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05 agosto 2020

L'inusuale coda di Tethyshadros: un adattamento ad ambienti estremi?


Tethyshadros insularis è il secondo dinosauro mesozoico italiano descritto, ufficialmente battezzato nel 2009 da Fabio Dalla Vecchia. Questo hadrosauroide è molto peculiare, e si discosta dai suoi più celebri parenti asiatici ed americani per una serie di specializzazioni nel cranio, negli arti e nella coda.
La coda, in particolare, è molto inusuale per un iguanodontiano, ed in alcuni elementi ricorda invece un theropode.
Negli anni, ho avuto modo in varie occasioni di discutere con l'amico Fabio Dalla Vecchia proprio di queste curiose caratteristiche nella coda di Tethyshadros. Erano queste caratteristiche semplicemente il prodotto di una bizzarra evoluzione in condizioni di isolamento geografico, oppure furono adattamenti specifici del particolare ambiente carsico nel quale questo dinosauro viveva? Come nel caso di Balaur, vissuto nel medesimo momento in un'altra zona dell'antico arcipelago europeo di fine Cretacico, l'ipotesi della "bizzarria insulare" mi era sempre parsa una "non-spiegazione" ad hoc: se un animale mostra elaborate specializzazioni in più distretti anatomici del suo corpo, è plausibile che essi siano parte di un adattamento funzionale, e non la mera sommatoria di mutazioni casuali fissate in popolazioni ridotte.
In uno studio pubblicato oggi, Dalla Vecchia (2020) descrive nel dettaglio la coda di Tethyshadros, la confronta con quelle degli altri dinosauri (in particolare, iguanodontiani) e ricostruisce l'estensione dei principali muscoli confrontando la sua anatomia con quella dei rettili moderni. 
Tethyshadros risulta dotato di enormi muscoli caudofemorali, i quali, combinati con la coda assottigliata distalmente, le proporzioni delle zampe posteriori e la specializzazione della mano, sono coerenti con uno stile di vita cursorio, con capacità locomotorie sostenute. Inoltre, la morfologia della parte prossimale della coda e dell'ischio implicano un marcato allungamento della parte terminale della zona viscerale e della cloaca, le quali possono indicare un ampliamento dell'intestino e della zona urogenitale. Queste due condizioni potrebbero essere adattamenti ad un ambiente carsico e quindi povero d'acqua superficiale: l'aumento della lunghezza del tratto retto-cloacale è difatti uno dei principali adattamenti per prevenire la disidratazione nei rettili che vivono in ambienti con ridotte disponibilità di acqua.
Penso quindi che sia ragionevole immaginare questo dinosauro italiano come una forma adatta a muoversi a lungo e senza sforzo in condizioni carsiche e/o aride, alla ricerca di cibo relativamente poco ricco d'acqua: il bizzarro mix dei suoi adattamenti estremi risulta quindi coerente con l'ambiente estremo documentato dai livelli fossiliferi della regione peri-adriatica del Cretacico Superiore.


4 commenti:

  1. Normalmente gli adattamenti cursori fanno pensare a prede che si evolvono per sfuggire a predatori veloci. In questo caso sembrerebbe invece legati alla necessità di muoversi velocemente alla ricerca di cibo, se non ho capito male.
    Ma le due cose non potrebbero funzionare insieme? In fondo dovranno essere esistiti dei predatori anche per Thethyshadros.

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    1. Sopra una certa dimensione corporea, gli adattamenti cursori non portano ad un significativo incremento della velocità, bensì ad un miglioramento dell'efficienza nel muovere il corpo (efficienza che risente della impossibilità dei muscoli di aumentare in efficienza in modo lineare con l'aumento della massa).
      Per ora, Tetshyshadros è associato a piccoli coccodrilli. Non si esclude ci fossero altri predatori, ma a meno di scoperte inattese, non penso che questi fossero dei cursori specializzati al punto da "spingere" la linea di Tethyshadros verso adattamenti cursori. Dopo tutto, gli hadrosauroidi asiatici e nordamericani vissero con i tyrannosauridi ma non svilupparono qualche particolare adattamento cursorio.

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  2. Però è interessante notare come nel cretaceo in due linee di theropodi si sviluppassero adattamenti cursori (Coelurosaria e Abeliosauria), cooptati nei tirannosauri giganti in un miglioramento locomotorio, e, contemporaneamente, anche in una linea di Adrosauri si assista a qualcosa di molto simile.

    Per altro se ci fossero stati super predatori intorno al villaggio del pescatore, probabile che fossero tirannosauroidi cursori (stile Appalachiosaurus, non ho ancora visto la carta sul nuovo dinosauro britannico appena descritto) o abeliosauridi cursori (Arcovenator et similia)...
    (poi, ovviamente, in quell'isola magari non c'erano, oppure scopriremo che erano pterosauri inetti al volo, chi lo sà, per ora è tutto speculativo

    Insomma questo adattamento potrebbe proprio essere nato per scappare, e magari rimasto per camminare meglio.

    Valerio

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    1. Il punto è che questo bizzarro mix di adattamenti si trova in un hadrosauroide che viveva in una particolare condizione climatica e geografica, nella quale per ora non ci sono prove di theropodi cursori, mentre i numerosi hadrosauroidi vissuti in contesti con theropodi cursori non mostrano alcun adattamento simile.
      I fatti noti quindi vanno contro il tuo ragionamento... ed io eviterei di speculare in base alla speranza che un giorno salti fuori un theropode a conferma di quello scenario.

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