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23 giugno 2011

Scipionyx - More than meets the eye. Episodio 2: Osteologia e Stadio ontogenetico

Il cranio di Scipionyx dopo la preparazione definitiva che ha permesso di identificare le singole ossa. (da Dal Sasso e Maganuco 2011). Foto,  Roberto Appiani, © Soprintendenza per i Beni Archeologici di Salerno, Avellino, Benevento e Caserta.
Dopo il post introduttivo, entro nel cuore della monografia di Dal Sasso e Maganuco (2011) su Scipionyx. L'olotipo di Scipionyx samniticus (SBA-SA 163760, per gli amici, "Ciro") presenta buona parte dello scheletro, ad eccezione di un unguale della mano, della parte della coda distalmente alla IX vertebra e della gamba distalmente la parte prossimale del tibiotarso. Gli autori, corredati da una serie stupefacente di fotografie e illustrazioni di Marco Auditore, ci descrivono nel dettaglio tutte le ossa esposte, comparandole in particolare con i principali coelurosauri basali e/o compsognathidi. Per meglio identificare le ossa che, specialmente nel neurocranio, risultano appressate tra loro, Dal Sasso e Maganuco (2011) si servono anche di tecnologie avanzate, come le tomografie computerizzate, che hanno permesso per la prima volta, di osservare le ossa del bacino comprese tra i due femori, così come IL LATO NASCOSTO DEL FOSSILE!
Infatti, a pag. 43, la fig. 32 mostra la straordinaria immagine del lato sinistro dell'animale, quello immerso nella roccia sedimentaria.
Descrivervi tutto ciò che emerge dallo studio richiederebbe decine di post, e, inoltre, sarebbe ingiusto verso il lavoro di Cristiano e Simone, ed è per questo che vi rimando alla lettura della monografie per tutti i dettagli. Io ne elenco solo un paio, a mio avviso significativi.
L'utilizzo delle tomografie ha permesso di identificare la forma del processo otturatore dell'ischio, invisibile a occhio nudo: esso è prossimalmente incurvato "a scure" a formare una incisione otturatoria, mentre distalmente presenta una forma intermedia tra i taxa con la normale incisura distale e quelli privi di incisura (che hanno il processo che confluisce gradatamente nell'ischio). 
Nella parte dorsale del tetto cranico, a livello della sutura frontoparietale, il fossile mostra una concavità semicircolare, che inizialmente fu interpretata come una frattura (vedi foto in alto). Gli autori, dopo aver costruito un modello tridimensionale del cranio assemblando copie in cartoncino delle ossa, hanno scoperto che la frattura è invece una reale apertura tra parietale e frontale, del tutto omologa alla fontanella del cranio dei giovani vertebrati (fontanella che si chiude con la crescita dell'animale).
Questo dettaglio mi conduce all'altra parte del post, relativa allo studio dello stadio ontogenetico dell'esemplare (ovvero, a che età morì). Gli autori elencano 31 caratteristiche del fossile (osteologiche, come latexture esterna delle ossa; proporzionali, come le dimensioni relative del cranio e del muso; relative al contenuto delle parti molli; oltre che comparative con gli archosauri attuali) per affermare che probabilmente l'olotipo di Scipionyx morì attorno alla terza settimana di vita. 
Pertanto, Scipionyx è anche l'esemplare giovanile post-schiusa di theropode meglio conservato al mondo!
Nel prossimo post di questa serie, parlerò della posizione filogenetica di Scipionyx: con chi era imparentato?

Bibliografia:
Dal Sasso C. and Maganuco S. 2011. Scipionyx samniticus (Theropoda: Compsognathidae) from the Lower Cretaceous of Italy. Osteology, ontogenetic assessment, phylogeny, soft tissue anatomy, taphonomy, and palaeobiology. Memorie della Società Italiana di Scienze Naturali e del Museo Civico di Storia Naturale di Milano XXXVII-1: 1-281.

2 commenti:

  1. Delizioso.

    Confesso che guardo questo blog quattro-cinque volte al giorno invece delle solite due, per essere il "primo" a leggere i post su _Scipionyx_.
    Si pure "ingiusto" verso Del Sasso e Maganuco, pubblica decine di post (e post logoroici), tanto la monografia, prima o poi, dovremmo comprarcela comunque...

    In particolare mi interessa non poco sapere cosa pensi del contenuto dell'intestino, ma tutto questo a suo tempo.

    Sarei anche molto curioso, tra un paio di mesi, di scoprire come sarà la ricezione internazionale di questo po' po' di roba. Insomma l'Italia nella paleontologia dei dinosauri è un po' marginale, ma questa ricerca sembra "centrale" per tanti buoni motivi.

    Valerio

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  2. Io dico che questo fossile farà l'invidia dei paleontologi di altri stati . Ciro è un fossile davvero molto prezioso . Sento che un giorno l'Italia non sarà più un luogo frivolo per la paleontologia , ma qualcosa di decisamente importante.

    Cristian

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