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11 settembre 2016
03 settembre 2016
Wiehenvenator e la distribuzione dei theropodi giurassici
Elementi noti di Wiehenvenator (da Rauhut et al. 2016). |
Rauhut et al. (2016) descrivono i resti parziali di un
grosso theropode (lunghezza stimata attorno a 8 metri) dal Calloviano
(Giurassico Medio) della Germania settentrionale, ed istituiscono Wiehenvenator
albati.
L’olotipo ed unico esemplare di Wiehenvenator include
parte del cranio (premascellare, mascellare, lacrimale, postorbitale, dentale e
alcuni altri frammenti), alcune coste dorsali, una falange, alcune vertebre
caudali intermedie, la fibula e parte dei tarsali prossimali.
Rauhut et al. (2016) includono Wiehenvenator in una
versione modificata della analisi di Carrano et al. (2012) sui tetanuri e
ottengono, tra le altre cose, il nuovo theropode tra i megalosauridi
megalosaurini, sister taxon di Torvosaurus. Immesso in Megamatrice,
invece, il nuovo theropode tedesco forma una irrisolta politomia con
Megalosaurinae ed Eustreptospondylinae.
Aldilà di queste differenze topologiche, che sono
suscettibili di revisione (attendo la pubblicazione della matrice utilizzata da
Rauhut et al. 2016 per meglio comparare i caratteri usati), lo studio è molto
interessante perché confronta le varie faune e theropodi del Giurassico. In
particolare, emerge una abbondanza di megalosauridi nel Giurassico Medio
europeo. Gli autori ritengono che queste abbondanza sia in parte un artefatto
di campionamento. In particolare, è significativo che siano poche le località
di confronto tra i veri continenti che abbiano età sovrapponibili, che le
diverse aree geografiche abbiano sovente differenti livelli corrispondenti a
diversi ambienti deposizionali (ad esempio, in Europa abbondano le formazioni
costiere e marine, dato che per buona parte del periodo essa fu un arcipelago,
mentre sono meno abbondanti le formazioni di ambienti più interni) e spicca l’anomalia
nordamericana, praticamente priva di theropodi del Giurassico Medio e con il
monopolio della Formazione Morrison nel Giurassico Superiore. Tutti questi
fattori devono quindi metterci in allerta a non leggere le distribuzioni note
dei theropodi giurassici “alla lettera” come se fossero una fotografia
incorrotta di quel periodo.
Bibliografia:
Oliver W.M. Rauhut, Tom R. Hübner, and Klaus-Peter Lanser. 2016. A new megalosaurid theropod
dinosaur from the late Middle Jurassic (Callovian) of north-western Germany: implications
for theropod evolution and faunal turnover in the Jurassic. Palaeontologia
Electronica 19.2.29A:1-65.
02 settembre 2016
Cosa ci insegna Machimosaurus rex su Spinosaurus aegyptiacus
Stime dei maggiori teleosauridi da Young et al. (2016). Indovinate quale è M. rex... |
In uno studio pubblicato oggi Young et al. (2016) analizzano
le dimensioni e proporzioni corporee dei coccodrilli teleosauridi (il clade che
comprende, come suo massimo rappresentante, il “mio” Machimosaurus rex),
e propongono una serie di metodi per stimare le dimensioni corporee di questi
animali qualora (come nel caso di M. rex) non si disponga di uno
scheletro completo. Lo studio ha delle implicazioni generali che, a mio avviso,
possono aiutarci a capire Spinosaurus.
Young et al. (2016) partono dagli esemplari di teleosauridi
noti per scheletri completi, e calcolano la relazione che esiste tra lunghezza
del corpo, lunghezza del cranio e lunghezza del femore. Gli autori concludono
che il femore è il migliore elemento per stimare le dimensioni del corpo,
mentre il cranio tende ad avere una maggiora disparità tra i vari teleosauridi.
In generale, comunque, entrambe le stime dimensionali ottenute da femore e
cranio concordano nel concludere che tutte le stime proposte finora per le
dimensioni dei teleosauridi erano eccessivamente grandi. Ovvero, risulta che
rispetto ai coccodrilli odierni (usati spesso come riferimento generico per i
taxa fossili), i teleosauridi hanno in proporzione teste più grandi e femori
più corti.
Usando le nuove formule ricavate da Young et al. (2016)
risulta che Machimosaurus rex era lungo 7.2 metri, e non 9.6 come
avevamo stimato nel nostro studio. La causa di questa significativa differenza
è dovuta ad un errore presente nella pubblicazione dalla quale noi avevamo
ricavato la lunghezza di Machimosaurus mosae (il cui cranio è lungo il
60% di quello di M. rex): in quello studio, M. mosae è indicato come
lungo 6 metri. In realtà, l’esemplare è lungo 5 metri.
In ogni caso, non preoccupatevi: Machimosaurus rex
resta comunque sempre il più grande teleosauride ed il massimo coccodrillo
prima della comparsa di Sarcosuchus!
A questo proposito, nasce il sospetto che qualora si
ri-studi Sarcosuchus secondo questi criteri più rigorosi di stime dimensionali,
anche le sue enormi dimensioni potrebbero essere ridimensionate.
Perché ho menzionato Spinosaurus?
Lo studio di Young et al. (2016) ci dice che i teleosauridi
furono “sovrastimati” perché le loro dimensioni corporee furono determinate
usando altri coccodrilli, “meno acquatici” dei teleosauridi, come riferimento.
Lo studio ha evidenziato che in questi coccodrilli lagunari e marini, la testa
è più grande e la gamba è più corta rispetto ai loro cugini “più terricoli”. In
generale, infatti, i gruppi di vertebrati terrestri che “tornano” in acqua
spesso tendono ad allungare la testa e ad accorciare le gambe. Pensate agli
ippopotami ed ai cetacei basali, rispetto agli altri ungulati.
Spinosaurus probabilmente segue il medesimo trend.
Difatti, è ormai assodato che il suo arto posteriore è relativamente ridotto
rispetto al corpo, e che (almeno basandoci sul muso) esso aveva un cranio più allungato
rispetto agli altri theropodi. Nasce quindi il ragionevole sospetto che tutte
le stime fatte su Spinosaurus, usando i theropodi “di terraferma” come
riferimento, tenderanno inevitabilmente a sovrastimare questo theropode qualora
si usi la dimensione della testa come riferimento. Ovvero, che se la lezione di
Machimosaurus rex è valida anche per Spinosaurus, esso era
probabilmente più piccolo di quello che si è spesso ritenuto, e che – da bravo
animale semiacquatico – esso avesse un cranio relativamente più grande e gambe
più corte rispetto ai suoi parenti.
Spinosaurus non era quindi il super-gigante che molti
hanno voluto vedere estrapolando le dimensioni del suo rostro?
Ma questa è una conclusione che chi segue questo blog da
anni conosce molto bene…
Bibliografia:
Mark T. Young, Márton Rabi, Mark A. Bell, Davide Foffa,
Lorna Steel, Sven Sachs, and Karin Peyer. 2016. Big-headed marine crocodyliforms and why we must be cautious when
using extant species as body length proxies for long-extinct relatives. Palaeontologia Electronica 19.3.30A