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24 settembre 2023

Le "vere" dimensioni di "Dakotaraptor"

 

Mappa del sito di scavo di "Dakotaraptor". Notare la completa disarticolazione delle ossa, e l'orientazione preferenziale delle ossa lunghe segno di un trasporto di natura fluviale all'origine dell'associazione. In rosso, la vertebra caudale di dromaeosauride oggetto del post. (Immagine da DaPalma et al. 2015).

Nel precedente post, ho mostrato come il materiale olotipico di "Dakotaraptor" sia un assemblaggio multispecifico, e che il taxon sia chiaramente una chimera comprendente ossa principalmente di Tyrannosauridae, Ornithomimidae e Caenagnathidae. 

Prima di procedere con il post, è bene chiarire un concetto che alcuni non hanno colto: la natura multispecifica del sito di Bone Butte da cui proviene "Dakotaraptor" non è una "mia ipotesi" che cerco in qualche modo di dimostrare, essa è un fatto derivante dall'osservazione e dichiarato esplicitamente dai paleontologi che hanno scavato nel sito (DePalma et al., 2015):

Che Dakotaraptor provenga da un bonebed multispecifico non è una mia fantasia...

Proprio perché multispecifico, il sito in questione comprende anche resti di dromaeosauridi. In particolare, nel campione è presente anche una caudale intermedia che viene descritta come "quasi completa". Questa vertebra mostra le zigapofisi allungate tipiche di Dromaeosauridae, e quindi è riferibile ad un eudromaeosauro.

Questo osso dimostra la validità di un genere chiamato "Dakotaraptor"?

No. Come ho appena sottolineato, il sito di "Bone Butte", da cui proviene il fossile di "Dakotaraptor", è un bonebed multispecifico dal quale è documentata la presenza di denti di Acheroraptor e Dromaeosaurus, quindi è già ampiamente noto che questo sito contenga ossa di Dromaeosauridae. Ma ciò non implica che quelle ossa siano di "Dakotaraptor". Quindi, quella caudale può benissimo appartenere ad Acheroraptor o a Dromaeosaurus.

Quali sono le dimensioni dell'animale a cui appartiene questa vertebra?



Gli autori scrivono che la vertebra abbia un centro lungo 70 mm, ma basandomi sulla scala metrica inclusa nella figura, la vertebra è lunga 65 mm. Se confrontiamo quella vertebra con la più lunga caudale intermedia di uno degli esemplari più completi di Deinonychus (AMNH 3015, il cui femore è lungo 284 mm), risulta che la vertebra dal Dakota è lunga 1.28 volte quella di AMNH 3015, stima che, assumendo isometria col femore, produce un femore della specie dal Dakota lunga 365 mm. Questo valore è nel range dimensionale atteso per Deinonychus e Unenlagia, e non per gli adulti di Achillobator o Utahraptor. Difatti, il femore attribuito a "Dakotaraptor" è lungo 558 mm, quindi molto più grande delle dimensioni attribuite alla vertebra caudale. Ciò conferma ulteriormente la natura chimerica e multi-specifica dell'insieme di ossa con cui è stato eretto "Dakotaraptor".

Concludendo, la vertebra caudale dal sito di Dakotaraptor non appartiene ad un "raptor gigante" bensì ad un dromaeosauride di dimensioni "classiche", nel range di Deinonychus.


PS: nella pagina Facebook del blog, Tristan Stock mi informa che anche David Evans è giunto indipendentemente da me alla medesima conclusione su questo materiale. 

4 commenti:

  1. Very interesting stuff. This would still be much larger than any known specimens of Acheroraptor and Dromaeosaurus though, would it not? Still not "Dakotaraptor" if it doesn't belong to the holotype, but it could hypothetically belong to an as-yet unnamed taxon, yes?

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    1. Not necessarily: Acheroraptor holotype is not fully mature. So, that might equally be a "Deinonychus-sized" adult of Acheroraptor. Pending overlapping material, it is not necessary to erect a new taxon.

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  2. Dromaeosaurus is from the Campanian, not the Maastrichtian.

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    1. The type species, D. albertensis, is Campanian, of course. But Dromaeosaurus teeth are also reported from the Hell Creek Formation (see for example Sankey, J.T. 2008. Diversity of latest Cretaceous (Late Maastrichtian) small theropods and birds: teeth from the Lance and Hell Creek formations, USA. In: J.T. Sankey and S. Baszio (eds.), Vertebrate Microfossils: Their Role in Paleoecology and Paleobiogeography, 117–134. Indiana University Press, Indianapolis.).

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