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06 luglio 2023

Paleoarte vs AI

Il futuro prossimo venturo?

Un tema ricorrente nella fantascienza è lo scontro tra l'umanità ed una qualche forma di intelligenza artificiale divenuta talmente potente e complessa da ribellarsi ai suoi creatori e minacciarne l'esistenza. Se questo tipo di timori è ancora da collocare nel remoto futuro dell'umanità, forse si inizia a vedere una forma più blanda di guerra tra uomo e macchina nell'ambito della creatività (o, perlomeno, della produzione di iconografie). Il dibattito sull'impatto delle "Intelligenze Artificiali" nel mondo dell'arte è appena iniziato, ed è già molto acceso ed articolato. 

E in paleoarte? Come stanno le cose a casa nostra?

Un lettore della pagina Facebook del blog mi ha segnalato la locandina di un non ben specificato evento paleontologico in Sardegna. La locandina a prima vista pare un'immagine paleoartistica di Tyrannosaurus. Tuttavia, appare immediatamente chiaro che l'immagine in questione non sia una ricostruzione paleontologica realizzata da un artista paleontologico, bensì sia un'immagine generata da una "Intelligenza Artificiale". Indizi per questa identificazione sono il numero esagerato e la forma dei denti, e la presenza di un paio aggiuntivo di narici collocate nel mascellare: sono quel genere di errori anatomici che ho riscontrato di recente colpire le "ricostruzione di dinosauro" realizzate da questi software. Inoltre, l'opera appare fredda e senza anima, il tutto condito con una punta inquietante tipica di queste immagini realizzate dal computer.

Sono molto preoccupato per l'affermarsi di queste "ricostruzioni" come sostituti delle opere realizzate dai paleoartisti. Per varie ragioni.

1. Il lavoro di paleoartista è già miserabile anche senza l'avvento delle AI. Molti paleoartisti non sono minimamente retribuiti per le loro opere, e spesso non c'è modo di impedire l'uso non autorizzato, l'abuso ed il plagio delle proprie opere. Se ora chiunque può realizzare una locandina per i propri scopi senza avere bisogno di un paleoartista, le prospettive lavorative per questi autori si fanno ancora più misere. E ciò non va certo a vantaggio della categoria.

2. Questo opere sono brutte, fredde, ma soprattutto, pacchianamente inaccurate sul piano anatomico. Creste bislacche, fosse e finestre messe a caso, muscoli senza motivo, anche una minima conoscenza della anatomia dinosauriana fa a cazzotti con queste opere. Già facciamo fatica a contrastare il proliferare della paleoarte inaccurata e dozzinale prodotta dagli esseri umani, come potremmo contrastare la proliferazione di opere che sono ancora più pacchiane e grossolane? 

Per lo meno, nessun artista umano si sognerebbe di mettere due paia di narici in un dinosauro!

3- Infine, c'è anche un motivo più profondo per essere preoccupati dalla affermazione di queste opere come sostituti della paleoarte "vera" realizzata da esseri umani. Un motivo che va alla radice profonda di cosa sia la paleoarte.

Torniamo alla domanda fondamentale della paleoarte: cosa rappresenta un'opera di paleoarte? Un animale estinto? No. Una scena del passato? Nemmeno. La paleoarte è la rappresentazione di un insieme di ipotesi fondate paleontologicamente. Ovvero, dietro la vera paleoarte c'è sempre una teoria paleontologica. Non importa quanto consapevole, né quanto esplicita, essa comunque esiste anche solo come base tecnica per l'esecuzione dell'opere. C'era dietro le opere di Knight, c'era dietro le opere di Burian, c'è dietro le opere di Troco. Ogni opera di Paleoarte ha una base teorica che la fonda. Una teoria sul Tempo Profondo, sulla Anatomia Comparata, sulla Storia Evolutiva. Il bravo paleoartista non è quello che ti ricostruisce il dinosauro più vero del vero, ma quello che trasmette (perché ispirato da) una peculiare teoria paleontologica. La Paleoarte è la rappresentazione della Scienza Paleontologica prima ancora che l'illustrazione del passato profondo. 

Un programma informatico che produce una ricostruzione di dinosauro utilizzando degli algoritmi di intelligenza artificiale NON può produrre paleoarte, perché quel programma non può concepire nella "sua mente" né comprendere "nella propria testa" alcuna teoria paleontologica. Esso si limita a processare simboli e a tradurli in serie di pixel: ma questo NON è e NON sarà mai una rappresentazione paleoartistica. Mettere pixel in modo apparentemente convincente non significa avere consapevolezza di voler trasmettere un significato. Almeno fino al giorno in cui un programma di intelligenza artificiale non sarà in grado di capire i concetti della paleontologia. Ma tale giorno è ancora molto lontano (e forse non arriverà mai).

Pertanto, sostituire la paleoarte "umana" con queste immagini prodotte da un computer significa sostituire una mente che pensa e riflette sulla paleontologia con un algoritmo che non pensa né riflette su alcunché. Significa sopprimere la sostanza conservando un surrogato della forma. E questo è un passaggio che inevitabilmente impoverisce e degrada il senso ultimo di qualunque rappresentazione paleontologica.

3 commenti:

  1. Sono andato a guardare suddetta mostruosità, ma la cosa più mostruosa è stata la dicitura nel testo: "modelli di animali fedelmente ricostruiti". E lo dicono mettendoci poi quella cosa lì in primo piano? Se queste sono le premesse...
    Riccardo

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  2. temo che le tue preoccupazioni, che condivido, si possano tranquillamente (con qualche adattamento nel caso del punto 3) estendere a qualsiasi campo applicativo potenziale della cosiddetta intelligenza artificiale.
    Emiliano

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  3. ps. chiamare intelligenza un algoritmo che macina dati senza saperli valutare mi sembra puro marketing
    Emiliano

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