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Due testi sconosciuti di due autori di nicchia che nessuno nel mio campo ha mai letto prima d'ora... |
Il principale difetto che abbiamo tutti quando siamo giovani è che pensiamo di essere i primi ad affrontare i problemi dalla vita. E tutti pensiamo che nessuno prima di noi abbia dovuto sobbarcarsi dei fardelli gravosi come i nostri.
Ci passiamo tutti, senza esclusione. Poi si cresce. E si scopre che non siamo stati i primi (né saremo gli ultimi) a trovarci in quella situazione, e che tutti prima di noi hanno affrontato situazioni analoghe alle nostre. Non solo, spesso scopriamo che chi c'era prima di noi aveva già risolto quel nostro problema... e che se invece di piangerci addosso avessimo provato a leggere un poco la Storia, ci saremmo risparmiati una serie di inutili preoccupazioni.
Questa legge generale della vita ha una sua declinazione recente nel piccolo mondo della paleontologia dei dinosauri, una declinazione che, amplificata dalla rete, è diventata una sorta di tara esistenziale degli anni '10 e '20 del secolo XXI, specialmente per le giovani generazioni di nerd appassionati di dinosauri: la Questione delle Questioni, il Dibattito dei Dibattiti, il Problema Numero Uno della paleontologia.
Le labbra nei dinosauri.
Se provate a navigare online e fare una rapida visita ai siti di appassionati di paleontologia e paleoarte, scoprirete che la discussione sul tegumento orale dei dinosauri (in particolare, dei theropodi, in particolarissimo, di Tyrannosaurus) è diventata il problema più assillante e gravoso di tutti i tempi. Questo problema è oggetto di annosi dibattiti, in gran parte dedicati a elementi e dettagli non pertinenti la questione, dettagli spesso citati in modo acritico, denotando una scarsissima attenzione alla Anatomia Comparata ed una ancor più grave mancanza di logica. Ma non è della questione anatomica che oggi vi parlo (ne ho già parlato a sufficienza in passato). Bensì, oggi mi soffermo su un concetto che è collegato a questo dibattito, un concetto che alimenta il dibattito online e dal dibattito online trova a sua volta alimento, e che, alla pari della scarsa conoscenza della Anatomia Comparata, è figlio della generale grossolanità con cui si affrontano questi temi online.
Il concetto è il seguente:
"La questione sulla ricostruzione della regione facciale dei dinosauri è un argomento nuovo, un problema affrontato scientificamente solo negli ultimissimi anni, mai affrontato in passato dai paleontologi, e quindi solo ora, finalmente, divenuto tema di pubblicazioni paleontologiche".
Questo concetto circola nei video, nelle chat, nelle discussioni online, nelle "live", nei blog e in tutti i media dove si discute della ricostruzione facciale dei dinosauri.
Bene, forse non lo sapete, ma quel concetto è FALSO!
Forse voi non siete informati, ma la questione sulla ricostruzione facciale dei dinosauri è un argomento che è stato affrontato in letteratura molte volte, e che ha anche una soluzione ben consolidata ormai da decenni. Peccato che chi ne parla online non sia informato su questo fatto e continui a ripetere meccanicamente il falso mito che ho riportato in grassetto qui sopra.
La ricostruzione facciale dei dinosauri è affrontata in letteratura paleontologica da decenni. Nonostante Cullen et al. (2023) sia visto da molti appassionati come il "primo" studio tecnico su questo tema, in realtà esiste una lunga serie di studi precedenti che hanno già affrontato questo tema, studi che, apparentemente, nessuno di quelli che discutono online sul tema pare aver mai letto (o anche solo sentito nominare).
Vi elenco i lavori principali, andando progressivamente indietro nel tempo.
Nabavizadeh (2018) analizza nel dettaglio la ricostruzione facciale negli ornitischi.
Delcourt (2018) discute il tegumento facciale abelisauride.
Carr et al. (2017) discute la possibilità di tegumenti facciali simili a quelli dei coccodrilli nei tyrannosauridi.
La tesi magistrale della Morhardt (2009) discute la relazione tra densità dei forami neurovascolari facciali e tegumento negli amnioti, con riferimento ai dinosauri.
Hieronymus et al. (2009), la più dettagliata analisi sui correlati osteologici del tegumento facciale nei dinosauri.
Knoll (2008) sulla ricostruzione del tegumento facciale in Lesothosaurus, analisi che smentisce l'argomentazione principale di Galton (1973).
Sampson e Witmer (2007) sul tegumento facciale in Majungasaurus.
Ford (1997) pubblica un pamphlet contro l'argomento di Bakker (1986).
Witmer (1995) solleva in modo rigoroso la questione sulla validità dell'ipotesi di Galton (1973).
Paul (1988: "Predatory Dinosaurs of the World") a sostegno di labbra "lacertiliane" nella maggioranza dei dinosauri.
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Estratto da Paul (1988). |
Bakker (1986: "The Dinosaur Heresies") a sostegno di labbra "lacertiliane" nella maggioranza dei dinosauri.
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Estratto da Bakker (1986). |
Galton (1973) elabora l'ipotesi delle guance negli ornitischi, estendendo gli argomenti proposti fin dall'inizio del secolo da vari autori.
Brown e Schlaikjer (1940) analizzano nel dettaglio e rigettano l'ipotesi di Lull (1905) per i ceratopsi.
Lull (1905) propone che la parte posteriore della bocca nei ceratopsi fosse dotata di guance analoghe a quelle dei mammiferi.
Come vedete, la discussione sul tegumento facciale dei dinosauri è presente in letteratura da almeno 50 anni, e nel caso specifico delle guance ornitischiane risale ad oltre un secolo fa. In particolare, l'ipotesi che la maggioranza dei dinosauri abbia labbra lacertiliane è quella che trova la maggiore fondazione in letteratura, dato che è sostenuta da Bakker (1986), Paul (1988), Knoll (2007), Delcourt (2018), Nabavizadeh (2018) e Cullen et al. (2023). Le argomentazione di Ford (1997) e Carr et al. (2017) sono falsificate da Cullen et al. (2023). L'ipotesi di Galton (1973) è falsificata da Witmer (1995), Knoll (2007) e Nabavizadeh (2018).
Al di là della questione anatomica, che non è l'oggetto del post, trovo bizzarro che chi parla di questo tema online sia sovente ignorante sulla letteratura esistente, e finisca con l'alimentare il mito della mancanza di lavori scientifici su questo tema. In particolare, l'ipotesi che labbra di tipo lacertiliano siano presenti nei theropodi non è una novità di Cullen et al. (2023) dato che è già stata proposta e argomentata sia da Bakker che da Paul negli anni '80, ovvero più di trenta anni fa! E non sto parlando di oscure pubblicazioni tecniche scritte su irreperibili riviste di settore precluse agli appassionati, sto parlando di due dei più famosi libri sui dinosauri che siano mai stati scritti: "The Dinosaur Heresies" e "Predatory Dinosaurs of The World", due testi che hanno fondato gran parte delle nozioni degli appassionati degli ultimi 3 decenni!
Quindi, mi domando, perché circola ancora questo falso mito sulla mancanza di studi tecnici? Perché si continua a dipingere il dibattito come "prematuro" quando in realtà esiste una corposa letteratura che ha analizzato il tegumento facciale dei principali gruppi di dinosauri, ed ha già discusso la questione da vari punti di vista e secondo differenti tecniche di indagine (dalla anatomia comparata per identificare i correlati osteologici alla inferenza filogenetica per definire il contesto evoluzionistico per la evoluzione di queste strutture)? Perché si dipinge la ricostruzione scientifica dei dinosauri come "ancora incerta" quando in realtà l'ipotesi che la maggioranza dei dinosauri avesse labbra "lacertiliane" è l'interpretazione più robusta e con la maggiore fondazione in letteratura tecnica? Ovvero, perché si dà una rappresentazione falsata e distorta delle conoscenze scientifiche in questo ambito?
Temo che la risposta sia duplice. Da un lato, penso (e spero) che chi parla di questi temi sia ignorante sulla letterature esistente, e quindi, ingenuamente, pensi veramente che non ci siano ancora argomenti scientifici a disposizione. Dall'altro, temo che chi parla di questi temi non abbia veramente a cuore la conoscenza paleontologica ma voglia solamente ridurre la questione ad una chiacchiera da bar in cui il "tifo" per una o l'altra ricostruzione è basato più sui propri gusti personali piuttosto che su un criterio scientifico di inferenza anatomica.
Fintanto che si alimenta il mito della mancanza di studi tecnici sul tema, ci sarà il terreno per alimentare uno pseudo-dibattito molto fumoso e poco oggettivo, più simile al bar dello sport che ad una discussione scientifica.