fa troppo latino medioevale, e il significato letterale del grecismo "sympathia" è "con sentimento".
RispondiEliminaValerio
sarebbe stato bellissimo... peccato che Andrea e soci per una volta abbiano peccato di conformità all'uso - anche se un po' di ironia in quel "rex" ce la leggo.
Eliminasperiamo conservi(no) il suggerimento epr uno dei prossimi.
Emiliano
Inizialmente, essendo il fossile da Tataouine, avevo optato per un nome tratto da Star Wars. Ma poi mi parve troppo contingente con l'attuale uscita del film. Dimensioni, età e cazzutaggine puntavano tutte per il "rex". Certe cose capitano una volta sola nella vita di un paleontologo. ;-)
Eliminasi capisce, perdonato :)
Eliminaperò devo dire che anche un "darthvaderi" mi avrebbe regalato un grande momento (nonostante il mio noto snobismo anti cultura pop)...
Emiliano
Skywalkerii? Ci avresti reso felici. Alessandro Carpana sarebbe andato in brodo di giuggiole! Comunque rex va benissimo, dimensioni e "cazzutaggine" lo giustificano abbondantemente. Ma uno skywalkerii può sempre stare nelle sabbie di Tataouine. E dar lustro a qualsiasi fossile, anche meno "pop" di un aggeressivo coccodrillo con un'ottima percentuale di scheletro, in connessione anatomica e di proporzioni gargantuesche.
EliminaDomanda forse stupida, ma l'intervallo temporale tra _M. rex_ e il resto degli appartenenti al genere Machimosaurus non è eccezionalmente notevole?
Esistono altri generi di curotarsi che si proiettano nel tempo profondo per 20-25 milioni di anni?
Valerio
No, un nome pacchiano come skywalkeri non lo avrei mai usato.
EliminaTheriosuchus ha un range stratigrafico persino maggiore di Machimosaurus.
chewbeccheri no ... :) ?
EliminaEmiliano
Da amante dei coccodrilli per nulla amante di Star Wars (con tutto il rispetto), sono felice che tu abbia optato per un ben più classico"rex". Piuttosto, avrei preferito un omaggio a Godzilla, (anch'esso ritornato alla ribalta in tempi recenti). Machimosaurus godzilloi? O M. kaijuoi (da Kaiju, ovvero i mostri giganti del cinema)
EliminaSimone Seghetti
leggendo i tuoi post mi emoziono a tal punto che mi ritornano alla mente tutte le giornate passate con federico e i suoi gruppi in questi ultimi 5 anni. Adesso capisco certe espressioni del viso e certi sguardi che si scambiavano i vari personaggi delle missioni. Mi rallegro con te Andrea per le ottime scritture che vanno dal scientifico al romanzato e che mi fanno rivivere quei momenti. Sapessi quante volte ritorno sui luoghi dei ritrovamenti per rivivere quelle emozioni....le stesse emozioni che mi danno i tuoi post!! BRAVO
RispondiEliminaSono stati trovati teleosauri anche in Italia?
RispondiEliminaAlessandro
I resti di possibili teleosauridi italiani sono scarsi e spesso non sicuri.
EliminaSu un teleosauride italiano (risultato poi essere altro), ne ho parlato qui:
http://theropoda.blogspot.it/2013/04/steneosaurus-barettoni-226-anni-di-un.html
http://theropoda.blogspot.it/2013/04/steneosaurus-barettoni-226-anni-di-un_5.html